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Autore: Haney Jardin    16/05/2013    1 recensioni
Chissà perché, quando si cerca di raccontare l'amore, si finisce inevitabilmente per parlare di
sofferenza, di sentimenti non corrisposti, di abbandoni, di incomprensioni.
Forse, però, è anche questo il bello dell'amore: ci coinvolge totalmente e ci fa sentire vivi, non solo nel momento in cui siamo innamorati e felici, ma anche quando il cuore fa male!
Un SakuSasu (e tanti altri) carini, molte incomprensioni e tanti pianti.
Munitevi di fazzoletti all'americana, o voi ch'entrate!
*Storia in stato di revisione*
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 -Traslochi e birre. 

 

 
''Secondo me è solo un egoista''.
Disse la ragazza mentre continuava a fissare una parete mezza colorata e continuava a stringere le labbra sporcate dalla birra che stava sorseggiando.
 
''Anche''.
Rispose la donna che portava avanti e indietro il pennello che teneva in mano mentre dipingeva una parete di una stanza completamente vuota.
Il rimbombo scoppiò all'improvviso,arrivando dritto nelle orecchie dell'altra ragazza.
Approvò roteando le sopracciglia e continuando a fissare il vuoto.
Fece qualche passo in avanti,facendo dondolare la bottiglia di birra vicino alle sue gambe.
Si poggiò al muro sporcandosi la canotta marrone con il bianco che prepotentemente si era avventato sulla sua schiena.
Mise una mano nella tasca dei jeans cortissimi che indossava e intanto continuò a fissare l'altra donna.
Sorseggiando un altro po' di birra,poi disse:
''Io sento puzza di bruciato,mamma''.
 
Per tutta risposta l'altra donna si fermò dalla sua attività,e nonostante fosse ancora inginocchiata per terra si girò e fissò nel volto la figlia.
Inarcò un sopracciglio.
 
''Io sento puzza di nuovo''.
Rispose lei.
 
''Non è tutt'oro quel che luccica,mamma''.
 
 
''Infatti,Sakura,in questo caso non si tratta di oro.Si tratta di vita''.
 
''Nuova''.
 
''Esatto''.
Concluse la donna più anziana.
 
Sakura avanzò incerta.Poi si fermò accanto alla madre che nel frattempo si era alzata e così tutt'e due uscirono dalla stanza.
Entrarono nella sala principale,dove le accoglieva una finestra enorme che dava vita a spettacoli terrificanti:Phoenix,Arizona.
 
Era notte;le luci dei grattacieli avevano completamente oscurato il ruolo che dovrebbero fare le stelle.
Anzi,a dire la verità le stelle si vedevano,ce n'erano a miliardi,ma si trovavano molto più sotto,e continuavano ad andare veloci come tanti puntini impazziti:macchine.
 
Sakura,che aveva poggiato la bottiglia di birra vuota su un tavolino di vetro,si avvicinò alla grande finestra e infilò le mani nelle tasche dei jeans.
Quanto aveva sognato quel momento;sì,però nei suoi incubi.
Sospirò come se volesse maledire quello spettacolo che stava vivendo.Si voltò in direzione della madre,mentre cercava di sciogliere i suoi capelli dalle trecce in cui erano legati.
 
''Andrà tutto bene''.
Disse ad un tratto la madre mentre poggiava un pennello per terra.
 
''Lo vorrei tanto,mamma''.
Disse lei mentre allargava le braccia in segno di un abbraccio.
 
Le possenti braccia della madre riuscirono a proteggere completamente Sakura.
 
Quanto si assomigliavano quelle due.
I capelli rosa spesso le avevano fatte scambiare per sorelle.La madre nonostante avesse una quarantina d'anni,se li portava proprio bene.
Anche Sakura,nonostante avesse sedici anni,sembrava molto più giovane.
 
Era una cosa di famiglia,in realtà.
Una sorta di condanna,alla fine.Perché per certi aspetti non era mai stato preso come un complimento il fatto che sembrassero così giovani.
Tutta quella perfezione nella quale avevano vissuto fino ad adesso a Sakura aveva sempre dato il voltastomaco.
Nonostante i suoi capelli rosa confetto,la sua pelle così candida e morbida,il fisico perfetto così tanto da sembrare una bambola,non le era mai andato giù.
 
