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Autore: LeftEye    19/05/2013    32 recensioni
Parodia del primo libro della mirabolante saga "50 sfumature".
Dal cap. 1: "Mi lego i capelli – è risaputo che le ragazze sfigate ed insicure del proprio aspetto si legano sempre i capelli – sperando di avere ottenuto un bel look da appena scappata di casa, in modo da poter impietosire qualcuno, magari un affascinante miliardario superdotato.
Ah! Ecco perché ero davanti allo specchio, con tutto questo ciarlare me n'ero quasi scordata: devo fare un'intervista al posto di Kate, la mia coinquilina e migliore amica.
La adoro, lei è il mio modello di riferimento, la ammiro e la venero, soprattutto perché vivo a scrocco a casa sua."
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Bondage, Spoiler!
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Capitolo cinque
 
 
 
C'è un gran silenzio. La luce è smorzata. Sono comoda e calda, in questo letto. Mmh... aah... ooh.
Oh, merda – ora che mi sono ubriacata come una vera donnaccia, posso usare parolacce più brutte.
Sono nella suite di Christian Grey. Come ci sono arrivata?
Ora ricordo. L'alcol, “oh no, l'alcol!”, la telefonata, “oh no, la telefonata!”, la pipì, “oh no, la pipì!”, il vomito, “oh no, il vomito!”, il fazzoletto di stoffa, “ha ha, il fazzoletto di stoffa! Bambino dell'asilo!”
Mi vergogno da morire. Indosso la maglietta, il reggiseno e gli slip. Niente pantaloni.
“Evvai, forse Christian mi ha violentata mentre ero ubriaca! Che onore!”
Sul comodino ci sono un bicchiere di succo d'arancia e una pastiglia di antidolorifico. Quel maniaco del controllo pensa sempre a tutto! Che rompiscatole!
In realtà non ho bisogno di prendere l'antidolorifico: sono splendida e profumata come una rosa, com'è giusto che sia.
Il succo d'arancia è fresco e dissetante. Che strano. Probabilmente l'ha fatto Christian con le sue stesse mani, altrimenti non spiego il perché di questo sapore delizioso.
Lui entra nella stanza e – oddio: è stato ad allenarsi. Ha i pantaloni della tuta che gli...1 e il suo profumo di cane bagnato mi investe subito. Il sudore di Christian Grey. Uhm... Com'è sexy.
«Buongiorno» mi dice. «Come ti senti?»
«Non lo so. Sono stata programmata per provare solo brividi d'eccitazione in tua presenza e sbalzi d'umore improvvisi dovuti ad una pessima costruzione del mio personaggio, quindi non so come ci si sente dopo una sbronza. Come sono arrivata qui?»
«Su di un ippogrifo.»
«Davvero?» chiedo sbalordita, guardandolo con occhi e bocca spalancati.
«Certo» mi assicura lui. «È lui che mi ha detto dov'eri.»
«Non eri tenuto a rintracciarmi con le diavolerie alla Harry Potter che allevi per i tuoi clienti.»
«Primo, gli ippogrifi si trovano facilmente su Amazon e su eBay. Secondo, io non allevo bestie mitologiche ma produco cose che producono cose che... insomma, hai capito. Terzo, se non fossi venuto a prenderti, ti saresti svegliata nel letto di quel nigga del cui corteggiamento, proprio in quanto negro, non mi sembravi del tutto entusiasta.»
“Corteggiamento!” alzo gli occhi al cielo. Perché deve sempre usare questi paroloni antiquati e difficili? Non lo capisco. Orbene, non mi riesce di tener fermo un riso, in loco di favellar.
«Da qualche cronaca medievale sei fuggito? Sembri un cavalier cortese.»
«Fossi in te, mi sarei paragonato ad uno Jedi. Il lettore medio pensa che il cavalier cortese fosse un cavaliere molto educato.»
«Perché, non è così?»
«Lascia stare. Hai mangiato ieri sera?»
Faccio segno di no con la testa. Lui cambia umore improvvisamente: contrae le mascelle, inizia a farsi verde e grosso, sempre più grosso, fino a trasformarsi in un'orribile mostro rabbioso.
«NON. HAI. MANGIATO?!» ruggisce facendo tremare le pareti della stanza. «Devi mangiare!»
«Intendi continuare a rimproverarmi?» gli chiedo spaventata.
«Perché, ti sto rimproverando?»
