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Autore: JustABitchOnAStroll    14/05/2013    5 recensioni
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... - sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
Spero di avervi incuriosito, anche se sapete che dalla mia testolina bacata non può uscire niente di buono!!
Enjoy!
Ciauuu!
Alice_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Love is truly blind cap 8 Mi abbassai e schivai una raffica di shuriken diretti alla mia testa, per poi saltare e atterrare alle spalle dei ninja che mi avevano attaccato, menando un fendente con la mia arma e atterrandoli entrambi.
Mi voltai contro gli altri che arrivavano e uno dopo l'altro caddero in preda al dolore, urlando sulla sabbia della strada.
Era da tanto tempo che non lo utilizzavo...  Ma lo Shikaku non aveva perso il suo smalto, a quanto vedevo.
Mossi un passo di lato per evitare il colpo di una Katana e disarmai in fretta il possessore, finendolo con un colpo alla testa con il manico del naginata
Era tutto più facile con la gente che non mi poteva guardare negli occhi.
Strinsi i denti alzando la spada e lanciai una veloce occhiata alle mie ferite.
Non andava bene, per niente.
- Tu! Prendetela! - sentii urlare al tipo con la faccia viola, prima che una nuova squadra di ninja mi circondasse.
Feci dei sigilli - Saette volanti! -
Riuscii a colpire una decina dei ninja che caddero a terra, mentre io saltavo sui tetti dei palazzi per tirarmi fuori dal grosso degli shinobi di Suna.
Che cazzata epica che avevo fatto a farmi portare laggiù...
- GAARA! - si sentì un urlo dietro di me e trovai la forza di guardare in alto.
Avevamo finito.
E giusto in tempo, perchè mi si cominciò ad appannare la vista e rischiai a multiple riprese di inciampare e cadere.
Cosa che, con quella miriade di persone che non aspettavano altro che mettermi le mani addosso, non sarebbe stata ideale.
- Dove credi di andare?! - arrivò la voce del marionettista con la faccia viola - Che tu lo voglia o meno ci rivelerai dove stanno portando il Kazekage! -
Mosse le mani e la sua marionetta sbucò dal nulla.
Ebbi appena il tempo di reagire e portare le braccia in alto a coprirmi il volto che la lama colpì.
Non dissi niente e raccolsi il mio naginata, preparandomi all'ennesimo combattimento quella serata.
C'era di buono che prima che quella marionetta attaccasse faceva una serie di rumori inquietanti e quindi mi dava un minimo di preavviso.
Capirete...
Scartai di lato per evitare il suo attacco, ma mi prese ugualmente di striscio.
- Stai cominciando a sentirti debole, vero? - chiese con fare di scherno il mio avversario, mentre mi appoggiavo ansimante al manico della mia arma, cercando di riprendere fiato.
Stavo per parlare quando venni interrotta da un violento colpo di tosse e, ritraendo la mano che avevo usato per coprirmi la bocca, notai con orrore che era sporca di sangue.
Dovevo andarmene. E infretta.
- Tra poco perderai i sensi, è inutile tentare di opporre resistenza. -
Ebbi un altro attacco di tosse e mi accasciai a terra.
Mamma mia, la mia prima missione e già mi facevo ammazzare...
Sentii il rumore della marionetta muoversi, pronta per attacare di nuovo e, per schivarla dovetti buttarmi a terra in una maniera che lasciava campo libero a ogni sorta di attacco.
Cercai di rialzarmi il più infretta possibile, ma il tipo era già pronto e cercò di atterrarmi di nuovo.
Mi reggevo in piedi appena e la vista si era appannata talmente tanto che dovevo di nuovo fare affidamento sul chakra per potermi muovere.
Ero un bersaglio fin troppo facile...
- Lo senti, eh? -  fece con un sorrisone stampato in faccia - E' il mio nuovo veleno -
Fece una pausa, come se si aspettasse un mio contrattacco, ma nessuno venne, ero troppo esausta - Attacca prima i centri motorei, poi consuma tutto il chakra... E' una morte dolorosa... Ma se ci dici dove sono i tuoi amichetti potrei darti l'antidoto. -
Mi passai una mano sopra i punti che tenevano permanentemente chiuso il mio occhio destro... Forse era il caso di usarlo...
