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Autore: Yohao88    07/12/2007    1 recensioni
Lo scontro tra il Team Terme Funbari e il team The Ren si è concluso da poco, è terminata così anche la prima fase del torneo. Compagni che hanno percorso assieme lo stesso cammino si troveranno davanti a strade diverse. Fare la propria scelta a volte è una cosa difficile, ma più difficile ancora è tenervi fede fino alla fine. Non si può sapere come andrà a finire, non si può sapere cosa cambierà e cosa no. Bisogna solo avere il coraggio di proseguire fino in fondo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La notte era scesa da un pezzo sull’isola. La luna illuminava d’argento i prati e i boschi, e le stelle ammiccavano insistenti nel cielo limpido.
Yoh sospirò con un sorriso e si sdraiò sul prato, ascoltando il ruscello che scorreva sotto la luna.
«E’ proprio una bella nottata, vero, Amidamaru?»
«Sì, hai ragione, Yoh…» rispose lo spirito, sorridendo a sua volta, mentre guardava l’espressione tuttavia pensierosa del suo padrone. Doveva dire che era cambiato, in quell’ultimo anno, ma riusciva sempre a rimanere se stesso, con tutto e tutti… nonostante fosse il gemello di Hao. A pensarci bene, più di una volta aveva visto in lui l’ombra del fratello. Ad esempio, nello scontro con Golem, o con gli X-Laws, o anche all’Inferno, nella battaglia contro Yoken e i Cho-Oni. Forse, anche prima di conoscere lo stesso Hao, Yoh era così. Chissà… Forse, Yoh era sempre stato come lui, ma, non avendo un punto di riferimento, nessuno poteva averlo notato. Il loro modo di fare e comportarsi era spesso identico. Anche Hao, in fondo, aveva di certo qualche atteggiamento che ricordava Yoh, la tranquillità e il quasi perenne sorriso prima di tutto. Se ci fosse stato qualcos’altro oltre all’aspetto, ora non poteva dirlo con esattezza. Ma era come… se entrambi avessero un altro se stesso nascosto nel cuore, una parte di cui nessuno sapeva nulla, forse nemmeno loro.
Sospirando, il samurai si rivolse di nuovo al ragazzo accanto a lui.
«Yoh…?»
«Mh?» rispose il giovane, senza distogliere lo sguardo dal cielo.
«Volevo chiederti… riguardo a ciò che hai detto durante lo scontro con il team The Ren…»
Yoh sorrise lievemente, interrompendolo.
«Anche tu hai dei dubbi, vero?»
«Yoh… io mi fido di te…»
«Lo so…» rispose il ragazzo, alzando la testa e voltandosi verso lo spirito. «Ma io… parlavo di Hao…»
«Cosa…?»
«So che non eri per niente tranquillo, quel giorno al bar, nonostante fosse chiaro che avessimo stabilito una tregua…»
Sentendo quelle parole come una sorta di rimprovero, Amidamaru chinò la testa, e non parlò per qualche istante.
«Perdonami Yoh… Aveva cambiato espressione così all’improvviso… La prudenza non è mai troppa, lo sai…»
«Non devi scusarti, Amidamaru. Ti capisco. In quel momento, anch’io ero stato preso dalla tensione e Hao se n’era accorto. Mi dispiace di essermi preoccupato, perché credo non gli abbia fatto piacere…»
Detto ciò, Yoh tornò a guardare le stelle sopra di lui e rimase in silenzio. Amidamaru lo osservò, non sapendo cos’altro dire.
Nonostante ritenesse di star facendo la cosa giusta, per quel motivo, Yoh era già stato allontanato da molti, anche se non sembrava così. Non doveva essere un periodo facile per lui. Era conteso tra due realtà, sapeva bene di non poterle seguire entrambe… Ma quale avrebbe scelto? E soprattutto… avrebbe scelto?

Il giorno successivo venne occupato dagli allenamenti, come sempre, ma nel pomeriggio il cielo non era più limpido come la sera prima.
«Speriamo non piova, altrimenti dovremo rimandare. Anna non permetterà che si corra il rischio di prendere un raffreddore proprio ora…» disse Faust, osservando le nuvole grigie che avevano già da un po’ coperto il sole. Quindi si voltò verso Ryu. «Su, andiamo ad allenarci un po’, prima che inizi a piovere. Yoh dov’è?»
«Mi sembra di averlo visto uscire poco fa…» rispose Tamao, perplessa.