«Beh, sei diventato tutto verde e ti sei messo ad urlare battendoti il petto con i pugni...»
«Sei fortunata che mi limito a questo» commenta riprendendo le sue normali sembianze.
«Che intendi dire?»
«Beh, di solito quando divento di questo colore, mangio le persone. Ma se tu fossi mia, non potresti sederti per una settimana dopo la bravata di ieri sera. Hai messo in pericolo la tua vita!» esclama in tono tragico.
I suoi occhi si fanno lucidi, le pareti scompaiono, sostituite da uno sfondo celeste con un pattern di rose rosse e kanji giapponesi. Un vento leggero gli scompiglia i capelli e lui sospira, guardando verso l'orizzonte con un'espressione di disperato dolore2.
«Odio pensare a cosa ti sarebbe potuto succedere.»
Mi cede il suo posto davanti allo sfondo cartonato, così posso esprimere più liberamente i miei pensieri tristi tristi: “Perché se la prende tanto? Se fossi sua... beh, non lo sono, quindi a lui che importa?”
Un pensiero si fa strada nell'irritazione che provo per le sue parole severe. L'imprevidibilità del mio subconscio mi fa arrossire: l'idea di essere sua lo colma di gioia... la sua felicità è incontenibile3.
Il mio subconscio saltella e squittisce per la gioia!
«Vado a farmi una doccia. A meno che non voglia farla prima tu.»
Mi manca il respiro, entro in tachicardia. Lui sorride e mi sfiora la guancia con un dito.
«Respira, Anastasia. Non ho detto niente di che, ma ho come l'impressione che tu ti ecciteresti anche se pronunciassi una sequenza di parole a caso. Ad ogni modo, sarà meglio che tu vada da un medico per risolvere questo problema dell'apnea diurna: non voglio passare tutte le seicento pagine a doverti ricordare di respirare!»
«Credo che andrò a fare una doccia» mormoro.
«Sarebbe il caso. Perché al contrario di quanto pensi, non profumi di rose.»
Mi porge una borsa con degli abiti puliti che ha fatto comprare da Taylor, e io mi rintano in bagno per una scena topica di me che rifletto sotto la doccia.
Christian ha detto che gli piace che le sue donne siano coscienti. O meglio, lo ha detto nel romanzo, ma non in questa parodia, perché era una scena noiosa ed è stata tagliata. Ma la cosa mi fa riflettere.
Significa che forse Mr. Grey non è asessuato.
Ma con me non ci ha provato, a differenza di Personaggio A Caso e José. Com'è possibile che l'intero universo maschile mi voglia mettere a pecorina, tranne lui? E soprattutto, che cosa intende esattamente con “coscienti”?
Non è normale. Se non ci prova con me, dev'essere indubbiamente asessuato.
“Ehm ehm” fa capolino una vocina dentro di me. “Seriamente, Ana? Quanti casi di uomini asessuati conosci? Forse, ma dico forse, non gli interessi. O forse, ma è sempre un'ipotesi, gli faceva schifo toccarti mentre eri inzaccherata di vomito.”
La ignoro.
L'acqua calda, che notoriamente è un potentissimo eccitante, mi fa fare strani pensieri.
Accenno di una prima scena velatamente erotica. Anastasia si mette la mano sulla patonza, probabilmente per la prima volta in vita sua – del resto, in America non c'è il bidet.
«Guarda che così diventi cieca» Christian bussa alla porta, spaventandomi. «La colazione è pronta.»
Mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e uno intorno alla testa, in stile Carmen Miranda.
Ahi! Qualcuno mi ha tirato una banana addosso. Mi volto, e vedo Carmen Miranda in persona, nel bagno insieme a me.
«Non osare paragonarti a me, stupida oca!» esclama, e poi se ne va canticchiando Chica chica boom chic.
Guardo dentro la borsa che Christian mi ha dato, e... ooh! Aah! La parte più eccitante di tutto il romanzo: abiti di firma gratis!
Posso immaginare cosa staranno facendo le lettrici a questo punto della storia: hanno distolto lo sguardo dal libro per lanciare un'occhiata di rimprovero ai propri partner e commentare acidamente “Lui le regala valanghe di vestiti di firma! Perché non sei come lui?!”
“Perché sono in cassa integrazione” risponderanno molti di questi orridi uomini comuni.
