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Autore: Alessia27    20/05/2013    3 recensioni
Salveee a tutti popolo di EFP! Oggi introdurrò la mia prima fanfiction! (anche se in realtà non è proprio oggi, visto che l'avevo già pubblicata da quel dì, ma l'introduzione mi faceva ribrezzo e volevo cambiarla u.u) Ma...Bando alle ciance e ciancio alle bande! Vai con la trama!
Zoè, una ragazza sedicenne ebbe uno spiacevole incidente nel suo luogo d'origine, Londra, e quindi costretta a trasferirsi da sua zia a Parigi. Si iscriverà ad un nuovo liceo: Il Dolce Amoris. E da lì la sua vita cambierà radicalmente col passare degli eventi... Ma questo lo dovrete scoprire voi miei cari lettori!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma ciao ragazzuole/i! Com'è? Tutto bene?
...Okok, scusatemi per l'inutile attesa (se c'è stata) la settimana scorsa!! Ma... ecco ci credete che un velociraptor mi chiedeva di fargli compagnia in una serata tra dinosauri e zombie :D?
Sinceramente non ci credo nemmeno io... 
Allora, in realtà ho avuto qualche problema tecnico/personale con la mia correttrice personale! Ovvero, la persona che mi aiuta a riscrivere meglio le mie idee per la storia u.u e che... apparirà a fine chappy nella'angolino dell'autrice, così avrete l'onore di conoscerla!
Vabbè bando alle ciance e buona lettura! 


                                                                                                    SUDORE, QUADERNO, BICOLORE (?)


Mi trovavo un una landa desolata, completamente desertica. I cocenti raggi del sole mi puntavano contro e l’afa non faceva altro che togliermi il fiato. Ero sudata, no!, bagnata fino ai calzini, e probabilmente avevo anche inumidito la custodia della chitarra praticamente incollata alla mia maglietta. La felpa era stata buttata di malo modo nella borsa. Io freddolosa? continuavo a pensare. Almeno non con 40 gradi all’ombra! O forse anche 50! Mi ero forse spostata nell’atmosfera di Marte senza essermene accorta? Avrei ucciso gli alieni che avevano deciso di trasferirmi con le mie stesse mani non appena li avessi trovati. Controllai la bottiglietta dentro alla sacca. La rovesciai e l’ultima, piccolissima goccia cadde a terra inesorabilmente. Nothing, niente, nada, nisba. [-Dalla serie: Comprate l’acqua extracomunitaria! È disponibile in tutte le lingue! :D- Nd.me –Era pessima.- Nd.Zoè]
-Al diavolo la determinazione!- sbottai ripensando alla conversazione di pochi attimi fa con il biondo. Io, in quella scuola, non sarei resistita cinque minuti! Sarei morta lì per disidratazione…
…Ok ok. Forse il caldo mi aveva dato alla testa. Sarebbe meglio scendere da Marte e tornare alla nostra cara e fin troppo romantica Parigi e il suo pericolosamente candido e roseo liceo! [-Notare il “pericolosamente” u.u-Nd.me]
Era da poco suonata la campanella della prima ora e stava iniziando la seconda. Il mio sistema percettivo e sensoriale era completamente fuso a causa del clima e ciò spiega il mio (evidente!) inverosimile discorso iniziale. Cosa potevo farci se ero abituata al mio gelido e nebbioso clima londinese con i suoi meravigliosi fiocchi di neve a Novembre? Eppure l’edificio dei dormitori non era poi così lontano! Che fossi diventata, con il trasloco, una ragazza con manie di gigantismo? Cosa c’era nell’aria francese oltre all’odore di formaggio e croissant? Cercai di darmi una svegliata e camminai…
E camminai…
E continuai a camminare… [-Io già dal secondo sarei già stanca D:-Nd.me – C’è un’enorme differenza tra me e te, tienilo a mente!-Nd.Zoè]
E a camminai ancora…
Erano passate ore da quando ero entrata, vero? Non lo sapevo più con sicurezza. Feci ancora qualche metro, quando mi sentii tirare ed udii un fruscio di foglie.
Lentamente mi voltai.
Cercai di non notare alcune studentesse passanti lì vicino che ridacchiavano cercando di non farsi sentire. Sfortunatamente il mio udito era piuttosto sviluppato, essendo io una musicista. Sfortunatamente, infatti. [-Waaa anche io ho il tuo stesso problema! Infatti “qualcuno”, tutti i santi giorni invece che parlare come una persona civile, urla.-Nd.me]
La mia ingombrante tracolla si era impigliata in un ramo di un cespuglio senza che me ne accorgessi. Per essere precisi, la sua cinghia si era impigliata in un maledettissimo rametto piuttosto resistente e avevo già per metà sradicato la povera ed innocente piantina ormai completamente avvinghiata a me.
