Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: elena22    12/05/2013    2 recensioni
Ritornano i re e le regine di un tempo e un nemico forse mai riuscito a sconfiggere.
Per ottenere l'effetto che volevo, ho dovuto introdurre un particolare: il tempo a Narnia è diventato soggettivo, rievoca ciò che i quattro fratelli avrebbero voluto rivedere, ciò che più mancava loro.
Scesero anche Susan ed Edmund. Ora erano pronti ad aprire la porta di marmo. Con un po di timore Peter tirò verso di sé la maniglia d'oro e una luce accecante colpì i quattro fratelli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Ritorno a Narnia”
Lucy aveva ragione, Lucy aveva capito tutto, sapeva che sarebbe successo ancora una volta. Questi erano i pensieri che accavallavano la testa dei tre fratelli mentre la più piccola si concedeva sorrisini compiaciuti che sembravano voler dire: “Visto? Lo dicevo io!” E così i quattro si ritrovarono un po’ scombussolati, ma euforici, con il cuore che batteva all’impazzata e con otto occhi che brillavano come fossero fanali. Erano a Beruna, Peter si ricordava tutto perfettamente e il suo senso dell’orientamento falliva molto raramente. Gli alberi erano alti e verde smeraldo, il fiume azzurrino, i ciottoli levigati di un grigio smaltato e si sentiva quel profumo nell’aria … Profumo di Narnia, di magico. In quel paesaggio così sereno e pacifico, i ragazzi, per la felicità, cominciarono a rincorrersi come fossero ancora i fanciulli di una volta, a spruzzarsi con l’acqua del fiume e ad arrampicarsi sugli alberi come scimmie. Tra le varie risate e i vari gridolini di felicità, Susan disse finalmente qualcosa di sensato se pur ridendo.
- Dite che qualcuno ha suonato il mio corno?  Ahah -
- Sue, tu scherzi! Magari è vero! – Ribatté Peter sempre divertito.
- Ma se hanno suonato il corno … - Continuò Edmund che si era d’un tratto rannuvolato.
- … Significa che hanno bisogno dei Re e delle Regine di un tempo .- Concluse Lucy seria e leggermente preoccupata.
- Bene ragazzi, allora credo sia arrivato il momento di ritornare a Cair Paravel. Solo quando arriveremo lì, capiremo cosa sta succedendo.- Disse risoluto Peter e tutti seguirono la direzione indicata dal Re Supremo.
- Quanto sarà passato? Anni? Secoli?- Chiese Lucy.
- Secoli!! Ovviamente! Se non addirittura millenni, Lu – Rispose sicuro Peter.
- Potrò giocare ancora con i miei scacchi d’oro ragazzi! Pazzesco no? -
- Ed! Ma con tutto ciò che ci è capitato e che ci capiterà, tu pensi a giocare a scacchi?-
- Ma su Lucy, scherzavo! E invece tu, Susan, a che pensi? Non hai aperto bocca per tutto il viaggio!- Commentò Edmund guardando la sorella pensierosa e malinconica. Si era ammutolita già da un po’, forse da quando Peter aveva pronunciato il nome di “Cair Paravel”. Prima rideva, scherzava con gli altri tre, poi bum. Era diventata una mummia. Come quando ci si risveglia da un bel sogno e ritornando alla realtà si rimane senza parole per la tristezza e lo smarrimento.
- Cosa? Chi … Io? No macché! È solo che non ho niente da dire tutto qui … -
- E invece secondo me è proprio perché hai molto da dire che non riesci a spiccicare parola, sorellina mia- Disse Peter con un fare paterno, mettendole un braccio dietro la schiena.
- Caspian … - Sussurrò Susan-
- L’avevamo capito Sue … - Disse Lucy in maniera dolce da persona comprensiva.
- Per un momento ho pensato che l’avrei rivisto, poi mi sono ricordata che non poteva essere … Ai milletrecento anni in più di lui, bisogna anche aggiungere questi quattro che non ho idea a quanto possano corrispondere.- Disse Susan con un sorrisino amaro.
- Anche lui avrebbe voluto rivederti. – Tentò Peter.
- Sarò comunque io quella a soffrire, non lui. – Concluse la Regina sconsolata.