«Sì, è uscito…» confermò Anna, comparendo nella stanza. Ryu la guardò con aria confusa.
«Senza dirci nulla?»
«Se non l’ha fatto, penso che volesse stare un po’ da solo. Credo sia andato da Ren e dagli altri, che si stanno allenando al loro nuovo quartier generale…»
«Da Ren?!!» sbottò Manta, battendo una mano sul tavolo. «Ma quello gliene darà di santa ragione non appena lo vedrà!!»
«Penso sia proprio per questo che Yoh è andato da solo…» disse Anna, sospirando appena. «Ha lasciato qui anche l’Harusame. Combattere con loro è l’ultima cosa che vorrebbe…»
La ragazza osservò la finestra per qualche secondo, poi si voltò verso il tavolo, incrociando le braccia.
In quei giorni, in effetti, soprattutto i rapporti tra Ren, Horo Horo, Chocolove e Yoh erano peggiorati sensibilmente. A causa del timore pressoché insensato di un tradimento, quasi tutti avevano finito con l’evitare Yoh, se era loro possibile. Dopo lo scontro per Golem tra Yoh e Hao, dopo gli ultimi avvenimenti, molte cose erano cambiate. Vedendo avvicinarsi sempre più la fine del torneo, tutti stavano allontanando Yoh man mano che lui si avvicinava al fratello. E lui, come sempre, si dimostrava fiducioso…
Osservando le nuvole scure, Anna sospirò malinconica.
*Sei sempre il solito, Yoh…*

Ren storse la bocca in un ghigno, osservando con Horo Horo e Chocolove il ragazzo appena giunto alla loro base.
«Be’, che fai? Vieni a spiarci?»
Yoh si limitò a sorridere, tenendo le mani in tasca.
«Sono venuto perché è da un po’ che non ci alleniamo tutti insieme, e allora…»
«Almeno te ne sei accorto. Vuol dire che non eri così occupato dalle visite del tuo fratellino, o della sua compagnia…» disse Horo Horo, con lo stesso tono acido di Ren, mentre Chocolove si limitava ad assistere, un po’ in disparte.
Il rombo lontano di un tuono si fece sentire assieme alle prime gocce di pioggia.
«Non hai nemmeno Amidamaru, con te…» osservò Ren. Yoh gli sorrise ancora una volta, abbassando lo sguardo.
«Perché la mia intenzione non era combattere con te…»
«Allora… saresti venuto per parlare…»
«Più o meno…»
«E di cosa?» domandò Ren, con tono di sfida, sorridendo arrogantemente. «Di quanto sia buono e bravo tuo fratello? Di come tu ti stia facendo ingannare o, ancor peggio, condizionare da lui?» Lo splendente over soul di Ren si formò all’improvviso attorno alla spada Horaiken. «Non m’interessa che tu non voglia combattere. Non m’interessa nemmeno il fatto che tu sia completamente disarmato…»
«Ren…» mormorò Chocolove, allarmato, intuendo le intenzioni del compagno. Ma nemmeno Pascal Avaf si mosse per fermarlo, e Ren non ascoltò.
«Sai, Yoh? Ogni giorno che passa, mi ricordi sempre più lui…» mormorò, irritato, il giovane cinese, che, abbassando il capo, sollevò il proprio over soul. Yoh rimase immobile, a testa china. Un’ombra provocata da un lampo oscurò l’espressione sul suo volto e un tuono rimbombò nel cielo scuro.
All’improvviso, Ren spiccò un balzo e attaccò il ragazzo di fronte a lui, con un grido di rabbia.
«Tu non meriti nemmeno la mia pietà!! Eppure, quanto è vero che sei il fratello di quel maledetto, sono certo che non ti farai nemmeno un graffio!!!»
Il suo over soul colpì Yoh con tutta la potenza di cui era capace, ma, ancor prima di toccare il giovane, la lama s’infranse nella sua stessa luce dorata, come se si fosse scontrata con una barriera invisibile. Ren ritornò a terra, ansimando a causa del furyoku così perduto, sciogliendo del tutto l’over soul. Horo Horo e Chocolove osservavano i due ragazzi, stupiti e tesi.