Da lì, inizio la mia lotta contro esso.
In ordine, i fatti si erano svolti in questo modo: l’utilizzo delle buone maniere.
Utilizzai sia mani che, tempo dopo e con l’arrivo di altre risatine divertite, denti per cercare in qualche modo di staccarmi l’erbaccia di dosso.
Purtroppo, e ripeto purtroppo, la mia pazienza aveva un limite. E più la mia rabbia saliva, per calcolo inversamente proporzionale, la cinghia si stringeva ancora di più.
Dopo il primo round bisognava usare l’artiglieria pesante: l’utilizzo delle cattive maniere.
Tentai di tirare con tutte le mie forze, cercando di spezzare o sradicare quel coso che ormai non si poteva più definire ramo. Ma sembrava che niente valesse. Insomma, non poteva essere così resistente! Avrei dovuto chiedere spiegazioni al giardiniere riguardanti le sue care foglioline mutanti!
Probabilmente la mia faccia era diventata molto simile a quella di una pazza omicida, senonché non esistesse una pena legale per l’uccisione di una pianta innocua. Apparentemente innocua, vostro onore!
Ah…se fossi stata Ciclope*, sarei riuscita ad incenerirla in men che non si dica soltanto guardandola!
Dopo pochi minuti, che a me sembrarono secoli, mi arresi e mi accasciai al suolo in ginocchio.
Ripresa dal mio avvilimento mi guardai intorno per assicurarmi di non essere osservata da troppi occhi indiscreti, ma per mia fortuna la campanella aveva distratto la maggior parte degli spettatori della prima battaglia, ahimè persa. Sospirai sconfitta, quando notai un piccolo quaderno nero vicino al mio campo di battaglia, leggermente coperta da foglie che durante la lotta erano state scostate leggermente.
Riuscii a sporgermi per prenderlo e… tack! Magicamente mi liberai (o meglio, sradicai totalmente) quel fo…rmidabile ramo che mi aveva dato del filo da torcere.
[-Nel vero senso della parola lol! xD-Nd.me -Shut up!-NdZoè]
Sospirai. In quel momento mi venivano solo due cose in mente: o quello che avevo trovato era un quaderno magico che esaudiva i desideri al solo sfogliarlo o sarebbe bastato semplicemente spostarsi in avanti invece di tirare con forza e cercare stratagemmi logici degni da rivale di Leonardo Da Vinci come una deficiente.
Per ovvi motivi optai per la seconda, ma desiderai ardentemente fosse stata la prima per evitare di darmi (come ormai mi era capitato troppo spesso in quella mattinata) della demente da sola.
-Ma sì, dai! A tutti può succedere il primo giorno di scuola di perdersi in una città totalmente sconosciuta, arrivare con 40 minuti di ritardo, cercare il dormitorio grondando sudore come una fontana, intripparsi in un tronchetto malefico, non riuscire a liberarsi e accorgersi che in realtà bastava una semplice mossa!- dichiarai ironica.
Decisamente, come primo giorno di scuola era stato un disastro.
E avevo ancora molte ore davanti a me…
Cercai di metterci una pietra sopra ed esaminai meglio ciò che avevo appena scovato. Era un piccolo taccuino, anche se guardandolo meglio sarebbe potuto sembrare benissimo un diario, nero e lucido. Sulla copertina non c’era nessuna scritta, né tantomeno il nome del proprietario. Non sapendo bene cosa fare, decisi di aprirlo. Ma un attimo dopo mi bloccai di colpo.
Mi guardai con circospezione in giro. [-Tanto ormai essere osservati e un’optional ò.ò-Nd.me]
Se lo apro ora e non riesco a trovare il nome, mi ritroverei a sfogliarlo senza ritegno, leggendo gli affari del proprietario senza il suo permesso. E se nel mentre lui arriva che faccio?
Cosa fare, era la mia priorità.
Riflettei un attimo e scrollando le spalle  decisi di aprirlo. Ma solo quando fossi arrivata a destinazione. Mi rialzai e continuai il mio cammino tenendolo stretto in mano, fissandolo insistentemente, come se il nome fosse potuto apparire da un momento all’altro. Lo alzai all’altezza del viso e continuai a fissarlo insistentemente, senza fermarmi.
Razza di demonio in carta, perché dovevo essere io a trovarti? Non potevo lasciarti dov’eri?
Non guardai la strada -errore grave- e quasi senza accorgermene sentii qualcosa colpirmi violentemente e mi ritrovai col sedere a terra. Non vi immaginereste il dolore! Povero osso sacro!
