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Autore: hangover    11/05/2013    6 recensioni
[...] "E tu cosa mi dai in cambio se scendo?" Chiese Harry con un pizzico di malizia nello sguardo.
"Ehm...un bacio?"
"Uno non mi basta. Ne voglio almeno mille."
"Mille? Ma mille baci una persona non puó darli neppure se passasse tutta la vita a non fare altro!"
"Iniziamo da ora. Chi ti dice che non avrai tutta la vita per darmi i restanti 999?"
Contenuti Larry e Ziam con accenni Zouis. Se il genere non vi piace, state alla larga.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Zayn:
“E così tu ed Harry avete fatto sesso,eh?” domandai io osservando Louis che sceglieva tra decine di opzioni quale sarebbe stata la camicia più adatta alla serata.
“Già” affermò lui passando lo sguardo da un indumento all’altro.
Mi lasciai sfuggire un verso che riassumeva tutta la mia invidia e ammirazione. Il piccolo Tommo era riuscito a farsi scopare prima di me Liam. Wow, stava imparando davvero in fretta il ragazzo.
“Perché, tu e Liam ancora nulla?” chiese Louis con un ghigno alquanto irritante, come se volesse dimostrarsi più bravo e capace di me.
Feci un cenno di negazione con il capo prima di emettere un sonoro sospiro.
“Cazzo, Zayn! Da quant’è che non ti fai una sana scopata?” fece lui, sorpreso, mentre scartava le opzioni meno indicate.
Già. Da quanto era?
Sicuramente da molto, moltissimo tempo per i miei standard. Con le sue domande puntigliose mi stava davvero mettendo in difficoltà. Ma adesso era arrivato il mio turno.
“Oh, forse da quando siamo stati al letto io e te. Ti ricordi, Lou?” sogghignai notando attentamente la sua espressione. Vidi le sue guancie infiammarsi di un rosso vivo ed i suoi occhi azzurri uscirgli fuori dalle orbite.
Adesso non aveva più molta voglia di parlare.
“Si” rispose mestamente, senza guardarmi in faccia.
“E’ stato bello, no? Dì la verità, Harry non è stato bravo quanto me” lo provocai senza smettere di ridacchiare come un idiota. Lui però era inespressivo: non riuscivo a decifrare se si stesse divertendo, se avesse compreso la mia ironia, o se si stesse incazzando.
“Lui è stato molto più bravo di te, Zay” rispose Louis voltandomi le spalle per posare i vestiti che aveva scartato nell’armadio.
“Davvero? Vuoi provare se le mie perfomance sono migliorate da allora?” domandai maliziosamente, mentre infilavo la mano all’interno dei boxer.
Sapevo che se avessi insistito, Louis Tomlinson sarebbe nuovamente finito nudo, a gemere di piacere sotto di me. Ed il mio lato più animalesco era questo che voleva, in fondo.
Sesso. Solo del sano sesso.
“Zayn, smettila” mi ammonì lui in evidente difficoltà. Louis non era uno molto bravo ad esternare le sue emozioni, ma lo conoscevo abbastanza bene da sapere che avevo un ascendente così forte che sarebbe stato pronto a soddisfare qualsiasi mia richiesta.
“Dai, Lou! Stavo solo scherzando!” esclamai ridacchiando. In realtà, di scherzo c’era molto poco. Dopo tutto, quando certi bisogni chiamano, bisogna rispondere in un modo o nell’altro.
“Bè, anche se fossi stato serio potevi scordarti che io possa svolgere i compiti che toccano a Liam..” commentò Louis con serietà.
“Come hai fatto? Cioè, come sei riuscito a convincere Harry?” chiesi interessato. Per la prima volta , mi sentii davvero uno stupido. Cioè, io, Zayn Malik, che fa domande a qualcuno su come portarsi un ragazzo al letto.
Stavo proprio perdendo di vista la mia reale personalità.
“Io non ho convinto nessuno. Ce la siamo sentiti ed è successo. Tutto qui”
“Secondo te tra quant’è che se la sentirà Liam?”
“Avete mai affrontato questo argomento?” fece lui con aria alquanto saccente e accademica.
“A dire il vero, no.”
“Bè, allora non lo saprai mai. Provaci, fatti desiderare. Questo non devo dirtelo io, vero, Zayn? Tu sei il maestro della seduzione”.