«A quanto pare, avevo ragione. Non so quanto sia aumentato il tuo furyoku, Yoh, ma non ti sforzi nemmeno di nasconderlo…»
«Non è difficile difendersi da chi si è già convinto di non poterti colpire… Vero, Amidamaru?» rispose semplicemente Yoh, guardando il samurai apparso accanto a lui, per poi voltare le spalle ai tre ragazzi che lo fissavano. «Ci vediamo, Ren. So che te n’eri accorto, comunque…»
Detto ciò, salutò i compagni con la mano in cui teneva la Futsunomitama no Tsurugi, che rimise in tasca, dove l’aveva tenuta fino a quel momento, riprendendo la strada del ritorno. Ren lo osservò soltanto, stringendo i pugni sotto la pioggia che cadeva fitta.

«Ma dov’è finito Yoh? E’ molto che è uscito, ormai…»
Manta interruppe il silenzio che aleggiava nella stanza, attorno al tavolo presso cui Ryu, Faust, Tamao, Redseb e Seyrarm erano seduti.
«Non preoccuparti, Manta. Sarà rimasto bloccato dalla pioggia» rispose Anna, che stava osservando le nuvole nere, appoggiata con un braccio al davanzale di una finestra.
«E se non fosse così?!» insistette il ragazzino, preoccupato. «Se fosse finito nei guai ?! Se avesse incontrato Hao?!»
Anna abbassò lo sguardo sul terreno colpito dalla pioggia.
«Anche se così fosse, io non mi preoccuperei. Dovresti averlo capito che, almeno per ora, Hao non gli torcerebbe un capello…»
«Sì, ma…»
«Amidamaru l’ha seguito. Gli ho detto io di farlo, anche se sono certa che Yoh stia bene. Non devi preoccuparti…»
Manta osservò incerto la ragazza. Sapeva che la pensava veramente a quel modo. Ma nonostante ciò… sembrava lei stessa ad essere a sua volta in pensiero.

«Ehi, Yoh…»
Amidamaru osservò il ragazzo apparentemente concentrato sulla pioggia scrosciante, sotto la tettoia dove si era riparato. Dopo un attimo di silenzio, Yoh sorrise, chiudendo gli occhi.
«Be’… è andata come avevo immaginato…»
«Yoh, io…»
Il samurai osservò dispiaciuto il giovane, tentando di trovare le parole adatte per consolarlo, ma Yoh negò con la testa.
«Non preoccuparti, Amidamaru. D’altronde, non volevo pretendere nulla…» disse, sorridendo rassicurante, mentre un altro lampo illuminava la strada. «Se un giorno capiranno, non mi rimane che aspettare…»
«Hai proprio ragione, Yoh…» disse, all’improvviso, una voce davanti a lui. Il giovane sobbalzò, capendo all’istante a chi appartenesse. Si voltò verso il punto da cui era venuta, proprio mentre un fulmine illuminava di una luce sinistra il viso di Hao, che, in piedi sul tetto di un edificio diroccato a pochi metri da lui, balzò sul sentiero con un movimento leggero, mentre il mantello gli ricadeva sulle spalle.
«Ma chissà cosa sarà ciò che capiranno…»
«Cosa vuoi dire, Hao?» chiese Yoh, rivolgendo uno sguardo freddo al fratello non appena questi gli giunse davanti. Aveva un’espressione beffarda sul viso, quella sua aria malignamente soddisfatta che sapeva mettere i brividi.
«Voglio dire semplicemente che non puoi fare nulla per far cambiare loro idea. Che sia perché ci somigliamo un po’ troppo, forse?» rispose Hao, in un sussurro, sorridendo lievemente, mentre una strana luce ardeva nei suoi occhi scuri.
«Che cosa?!» sbottò Amidamaru, portando una mano alla spada.
Ma Yoh tese un braccio davanti a lui, fermandolo.
«Non importa, Amidamaru. Forse, ha ragione. In effetti, basta guardarci, no?» affermò, con un sorriso e un po’ di celata ironia. Anche Hao si limitò a sorridere, sicuro, comunque, del fatto che Yoh avesse capito cosa lui intendeva dire.
«Ti va di fare quattro passi, Yoh?»
Il ragazzo lo fissò perplesso.
«Con questa pioggia?»
«Certo! Su, vieni…»
Non sapendo di preciso cosa fare, Yoh uscì dal suo riparo, portando le braccia sopra la testa, ma con sua sorpresa si accorse che la pioggia non lo bagnava. Anche suo fratello era totalmente asciutto. Accorgendosi del suo stupore, Hao gli sorrise.
