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Autore: Chica Anonima    18/05/2013    5 recensioni
Stefania è una ragazza normalissima, se non fosse per le sue visioni, proprio così, lei riesce a vedere episodi che accadranno in un lontano o vicino futuro, nonostante questo però, la sua vita continua normalmente fino a quando una sera, in una visione vede un ragazzo che sta per scassinare una famosa gioielleria vicino a casa sua, stupidamente decide di non chiamare la polizia ma di intervenire lei stessa...
Questa non è solo una storia d'amore, ma anche di bande rivali e di una Milano completamente diversa da quella di oggi.
Dal secondo capitolo:
“ Ma come? E il nostro fine serata piacevole?” scherzava vero?
“ Ah si! Ma sai ..non mi piacciono i ladri”
“ Hai paura che ti rubo il cuore?”
Spero di avervi incuriosite!!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Image and video hosting by TinyPic Salve ragazze, questa è la mia seconda storia!
Diciamo che questo è un capitolo “ di passaggio” si entrerà nel vivo della storia dal prossimo capitolo, che pubblicherò presto, le parti in corsivo sono visioni o ricordi.
Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere se vale la pena continuare!
A presto!!
Baci
Nian07
 
 
“Mamma ho scoperto il regalo che mi hai fatto per il mio compleanno!!” continuai a gridare quella frase per tutta la casa correndo su e giù, vidi mia madre scendere ancora in pigiama dalle scale.
“ Cosa hai scoperto piccola?” si doveva essere svegliata da poco, visto il suo sguardo assonnato
“ Ho visto il regalo che mi hai fatto per i miei 6 anni!” continuai a gridare.
“ E come l’hai trovato?”
“ No no, l’ho visto!!”
“ L’hai visto?” mi chiese stupita
“ Si nella mia testa, è un diario segreto!!”
 
Quella era stata la mia prima visione, avevo solo sei anni e ancora non capivo la situazione, in quel momento pensavo solo al mio bellissimo regalo e al mio compleanno, mia madre non mi aveva creduto e aveva lasciato perdere, meglio così.. sarei potuta finire da una psicologa o peggio, in un manicomio.
 Uscii dalla doccia, non sapevo perchè pensavo spesso a quella visione, forse perchè era stata la prima o forse perchè mi ricordava mia madre, mi mancavano molto i miei genitori e anche se erano passati già due anni dalla loro morte io stavo ancora male, per fortuna avevo ancora i miei amici su cui poter contare e qualche zio.
 
Mi vestii con un jeans e una semplice maglia, finalmente era arrivato giugno, non lo sopportavo più l’inverno per non parlare della primavera con tutte le mie allergie al polline e all’erba.
 Mi pettinai i lunghi capelli biondi che non facevano altro che ricordarmi mia madre, poi mi fissai allo specchio con i miei occhi scuri che invece avevo preso da mio padre, fini di prepararmi con un po di trucco e poi uscii di casa.
 
Il mio lavoro non era per niente male, lavoravo in un negozio di vestiti in piano centro Milano con la mia migliore amica Giorgia, dopo la morte dei miei ho dovuto rinunciare all’università, anche se i miei zii si erano offerti di pagarmela io mi ero rifiutata, loro dovevano pensare ai miei cugini e io non potevo gravare su di loro.
 
Entrai in negozio con dieci minuti di ritardo, il che non era una novità per me, ma per fortuna quel venerdì il mio capo era fuori città e quindi non avrei dovuto subirmi una delle sue solite prediche, vidi subito uscire Giorgia dal magazzino con aria di rimprovero.
 
“ Sempre in ritardo eh? Sei allergica alla puntualità per caso?”  simpatica di prima mattina come potete vedere, di sicuro le erano arrivate.
 
“ Hai il ciclo?”  la vidi diventare tutta rossa e non dalla vergogna
“ Si! Come fai a saperlo?”  bella domanda...
“ Intuito, vieni andiamo a lavorare va” la vidi calmarsi e girare i tacchi verso la cassa.
 
