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Autore: Aven90    10/05/2013    1 recensioni
A di Aven, naturalmente! Dopo il "successo" della prima parte, ecco la seconda, incentrata su Vegeta e alcune vicissitudini che lo portano a essere ancora una volta tentato a riprendere la sua vecchia vita!
NB: nel caso abbiate visto gli OAV di Broly e Turles, dimenticateli; poiché questa serie fa finta che non esistono. "Fan fiction" nel vero senso della parola.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Broly, Nuovo personaggio, Turles, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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“Allora saprai indicarmi anche la sala del Trono” rispose incalzante detentore del titolo.

“Certamente, Maestà. Da questa parte” lo invitò Paragas.

“Hai notato come Broly sia stato zitto per sei giorni di fila?” chiese Bra a Trunks.

“Probabilmente è molto taciturno. Strano, a sentire suo padre” rispose il fratello.

“Vado a parlargli. Voglio vedere che tipo è” si scostò dal ragazzo coi capelli lilla che stava trasportando Bulma e andò ad attaccare bottone con Broly.

Sembrava dell’età di Goku, più o meno. Bene, era come parlare con suo padre, allora.

“Salve, Broly” esordì educatamente.

L’uomo non le rispose, tuttavia come reazione strinse gli occhi e i denti.

“Perché ti costringi a non parlare?” chiese Bra, notando quella reazione.

“Io sono solo il figlio di Paragas. Non posso rispondere ad altre domande.” Disse Broly, atono.

Bra si allontanò da lui e tornò a riflettere.

Nel frattempo, il palazzo reale, esattamente uguale a come lo ricordava Vegeta, si erse davanti agli occhi di tutti.

Vegeta avrebbe dovuto essere felice, ma in realtà non aveva mai apprezzato quella pomposità. Aveva sempre odiato il palazzo, il re, e tutto quel che concerneva la vita di corte.

Un po’ perché in realtà non erano loro i padroni, ma Freezer, e un altro po’ perché non aveva ricordi felici, là dentro.

E vedere quella copia esatta non solo denotava la scarsa fantasia di Paragas, ma anche un rivangamento del passato a cui Vegeta non teneva.

“Sono sicuro che apprezzerete la mia scelta di riprodurre il palazzo reale, Maestà” disse il padre di Broly, orgoglioso della sua fattura.

“Certo” rispose Sua Maestà.

Scese a terra, pronto per varcare la soglia.

Il portone era esattamente identico a come lo ricordava: altissimo, e adornato solo di due maniglie ad anello.

Anche il corridoio interno era esattamente uguale, e in fondo alla sala, un trono scarno, orrendamente simile a quella brutta copia che aveva fabbricato a casa sua.

Si vergognò di sé stesso: il palazzo che aveva odiato poi gli era rimasto nel cuore.

“Bene, adesso è il momento di salutare il re di tutti i Saiyan!” detto quello, Paragas si inginocchiò di nuovo tenendo alto il ginocchio destro e mettendo una mano a pugno sul pavimento.

Lo imitarono anche Broly e gli altri tre esseri incappucciati. Era impossibile identificare la loro identità, e loro non aiutavano certo a svelarla.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Se si fosse seduto, avrebbe tradito la famiglia terrestre che aveva creato. Tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento. Sarebbe andato anche contro la sua vita precedente, in cui si era scarificato sperando di portare con sé anche Majin Bu grasso.

Se non si fosse seduto, avrebbe invece voltato le spalle al suo passato, alla sua infanzia; che per quanto fosse stata disordinata e sofferente, era l’unica che aveva.

Non gli piaceva più essere principe, ma doveva ammettere che essere temuto e rispettato aveva fatto la sua parte nella propria autostima.

E anche suo padre il re, Vegeta, la pensava allo stesso modo.

Ricordati che sarai re di una grande stirpe”.