«Guarda meglio, Yoh…»
Fu allora che il giovane si accorse della presenza di Spirit of Fire, appena visibile per lo scarsissimo uso del furyoku. Era composto da acqua, anziché da fiamme. La pioggia si riuniva al suo corpo toccandolo, e scivolava via.
«Quando sai gestire gli elementi, puoi fare ciò che vuoi, Yoh. I miei poteri non sono utili solo per combattere. Questo è più comodo di un ombrello, non trovi?» disse Hao, divertito dallo stupore del fratello. Mettendo le mani nelle tasche, quindi, si avviò con Yoh lungo il sentiero che portava alla locanda dove alloggiava il giovane.
Dopo qualche minuto di silenzio, Yoh si volse verso il ragazzo che camminava al suo fianco.
«Hao…?»
«Mh?» rispose l’interpellato, senza voltarsi.
«Posso chiederti perché mi cercavi? Volevi parlarmi, e qualcosa mi dice che stavolta una ragione particolare ce l’hai…»
Hao si arrestò, chiudendo gli occhi, mentre un sorriso curvava le sue labbra.
«Sei davvero molto intuitivo, sai, Yoh? Aspettavo che tu me lo chiedessi…» disse, con lieve ironia, tornando a guardare il sentiero davanti a sé. «Volevo proporti un piccolo combattimento tra noi due…»
Udendo quelle parole, Yoh lo fissò un po’ sbigottito.
«C-cosa?»
«Hai capito bene. Voglio… – come dire? – allenarti di persona per farti migliorare, e per rendermi conto, provandolo su me stesso, del livello a cui è arrivata la tua forza, dato che tu sarai il mio unico avversario. Ricordi bene ciò che ti ho detto quella volta al bar Mame, vero?» chiese, rivolgendo un sorriso enigmatico al fratello, per poi estrarre dal mantello l’Harusame. «Allora? Accetti?»
«Ma quella…» disse Yoh, confuso, indicando il suo veicolo per l’over soul.
«Sono andato personalmente a prenderla prima di venire qui. Sta’ tranquillo, Yoh, non si sono accorti di nulla…» rispose Hao, porgendogli la spada. «Preferirei davvero non venire interrotto dai tuoi compagni…» aggiunse, prima che Yoh potesse dire qualcosa.
Il ragazzo con le cuffie rimase qualche attimo in silenzio, fissando la sua spada, infine sorrise deciso al fratello.
«A quanto pare, non mi lasci scelta…»
«Ma questa è una buona scelta, Yoh…»
Hao gli diede l’Harusame con un sorriso, e si allontanò di qualche passo. Yoh sentì la pioggia che tornò d’un tratto a bagnarlo. Sfoderando la sua spada, sorrise rassicurante al samurai al suo fianco, per poi voltarsi verso il suo avversario, che rise di nuovo.
«Allora? Sei pronto, Yoh?»
Ancor prima che il ragazzo potesse rispondere, Spirit of Fire partì all’attacco, ma la sua mano venne tempestivamente bloccata dall’over soul Byakko. Hao ne sorrise compiaciuto.
«Sei abbastanza veloce…!»
«Anche tu!» esclamò Yoh, rispondendo subito col suo attacco, che però venne facilmente schivato.
«Ma devi stare più attento, Yoh…»
Hao gli sorrise di nuovo con calma, e Yoh fece appena in tempo ad accorgersi di Spirit of Fire dietro di lui, prima che questo lo colpisse con violenza, facendolo cadere sull’erba bagnata, dove scivolò per un lungo tratto.
«Yoh! Va tutto bene?!» domandò Amidamaru, mentre il ragazzo si rialzava.
«Sì, certo... Ma quell’over soul è davvero veloce…» rispose il giovane. Udendo la tranquilla risata di Hao, lo vide avvicinarsi a lui.
«Dai, Yoh! So che puoi fare di meglio! Dimostramelo!»
«Volentieri!» esclamò il ragazzo, schivando con un minimo e agile movimento l’ennesimo attacco di Spirit of Fire.
«Fumon Tonko, eh? Era una delle mie tecniche preferite, mille anni fa. Molto utile…» dichiarò Hao, schivando come se niente fosse il secondo attacco di Yoh. «Ma dovrai impegnarti di più, se vorrai riuscire a colpirmi…»
«Già, perché a quanto pare seguire i tuoi movimenti è inutile»
«E’ uno dei vantaggi di questo over soul. Io sto fermo, lui attacca. Se pensi comunque di aver capito come fare… prova a metterlo in pratica!»