Risi, estremamente divertito dal realismo di quelle parole. Si, in effetti era davvero come Lou diceva. Io non avevo nessun problema a rapportarmi con gli altri. Ero riuscito a portarmi al letto dei perfetti sconosciuti; con Liam lo avrei fatto anche.
Ovviamente, avrei atteso che lui si sentisse davvero pronto e convinto di quello che voleva fare. Ma sperai che quel momento fosse giunto il più presto possibile.
“Lou! Scendi, tesoro, c’è Liam!” sentimmo urlare dal piano di sotto. La madre di Louis ci stava informando che era appena arrivato il mio ragazzo.
“Fallo salire” dissi io scattando improvvisamente in piedi.
“Non dirmi che volete mettervi a scopare adesso!” sussurrò Louis sgranando gli occhi.
“No, tranquillo, non macchieremo le tue lenzuola candide, Lou” risposi io andando verso la porta bianca che faceva da ingresso alla stanza del mio amico.
“Digli di salire, mà!” gridò Louis in tutta risposta.
“Cercate di non fare troppo rumore, almeno. Io vi lascerò soli per un po’” mi spiegò il ragazzo come se mi stesse esponendo una tattica di guerra.
Io annuii, infinitamente grato del fatto che ci avrebbe consentito di rimanere in intimità.
Pochi secondi dopo, udii i passi di Liam che rimbombavano sul pavimento di legno.
Bussò, con poca delicatezza.
“Avanti!” trillò Louis, mentre continuava a cercare vestiti puliti. Liam entrò lentamente, con il suo solito splendido sorriso ad incorniciargli il volto.
“Ciao, Lou!” disse dando una pacca sulla spalla a Louis, che rispose con un sorriso ed un cenno della testa.
“Ciao, raggio di sole” salutò me lasciandomi un bacio sulle labbra ed una timida carezza sul collo. Io, a mia volta, gli lasciai un bacetto sulla guancia lievemente coperta di barba. Dio, avevo dimenticato quanto fosse sexy quell’accenno di peluria che gli contornava gli zigomi.
“Ma che carino! Ti chiama raggio di sole, Zayn!” commentò Louis con un ghigno. Liam mi guardò timidamente e mi strinse la mano.
“Lui ha capito che sono bello come il sole!” scherzai, ribaciandolo per farlo sentire meno in imbarazzo.
“Bene, piccioncini, io devo andare a rendermi più umano con una doccia. Non troverò una specie di set da film porno quando tornerò, vero?” chiese Louis mettendosi in spalla un accappatoio azzurro e dal dubbio gusto virile. Liam arrossì ed io sorrisi un tantino imbarazzato.
Prima di dileguarsi, Lou mi fece uno sguardo eloquente. Si, avrei parlato a Liam. Chissà, forse sarei riuscito a ricavarne qualcosa.
Appena si chiuse la porta alle spalle, mi fiondai immediatamente a sedere sul letto e invitai Liam a fare lo stesso.
Si mise proprio al mio fianco e la prima cosa che fece, fu stringermi forte la mano, come faceva pochi secondi prima.
“Allora, come stai?” chiesi io, non trovando un modo migliore per iniziare un discorso.
“Zay, non ci vediamo da nemmeno due ore. Credo che come stavo questa mattina, sto adesso!” disse Liam con un sorriso sghembo.
“Hai ragione. È solo che non sapevo come cominciare al meglio una conversazione!” mi giustificai.
“Bè, potevi iniziare baciandomi, ad esempio”
Infatti, fu quello che feci. Posai le mie labbra sulle sue, socchiuse quel poco che bastava alla punta della mia lingua per sfiorare la sua. Voltò leggermente il capo per poter permette movimenti più delicati. La sua mano mi toccava il ventre, mentre la mia non si staccava dal suo ginocchio.
Se quel bacio era iniziato in modo lento, quasi sfiancante, ben presto divenne veloce e impaziente: come io avevo voglia di entrare in Liam, così la mia lingua bramava le sue labbra.
Esercitai sul suo corpo una leggera pressione, che lo portò ad adagiarsi con la schiena sul letto. Mi staccai da lui solo per posizionarmi meglio tra le sue gambe.
Sorrideva, con un espressione che era un misto tra imbarazzo, paura e desiderio.
Gli baciai il collo e a stento respiravo: sentire il suo cuore palpitare sotto di me mi causava come una mancanza di ossigeno.
