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Autore: letyourcolors_burst    18/05/2013    1 recensioni
Austin Mason. Un debole, secondo molti. Un eroe, secondo altri. Ciò che lo portò ad essere considerato tale cominciò a svilupparsi nella sua adolescenza. La morte del padre adottivo lo costrinse a fuggire dall'Inghilterra. Neanche i suoi familiari, quei pochi rimasti, seppero per molto tempo dove cercarlo. Di lui si perse ogni traccia. Quei pochi che lo consideravano un eroe lo diedero per morto. Non potevano immaginare, però, che il loro eroe sarebbe diventato il loro peggior nemico. Stava nascondendo qualcosa di grosso, qualcosa che non avrebbe potuto rimanere così per molto. Toccava a lei fermarlo. Ma l'amava. E questo avrebbe cambiato tutto. L'amore cambia tutto, di solito. E la loro storia sarebbe stata una delle più belle e complicate. Perchè non cominciate a leggere?
Salve a tutti, questa è la mia prima storia. Le recensioni mi aiuterebbero a migliorare, quindi, ringrazierei in anticipo tutti coloro che lo faranno.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 7. SDUDCIANF 7. Questa non è Londra.

L'INIZIO | PARTE 2


 << Questa non è Londra! >> gli occhi di Avalon avevano assunto il colore del terrore. Austin non aveva ancora realizzato nulla di ciò che gli era appena stato detto, perciò non riuscì a trattenere un sorriso. Non pensò affatto che quella potesse davvero essere un'altra città. "Questa è Londra".  La voce nella sua testa marcò il verbo.
 << So che non sei il tipo di persona che crede alle apparenti cazzate, ma devi fidarti di me. Le relazioni non si fondano forse sulla reciproca fiducia? >>
 << Non essere ridicola. Anche se non fosse Londra, come avremmo fatto a ritrovarci in una città forse a migliaia di chilometri di distanza in tre ore? Perchè, ti ricordo, ci siamo salutati a mezzanotte, e ci siamo svegliati entrambi alle tre! >>
 << Sei impossibile. Non ti fidi, eh? Ma lo dici solo perchè non hai mai passato questa zona. Non sai dove siamo, cazzo! Senza di me ti ritroveresti a Bath, passando per il centro! Vuoi capire che se sono così convinta di una cosa, lo faccio perchè forse è vera? >>
 << Okay, okay. Calmati, ora. Diamo per supposto che tu abbia ragione. Perchè affermi questo? >>
 << Uno, siamo in un posto in cui i giornali non sono intitolati col nome di sempre. Due, qui ci vivo quasi. Terzo, Su quell'albero, Keane ha inciso le nostre iniziali. E qui - toccò la corteccia - di incisioni non ce ne sono. Convinto, adesso? >>
 << Keane? Chi è questo? >>
 << Il mio ex. >>
 << E me lo dici così? >>
 << Così come? >>
 << Così... Naturalmente. >>
 << Non sarai geloso? >>
 << No. >>
 << Sicuro? >>
 << Mmm. >>
 Avalon scostò il ciuffo riccio e nero dagli occhi di Austin. Non credeva davvero che fosse geloso, voleva una reazione tipica dei film. Si baciarono. Era bello vedere come i fidanzati, quelli veri, sapevano amarsi anche quando dovevano fronteggiare delle avversità. E sapevano farlo davvero bene, insieme ed innamorati come mai. Si baciarono di nuovo.
 A breve sarebbe scesa la sera, imprevedibile a causa dell'insolita giornata quasi del tutto trascorsa, ed Avalon ed Austin non avevano ancora trovato alcuna soluzione. Avevano continuato a discutere a lungo sulla faccenda, ma senza cavarne un ragno dal buco; avevano deciso di riunirsi e passare la notte a casa della ragazza. Cosa ancora più insolita, come se non ce ne fossero state altre, era che le loro case si trovavano esattamente nel punto in cui erano sempre state. Riassumendo, capirono che la città era diversa, non era la solita Londra, che tutto era diverso fuorchè loro stessi, e che dovevano assolutamnte cercare di uscire da quell'incubo che li aveva avvolti sino al collo.