-Oh, scusami non ti ho vista! Ero sovrappensiero, tutto bene?-
Non alzai immediatamente lo sguardo, ma dalla voce riconobbi il tono profondo di un ragazzo.
Tutto bene? Mi vieni addosso alla velocità di centoventi kilometri all’ora e credi che non mi sia fatta niente? No, che non va tutto bene! L’osso sacro è uno degli ossi più sensibili del corpo! [-Sono d’accordo!... Mi fa ancora male il fondoschiena dopo la caduta di due giorni fa sigh…- Nd.me]
Mentalmente tralasciai il fatto che nemmeno io stavo guardando la strada -diario diabolico- e mi preparai a rispondergli per le rime, finché non alzai lo sguardo.
Davanti a me avevo un ragazzo dai lineamenti puliti e perfetti, di poco più alto di me, dai capelli di un colore particolarissimo, quasi argentei dai ciuffi ribelli neri che incorniciavano perfettamente il viso. E spettacolari occhi bicolore. Era difficile descrivere la sensazioni di essere fissati da quelle curiose pietre preziose, perché era proprio quello che sembravano: un preziosissimo smeraldo e una delicatissima ambra. Cercai di non fissare troppo quelle due magnetiche iridi e notai i suoi vestiti.
Di certo non era un ragazzo comune…
Panciotto acquamarina e giacca rinascimentale nera sopra ad una camicia immacolata. Sembrava un baronetto dell’800!
Solo dopo mi accorsi che mi stava tendendo la mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi disincantai, ricomponendomi leggermente e la presi.
-Ah… fa niente, stai tranquillo. Anche io in realtà ero distratta.- dissi togliendomi un po’ di polvere dai pantaloni – Stavo cercando di capire di chi fosse questo diario e non prestavo attenz…-
-È mio! Lo avevo perso io! Dov’era? Deve essermi caduto mentre andavo in classe! Non l’avrai mica letto?- mi chiese a bruciapelo, riprendendoselo senza troppi complimenti.
Rimasi sbigottita per un attimo. Dov’era finita la galanteria di poco prima?
-Ehi ehi! Calmati! Non sparare domande a raffica, non sono mica Cleverbot*! Non ho letto niente, l’ho solo trovato tra un cespuglio.-
Sperai che non mi chiedesse come avevo fatto a trovarlo in un cespuglio.
Si accorse di essere stato troppo brusco e cercò di ricomporsi.
-Scusami tanto, non volevo essere maleducato. Questo diario è molto importante per me. Non so cosa farei se lo perdessi di nuovo! –
Ti prego, dimmi che non ci sono segreti da ragazzina dentro! E che lui non è gay!
Ma davanti alla sua faccia spaventata solo a quell’idea, mi sentii più gentile.
Ma di incertezze sulla sua sessualità ne avevo ancora…
-Ah…lascia stare. Anche io ho una quaderno dove scrivo e compongo canzoni e mi sentirei anche io persa senza quello!-
-Davvero? Che coincidenza! Anche io scrivo canzoni!- [-Da dove arrivano tutti questi anche io?! ò.ò- Nd.me –Sei tu quella che scrive, dovresti saperlo tu e non io genio!-Nd.Zoè]
Un sorriso abbagliante mi investì, uno di quelli innocenti che fanno i bambini dopo aver scartato un regalo, solo molto più luminoso. Sapete quelle pubblicità sui dentifrici, quelle dove l’attore abbaglia la telecamera con un sorriso ben fatto dal computer? Avevo davanti la prova che poteva succedere davvero! Ed pensai che fosse una cosa normale rimanerne abbagliati.
-Davvero splendido…- mormorai assente.
-Come scusa?- mi chiese inarcando un sopracciglio confuso.
-N-niente!- balbettai imbarazzata -Ah, e comunque mi fa piacere trovare un altro appassionato di musica! Io sono Zoè Park! Sono appena arrivata!-
Come se non si potesse notare…
-Molto piacere, Zoè! Io sono Lysandre.- disse cordialmente.
Poi fece una cosa che mai mi sarei immaginata. Mi prese la mano e la baciò.
Rimasi leggermente confusa da quel delicato contatto. Mi sentii… leggera, come dopo quel suo sorriso. Le guance mi si imporporarono.
“Come farebbe un vero gentiluomo…” pensai assorta.
Poi, dopo l’attimo di confusione, riacquistai la lucidità e divenni quasi viola in volto.
No, aspetta! Mi ha davvero baciato la mano?! Oltre che i vestiti, anche la sua mente era ottocentesca o cosa?!