“Liam…” sospirai mentre con la mano trafficavo tra il suo petto ed il suo viso. Lui teneva gli occhi chiusi, completamente abbandonato alle mie attenzioni. Istintivamente, la stessa mano che prima lo accarezzava dolcemente e delicatamente si spostò sul cavallo dei suoi pantaloni.
Lo volevo. Lo volevo più di ogni altra cosa in quel momento.
“Zayn…” sussurrò a sua volta, posandomi la sua mano sul polso impegnato a toccare la stoffa dei suoi boxer.
Dio, solo sentirgli dire il mio nome mi faceva eccitare. Lo guardai e notai che mi fissava con le sue iridi nocciola.
“Si?” gli domandai con un sorriso ebete, cercando di mantenere quel minimo di decoro che non mi avrebbe permesso di possederlo brutalmente.
“Cosa stai facendo?” fece lui accigliato. Era sexy. Mio Dio se lo era. Sentivo la mia erezione premere impaziente sulla mia biancheria intima.
“Ti voglio” gli risposi semplicemente, senza effettivamente chiarire ciò che mia aveva appena chiesto.
Liam fece un ghigno, lusingato dalla mia affermazione.
“Qui? Adesso?” domandò poi sussurrando, mentre con le dita mi accarezzava il labbro inferiore. Credetti di svenire.
“Si” dissi, leccandogli il mento.
“Aspetta” mi ordinò, bloccandomi nuovamente.
Non capivo cosa volesse aspettare. Temevo che non avesse del tutto fiducia in me. Forse credeva che io lo avrei usato per una scopata e basta.
“Liam, se vuoi aspettare per me va bene: devi esserne davvero convinto” lo tranquillizzai, carezzandogli il viso.
Mi meravigliai delle parole che avevo appena detto.
Il mio corpo urlava e sbraitava per averlo, per entrare dentro di lui, per sentirlo supplicare di dargli piacere.
Ma il mio cuore mi diceva tutt’altro: guardarlo negli occhi, udire la sua voce tremolante ed insicura mi fece comprendere di quanto Liam avesse paura.
Paura che io lo considerassi una delle mie tante “vittime”. Ma non era proprio così.
E per la prima volta nella mia vita ascoltai il mio cuore e non il mio corpo.
Gli baciai innocentemente il labbro e notando che lui non rispondeva, decisi di scendere dal suo corpo e di stendermi al suo fianco.
Mi posò una mano sul fianco e disse: “Grazie” con un sorriso timido e impacciato.
No, ero io a doverlo ringraziare.
Ringraziarlo perché avevo ascoltato la voce del mio cuore.
 
 
 
Niall:
La serata stava andando abbastanza bene. Andava sempre bene quando non c’erano Styles ed il suo amico in mezzo alle palle.
Eravamo poggiati tutti e quattro al bancone di un bar, a scherzare e ridere come al solito.
Liam e Zayn non sembravano nemmeno una coppia. Certo, le loro sessioni di baci e sdolcinatezze avevano occupato un piccola parte di serata, ma comunque nulla di esagerato.
“Dai, Nialler! Dicci come stava messo quel tipo di prima!” esclamò Zayn tra le risate generali.
Il mio amico alludeva al ragazzo con il quale mi ero appartato circa un’ora prima.
Ridacchiai e risposi: “Oh, abbastanza bene”.
“Ci avrei giurato!” fece Zayn battendo sonoramente la mano sulla superficie di marmo “sapete, io ho il dono di capire le dimensioni del cazzo di una persona semplicemente guardandola negli occhi!”.
Con quella affermazione, si guadagnò uno sguardo storto di Liam e le risate divertite mie e di Louis.
“Ah, davvero? Allora dicci com’è quello di Styles!” dissi senza smetterla di piegarmi in due dalle risate.
“Ehm…lui mi sembra uno messo anche abbastanza bene!” commentò Zayn, prima di venire colpito leggermente sulla testa da Liam.
Notai che Louis sghignazzava rumorosamente.
“Ha ragione, Lou?” gli chiesi io, ridacchiando esilarato dalla schiettezza di Zayn.
“Bè, si” ammise Louis abbassando lo sguardo.
“Almeno quello che gli manca di cervello lo compensa in altro!” commentai sarcasticamente.
Stranamente, tutti e tre i miei amici risero senza rivolgermi i soliti sguardi accusatori quando dicevo qualcosa contro Styles.
