Film > Coraline e la Porta Magica
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Autore: alix katlice    13/05/2013    3 recensioni
Sono passati anni dalle vicende narrate in "Coraline".
Una nuova famiglia si è trasferita a Pink Palace.
Riusciranno a non cadere nella tela del ragno? Riusciranno ad uscirci?
*Tematiche delicate*
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altra Madre, Gatto, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Primo Capitolo.
Dove Alexa fa conoscenza con Nathan ed Avrile trova la porticina del salotto.

 
 
 
 
 
I primi giorni dopo il trasloco erano deprimenti, e questo Avrile lo sapeva.
I suoi genitori erano intenti a disfare scatoloni, e la tensione in casa era palpabile: sua madre aveva iniziato a insultare non poco velatamente suo padre, e lei non lo sopportava.
I genitori si devono volere bene.
Avrile, infatti, non riusciva a capire cosa non andasse fra di loro: avevano due splendide figlie, una bella casa, molti soldi e un circolo di amicizie invidiabile. Perché non erano contenti?
Forse non si amavano più… ma era impossibile. Loro erano la sua mamma e il suo papà, non avrebbero mai potuto smettere di amarsi.
Di questo ne era certa.
Non era certa invece del ruolo che il Gatto ricopriva a Pink Palace.
Se lo ritrovava sempre tra i piedi, quando andava fuori a giocare ai Detective, e non ne era molto felice. Il Gatto -ormai era quello il suo nome- la… com’è che dicevano i grandi? La inquietava. La angosciava, sì, la angosciava.
Qualunque cosa lei facesse, a qualunque gioco lei giocasse, il Gatto era sempre lì a fissarla con i suoi occhi gialli e con la sua testa inclinata da un lato.
I giorni passarono, e trascorse una prima settimana. Avrile continuava a giocare, i suoi genitori continuavano a urlare e Alexa continuava a restare chiusa nella sua camera a sentire musica deprimente.
 
***
 
Nathan osservò attentamente l’arrivo della nuova famigliola perfetta a Pink Palace. Si fece un’idea chiara sui primi tre componenti della famiglia: la madre, il padre e la sorella minore. La madre era una donna vincente, femminista, e tutta quella roba là. Il padre era un alcolista o cose del genere, uno smidollato. La sorella minore viveva nel suo magico mondo fatato pieno di arcobaleni e unicorni.
La sua attenzione si soffermò sulla sorella maggiore, l’unica che sembrava normale in quella famiglia di squilibrati.
Era carina, secondo il suo modesto parere. Aveva gli occhi verdi e i capelli neri, ricci: una miriade di lentiggini spuntavano sul suo volto. Era piccola, magra e bassa, molto simile alla sorella. Anzi, era la copia esatta della sorella.
 
***
 
Quel lunedì mattina -una settimana precisa dal loro arrivo a Pink Palace- Alexa era seduta fuori, su una roccia. Guardava per terra, la testa bassa, e non si accorse dell’arrivo di un ragazzo.
- Ciao.
Sobbalzò al sentire una voce sconosciuta. Tirò su la testa velocemente, e rimase infastidita nel vedere di chi si trattasse.
Un ragazzino. Solo uno stupido ragazzino.
- Che vuoi? – gli chiese, scorbutica.
Il ragazzo sollevò le spalle.
- Sei la mia nuova vicina, ho tutto il diritto di conoscerti, no?
Alexa riabbassò lo sguardo. Quel ragazzo la inquietava. Sembrava volerla spogliare con lo sguardo, con quei suoi occhi scuri. Continuava a scrutarla con un sorrisetto sghembo.
- Che cavolo hai da guardare? – sospirò, più rassegnata che arrabbiata.
- Okay, cominciamo da capo. Io sono Nathan Jones. Tu sei…
- Alexa Ryans.
- Piacere.
- Il piacere è tutto tuo.
Il silenzio ricalò attorno a loro. Alexa pensava che dopo quel breve scambio di battute lui se ne sarebbe andato, ma Nathan era ancora lì.
- Quand’è che te ne vai? – gli domandò.
- Mai, se continui così. Voglio solo fare conoscenza – rispose Nathan, incrociando le braccia al petto e avvicinandosi di un passo ad Alexa.
- Beh, io non voglio. Perciò o te ne vai o…
- O mi tagliuzzi con una lametta?
Alexa accusò il colpo. Che fosse solo una battuta buttata a caso? Che sapesse che lei si tagliava? Alzò lo sguardo, questa volta determinata a rimanere finalmente sola.
- Potrei sgozzarti con la lametta. Vattene.
Nathan sorrise, stavolta un sorriso sincero.
- Imparerò a farmi piacere da te, Alexa Ryans.
E così come era arrivato se ne andò, lasciando Alexa a rimuginare sulla battuta idiota della lametta.
E sui suoi occhi neri.
E sulla sua camminata disinvolta.
E sul sorriso fantastico che stonava sulla sua faccia da schiaffi.
 
