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Autore: Moonshine Quinn    13/05/2013    2 recensioni
Sembrava una giornata come le altre, eppure sapevo bene che non era così. Quella sera avremmo fatto delle prove un po' speciali, non più con solo i membri della Rebel BVB Band, la band di cui attualmente sono cantante e chitarrista, ma avremmo avuto anche degli ospiti speciali, per festeggiare il quinto anno dalla nascita della Cover Band.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Quando riaprii gli occhi la televisione era spenta, così come tutte le luci che avevo acceso. Mi misi seduta, ancora mezza rincoglionita e, dopo aver svegliato Miss Purdy e averla fatta scendere dal divano, mi diressi verso il primo interruttore che trovai (non che ce ne fossero molti siccome era un piccolo appartamento da due miseri locali e mezzo) per poi schiacciarlo. Nulla. Lo schiacciai una, due, tre volte, ma sempre nulla.

Merda, erano saltati i fusibili!

Mi diressi verso il cassetto dove tenevo le pile d'emergenza in caso di BlackOut e ne presi fuori una. La accesi e mi diressi vero l'armadietto delle valvole. Non feci a tempo ad allungare la mano che sentii un "Tump! Tump! Tump!" deciso. Chi veniva da me a quest'ora??

Andai alla porta d'entrata e la aprii, un po' scazzata dal disturbo.

Una figura ammantata entrò come una furia e mi prese per un braccio, strattonandomi per un braccio. Si tolse il cappuccio del mantello e mi guardò dritto negli occhi. James!

«Ma si può sapere che diavolo fai ancora a casa?!»

«Porco Diavolo, James! Mi hai spaventata! Cretino!» brontolai.

«Non mi interessa! Muoviti a metterti i vestiti che adoperiamo durante i concerti, dobbiamo andare alle prove! Non ti ricordi? Alle otto vengono gli ospiti!»

Mi diedi una pacca sulla fronte e corsi in camera a cambiarmi. Merda! Me ne ero completamente dimenticata! Ero tornata da scuola talmente stanca che non avevo in mente nient'altro che non fosse dormire per almeno quattro ore.

Spostai lo sguardo sulla sveglia, posta sul comodino, e sussultai. Erano già le 7.40 pm! Mi vestii in tutta fretta con i vestiti di scena e feci per dirigermi in bagno, pronta per passare alla fase "trucco", ma James piombò nella stanza come un fulmine e mi trascinò fuori di casa.

«I trucchi sono già tutti a casa mia, e comunque anche gli altri devono ancora truccarsi, così come me.» disse il bassista, indicandosi il viso e sorridendo, per poi entrare sulla sua Jaguar, facendomi segno di salire. Non esitai un attimo e mi accomodai sul sedile del passeggero.

La macchina era davvero molto bella, lussuosa ed accogliente, con i rivestimenti in pelle beige, compreso il volante e il portaoggetti, riposto in mezzo ai sedili anteriori. Ma nulla di quella macchina poteva eguagliarle l'autoradio! Aveva 6 casse, una riposta in ogni portiera, mentre le ultime due erano nel baule. L'effetto sorround era mozzafiato, e i bassi che aveva… era spettacolare. Purtroppo anche quest'ultima meraviglia era insignificante rispetto a lui, James, il ragazzo che avevo conosciuto cinque lunghi anni fa, quando ero entrata nella band, e che da allora si era impossessato del mio cuore.

James era un ragazzo molto solitario, e respinto proprio a causa del suo look, dei suoi gusti un po' diversi da quelli degli altri ragazzi. Il bassista era alto, con i capelli neri come la pece e gli occhi di un verde tanto intenso, che sembravano fatti di smeraldo. Si truccava sempre con un leggero strato di matita nera attorno agli occhi, e ciò non faceva altro che mettere in risalto i suoi fantastici occhi. Vestiva in maniera molto simile al mio durante i concerti cioè… emo-dark. Suonava il basso da circa dieci anni, ed era più vecchio di me di un anno e qualche mese.

Quando entrammo nel locale insonorizzato del suo appartamento, è li che facevamo le prove, gli occhi di tutti i membri della band mi si inchiodarono addosso, cattivi, arrabbiati. Feci per scusarmi quando Thomas, il nostro manager, mi venne incontro tutto sudato e, da come ballonzolava, sembrava anche abbastanza innervosito. Mi prese per un braccio e mi avvicinò al suo orecchio, posto all'altezza di un metro e cinquanta, circa, per poi cominciare a sgridarmi a causa del ritardo.

«Signorina, sai per caso che ore sono?! Dovevi essere qui più di mezz'ora fa, eppure ho dovuto mandare James a prenderti! Cosa diavolo ci facevi ancora a casa? Me lo spieghi?»

Mi strinsi nelle spalle, leggermente imbarazzata a causa di tutti quegli sguardi puntati addosso, e borbottai «Nulla, dormivo semplicemente. È una settimana che non dormo abbastanza e, siccome oggi è venerdì, ne ho approfittato per recuperare un po' di energie.»

Stavo per spiegargli come mai non avevo potuto dormire a sufficienza, ma lui mi sventolò una mano d'avanti al naso, facendomi segno di tacere, per poi tirarmi per la maglia e trascinarmi fino alla stanza di James.