Si, quella sera stavo davvero benissimo.
Era come se si fosse ristabilito quel vecchio equilibrio tra me ed i miei migliori amici.
Bè, non che si fosse mai perso. Però se prima mi sembravano tutti troppo impegnati con le loro storie d’amore tutte bacetti e parole così dolci da farmi venire il diabete, in quel momento mi apparvero come i ragazzi di sempre, che si divertivano semplicemente con una chiacchierata ed un paio di drink.
 
 
Louis:
Il telefonò mi vibrò nelle tasche.
Lo afferrai e mi diressi in un posto un po’ più silenzioso.
“Scusate” dissi ai miei amici, facendo un cenno all’apparecchio che si illuminava nelle mie mani.
Era Harry.
“Pronto?” gli risposi e automaticamente il viso mi si illuminò con un sorriso.
“Ciao, Lou. Dove sei?”
“Sono in un pub con i ragazzi. Tu?”
“Oh, io sono ovunque sei tu” lo sentii ridacchiare dall’altro capo del telefono.
“Scusa?” gli chiesi confuso.
“Girati un po’”
Obbedii e me lo vidi proprio dietro, con un sorriso che gli evidenziava le fossette e che gli chiudeva leggermente gli occhi. Chiusi di istinto il telefono e mi avvicinai a lui.
Feci per baciarlo, ma lui mi bloccò.
“Non qui. Andiamo nelle toilette” fece lui, tirandomi per un polso.
Così facemmo. Cercammo di farci spazio nella folla, fin quando non arrivammo davanti una porta di legno, che Harry aprì con impazienza.
Ci infilammo nel cubicolo che ci veniva di fronte, ridacchiando come due tredicenni che non devono farsi scoprire.
“Harreh, sicuro che qui non ci senta nessuno?” domandai io poco convinto della sua scelta.
“Cerca di farti meno paranoie, Louis” disse lui cominciando a sbottonarsi i primi bottoni della camicia bianca alternando ad ogni parola un morso sul mio collo.
Ero poggiato con la schiena sulla porta poco sicura del piccolo cubicolo fiocamente illuminato.
“Ma spiegami come hai fatto a trovarmi” gli chiesi, senza davvero aver capito come fosse riuscito a sapere dove io fossi.
“Ho i miei informatori. Ma adesso non è importante” tagliò corto lui, sedendosi sulla tazza del water e trascinandomi nuovamente a se.
Mi posizionai tra le sue gambe e lo baciai, assaporando la sua lingua liscia e calda.
“Togliti i pantaloni” mi ordinò con la voce roca dall’eccitazione, mentre prese ad abbassare la zip dei suoi jeans.
Non me lo feci ripetere due volte. Obbedii e pochi istanti dopo mi trovai con la sua mano a frizionarmi l’erezione. Presi a respirare a fatica e riversai la testa all’indietro.
Era incredibile come si diventava assuefatti dal sesso quando si faceva con la persona giusta.
Anche farlo in uno squallido bagno di un locale diventava terribilmente eccitante.
Harry aveva le guancie rosse sia per il caldo e sia perché era eccitato quanto me.
La sua mano si muoveva veloce su di me, quasi impaziente. Gliela allontanai appena avvertii di essere molto vicino all’orgasmo.
Poi, mi inginocchiai e feci in modo che anche la sua erezione fosse libera dalla stoffa dei pantaloni e dell’intimo.
Quello che avvenne dopo, fu un insieme sconnesso di immagini e sensazioni.
Un minuto ero lì, a leccargli ogni millimetro del membro duro e caldo e quello dopo, eccomi lì sopra di lui, con quella stessa erezione dentro di me.
Ansimavamo l’uno nelle labbra dell’altro, saldamente attaccati per non perdere l’equilibrio.
“Ti amo” mi sussurrava, come se credesse che urlarlo sarebbe stato un peccato capitale.
Dopo qualche minuto raggiungemmo entrambi il piacere e rimanemmo per un po’ abbracciati, continuandoci a ripetere quanto fossimo importanti l’uno per l’altro.
 
 
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
no, ok, non ci sono parole per giustificarmi.
Il capitolo fa pietà ed il ritardo che ho fatto è clamoroso. Ma, credetemi, sto avendo davvero tanti problemi.
Perdonatemi, vi amo <3
  
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