“Uff! Non hai un briciolo di romanticismo!” rimbeccheranno le lettrici, prima di immergersi di nuovo in fantasie sconclusionate e sperare di trovare un uomo che le malmeni MA le riempia di regali costosi.
Io, nel frattempo, le compatisco ed indosso il mio nuovo completo intimo di raffinata fattura europea (il che significa che potrebbe essere made in Italy, ma anche made in Bulgaria. Non lo so: sono americana e per me l'Europa è uno stato!).
Raggiungo Christian in sala da pranzo. Mi guarda imperiosamente e mi ordina di sedermi e servirmi dalla tavola imbandita.
Io opto solo per pancake con sciroppo d'acero, uova, pancetta, cereali, fette di pane tostato, una cipolla cruda.
«Non hai fame?»
«Non molta» confesso.
«Dovresti mangiare di più.»
«Si può sapere perché mi stai facendo tutti questi regali? I libri, i vestiti...»
«Perché il giorno in cui sei inciampata e io ti ho presa tra le braccia, il tuo sguardo sembrava volermi dire “Trombami, trombami, Christian!”, ma ho pensato fosse da cafoni farlo subito. Così, come ogni uomo pieno di soldi, ho deciso di comprarti affinché tu non abbia la sensazione di averla data via per niente. Non solo: pronuncerò una frase che avrà su di te l'effetto di desiderarmi ancora di più. Sei pronta? Ebbene... Anastasia, dovresti stare alla larga da me. Ma in te c'è qualcosa per cui non riesco a starti lontano.»
Ooooh! Quest'uomo sì che ci sa fare!
Ci guardiamo nelle palle degli occhi, con intensità, per circa dieci minuti.
«E così, non sei asessuato?» chiedo infine.
«Anastasia, non esistono le persone asessuate. O se esistono, sono una su cento4. Fattene una ragione.»
«No, guarda che ti sbagli! Io ho conosciuto un sacco di persone asessuate: i miei professori dell'università, il farmacista, il postino, il cassiere del supermercato, il giornalaio, il fornaio, il dottore, il bidello della mia facoltà... e tutti i ragazzi del mio corso di laurea! Ce ne sono molti più di quanto credi!»
«Va bene, hai ragione tu. Senti, che progetti hai per il week end?»
«Devo preparare le valigie, io e Kate la settimana prossima ci trasferiamo a Seattle.»
«Davvero? E che lavoro farai, una volta là?»
«Ha ha! Non sapevo avessi uno spiccato senso dell'umorismo! No, sul serio, ti aspetti che io lavori?»
«Certo, almeno fino a quando non ti chiederò di sposarmi. Così non farai la figura di quella che si fa mantenere dal proprio uomo e ti daremo quel pizzico di falsa indipendenza che ci aiuterà a far tacere le femministe.»
«Capito. Beh, potrei fare domanda per uno stage.»
«Potresti presentarla anche alla mia azienda. Tanto, stupida come sei, chi vuoi ti assuma, se non l'uomo che ti sgnaccheri?»
«Non sottovalutare il potere della patata: posso darla a te, ma nel frattempo posso anche farla annusare ad un altro datore di lavoro. Non sono sveglia, non so usare un computer e ho una laurea in lettere, ma sono gnocca, non dimenticarlo!»
«Mi prendi in giro, Miss Steele?» Piega la testa di lato, come un pollo. Mi sembra divertito, ma non ne sono sicura: non ho grandi capacità ermeneutiche.
«Vorrei essere io a mordere quel labbro» mormora con voce roca.
Rimango di sasso, del tutto inconsapevole del fatto che mi stavo mordendo il labbro inferiore. Credo che sia la cosa più erotica che mi abbia detto, dopo “Io sono Christian Dior”. Da ora in poi, mi morderò il labbro molto spesso. Molto. Moltissimo.
«Perché non lo fai?» gli dico con un tono da verginella zoccola.
«Perché non ho intenzione di toccarti fino a quando non avrò il tuo consenso scritto e bollato, inviato con raccomandata con ricevuta di ritorno.»
«Eh?»
«Te ne parlerò stasera a cena. Un po' di suspance ci vuole sempre.»
Socchiude gli occhi – dev'essere un po' presbite – e prende un oggetto misterioso, piccolo e nero e pieno di pulsantini. Ne preme uno a dalla scatolina magica esce una voce umana.
«Taylor?» dice Christian. «Mi serve Como Torino5
“Como Torino! Chi sarà?”
