Capitolo 2
Ditemi che ne pensate, baci..
Pansy Parkinson abbandonò il contegno regale,
lasciandosi cadere sul grande letto della sua stanza. Aveva lanciato una bomba
ad orologeria dai possibili effetti devastanti!!
Fu un lampo d’immaginazione: la notizia sui primi
giornali e da lì, rimbalzando, di rotocalco in rotocalco..C’era pure qualche
possibilità di finire in un laconico trafiletto del Cavillo, di fianco ai
Nargilli Schiattosi!!
-Cosa diavolo mi è saltato in mente?!!- sbuffò
esasperata..Lo specchio stregato gracchiò un assonnato- Tempi duri in arrivo- e
si beccò un’ elegante cuscinata, rabbiosa.
Serviva un piano, efficace per giunta…Peccato che
quel piano prevedesse il consenso del diretto interessato, Harry James Potter,
alias il Prescelto.
Privet Drive sonnecchiava beata alle prime luci
dell’alba, i prati curati con identici, grigi vialetti e la stessa piccola
familiare..Blu o nera..Nessun colore sgargiante..Solo avvolgente anonimato.
In una stanza il ragazzo meno anonimo di tutto il
mondo magico gettò uno sguardo alla sveglia.
Si stiracchiò disinvolto. Era incredibilmente
bello, aveva accettato tutti quei compromessi che rendono socialmente “in”, a
partire dall’abbigliamento, per finire con lenti a contatto su quello sguardo
intenso di giada, fisico perfetto, abbronzato.
Un insistente picchiettare sul vetro della
finestra lo costrinse ad alzarsi…Una dozzina di gufi piovvero dall’esterno
portando legata una copia della Gazzetta del Profeta del giorno…
Temendo si trattasse di un attacco di Voldemort,
il nostro eroe ne afferrò al volo una per leggere…Che fosse uno
scherzo?Decisamente, quel demente di Ron doveva aver progettato tutto per
sollevarlo dall’uggia inquietante di quegli sgoccioli estivi…
Edvige tubò teneramente, appollaiandosi sulla sua
spalla…
Harry Potter sorrise, divertito e decise di non
rispondere a tutte quelle lettere…Se non aveva fatto male i conti, c’era
un’alta probabilità di avere a colazione la regina Slytherin!!
Eh sì, si prospettava una giornata interessante!!
******
Dudley Dursley
correva. L’attività fisica era parte essenziale della sua
dieta ferrea. Fu lui la prima visione che ebbe Pansy Parkinson
materializzandosi in quel lugubre quartiere babbano: una massa informe e
lardosa fasciata in una tuta da jogging bianca, col fiatone.
Spalancando gli occhi inorridita, lo chiamò- Ehi
tu!-
-Dici a me?- replicò con un vocione da orco e
un’aria stordita l’atleta in questione
-Sì, senti..Sto cercando Harry Potter, so che
abita da queste parti.Sai per caso dove?-
Il biondo strabuzzò gli occhi- A casa mia.E’ mio
cugino-
-Quindi, mi accompagni?- rise la mora
-Sicuro- fece spallucce, più collaborativo del
previsto
Le aprì la porta un omaccione ben piantato, con
baffoni brizzolati e una silouette da far invidia al figlio.
-Ciao pa’!- lo salutò Dudley presentandola con un
semplice- Lei cerca Harry-
Com’è che nessuno si mostrava minimamente
sorpreso?
-Sei una delle sua fan?- chiese Vernon Dursley,
sogghignando
-Prego?- chiese incredula
- Oh beh, ogni tanto arriva qualche sua spasimante
da…Dove arrivate voi e così pensavo..-
-No- Pansy scoppiò a ridere –Sono una
sua..conoscente..ecco-rimediò rapida
Da dietro lo zio, sbucò Harry Potter in persona,
perfetto, rilassato, sommamente divertito, con un vago sorriso di scherno
stampato sulle belle labbra.
-Mi cercavi, Parkinson?- si appoggiò allo stipite
della porta fissandola pacificamente
- Sì, Potter, giusto due parole- lo salutò
concisa- Non ho intenzione di trattenermi-
Lui rise- Penso che nella mia stanza avremo un po’
di privacy, sicura di non volere un assaggio di uova e bacon?-
Pansy lo fulminò con un’occhiataccia e lo seguì,
stranamente mansueta.
Potter si chiuse la porta alle spalle, lasciandosi
scivolare supino sul letto. Occhi negli occhi.
Lei si appoggiò all’anta dell’armadio, oscillando
su un piede e sull’altro poi prese posto al suo fianco,
controllandol’espressione del Gryffindor. ((Doveva. Essere.convincente))
- Quindi hai letto i giornali..Sei aggiornato
sulla rassegna stampa come dice Piton, eh?- lo provocò
-Beh..- si tirò a sedere con un ghigno da far
invidia a Malfoy- Non ero aggiornato sulla mia love story con te!-
D’accordo ,era chiaro che lui non volesse
semplificare le cose. L’aveva in pugno e lo sapeva.
Era necessaria una resa per evitare l’umiliazione
pubblica.
-Potter…Io, mi è sfuggito. Me lo ha estorto una
giornalista arrivista e senza scrupoli!- si lagnò
-Difficile credere che ti possa sfuggire
qualcosa…Dì pure che l’hai fatto per far rodere di gelosia il tuo bello!!- fece
una pausa per godersi l’effetto delle sue parole-Quindi dirai a tutti che te lo
sei inventato, nulla di grave, tra qualche anno non sarai più additata come mia
fidanzata!!- rise sfacciato e arrogante
-Questo non lo farò mai!-ululò la bella Slytherin,
sull’orlo dell’isteria
- Come vuoi-lui fece spallucce –Ci penserò io, ma
sono disposto ad ascoltare il discorso persuasivo che ti eri preparata!-
-Qual è il
tuo prezzo, Potter?- sbottò esasperata
Il Prescelto sorrise- Chi ti dice che io ne abbia
uno?-
-Altrimenti perché avresti accettato di parlarmi?-
replicò furba Pansy
-L’ho fatto per inerzia e noia!- sbadigliò lui-
Comunque devo ammettere che hai ragione, c’è un prezzo-
Rimasero un istante zitti, lei tesa come una corda
di violino, lui provocatorio e bello da far male ..
-Un mese, Parkinson- disse lui risoluto
-Spiegati- replicò lei soave
-Un mese durante il quale Hermione prenderà le tue
sembianze, un mese da Grifondoro Parkinson…-
Lei deglutì -Perché?-
-Tu ti salvi la faccia, noi spiamo Malfoy…-le
rispose senza mezzi termini –Sei disposta a tanto?-
La Slytherin annuì debolmente.
Fu un patto o anche l’inizio della fine…
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