In un istante, Hao attaccò il fratello con una velocità sorprendente, colpendolo con ancor più forza una seconda volta, e mandando in frantumi il suo over soul. Yoh scivolò per un tratto sulla schiena, rimanendo a terra per qualche secondo, per poi rimettersi a sedere con una smorfia di dolore, osservando il taglio sul petto che, nonostante le sue difese, Hao era riuscito a fargli. Era più che ovvio che lo stesse trattando con riguardo, ed era quello il peggio; era troppo forte anche così. Però, rialzandosi, ricreò l’over soul e rivolse un sorriso determinato al suo gemello.
«Puoi leggere i miei pensieri, perciò è ovvio che tu riesca a prevedere ogni mia minima mossa. E’ un notevole svantaggio per me…»
«Perspicace, non c’è che dire… Allora attaccami tu, Yoh…» disse Hao, con un sorriso calmo e ironico, mandando Spirit of Fire all’attacco alle spalle di Yoh. E all’ultimo secondo un’accecante luce bianca dalla forma di un cigno illuminò il buio paesaggio circostante per parecchi istanti. Quando infine si diradò, Spirit of Fire era scomparso. Il suo padrone sorrise soddisfatto al fratello, che ancora puntava la spada dietro le sue spalle, dove un attimo prima c’era l’enorme spirito del fuoco.
«Davvero bello il tuo Mumu Myoyakumu…» affermò Hao, che, nonostante la perdita dell’over soul, sembrava ancora nel pieno delle forze. «Ma non è ancora sviluppato al massimo delle possibilità. Fossi in te, Yoh… mi darei da fare…»
All’improvviso, le fiamme avvolsero il corpo del giovane, che lentamente si staccò da terra, salendo di parecchi metri.
«Sono qui per dimostrare – anche se più a te, che a me – che tu sia davvero degno di essere la mia metà. Sai bene che le nullità non mi servono…» disse, mentre il suo over soul più potente si formava attorno a lui. «Preparati, Yoh. Finora, come hai capito, ti ho trattato con molto riguardo, ti ho messo alla prova, ma non ho più tempo né voglia di giocare. Diciamo che, se stavolta non ti difendi… come minimo morirai…»

Manta sobbalzò improvvisamente, distogliendo l’attenzione dal libro che stava leggendo.
«Cos’è stato questo rombo?! Non era finito il temporale?!»
«A quanto pare, è ripreso…» mormorò Ryu, con fare annoiato, osservando il lampo fuori dalla finestra.
«No… questo non è temporale…»
«Signorina Anna…» bisbigliò Tamao, notando l’espressione sospettosa e allarmata della ragazza che aveva parlato. Anna si alzò in fretta e altrettanto velocemente corse alla porta, uscendo. Tutti capirono all’istante che qualcosa non andava, mentre una strana aura si levava nell’aria. In lontananza, una luce arancione si accese all’improvviso dietro gli alberi. Anna la fissò immobile, percependo l’enorme furyoku che raggiunse in un attimo il luogo in cui si trovavano.
«Non è possibile… Quello è…»

«Ehi, Ren! Che succede?!?»
«Ma che vuoi che ne sappia, Horo Horo?!?» rispose il ragazzo, mentre, superando il compagno e Chocolove, correva velocemente fuori, in tempo per vedere una luce bianca che si stava spegnendo poco distante.
«Ehi! Non era l’attacco di Yoh?!» chiese Chocolove, udendo il boato lontano.
«Ma quelle…» mormorò Horo Horo, dapprima perplesso, osservando il riverbero accesosi all’improvviso. «Non sono fiamme?!!»
Ren sgranò gli occhi, incredulo. Non poteva essere!
«Yoh!!»

Il prato e il bosco si tinsero di arancio e il terrificante over soul Kurobina luccicò per la seconda volta davanti agli occhi di Yoh. Hao osservò con un sorriso malizioso il ragazzo, mentre il fuoco creava sul suo viso ombre spettrali.
«Allora, Yoh… che farai?»
Yoh osservò ad occhi sbarrati quell’over soul. Stavolta era certo di non poter minimamente evitare alcun attacco e, se ciò che aveva detto Hao corrispondeva davvero alle sue intenzioni, a scomparire non sarebbe stato solo il suo corpo. Non capiva…
«Yoh… dentro di te è nascosta una forza che forse un giorno diverrà uguale alla mia ed è inutile che ti ricordi perché…» riprese Hao, osservando dall’alto il fratello. «Ma se non riuscirai a trovarla, allora anche la tua abilità non potrà più crescere. E ciò vorrà dire…»
Le fiamme guizzarono ancora una volta negli occhi di Hao, per poi venire risucchiate dal suo stesso over soul.