«Da  Portland, per le venti e trenta. Tutta la notte.»
“Tutta la notte!!”
«Sì, a disposizione domattina. Piloto io da Portland a Seattle.»
“Piloto??”
«Sostituto pilota dalle ventidue e trenta.»
“Ventidue e trenta!!”
«Credi ci saranno perturbazioni?»
“Perturbazioni??”
«Fai in modo che ci sia sufficiente carburante.»
“Carburante!!”
«Ma poi sei andato da quel barbiere che ti ho consigliato?»
“Barbiere??”
«Gli hai detto che ti mandavo io? Ti ha fatto lo sconto?»
“Sconto!!”
«Va bene. A dopo.»
“Dopo?? Cos'ha in serbo per me quest'uomo misterioso e imprevedibile?”
«Le persone fanno sempre quello che dici?» gli chiedo, affascinata dalla sua capacità di persuasione.
«Beh, sì, sono i miei dipendenti... Hanno firmato un contratto, gli pago pure la quattordicesima...»
Sono ancora più affascinata: è un uomo che sa tenere le redini del comando con la sua sola personalità.
«E se non lavorano per te?»
«Chiedo per favore. Su, finisci di mangiare. Mangiacheèbuono, mangiacheèbuono!»
Si alza dal tavolo e si avvicina a me con n imbuto in mano.
«Va bene, ora mangio!»
«Prava pampina. Ti porterò a casa quando ti sarai asciugata i capelli. Non voglio che ti ammali.»
Nelle sue parole c'è una specie di promessa inespressa. Cosa avrà voluto dire? Sono confusa, tanto per cambiare.
«Ma tu dove hai dormito stanotte?»
«Nel mio letto. Ho fatto sestordicimila chilometri per venirti a salvare, ti tenuto la testa mentre vomitavi, ho ascoltato i tuoi deliri – hai la sbornia piagnona, lo sai? - ti ho portata qui, ti ho messa  a letto, ti ho comprato abiti puliti... cosa dovevo fare, prendere un'altra stanza? Hai idea di quanto sia caro quest'hotel? Credo di essere stato fin troppo galantuomo!»
Quest'uomo è un mistero per me. Se penso che ho dormito nello stesso letto con Christian Grey e non ho potuto vederlo addormentato e vulnerabile, con la bavetta all'angolo della bocca, mi prenderei a schiaffi. Ma se tutto va secondo i miei piani di verginella orditrice, stanotte sarà la notte in cui mi assicurerò un futuro da nababba.
Mi asciugo i capelli, poi mi accorgo di avere un alito da cadavere putrefatto.
Noto lo spazzolino di Christian.
Mh...
Sarebbe come averlo nella mia bocca.
Mmmmmmhhh...
Lo afferro di soppiatto e compio uno dei crimini più efferati della storia. Tocco le setole, sono umide: sono eccitate per essere entrate nella bocca di Christian.
In un lampo ci strizzo sopra il dentifricio e mi spazzolo i denti alla velocità della luce, sfregando da destra a sinistra e non in alto e in basso, come dicono i dentisti, perché io sono una bambina disobbediente. È un brivido delizioso. Mh...
Quando esco dal bagno, Christian è al telefono con Gino Strada, parla per due minuti di viaggi della speranza per far arrivare cibo e farmaci in Nigerambiatanawidan, giusto per ricordarci che lui lotta costantemente per rendere il mondo un posto migliore, poi riattacca e usciamo dalla stanza.
Una volta entrati in ascensore, fa passare trenta secondi, in modo da accrescere la tensione, poi mi salta addosso, mi schiaccia le guanciotte tra le mani e mi infila la lingua in bocca. Che bello essere finalmente assalita come si deve da un uomo, non come Juan che mi ha lanciato per anni segnali di interesse nei miei confronti (segnali che ho volutamente fatto finta di non cogliere) prima di tentare di baciarmi!
Non sono mai stata baciata così. Le nostre lingue guizzano, danzano, saltellano, si sferzano, si punzecchiano con frecciatine acide sulle loro papille gustative, lottano e poi si chiedono scusa, si attorcigliano, guerreggiano e di nuovo fanno la pace, fanno shake-shake-shake, e infine si siedono sul divano a guardare Real Time.
«Tu. Sei. Così. Dolce» mormora Christian scandendo ogni parola come forse neanche un bambino dislessico farebbe.