Dopo una faticosa giornata di lavoro uscimmo che erano le quattro del pomeriggio, Giorgia per fortuna si stava calmando con il passare delle ore, ogni volta che arrivava quella settimana del mese incominciava a dare i numeri e ad arrabbiarsi per le cose più assurde.
“ Andiamo a prendere un gelato?” le proposi
“ Si, mi sono dimenticata di dirti che i ragazzi ci aspettano alle cinque al parco”
 Il parco, era un giardino poco fuori il centro, dove con il nostro gruppo di amici, quasi tutti conosciuti alle superiori, ci incontravamo ogni tanto per stare insieme, era il nostro punto di ritrovo.
“ Ok va bene, ma poi io sta sera ho un appuntamento con Marco quindi non vengo al pub”
Marco è il mio ragazzo da quasi due mesi, lui frequenta l’università di medicina e i miei amici non lo sopportano per questo devo dividermi in due per stare sia con lui che con loro.
 
“ Ci abbandoni per Marco? È solo un damerino con la puzza sotto il naso!” ecco appunto.
“ E' il mio ragazzo Giorgia, devo stare anche con lui che a te piaccia o no”
“ Uff” eccola che ricominciava con i suoi sbuffi.
 
Andammo alla gelateria parlando del più e del meno, io presi un ghiacciolo alla menta, mentre la mia cara amica si diede alla nutella definendola un antimalumore, poi prendemmo il 46 dirigendoci verso il parco, come sempre in ritardo, infatti i nostri amici erano già seduti sulle panchine e ridevano per non so cosa.
 
“ Hola, bellissime!” Riccardo il solito play boy, biondo e con due stupendi occhi azzurri, studiava economia e da quasi un anno andava dietro a Giorgia, come lo so? Beh è il mio migliore amico.
 
“ Ciao scemo!” lo salutai baciandolo sulla guancia e ricevendo una sculacciata sul sedere mentre mi dirigevo da Lucia e Federico per salutarli.
 Loro stavano insieme dalle superiori e frequentavano entrambi l’università di architettura, erano l’amore fatto a persona.
 Mi diressi poi verso Dario, Manuel e Sara, Dario era l’ultimo arrivato e secondo Giorgia mi moriva dietro, non era un brutto ragazzo, ma non era il mio tipo, occhi e capelli marroni, lavorava come barista, ma era uno di quei ragazzi senza carattere e io avevo bisogno di una persona che sapeva tenermi testa visto il mio caratteraccio. Manuele e Sara invece, avevano aperto insieme un ristorante, non stavano insieme perchè Manuel è gay, un vero spreco aggiungerei, occhi verdi e capelli biondi per non parlare del suo fisico da urlo, Sara invece è una ragazza minuta, capelli castani e occhi nocciola, da sempre la più timida del gruppo.
 
Dopo aver salutato tutti mi sedetti vicino a Lucia e Federico e iniziammo a parlare di una festa che si sarebbe svolta tra due settimane, una specie di festa per l’arrivo dell’estate.
 Alla fine verso le sei dovetti lasciarli, perchè dovevo prepararmi per andare a cena con Marco, Dario mi aveva lanciato un occhiata infastidita, ma non l’avevo considerato molto, una volta arrivata a casa mi feci una doccia e indossai un vestito blu corto con dei tacchi dello stesso colore, rifeci il trucco questa volta più pesante e di colori più scuri.
 
Una volta finito infilai le scarpe e subito sentii suonare il telefono, Marco era arrivato e mi aspettava in macchina, misi il cappotto e scesi.
 
“ Ciao piccola, sei bellissima come sempre”  che frasi originali.. pensai
“ Ciao, allora dove andiamo?”
“ In un ristorante qui vicino” mi aprii la portiera della sua panda grigia in modo molto galante.
 
Una volta saliti in macchina parlammo delle nostre rispettive giornate, Marco è un ragazzo molto intelligente, ma spesso tende ad essere molto egocentrico, per fortuna arrivammo al ristornate in cinque minuti, entrammo e ci andammo a sedere in un tavolo per due.
Passammo una serata piacevole, ma nulla di più.
Marco dopo aver pagato il conto mi portò a casa, mi chiese se poteva salire, ma rifiutai con la scusa della stanchezza, assolutamente non vera visto che erano solo le undici, lui abbastanza deluso andò via.
Salii le scale fino al secondo piano e stavo per aprire la porta quando mi bloccai..
 
Un ragazzo con un cappuccio nero in testa stava scassinando la serratura della gioielleria dietro casa mia, era molto alto, almeno uno e settanta, ma non riuscivo a distinguere altro, entro dentro alla gioielleria, l’orologio a pendolo vicino alla cassa segnava le undici e dieci.
 
La visione si interruppe, guardai l’orologio erano le undici e sette, potevo ancora riuscire a fermarlo, scesi velocemente le scale e mi lancia in strada diretta verso la gioielleria.
 
  
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