«… che anche la mia preziosissima metà diventerà solo un inutile intralcio!!!!»
All’improvviso, un’enorme colonna di fuoco scosse con un boato il terreno, allargandosi ad una velocità incredibile attorno ad Hao, e abbattendo con facilità ogni cosa che fosse più alta di un filo d’erba.
Yoh osservò per la prima volta davvero terrorizzato quella potenza devastante, che di lì a qualche secondo avrebbe spazzato via persino il suo spirito. Perché quella decisione improvvisa?! Ormai, la colonna di fuoco l’aveva raggiunto. Non poteva scappare in alcun modo, non poteva distruggere qualcosa che non fosse un’over soul! Perché Hao lo stava facendo? Si ritrovò solo a sperare con tutte le forze in qualcosa che potesse difenderlo, ripensando alle parole che Hao gli aveva detto. Perché? Fu l’ultima domanda che si pose. E poi…

«Accidenti!! Io gliel’avevo detto, ma lui non ha voluto ascoltarmi!!» esclamò Ren, correndo a perdifiato verso il luogo dello scontro. «E ora se finirà male sarà solo colpa sua!!»
«Ti rendi conto che là troveremo Hao, non è vero?» chiese Chocolove, raggiungendo il compagno.
«Lo so benissimo!! Ma se qualcuno dovrà sconfiggere Yoh, quel qualcuno sarò solo io!!»
«Già, hai ragione!!» affermò Horo Horo, con un sorriso incoraggiante, seguitando a correre.
«Ma Anna!! Non dicevi che non gli avrebbe torto un capello?!?» esclamò Manta, dall’abitacolo di Golem, rivolto alla ragazza in piedi sull’ala del robot che, oltre a Redseb, Seyrarm e Tamao all’interno, trasportava anche Ryu e Faust sull’altra ala.
«A quanto pare mi sbagliavo!! Quel tipo è più pazzo di quanto credessi!!» rispose Anna, senza distogliere lo sguardo dal punto in cui evidentemente si stava svolgendo la battaglia. D’un tratto, Ryu indicò tre ragazzi sotto di loro.
«Ehi!! Ci sono anche Ren e gli altri!! E quello cos’è?!!» chiese poi, alzando lo sguardo, quando ormai erano a pochi metri dalla loro destinazione. Quello che sembrava un enorme uccello nero circondato da fiamme si era infatti levato in volo davanti a loro.
«Maledizione!!» esclamò Anna. «Quello è Kurobina, il vero over soul di Hao!! Il solito Spirit of Fire non è niente in confronto a questo!!»
«Che vuol dire, signorina Anna?!» domandò Tamao, preoccupata.
«Vuol dire che, se non facciamo qualcosa, Yoh…!!»
L’itako non ebbe il tempo di terminare la frase.
A pochi metri da loro, un vortice di fuoco si alzò all’improvviso, estendendosi a vista d’occhio, proprio nella loro direzione.
«Ehi!! Cosa…?!!» balbettò Manta, osservando il terribile spettacolo.
«Presto, Redseb!!» esclamò Faust. «Scendi a prendere Ren e gli altri, altrimenti non fuggiranno in tempo da là sotto!!»
Il ragazzino annuì deciso e Golem si lanciò verso i tre ragazzi sotto di loro.
«Oh no!!» esclamò Ren, incredulo, bloccandosi alla vista dell’enorme vortice fiammeggiante che si era appena alzato verso il cielo.
«Ren!! Ragazzi!!!»
Udendo la voce di Ryu, i tre sciamani si voltarono verso Golem, che si stava avvicinando velocemente a loro. Ryu fece loro un cenno.
«Forza, salite!! Dobbiamo andarcene di qui!!»
I tre ragazzi ubbidirono subito, aggrappandosi ad un ala del robot, che si allontanò in fretta.
«E Yoh?! Yoh dov’è?!!» esclamò Ren, guardando indietro.
Anna si voltò verso il punto da cui era partita la colonna di fuoco, per poi sbarrare gli occhi. Fece appena in tempo a vedere la figura di un ragazzo, prima che questa venisse inghiottita dalle fiamme.
«No… YOH!!!»
  
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