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Autore: NellieLestrangeLovett    10/05/2013    4 recensioni
There was another man who saw that she was beautiful,
a pious vulture of the law
who with a gesture of his claw removed the barber from his plate
then there was nothing but to wait:
and she would fall, so soft, so young, so lost and so beautiful.
Turpett
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giudice Turpin, Mrs Lovett
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
La mattina seguente Nellie aprì gli occhi e constatò con tranquillità che il posto accanto a lei nel letto era vuoto. Al risveglio doveva sempre ripetersi che Albert era morto. Non le sembrava ancora vero, nonostante fossero ormai passate due settimane.

Decidendo che era stata in lutto a sufficienza per quel bastardo, calciò via le coperte ed indossò uno dei suoi vestiti preferiti, con la gonna a righine bianche e blu, in stile molto marinaresco.

Mentre si legava i capelli per non trovarseli negli occhi mentre lavorava, pensò alla famiglia che abitava sopra di lei. Johanna era stato un vero angelo durante la notte, non aveva pianto nemmeno una volta,  e la sera prima era stata così piacevole che si era offerta di invitare a mangiare i Barker anche quel giorno. E Benjamin era sembrato felice che aveva accettato immediatamente, forse perché Lucy era una cuoca così pessima che probabilmente sarebbe comunque sceso a rubare un pasticcio dopo cena, con la silenziosa complicità della fornaia.

In cucina mise sul fuoco una teiera e si dedicò subito all’impasto che aveva da preparare prima dell’arrivo dei primi clienti, verso mezzogiorno.

Come sempre quando teneva in mano un mattarello la sua mente vagava. E non poteva che focalizzarsi su di lui. Quei capelli castani, perennemente spettinati, quella risata argentina che riusciva sempre a contagiarla, e soprattutto quel sorriso, capace di farla sciogliere in un attimo.

A quando due anni prima un estraneo, un bellissimo estraneo, aveva bussato alla porta dell’emporio chiedendo di poter parlare con il signor Lovett, che però in quel momento si trovava nella stanza del forno. Così Nellie si era presentata e gli aveva detto che poteva riferire lei al marito ciò che quell’uomo dagli occhi scuri aveva da dirgli. E quest’ultimo aveva spiegato che si era presentato per prendere in affitto l’appartamento che si trovava sopra al negozio di pasticci di carne, per usarlo come salone da barbiere ed abitazione. Aveva anche aggiunto che presto sarebbero stati in tre, perché la moglie era incinta. 

E così Benjamin, Lucy -e anche la piccola Johanna- Barker erano diventati inquilini dei Lovett. Ad Albert il barbiere non piaceva, lo trovava un buono a nulla, ma non poteva che provare ammirazione per la sua bellissima consorte, che con i suoi capelli biondo grano, il sorriso dolce, gli occhi blu e i modi eleganti riusciva a conquistare anche l’uomo più duro di cuore del mondo.

La fornaia, al contrario, aveva una certa predilezione per Ben, che in poco tempo grazie ai suoi modi affabili e al suo costante buon umore, era diventato più un amico che un confidente. Presto si accorse anche di essersene infatuata di lui.  Ma l’unico difetto, o almeno così lo vedeva lei, di quell’uomo quasi perfetto era che era profondamente ed irrimediabilmente innamorato di sua moglie.

Ma per quanto i Barker portassero un barlume di luce nella vita di Nellie Lovett durante il giorno, la notte, quando l’allegra famiglia dormiva profondamente al piano di sopra, alla mora sembrava di sprofondare di nuovo nell’oscurità che la tormentava. Quando era sola con il marito. Albert e lei non riuscivano ad avere figli, e questo non faceva che scatenare la ben facile e distruttiva collera dell’uomo, che non faceva che sfogarsi su di lei, sia a livello fisico che psicologico. I primi tempi, frustrato, si limitava a non parlarle per un paio di giorni, per poi ritentare e fallire di nuovo miseramente. Poi con il passare dei mesi aveva iniziato a darle la colpa, a chiamarla stupida, e poi a picchiarla. Ma il peggio era venuto davvero quando aveva cominciato a prenderla con violenza e soprattutto contro la sua volontà, facendola strillare di dolore e per poi lasciarla in lacrime, nuda ed indifesa per terra ai piedi del letto, per andarsene a fare qualche lavoretto notturno giù nella stanza del forno.