Continuarono a camminare per circa due ore poi fecero una pausa e mangiarono mele e si dissetarono con l’acqua dei ruscelli frequenti a Narnia. Di tanto in tanto incontravano delle ninfe e altri esseri del bosco che non riconoscevano subito i quattro sovrani, ma vestiti in quel modo sembrava del tutto comprensibile. Solo una si ricordò della bella Lucy e le si avvicinò:- Regina Lucy? Lucy La Valorosa? – Disse incerta la ninfa.
- Oh ciao! Si sono io, sono Lucy! Ci siamo ritrovati qui stamattina, io e i miei fratelli e siamo in viaggio per Cair Paravel.- Rispose la ragazza.
- Sua Maestà! Mi perdoni se non l’ho riconosciuta immediatamente!- Cercò di scusarsi la ninfa.
- E’ tutto apposto. Comprendiamo … Ma, mia cara ninfa, tu sai perché siamo qui? Perché siamo stati chiamati? Qualcosa non va?- Chiese Lucy.
- Temo dovrete tardare il vostro arrivo a Cair Paravel miei cari … - Disse preoccupata la ninfa.
- Perché, cosa succede? Ti prego ninfa, parla!- Insisté Peter.
- Non qui, ma io ora non sono con voi per caso, sapevo di trovarvi qui, ma non ero sicura foste davvero voi. Dovete seguirmi, Vostre Maestà, vi prego, non fatemi domande, lo sapete meglio di me quanto sia pericolosa la foresta in momenti di pericolo. Venite, di qua!- La ninfa allora si avviò davanti ai quattro che erano molto confusi e volevano farle un sacco di domande, ma non osavano farlo perché sapevano bene che quella creatura, in quanto a ciò che aveva detto sulla foresta, aveva perfettamente ragione. Dopo un altro paio d’ore, o forse un po’ di più, la ninfa e i quattro fratelli arrivarono di fronte a una grotta. Vi entrarono. Le pareti erano levigate e su di esse erano incisi dei graffiti raffiguranti molteplici battaglie, molte di esse note a Peter, altre no. “Devono essere venute dopo” pensò. Arrivati a un certo punto, la grotta si biforcava e loro andarono dalla parte sinistra; fatti pochi passi, si ritrovarono di fronte a una botola che a tutti ricordò tantissimo quella della villa in America. La ninfa la aprì. All’interno vi erano camini che avrebbero dovuto avere una canna fumaria molto alta. Tipico dei narniani: serviva ad imbrogliare chiunque avesse cercato di scoprire il posto. In quella stanza c’erano ancora un tavolo di pietra con varie carte, ma i quattro fratelli non capivano cosa ci fosse scritto e poi Susan riconobbe al centro il corno, il suo corno, e capì che una delle persone presenti l’aveva utilizzato.  Attorno al tavolo infatti, c’erano il nano Briscola, il tasso Tartufello, dieci centauri, due minotauri, quattro fauni, un’altra ninfa e il piccolo esercito di Reepicheep con quest’ultimo sulle carte accanto al corno. Lucy voleva prendere in braccio il topino tanto grazioso, ma si dovette fermare ricordando i principi cavallereschi di Reep, così si accontentò di fargli una piccola riverenza. Susan riprese il suo corno seguita dalla ninfa, mentre Peter ed Edmund salutarono tutti i presenti, a nome anche delle sorelle, con un saluto solenne. Dopo queste formalità, che quasi Peter aveva dimenticato, quest’ultimo chiese cosa ci facessero, lui e i suoi fratelli, lì a Narnia ancora una volta. Parlò Briscola:- Sono stato io a chiamarvi Vostre Maestà, c’è nell’aria pericolo … E se Aslan ha permesso che voi veniste qui, ancora una volta, significa che la cosa è seria.-
- Che cosa?- Disse Lucy ormai preoccupatissima.
- Ma io e Susan aveva detto che non saremmo più tornati! E ormai anche Edmund e Lucy avevano completato il loro viaggio. Cos’è cambiato?- 
- E osservazione ancora più importante … - Si intromise Susan con un fare da maestrina – Voi  dovreste essere tutti … Morti … -
  
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