 Il giorno dopo fu solamente notte; il sole non sorse mai. I due cominciarono ad elaborare le loro teorie riguardo quella specie di universo parallelo in cui erano misteriosamente ed involontariamente finiti.
 << Oggi il sole non sorge. Forse qui i giorni si alternano? Magari fosse un sogno... Significherebbe che non dobbiamo preoccuparci. >>
 << Ma se fosse un sogno non durerebbe più di tanto. Sono già trascorsi due giorni. Chissà che il tempo qui non trascorra più lentamente. >>
 << Austin, hai ragione! Potrebbe essere la spiegazione al fatto che non ci siamo ancora svegliati! >>
 << No. >>
 << Perchè no? >>
 << Perchè un sogno non è mai per due. La realtà è uguale per milioni di persone, il sogno interessa un singolo individuo. Ricordi? >>
 << Già, è stato confermato. Due persone, a maggior ragione nella stessa ora, non sognano mai due cose completamente uguali. >> sul volto di Avalon si disegnò un'espressione delusa. Parevano vicini alla soluzione, presto tutto sarebbe finito. Secondo loro.
 << E se io stessi sognando te? >>
 << Impossibile. >>
 << Impossibile? >>
 << Già. I sogni nient'altro sono che proiezioni involontarie del subconscio umano. Se avessi sognato di essere con te, lo avrei fatto in una circostanza molto più allegra. Non di certo in una dimensione in cui qualche estraneo ci corra incontro con un'ascia... >>
 << Un'ascia? Avalon, ma che dici? AVALON, QUELLO HA UN'ASCIA IN MANO! SCAPPA! >> tirò la ragazza per la manica della giacca, stavolta. Cercò di avvertirlo.
 << Ma va'? Perchè avrei fatto questo esempio, altrimenti? >>
 << Okay. Possiamo discuterne dopo? Per la terza volta, QUELLO HA UN'ASCIA IN MANO, CAZZO! VUOI DARTELA A GAMBE O VUOI RESTARE QUI A FARTI SPEZZETTARE? Corri! >>
 << Corro! >>
 Riuscirono con difficoltà a seminare il tizio. Si nascosero nel primo vicolo poco illuminato che incontrarono. Speravano con tutto il cuore che quell'incubo finisse presto.
 Entrarono in un'edicola non molto distante dal vicolo, e acquistarono il quotidiano del giorno, ancora una volta si trovarono davanti il "Lamhion News". Non avevano la minima idea di cosa volesse dire quel nome. L'unica cosa da fare era trovare l'uomo del giorno prima, sperando in una sua risposta plausibile. Girarono tutto il giorno, fino a sera, quando trovarono degli indizi che sarebbero potuti essere utili, se solo avessero conosciuto il posto da cima a piedi. Il problema che si poneva era quello del fatto che non conoscevano nè cima nè piedi di quella "città", fantasma. Erano infatti giorni che non vedevano un'anima in giro, fatta eccezione per il tizio con l'ascia, l'uomo con l'impermeabile ed il cappello, di cui non conoscevano neppure il nome, e loro stessi. Lamhion sembrava popolata da quattro abitanti. Altra cosa strana. Mentre cercavano disperatamente un particolare che potesse auitarli a capire il luogo in cui si trovavano, scorsero, davanti ad una modesta fontana, una figura simile all'uomo. Arrivarono correndo. Lo fermarono ed incominciarono a chiedergli alcune cose riguardo ciò che stava succedendo loro.
 << Senta, o ci risponde, o lei stasera finisce dentro quella fontana. Dove diavolo ci troviamo? >>
 << Perchè dovrei risponderti, invece che rovinarmi il divertimento nel vedere voi due che vi piangete addosso? >> Austin lo prese per il colletto dell'impermeabile e lo sollevò di peso, grazie ai suoi muscoli sviluppati combattendo e alla bassa statura dell'uomo.
 << Perchè altrimenti sono cazzi tuoi. Fidati, non ti conviene scherzare con me, lotto da sei anni clandestinamente contro dei tizi che strappano la pelle a morsi. >>
 Avalon gli si avvicinò, sussurrando per non farsi sentire dal tizio: << Ma non erano due, gli anni? >>
 L'altro, sempre sussurrando, abbozzò un mezzo sorriso: << Già. Ma così lo spavento! >>
 << Se avete finito di blaterare, avrei deciso di dirvi una minima parte di quello che so. >>
 << Parla, siamo tutto orecchi. >>
 << Questo posto si chiama Lamhion. Fine della storia, baci! >>
 << Ma dai? Lo sappiamo, genio. Non vedi il giornale? >>
 << Si, non sono cieco. Ma non vi dirò niente. Adiòs, chicos! >>
 "Devo acchiapparlo e convincerlo, è la nostra unica speranza  per uscire di qui."
 << Ehi! Dove vai, torna qui, non abbiamo finito con te! >>
Si lanciarono all'inseguimento con foga sempre crescente; avrebbero voluto uscire da quell'incubo che li aveva ingoiati il più in fretta possibile.
 
 
 
  
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