No, non sarei stata in grado di reggere gli effetti collaterali....
Trovai la forza per parlare, tra una boccata d'aria e l'altra - Guarda questo... Sfigato -
Prima che potesse reagire in qualunque modo mi tolsi il cappello e lo fissai dritto negli occhi, facendolo urlare di dolore.
Appoggiandomi alla mia arma ( che oramai era diventata una stampella di fortuna ) mi avvicinai, senza distogliere lo sguardo - E' una morte dolorosa...- ripetei, con un sorrisetto stranamente inquietante stampato in faccia a mia volta - Ma io non ho alcun antidoto da darti -
- Bastardi... RIATEMI MIO FRATELLO! - urlò, alzandosi in piedi e cercando di tirarmi un pugno.
Lo schivai. Dopo lo Shikaku non si sarebbe potuto riprendere per almeno un paio di giorni.
- Haiiro-chan! Abbiamo fatto, un! Muoviti a salire! - l'uccello di argilla scese a livello con il tetto su cui mi trovavo
- Dammi un minuto - rivolsi di nuovo il mio sguardo verso il marionettista, che urlò di dolore nuovamente.
Mi sorprendevo che fosse ancora cosciente.
Quando poi mi attaccò ancora, mi resi conto che nemmeno io stavo messa tanto meglio.
Gli passai dietro e gli presi le braccia, mentre gli piantavo un piede in mezzo alle scapole.
- Vediamo come fai adesso - dissi nel tono più cupo che riuscii a fare, prima di cominciare a tirare con le braccia e a spingere con il piede.
Ben presto ci fu un sonoro CRACK e le sue braccia gli caddero immobili lungo i fianchi.
Dopotutto mio padre mi aveva sempre detto che un marionettista senza le mani da muovere era praticamente inerme.
A quel punto facevo seriamente fatica anche solo a pensare di stare in piedi.
Scavalcai il tizio, svenuto per via del dolore, e mi avviai verso il bordo del tetto.
La mia arma svanì in uno sbuffo di fumo e mi chinai per raccogliere il cappello.
Arrivata al bordo del tetto alzai la testa, con gli occhi chiusi, per evitare di semi-ammazzare pure Deidara, e saltai.
O almeno, tentai di saltare, perchè le mie gambe cedettero, facendomi precipitare di sotto.
Poi, fu il buio.

- E' stata avvelenata. Semplicemente. - disse freddo Sasori, mentre camminava poco dietro all'uccello di argilla del compagno.
- E non facciamo niente? Danna, potrebbe non reggere fino alla caverna, un! - replicò il biondo, mentre scoccava un'occhiata preoccupata alla figura sulla sua creazione.
- Non è un veleno particolarmente potente. E poi non avrei di che fare l'antidoto qui. -
Deidara non rispose, si limitò a guardare l'amica che respirava a fatica.
Le toccò la fronte e si ritrasse - Ha la febbre, un... -
- E' normale -
- Come puoi essere così freddo, Danna?! - urlò di rimando il dinamitardo.
Sasori si limitò a scuotere la coda di Hiruko.
- Hidan mi ammazzerà, un... - mormorò Deidara afflitto, scoccando un'occhiata alla ragazza febbricitante - Sono proprio morto -

Era sola, spaventata e faceva freddo.
Ma soprattutto era sola.
La bambina arrivò nella radura di quel giorno.
Se lo ricordava bene. Da quel momento aveva dovuto sempre coprirsi gli occhi, non aveva più potuto giocare con gli altri bambini...
Con passo malfermo, Haiiro si diresse verso l'enorme masso che stava al centro della radura. Vi ci appoggiò la schiena e si lasciò scivolare a terra, fino a sedersi.
Deglutì, cercando disperatamente di reprimere il pianto, ma successe solamente nel farsi male alla gola, il taglio era profondo, dopotutto.