L'ascensore si ferma e lui si stacca da me proprio nell'istante in cui le porte si aprono e tre uomini entrano nella cabina. Il mio cuore è a mille, mi sembra di aver fatto una corsa in salita. Vorrei chinarmi e appoggiare le mani sulle ginocchia... ma sarebbe troppo banale.
Sì, anche come metafora è molto banale.
Lo guardo, e lui sembra così calmo e distaccato.
Metto il broncio, indispettita: “Non è giusto”, penso. “Perché mo' non mi si fila più? Possibile che la mia presenza non gli faccia alcun effetto?”
Lui mi guarda con la coda dell'occhio e sospira.
A-ha! Allora gli faccio effetto, eccome: quando mi è saltato addosso non è stato sufficientemente diretto da permettermi di capirlo.
Il mio subconscio/vocina viene promosso a Dea Interiore, che fa il suo ingresso nel mio cranio vuoto con un rullo di tamburi e un tappeto rosso che si srotola giù dalle scale. Sì, ci sono delle scale nella mia testa: c'era così tanto spazio che l'ho fatta pure soppalcare e arredare da Paola Marella.
Vem Magalenha rojão, traz a lenha pro fogão, vem fazer armação.
Hoje é um dia de sol, alegria de coió, é curtir o verão.

Te te te te te te
te te te te te te
te te te te te te

Vem Magalenha rojão, traz a senha pro fogão.. te te te coração.
Hoje é um dia de sol, alegria de xodó, meu dever de
verão6.
La mia Dea Interiore balla la samba.
Sì, proprio così. Cosa c'è di strano? Tutti abbiamo un omino nel cervello che balla latinoamericano, pure Pasquale del GF3 ce l'aveva!
«Ti sei lavata i denti» mi dice Christian. «Avrei preferito non l'avessi fatto.»
«Ho usato il tuo spazzolino» confesso in tono birichino.
Lui si volta verso di me, e mi guarda disgustato.
«Ma che schifo! Ma non lo sai che lo spazzolino è l'oggetto più pieno di batteri che esista sulla faccia della Terra? Non puoi usare lo spazzolino di un'altra persona: è un oggetto per-so-na-le! Ma che diavolo ti è saltato in mente?! Ora dovrò comprarmene uno nuovo, ma sai quanto ho faticato per trovare lo spazzolino con Winnie The Pooh?» Fa una pausa e rabbrividisce. «Dio, che schifo! E io ti ho pure baciata! Era meglio davvero, se non ti lavavi i denti! Io credevo di avere qualche problema, ma tu sei una pervertita di merda!» Fa un'altra pausa, e riacquista il suo autocontrollo. «Oh, Anastasia Steele, cosa devo fare con te?»
 
 
 

 
Note:
1) Basta. Non ce la faccio più. Siamo solo al quinto capitolo, ma mi rifiuto di ripetere ancora una volta che i pantaloni di C. G. gli cadono sui fianchi in modo sensuale. Ne va della mia salute mentale.
2) Ma solo io immagino Mr Grey come Tamaki di Host Club??
3) Come nel testo.
4) Davvero. Lo dice Wikipedia. Comunque dai, che cazzata è? Uno non ti sbava dietro e allora è asessuato?! Fortuna che Anastasia dovrebbe essere una insicura di sé!
5) Allora, molti mi avranno già sentito blaterare con particolare enfasi riguardo a questa cosa, ma lo ripeto e lo ripeterò all'infinito: chiamare un elicottero “Charlie Tango” è una cagata assurda! Per chi non lo sapesse: in inglese, quando bisogna fare lo spelling al telefono, per non avere alcun margine di errore, si usano delle parole che iniziano per quella determinata lettera: alpha, bravo, charlie, delta, echo, foxtrot... tango. Esattamente come quando noi, facendo lo spelling, usiamo nomi di città: Ancona, Bari, Como, Domodossola... Insomma, Christian, dall'alto della sua umiltà, ha chiamato il suo elicottero con le iniziali del proprio nome... ma allora dimmi “C.T”, non Charlie Tango, porca vacca!! A me sembra una cagata, e mi impunto su questa cosa ù____ù E poi Anastasia che dice “chi sarà questo Charlie Tango?”... ma secondo te può esistere davvero una persona che si chiama così?!
6) Testo della canzone Ey Macalena (ascoltatela, è bellissima!!)
 
   
 
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