Come facevo sempre nei momenti di estremo panico, mi coprii leggermente il viso con il ciuffo ramato.
-I-Il piacere è tutto mio, Lysandre.- balbettai ancora.
L’atmosfera creatasi fu rotta dal suono della campanella e dall’imminente arrivo dei ragazzi della scuola. Fu una delle poche volte che ringraziai il suono della campanella per avermi salvato! [-Tutte scuse! Ammettilo che volevi stare ancora un po’ con lui u.u- Nd.me]
Lysandre si scostò da me e all’arrivo degli alunni, lo vidi cercare qualcuno con lo sguardo. Involontariamente mi girai anche io, ma venni distratta proprio da lui.
-Beh, adesso devo proprio andare, Zoè. Spero di rivederti presto!- disse pacato.
Senza sapere perché misi una mano in tasca e l’altra ad aggiustare i capelli.
-Oh certo! Anche io dovrei andare.- risposi accennando un sorriso timido.
-Allora a presto!- esclamò allontanandosi.
-Ciao!-
E velocemente tornai sulla strada dei dormitori.
Ok, quella era stata assolutamente la giornata più strana della mia vita! Dopo l’impresa per trovare la scuola riuscii a conoscere ben due bei ragazzi, uno più strano dell’altro! Anche se in fondo Lysandre sembrava un tipo apposto! Strano…ma apposto.
Sentii che saremmo andati d’accordo insieme. A patto che non avrebbe più provato il baciamano!
 
E finalmente dopo tante peripezie e struggimenti, riuscii ad arrivare alla mia nuova “casa”. Salii le scale del palazzo roseo (sì, indovinate il colore delle pareti?) il più velocemente possibile e dopo essermi persa un paio di volte per i corridoi -quel giorno il mio senso dell’orientamento non voleva collaborare- riuscii a trovare la stanza 74. Presi un profondo respiro e mi preparai a conoscere quelle che sarebbero state le mie compagne di stanza. Bussai e la porta si aprì.
Nella stanza non c’era nessuno e questo mi diede il coraggio per entrare. Tutto sommato non era troppo terribile. Comprendeva tre letti, dei quali uno singolo vicino alla finestra, ed uno a castello dall’altra parte della stanza. Un’enorme scrivania era attaccata al muro ed al centro svettava un piccolo tavolo in vetro e un bel divano color sabbia. Infine osservai le pareti: albicocca.
Sempre meglio del rosa.
non andai a vedere l’altra stanza e il bagno, ero decisamente troppo sfinita. Posai accuratamente la chitarra vicino alla scrivania e buttai letteralmente la borsa per terra. Non aspettavo altro che lanciarmi sul letto. Mi catapultai sul materasso e chiusi gli occhi.
-Allora, analizziamo la situazione: ho vagato per una città sconosciuta perdendomi più volte per poi trovare la scuola dopo poco meno di un ora, ho incontrato un delegato quasi della mia età splendido. Il classico ragazzo biondo, gentile e disponibile con tutti, ma… troppo serio per i miei gusti. Poi, mi è parso di camminare per ore in un’area di circa trecento metri e ho superato difficili ostacoli. Ho trovato un quaderno e mi sono scontrata con il suo proprietario, anch’esso splendido, tralasciando i suoi modi rinascimentali, che scrive canzoni. Poi dopo tutto questo sono riuscita ad arrivare qui. Punteggio della giornata: 1430 punti. Nuovo record! Ho diritto al premio speciale del gioco! Manca qualcosa?-
Mi rilassai e cedetti alla stanchezza, ma non mi addormentai. Non volevo semplicemente muovere un solo muscolo. Purtroppo però dovevo ancora cercare qualcuno che mi mostrasse la scuola. Scontenta, mi alzai, balbettando frasi incomprensibili del tipo: prima inizio, prima potrò iniziare a dormire.
Cercai di darmi una svegliata e mi diressi verso la porta, non prima però di fare qualcosa di alquanto inusuale. Feci retro marcia, presi la chitarra e la nascosi sotto il letto.
Paranoie maniacali? Probabilmente. Ma avrei preferito tenerla al sicuro e nascosta. Prevenire è meglio che curare! Ero una diffidente di natura. [-E c’è da vantarsene? è.è- Nd.me] E finalmente uscii.


*Cicolpe: Ovviamente quello dell'odisse... err... X-man!
*Cleverbot: Quell'odioso ,e allo stesso tempo amatissimo dai forever alone come me, bot con cui si chatta in momenti di noia e che risponde a qualsiasi domanda tu gli faccia con risposte insensante. Se lo volete conoscere, basta scrivere Cleverbot su google e scegliere il primo risultato (credo) xD

Angolo dell'autrice:

-Buongiornoooo!