A carponi si avvicinò al ruscello che scorreva poco lontano, arrivando sulla sponda e immergendo le mani nelle acque cristalline, per poi passarsele sulla gola
Faceva male, ma era l'unico modo per disinfettare un minimo la ferita.
Tutto d'un tratto si ricordò che era completamente ricoperta di sangue e cominciò a strofinarsi la faccia con foga, facendo arrossare la pelle.
Dall'acqua, il suo riflesso la osservava.
Volto arrossato, occhi gonfi di lacrime... E poi c'era quello.
Al posto del normale occhio dello Shikaku, ne trovava rilfesso uno completamente diverso.
La sclera nero pece e l'iride con tutte le sfumature del rosso, che piano piano degradava in una linea gialla, quasi bianca, per poi ritornare rosso sangue e terminare nella pupilla.
Dovette distogliere lo sguardo.
In ogni caso, per quanto non le piacesse ammetterlo, era l'unica garanzia che aveva di sopravvivere.
E di vendicare la sua gente.
Lacrime di rabbia cominciarono a solcarle il volto e ben presto si ritrovò a piangere in silenzio, stringendo in una presa ferrea la sciarpa della madre.
Vendetta... Come suonava dolce quella parola.

Era furioso.
Peccato solamente che al momento non fosse esattamente... Solido, altrimenti il biondo si sarebbe fatto un viaggetto dritto dritto da Jashin.
- Muoviti a toglierle la maglietta, ha già perso abbastanza sangue - disse atono Sasori, mentre Deidara, faccia rossa come un peperone, cercava di togliere la maglietta ad Haiiro senza propriamente toccarla.
- Perchè non lo fai tu, un?! - urlò ad un certo punto esasperato - Non mi pare tu stia facendo molto, danna! -
Kisame scoppiò a ridere dal suo posto su una delle dita della statua.
- Fatto! - esultò il biondo, tenendo in mano la maglia della compagna - Ora ti passo il testimone, Sasori no Danna... - si sedette con la grazia di un elefante sul pavimento roccioso.
Il marionettista uscì da Hiruko con in mano una fialetta con un liquido biancastro, si inginocchiò e, senza neanche troppa delicatezza, forzò il contenuto giù per la gola della ragazza.
- Passami le bende - disse con fare autoritario - E mettila a sedere -
Dopo una veloce esaminazione delle ferite, il rosso prese ad avvolgere i rotoli di bende sulle ferite della compagna, rimettendola poi sdraiata a terra.
- Lascia respirare le ferite, Deidara. - disse poi, notando che il biondo stava  cercando di reinfilarle la maglia - Bene, dovremmo avere finito -
- ... Ok... Qualcuno si vuole degnare di spiegarmi che cazzo è successo, nel nome di Jashin?! -

- Ugh... D... Dove sono? - chiesi a nessuno in particolare, mettendomi sui gomiti - Cosa cazzo è successo? -
- Ah, chi non muore si rivede, eh cazzona? -
Aprii un occhio e mi guardai attorno, cercando di abituare la vista alla penombra del posto che mi ospitava.
- Dipende dai punti di vista... - mormorai, senza trovare da nessuna parte la forza di rialzarmi - Che cosa è successo? -
- Sei svenuta, un! -
Oh, ora si spiegavano molte più cose.
Ebbi un violento capogiro mentre mi rimettevo in piedi e per poco non caddi, trovando miracolosamente sostegno in una roccia che sporgeva dal terreno.
Presi un bel respiro profondo e mossi qualche passo verso l'uscita della caverna.
Avevo bisogno di una boccata d'aria.
Quello, e i suoni che c'erano all'interno della grotta non erano dei più confortanti.
Arrivai sulla riva di un ruscello e mi bloccai.
Come nel mio sogno...
Mi stesi sull'erba, guardando le nuvole che passavano.
Era un'attività che mi aveva sempre calmato, e, ben presto mi ritrovai a pensare al tempo che avevo trascorso in prigione, senza poter scorgere nemmeno il più piccolo spiraglio di luce...