«Okay» disse, guardando velocemente l'iPhone «Hai esattamente dieci minuti di orologio per cambiarti, truccarti pettinarti e cambiare i vari pierci…cosi, okay?» indicò di sfuggita il mio labret laterale sul lato sinistro.

Sbuffai e annuii, invitandolo gentilmente ad uscire. Aprii la porta del bagno, per poi tirare fuori dall'armadietto a specchio i trucchi e i piercings. Cominciai a truccarmi molto accuratamente, cercando di rimanere il più fedele possibile ai modelli che dovevo seguire. Jake Pitts e Andy Biersack. Già… siccome suonavo la chitarra e cantavo, non potevo utilizzare solo il trucco di uno o dell'altro, perciò ero stata costretta a fare un mix, ma non era male. Agli occhi avevo il tipico trucco di Jake, che assomigliava un po' a quello di Andy, solo che lui le linee le faceva partire da metà occhio in poi, ed erano più lunghe. Per richiamare il trucco di Andy mi facevo la tipica mezza bocca alla Jack Skeletron. Una volta che finii di truccarmi, svitai il mezzo anellino argenteo al labbro, per poi mettermi l'anellino nero. Presi la lacca e cominciai a sparare in aria i ciuffi in cima alla testa. L'unica cosa che, purtroppo, stonava in quella perfezione chiamata "Black Veil Brides's Style" erano i miei capelli blu, però mi dispiaceva rifarli neri, perché mi piacevano così, fuori di testa.

Ritornai in camera e mi guardai nello specchio dell'armadio con occhio critico, ma l'immagine che mi rifletteva non aveva nulla che non andava.

Indossavo dei leggins neri, con delle spille di sicurezza messe a gruppi di cinque un po' qui, un po' la, lungo le gambe. La maglia nera arrivava fino a metà coscia, ed aveva ricamato, sulla parte destra in basso, il logo dei Black Veil Brides. Sopra di essa avevo il mio gilet di jeans nero portafortuna, con la spilla di Joker, e il ciondolo della band attaccata alla cerniera del taschino destro. Presi il rosario dei BVB e me lo misi al collo. Ora ero perfetta. Lasciai la stanza e mi diressi di nuovo verso il locale insonorizzato, pronta a cantare e a suonare per i nostri ospiti.

Tutti e tre i membri della Rebel BVB Band erano già alle prese con gli amplificatori, grancasse, plettri e cavi di ogni genere, mentre Thomas era tranquillamente seduto su una sedia all'angolo, e sgranocchiava un panino. James, io, Nightshade e William eravamo i membri della Cover Band. James era il bassista, io la cantante e la chitarrista, Nightshade l'altro chitarrista, e William il mitico batterista. Eh sì, ero l'unica ragazza, ma non mi dava affatto fastidio. In fondo eravamo un po' come i Nightwish, no?

Quando mi misi al mio posto, accordai la chitarra (una meravigliosa B.C. Rich Mockingbird Pro, per chi non si intendesse di chitarre, è la stessa che Jake usa in "Fallen Angels"), misi il cavo nell'amplificatore e… contatto! Cominciai a strimpellare l'assolo di "Rebel Yell", dimenticandomi di praticamente tutti i miei problemi.

James mi si avvicinò all'orecchio e mi sussurrò «Gli altri vorrebbero parlarti un attimo, piccola Fallen Angel».

Arrossii violentemente, e dissi al mio cuore di smettere di battere così forte, perché se no non sentivo nulla di ciò che il mio angelo mi diceva. Mi voltai e vidi i volti di tutti non più arrabbiati, ma piuttosto tesi. Sembravano agitati e nervosi a causa degli ospiti e, quando Nightshade mi si avvicinò, cominciò a dirmi tutta la scaletta di cose che dovevamo suonare e fare quella sera. Diavolo! Sarei tornata a casa alle 3 del mattino!

«Allora, se ho ben capito, dobbiamo cominciare con tutti i brani di We Stitch These Wounds, per poi procedere con Set The World On Fire e finte in bellezza con In The End? Ma vi rendete conto che domani ho scuola di Tecniche Assassine?! Saranno 4 ore di sola musica! Non so se ce la faccio!» sbottai.

James mi poggiò una mano sulla spalla e mi avvicinò a se, sussurrandomi qualcosa come "Calma, non innervosirti", ma in realtà non lo stavo nemmeno ascoltando. Ero troppo concentrata a guardare Nightshade dritto negli occhi, cercando di capire se scherzasse o meno, ma purtroppo il suo sguardo, oltre che nervoso, era molto serio. Okay… l'indomani non sarei andata al corso… un ulteriore assenza che si poteva evitare.

Mi misi davanti al microfono, e abbassai lo sguardo pronta per l'intro del primo album. Presi il plettro dalla tasca e inspirai a fondo. Non feci a tempo ad aprire la bocca che Thomas entrò tutto trafelato e ci guardò, rosso in volto. Non avevo nemmeno notato che fosse uscito! Boccheggiando ci disse «Sono arrivati!» e li, tutto si fermò.




Ciao a tuttiiiii, ok... ecco il nuovo capitolo :D Enjoy it! 

Moonshine Quinn

   
 
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