Lei non era così,dentro sè non era per niente come appariva fuori.
 
La cosa seccante era farsi conoscere di nuovo.Adesso che si era trasferita a Phoenix lei poteva modificare a suo piacimento la sua nuova vita.
Ma doveva essere molto cauta.
 
La California le mancava.Le mancava tanto.Aveva lasciato tutto lì:i suoi amici,il suo vivere quotidianamente,le sue prime esperienze.Il suo ragazzo,soprattutto.
 
Sakura e la madre Ame avevano deciso una volta per tutte di cambiare vita.
Ame lavorava in un ospedale in California,essendo passata come primario,aveva deciso di accettare un posto all'Arizona Heart di Phoenix.
Dopo solo un mese lei e la figlia avevano già traslocato e ad agosto erano già nel loro nuovo appartamento.
 
Un appartamento spettacolare.
Situato al 19° piano di un grattacielo,chi poteva mai farsi scappare un'occasione così?
 
La casa era molto grande,in ogni stanza le finestre enormi dominavano incontrastate.Naturalmente Ame e Sakura dovevano finire di ritoccarla,le pareti erano troppo bianche per i loro gusti.
Le stanze erano veramente tante,tutti i mobili più moderni che potevano esserci sul mercato in quel periodo erano stati acquistati senza esitazioni,ma la maggior parte doveva ancora arrivare.
 
Le motivazioni di tale spostamento erano state piuttosto banali,spiegate ai loro parenti:aria di cambiare.Stanche della monotonia.Ferite dall'abitudine.
 
Ferite soprattutto dopo la morte del padre di Sakura.Era passato un anno da quel fottuto giorno,e le due donne erano ancora tormentate,schiacciate dall'idea che il loro uomo non ci fosse più.
Alzarsi la mattina,andare in cucina e insistere fissando quella sedia sulla quale Shou si sedeva sempre,cercando disperatamente di farlo apparire in qualche modo,come se facendo così lui ci fosse ancora.
E faceva male,tanto male.
 
Ame aveva trovato più motivazioni per andarsene piuttosto che restare.Certo era che Sakura non era molto d'accordo sull'idea di andarsene.
La ragazza era una delle più popolari della sua scuola,aveva un bel caratteraccio e naturalmente,tipico da film americani,era la ragazza del leader della banda più famosa di motociclisti di Sacramento.
La sua vita era perfetta,lei era perfetta,ma quel piccolo pizzico di infelicità,che continuava a bruciarle ogni fottuto giorno della sua vita dentro la gola,non se n'era mai andato.

Non aveva altre scelte.Doveva per forza andarsene.
 
Quando era partita era stata lasciata in balìa di tutte le lacrime,false e non,dei suoi amici e dei suoi parenti.C'erano tutti il giorno della sua partenza e di Ame.
Hidan,il suo ragazzo,non c'era.
E non c'era nemmeno quando lei era arrivata a Phoenix.Tralasciando il fatto che anche tutti i ragazzi dell'Akatsuki,la banda di motociclisti,era presente il giorno in cui Sakura partì,un'amica di quest'ultima aveva esplicitamente dichiarato che Hidan aveva detto che non poteva permettersi che la sua ragazza se ne andasse,perciò aveva preferito non assistere alla partenza.
Eppure tutti lo sapevano che non era così.Hidan era solo un piccolo uomo strafottente e cinico.E questo Sakura lo aveva sempre saputo.
Era passato un mese e si erano fatti sentire tutti,il suo migliore amico,i ragazzi dell'Aka,ma quel ragazzo dai capelli color cenere non si era degnato di farle una chiamata.
 
La ragazza dai capelli rosa però non se n'era fatta una tragedia.Lei aveva sempre sopravvissuto,era sempre riuscita ad andare avanti,da sola.

Ora era semplicemente nel panico;aveva paura della nuova scuola in cui sarebbe andata,e se nessuno l'avesse accettata?In fondo era sempre stata una sotto i riflettori,ricercata e temuta da tutti.
Doveva comandare,e l'avrebbe fatto sempre.
 
''Secondo me è morto''.
Disse ad un certo punto Sakura mentre continuava a fissare il vuoto dell'enorme finestra.
 
''Anche''.
Disse Ame sorridendo.
   
 
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