Così, diceva, e a prescindere che forse erano le uniche parole che ricordava del padre, ora che si accingeva a sedersi sul trono che era stato del suo genitore, aveva delle remore.

“Cosa farebbe Vegeta, a questo punto?” Si chiese Vegeta.

Cosa farebbe?

Sedersi o non sedersi? La mano stava muovendosi verso il bracciolo, ormai mancava pochissimo al contatto.

Poteva ancora rinunciare a tutto quello e tornare sulla Terra, lasciando paragas e Broly da soli.

Ma sentiva che non poteva farlo. Un Re, così come un  principe, non esiste senza nazione.

 E i Saiyan prima di tutto erano una Nazione. Un popolo unito che ha sconfitto tantissimi altri popoli uniti forse anche più di loro.

Sospirò. Cercò dentro sé stesso. Le immagini di Bra, Trunks e Bulma apparvero nitide nella sua mente.

Avrebbero capito. Lo avrebbero seguito, persino se avesse rinnegato se stesso, o perlomeno una sua parte.

Si sedette, pronto a comandare, ancora una volta.

Così facendo avrebbe concesso a Bulma di essere la regina dei Saiyan?

No, forse era meglio se i terrestri rimanessero fuori da quelle questioni.

“Maestà, vogliate avere la compiacenza di ricevere i miei complimenti. La vostra forza supera le mie più rosee aspettative” disse Paragas.

“Davvero? E la tua forza, quale sarà? Immagino che tu voglia essere mio vice, o Primo Ministro, dico bene?”

Dopotutto, conosceva la sua gente e l’avidità nel padre di Broly era visibile anche dalla Terra.

A quella domanda Paragas si mosse sul posto, imbarazzato.

“Cosa c’è?” chiese Vegeta, beffardo. “Non dirmi che hai permesso a tuo figlio di sorpassare la tua forza?”

Egli rispose “Mi rincresce, ma è successo. Ero convinto che i Super Saiyan nascessero ogni mille anni, quindi ho smesso di allenarmi”

“Non mi convinci, i Saiyan cercano sempre il proprio limite” ribatté Vegeta.

Paragas non rispose.

“Rispondi, stolto” lo incalzò il figlio del re.

“Ecco…” tentennava. Perché? “Il fatto è… che a un certo punto-…. Lo Zenkai Power ha smesso di funzionare”

“È impossibile. Adesso va’, mi hai seccato” ordinò Vegeta. C’era qualcosa che Paragas nascondeva, e pertanto doveva in quanto re scoprire cosa.

“Non posso, devo farvi vedere il pianeta” protestò il padre di Broly.

Il re aveva il preciso compito di sapere che cosa stava governando.

“D’accordo” rispose, “voi due, restate qui" ordinò a Bra e Trunks.

“Voi quattro, venite con noi o state inginocchiati per tutto il tempo?” chiese a Broly e agli altri tre sconosciuti.

“Andiamo, Broly, sarà interessante” lo incoraggiò suo padre, e insieme e presero il volo.

Dopo aver fatto passare qualche minuto di silenzio, Bra e Trunks si guardarono sconcertati.

Era quello, allora, loro padre?

La loro guida, la loro ispirazione, il loro re.

Adesso lo era davvero, il che faceva di loro dei principi.

“Adesso sono io il Principe dei Saiyan” commentò Trunks, guardandosi. “Non è buffo? Dopo aver sentito questo ritornello tutti i giorni, adesso ho finito per dirlo anch’io”

“Ahaha, è vero” concordò in una risatina sua sorella. “Però… c’è sempre questo brutto presentimento che mi attanaglia”

“Attanaglia? Cavolo, Bra! Ma parla come una quindicenne, no?” protestò Trunks. a volte era allibito dal fatto che Bra studiava sempre, ma c’era anche il fatto che la ragazza parlava forbito giusto per irritare il maggiore.

“No, mio caro” lo rimbeccò lei. “Perché adesso IO sono la principessa viziata dei Saiyan. Penso che tutti gli uomini mi vogliano, visto che sono l’unica rappresentante femminile della specie, no?”