Z: - Guarda che hai impostato la fic alle sei di pomeriggio.
-Ah... Buonaseraaa!
Z:- Molto meglio.
- Grazie!... No aspetta! Da quand'è che mi dai ordini?!
???:- Probabilmente da quando l'hai creata.
- Oh giusto!... C-celebi! Cosa ci fai qui?!
Z:- Ale, cosa cavolo è questo affarino rosa che ci vola accanto?!
C: Questo affarino rosa ha un nome mia cara.
Z: Autrice da strapazzo! Hai inserito un mostriciattolo nella storia  per rendermi la vita più complicata?!
C: A chi hai dato del mostriciattolo?!
*Celebi rincorre Zoè lanciandole solarraggio*
-*sconcertata* Momento, momento, momento, momento, momento... se Celebi è qui, allora vuol dire che...
???: Aaaaaaaaaaaaaallllllllll!!!!!!!!
*qualcosa cade addosso all'autrice, stendendola*
*Celebi e Zoè si fermano*
Z:- Cosa diavolo è caduto?!
C:- Non penso tu voglia saperlo...
???:- Buongiorno( sottinteso in "buonasera") mi chiamo Piplette, ho ? anni e sono un'alcolista anonima. Ogni mattina mi bevo mezzo litro di vodka nel latte; a merenda ho una bella bottiglia di ginger; a pranzo grappetta e lambrusco e...
C:- E non ho capito come faccia il tuo fegato a funzionare ancora...
*la sconosciuta si gira*
P:- C-c-c-c-celebi?!?!! Che cavolo ci fai tu qui?!?!
C:- Ma che domande! Ti ho seguito.
P:- Torna nel tuo fandom!!
C:- No.
P:-...Ok
Z:- Ecco come un personaggio prende il sopravvento sullo scrittore. Mh... potrei farne una canzone!
-E-ehm... scusate l'intromissione, ma la sottoscritta vorrebbe alzarsi... Sai, Piplette, non pesi così poco.
P:- Oh al sei qui? *si toglie di dosso* Scusa al, ma mi ha dato della grassa?
-*occhi fiammeggianti* Al?! Mi hai chiamata Al?!?!!
P:- Oh-oh...
-Non chiamarmi Aaaaalllll!!!!! * inizia a rincorrerla come una matta*
Z:- Scusatela. E' fan di Alejandro di a tutto reality...
C:- Bhe, ha ragione. E' figo!
*Piplette mentre viene ancora rincorsa*
P:- Celebi! Sei un pokemon sposato!
C:- Sposato, non cieco.
- *si ferma di colpo* Ok basta! Dobbiamo assolutamente chiudere questo angolo!
P:- Uh uh lo faccio io!!!
-No! Tu hai già fatto fin troppo!
*Piplette si accuccia in un angolino e disegnare cerchi immaginari col dito*
Z:- Ok ale, ma prima... Chi diavolo sono queste?!
P:- Come chi sono?! Zoè non ti ricordi niente? La settimana scorsa...
*Nella mente di Zoè iniziano a riaffiorare i ricordi*
Z:- Ah tu sei quella che mi ha sballottato più volte da un fb all'altro!
P:- Ah... si... sono quella che ha scritto la storia!
- Alt! Io ho scritto la storia!
P:- Ma io ho fatto la versione finale, quindi tutto quello che hanno appena letto l'ho fatto io!
*Ale cerca di ribattere ma si ritrova a fare cerchietti immaginari per terra*
C:- Un'autrice che si fa scrivere le storie... roba da matti!
Z:- E tu chi sei?
P:- Lei è Celebi e c'è sempre quando io faccio un angolo... purtroppo è la mia ombra...
- Bastaaaaa!!!
Z:- wow si è ripresa in fretta.
C:- sono d'accordo è una cosa a dir poco disumana...
P:- Questa è la mia al...e!
- Zitte! Time out! Stop e qualsiasi altro sinonimo, ma basta! Dobbiamo finirla qui, quest'angolo sta diventando più lungo del capitolo!
Tutti trannte Ale:- Ma...
-Niente ma! *sospira* Allora... come vi avevo detto all'inizio ci sarebbe stata la comparsa della mai correttrice personale, ma alla fine se n'è aggiunta un'altra... Tralasciando tutto questo, vi dico soltanto: Raga! Se, quando, dove, come(?) volete recensite! Mi fareste un grosso regalo!
Well... ora vi abbandono, un bacione a tutti e a Piplette e... alla prossima :)!




  
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