Cinque anni...
Mi domandavo cosa mi avessero tenuto a fare nel braccio della prigione destinato ai criminali da giusiziare per così tanto tempo.
Anche mio padre, che all'epoca faceva la guardia ai prigionieri, mi aveva detto che non si rimaneva in quel posto per più di due settimane.
A quanto pareva la gente era ansiosa di vedere i processi e le esecuzioni, talvolta pubbliche, dei criminali, o dei ninja disertori.
Quello che avevo fatto io però era di gran lunga peggiore...
Attentare alla vita di una delle autorità del proprio villaggio era punibile con la morte, ma non era nemmeno la parte peggiore.
Prima c'era la tortura. Individui senza scrupoli, che stavano lì solo per il puro e semplice piacere di far soffrire la gente.
Curioso, avevo ammazzato pure loro.
A Taki le massime autorità erano gli anziani, un gruppo di vecchietti decrepiti che erano stati grandi ninja nella loro età d'oro e che, per questo, credevano di poter bacchettare in giro gli altri. Era partito da loro l'ordine di sterminare tutti i portatori dello Shikaku.
Gli bruciava che mio nonno avesse aiutato a scappare quell'uomo... Uomo che, tra l'altro, avevo scoperto essere Kakuzu...
Il destino ha certamente il senso dell'umorismo...
Mi ricordavo ancora tutto come se fosse appena successo.... Le loro urla disperate, che imploravano pietà.
Mi ricordavo i loro sguardi terrorizzati;
Mi ricordavo il mio ghigno sadico;
Ma soprattutto mi ricordavo cosa gli avevo risposto: - Vi mostrerò la stessa pietà che avete riservato per la mia gente -
E poi c'era quell'occhio... Avevo scoperto dalle pergamene conservate nell'ala proibita della biblioteca del villaggio della cascata che il secondo livello dello Shikaku aveva un nome.
Reiko... Distruzione e agonia alcuni dei significati del termine... Ma non era tutto.
C'era anche un terzo livello... Ma stando al documento provare a risvegliarlo equivaleva a cercare la morte.
Rabbrividii quando una folata di vento mi colpì, ricordandomi che la mia amatissima cappa era ancora nella grotta.
Il cielo minacciava pioggia... Avrei sicuramente fatto meglio a rientrare, ma oramai avrete pure capito che se c'è una scelta che pare logica io prendo sempre quella diametralmente opposta.
Tutta colpa della mia mentalità contorta.
Mi lasciai sfuggire una piccola risata al pensiero che almeno questa volta, se stavo sotto la pioggia, non correvo il pericolo di precipitare in un cespuglio di rovi*.
Cominciai a camminare, sempre attenta per eventuali chakra ostili nelle vicinanze.
Dopotutto non è che un intero villaggio che vede sparire il proprio Kazekage si mette in piazza a girarsi i pollici.
Quando l'immagine mi si formò nella mente cominciai a ridere come una scema, quasi inciampando su una radice e mancando per un pelo di stamparmi la faccia nel tronco di un albero.
Stare con l'Akatsuki era stata la cosa migliore che mi fosse mai capitata, dopotutto.
Certo, se togliamo le continue esplosioni di Deidara, le ancora più frequenti
bestemmie di Hidan, la passione irrefrenabile di Kakuzu per i soldi, il caratteraccio di Itachi...
Errr...
Che ci potevo fare?
Era famiglia.
Una parecchio strana famiglia, ma pur sempre tale.
________________________________________________________
Dio mio.... E io che dovevo aggiornare Sabato!
Potete ufficialmente uccidermi... Lasciatemi solamente dire che sto seriamente andando in paranoia dura per matematica... AAAARGH!
Vabbè. almeno sono riuscita a finire il capitolo!! Mi sento un cacchiutissimo mito!
Adesso comincio subito a scrivere il prossimo... Incrociamo le dita!!
Ciauuuu!
Alice_
 
* Vedi cap 5
   
 
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