Trunks sbiancò. Bra rise divertita. “Stavo solo scherzando”

Bulma invece era emozionatissima, si era anche vestita con una Battle Suite.

“Che ne dite? Mi dona, vero? È questo l’abito delle regine Saiyan, no?”

“Madre” chiamò Trunks “io e Bra siamo concordi nel dire che c’è del marcio in Paragas e Broly. Stanno tramando contro nostro padre e tuo marito”

“Aaaah, sciocchezze! Non vedi che devozione nutre Paragas? Come può, dunque, progettare di ucciderlo? Non può e basta!”

Anche Bulma era entrata in quel gorgo senza fine di misteri e sottigliezze che si chiamava trono regio.

“Non ci resta che aspettare Pan e gli altri, fratellone” constatò Bra.

“Hai ragione… dobbiamo combattere questa piaga prima che la situazione degeneri” e insieme partirono con l’intenzione di seguire il padre e gli altri Saiyan all’ispezione del pianeta.

Era più grande della Terra, quello era sicuro.

Ma siccome la popolazione contava in tutto nove persone, contando anche i tre cavalieri mascherati che ancora non avevano detto alcunché, sembrava molto più grande.

Scheletri che comunicavano alieni da una forma strana erano disseminati in alcune zone.

“Raccontami di questa popolazione che avete eliminato” chiese Vegeta.

“Non c’è molto da dire, comunque” rispose Paragas.

“Perché? E se fossero stati un ottimo esercito? Devo saperlo, no? Comincio a pensare che tu mi stia remando contro, Paragas! Ti conviene dirmi la verità, se non vuoi che ti tiri fuori anche l’altro occhio!”

Paragas deglutì. Il padre di Trunks e Bra non sapeva certo come gli era stato fatto fuori l’occhio, e provò un piccolo moto di astio nei suoi confronti.

“D’accordo, sire. Vi racconterò tutto: dovete sapere che questo pianeta era abitato dai Zigulas, esseri onnivori dotati di coda. Erano anche loro una razza guerriera trasformabile, ma non ho mai avuto il piacere di vedere in cosa si trasformavano esattamente poiché io e Broly li abbiamo eliminati tutti, senza distinzione. Questo è Neo Vegeta, e loro erano degli intrusi. Buffo, non vi pare? Anche il primo pianeta Vegeta era occupato dagli Tsufuru, e anche in quel caso i nostri padri li hanno eliminati tutti”

Il marito di Bulma non disse nulla. Gli piacevano sempre di meno, tutte quelle coincidenze.

Bulma, già. Sicuramente, avrà accettato questa sua nuova versione, a lei basta essere al centro dell’attenzione che le va bene tutto. A quest’ora si starà già stravaccando sul trono tanto tormentato a circondarsi di gioielli che non c’erano sul pianeta.

“Ma di preciso, Kakaroth chi è? Io pensavo che Bardack avesse solo un figlio” chiese a un certo punto Paragas.

Broly strinse le labbra, ma non disse nulla.

“Kakaroth… beh, diciamo che a quanto ho capito era nato pochi giorni prima dell’avvenuta esplosione, ma lui a differenza di Broly era già stato mandato sulla terra per conquistarla. Forse è stato l’ultimo neonato a cui è stata affidata una missione”

“E poi l’ha conquistata?” chiese il padre di Broly.

“No” rispose in tono deluso. “Ha fatto amicizia con quegli esseri inferiori”

E di questo posso solo ringraziarlo, aggiunse una piccola parte di sé.

 

 

 

Vegeta continua a tormentarsi! Il fatto è che è molto divertente vederlo combattere contro sé stesso, e poi fare la scelta sbagliata!  Voi invece cosa ne pensate? La storia è appena cominciata e già si sente la mancanza di Goku o va bene così? A voi la parola!

   
 
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