***
 
Avrile si stava annoiando, ed erano ormai due settimane che si annoiava a morte. Quella casa era di una noia… non c’era niente da fare persino per una come Avrile, che trovava sempre un gioco da fare.
Così aveva deciso di esplorare. Aveva iniziato a girovagare per la casa, disegnando una specie di mappa strana sulla posizione di corridoi, porte e finestre.
L’aveva incuriosita specialmente una porticina minuscola, che si trovava nella stanza dei mobili antichi.
La prima volta che la vide pensò fosse bellissima. Era ricoperta dalla carta da parati, che però era stata strappata proprio per poter aprire la porticina. Osservò tutte le chiavi che aveva, ma non trovò quella giusta per la porta. Cercò di aprirla a forza, ma non servì a niente. Perciò si mise a fissarla, aspettando che si spalancasse da sola.
Dopo pochi minuti rinunciò, e si mise alla ricerca della chiave.
 
***
 
Era il giorno prima dell’inizio della scuola, una domenica piovosa. Avrile aveva disegnato tutta la mappa della casa e Alexa non aveva più visto Nathan dal giorno in cui lo aveva incontrato la prima volta. Julia e Jack continuavano a battibeccare, ma lei non gli aveva ancora detto di aver trovato il messaggio di Roby. Quello era il suo asso nella manica, e non l’avrebbe sprecato così a buffo.
Erano tutti seduti a tavola, a mangiare come una normale famiglia.
- Domani inizia la scuola, bambine. Siete emozionate? – chiese loro il padre.
Alexa sbuffò, mentre Avrile si fece subito attenta al discorso.
- Io sì, sono emozionatissima! Non vedo l’ora di conoscere nuovi amici! – esclamò la più piccola.
- Anch’io sono emozionata -disse Alexa imitando la voce di Avrile- sono molto emozionata. Domani entrerò nell’ennesimo liceo di merda e sarò presa per il culo dagli ennesimi stronzi. Che bella prospettiva, davvero.
- Alexa Ryans, modera i tuoi termini – la rimproverò subito la madre.
Alexa si alzò, buttando per terra la sedia, e se ne andò.
Dal corridoio la sentirono urlare.
- Andatevene tutti a quel paese!
 
***
 
Camminare per una strada sprovvista di marciapiede era deprimente.
In più ci si aggiungeva il fatto che piovesse e che lei non avesse l’ombrello, che rendeva il tutto ancora più deprimente.
Alexa Ryans quella mattina era vicina all’esasperazione.
I suoi genitori l’avevano costretta a presentarsi a scuola, perciò lei ci stava andando. Certo, camminava quasi in mezzo alla strada, per cercare di farsi investire, ma nessuno passò ad esaudire il suo desiderio.
Ad un certo punto sentì dei passi sguazzare nelle pozzanghere, segno che qualcuno si stava avvicinando: non si voltò.
- Ehi Ryans, vuoi un passaggio sotto il mio bellissimo ombrello asciutto? Ti stai bagnando.
- Che acuto spirito di osservazione, Jones, veramente.
- Dai Ryans, non fare la zitella acida, vieni qui sotto.
Detto questo la afferrò per un braccio e la strattono finché non riuscì a farla mettere sotto il suo ombrello.
Cercò di divincolarsi, ma Nathan non lasciava la stretta.
- Sei un prepotente – mormorò a denti stretti.
- Lo so – disse lui, con tono quasi fiero.
Arrivarono a destinazione in venti minuti.
La scuola era un edificio minuscolo, grigio, con un prato verde spento a circondarlo. Le finestre erano dappertutto, ma erano piccole.
Alexa guardò Nathan sbuffando.
- Dimmi che non è questa la mia scuola. E dimmi che non è la tua.
- Questa è la tua scuola ed è anche la mia. Io faccio il liceo, per quanto sei bassa penso tu faccia le elementari, tesoro.
- Faccio il secondo liceo, tesoro.
- Oh, guarda che coincidenza! Anch’io faccio il secondo, e visto che c’è una sola sezione per classe…
Un tonfo lo costrinse a bloccarsi. La borsa di Alexa era riversa a terra, con i libri sparsi sul vialetto che iniziavano ad inzupparsi.
- Saremo in classe insieme – conclusero all’unisono, ma con toni di voci differenti.
 
***
 
Il primo giorno di Alexa non fu tanto male. Nessuno la considerò, nemmeno i professori si resero conto del suo arrivo.
La cosa più interessante fu vedere come Nathan era impopolare in quella classe, anzi, nell’intera scuola.
Nessuno si fermava a parlare con lui, nessuno lo salutava, ma tutti ridevano alle sue battute.
Alexa giunse alla conclusione che tutti lo temevano: il problema stava nel capire il perché.

 
 

 

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Alice’s Space.
Salve…
In questo capitolo ho parlato solamente di Alexa e Nathan, praticamente. Vi avverto, Nathan sarà un personaggio mooolto importante :3 ed è anche il mio preferito.
Ma dettagli xD
Dunque, cosa ne dite come primo vero capitolo?
Spero vi sia piaciuto e a presto con il prossimo aggiornamento! Baci :*
Alice.

 
 
 

 

 
 
  
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