Tutta quella sofferenza, quegli incubi che la tormentavano ogni notte, erano segreti che teneva gelosamente e che non voleva rivelare a nessuno, nonostante sia Lucy che Ben sospettassero qualcosa. Indossava abiti con le maniche lunghe per coprire i lividi sulle braccia, cercava di non farsi vedere quando, distrutta e sconfortata, scoppiava a piangere in pieno giorno, apparentemente senza motivo. Era convinta di poter sconfiggere quel mostro di suo marito da sola.

Ma lui ora era morto, quel grassone buono a nulla si trovava sotto terra divorato dai vermi, e lei poteva finalmente tornare serenamente a vivere, con accanto dei buoni amici.

La piccola campanella che si trovava sopra la porta dell’emporio trillò, quasi più allegramente del solito, annunciando l’arrivo di un cliente, ritrascinandola alla realtà.

Leggermente scossa, Nellie si costrinse a sorridere al nuovo arrivato, rendendosi conto con stupore che si trattava del giudice Turpin, un potente e spietato magistrato famoso in tutta Londra.

“Vostra Grazia!” lo salutò allegramente. “E’ un onore avervi qui... cosa posso offrirvi quest’oggi? Un pasticcio, magari? Oppure un bel boccare di birra”.

“In realtà, mrs. Lovett” le rispose lui avvicinandosi al bancone, dietro al quale si trovava la fornaia, tenendo una mano dietro la schiena. “Sono venuto io ad offrirvi qualcosa…” e con questo tirò fuori un bellissimo bouquet di margherite candide, allungandolo verso la mora, che lo guardava a bocca aperta.

“Oh, mio signore” pigolò quest’ultima accettando di buon grado il mazzo di splendidi fiori. “Sono lusingata… che cosa ho fatto per meritarmi quest’incantevole dono?”.

“Niente, e non dovete nemmeno ringraziarmi” si affrettò a dire lui con vocetta falsa. “Credo solo che in questo vostro momento di debolezza- con vostro marito che è venuto a mancare e un negozio da mandare avanti- una bella donna come voi abbia bisogno di una mano amica”.

Nellie avvicinò il viso ai boccioli, crogiolandosi in quel leggero profumo. “Sono i miei fiori preferiti” commentò poi cercando qua e là nelle varie credenze un vaso.

“Sapevate che nel linguaggio dei fiori le margherite simbolizzano l’innocenza?”

Lei lo guardò ammirata. Che lo avesse mal considerato?  “Conoscete il linguaggio dei fiori?”

“Ahimè non interamente. In gioventù avevo letto qualche libro a riguardo, e le informazioni in esso si sono scolpite indelebilmente nella mia mente” replicò lui teatralmente. Nel giro di pochi minuti si era guadagnata la stima di quella sciocca fornaia, ormai era fatta.

“Vi prego, parlatemi ancora del linguaggio dei fiori” lo implorò lei rapita. Quell’argomento la toccava così tanto e non poteva credere che un uomo  che veniva descritto come un vecchio meschino sempre alla ricerca di una donna da usare potesse essere a conoscenza di una cosa così delicata ed affascinante come il linguaggio dei fiori.

“Purtroppo ora devo andare, il lavoro mi chiama” disse lui, salutandola con un sorrisetto e un piccolo baciamano. “Spero di rivedervi presto, mrs. Lovett. È stato un piacere”.

E con questo aveva chiuso la porta alle sue spalle, salendo su una carrozza che lo avrebbe riportato velocemente all’Old Bailey, trionfante. 


Ci ho messo un sacco a pubblicarlo ma eccolo qui, il primo (anzi, secondo contando il prologo) capitolo!!! E che dire... spero tanto che vi piaccia :D 
  
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