Serie TV > I Cesaroni
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Autore: saramichy    22/05/2013    4 recensioni
Non sono stata soddisfatta della fine di questa quinta stagione, perciò ho deciso di scrivere un'ipotetica sesta stagione per questo telefilm.
Dal prologo:
Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.
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Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuove e vecchie conoscenze

Nuove e vecchie conoscenze:


Il mattino seguente, la prima persona ad alzarsi in casa Cesaroni fu Rudy, forse perché non aveva effettivamente dormito molto a causa degli incubi o dell'ansia per l'imminente entrata al DAMS. Si alzò e fece attenzione a non svegliare Mimmo e Marta, poi si diresse in bagno e fu allora che persino suo padre e Lucia si alzarono.
I genitori si diressero al piano di sotto per preparare la colazione e si stupirono molto quando videro comparire Rudy.
«Ma che te sei magnato di pesante ieri sera per essere così mattiniero?»
Giulio era, tra i due, il più colpito dalla trasformazione avvenuta in Rudy negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi tre mesi.
«Dai papà, ti sei già scordato che oggi ho la giornata d'accoglienza al DAMS? Sono mattieniero solo perché ero un po' in agitazione.»
Il padre mise una mano sulla spalla del figlio per infondergli un pochino di coraggio e gli parlò.
«Andrai benissimo, Rudy. Sei cresciuto e maturato molto negli ultimi anni ed io sono fiero di te.»
Rudy sorrise, erano molto lontani i tempi in cui suo padre usava lo scopettino per sgridarlo ed in fondo era meglio così.
«Dai Rudy, siediti e bevi una tazza di caffé con noi.»
Lucia, sorridente, lo fece accomodare sulla sedia.
«D'accordo, ma poi devo volare, altrimenti arrivo in ritardo.»
«Ma sentilo, anni fa per mandarlo a scuola gli dovevo tirare l'acqua in faccia e adesso deve andare che fa tardi.»
Giulio stava giocandoci sopra per ridere un po'. Mentre i tre facevano colazione, arrivò Cesare con i soliti cornetti e piano piano tutta la casa prese ad animarsi. Rudy, accortosi dei movimenti al piano di sopra, prese al volo un cornetto e salutò i presenti, andando fuori di casa.
«Devo scappare, vi saluto. Ci vediamo più tardi.»
Non aveva la minima voglia di vedere Alice e, anche se gli dispiaceva non aver salutato Marta ed Eva, era meglio evitare il problema, almeno per il momento. Si diresse perciò verso la prima giornata della sua nuova vita, senza sapere che sarebbe stata ricca di nuovi incontri.

****

Eva e Alice si svegliarono quasi in contemporanea e continuarono a tralasciare la discussione della sera precedente. Eva si avviò poi a svegliare Marta perché dovevano incontrare Carlotta tra mezz'ora. Arrivata in camera si accorse subito che Rudy si era già alzato, ma cercò di non farci troppo caso. Marta, appena sentì la porta aprirsi, si mise seduta sul letto ed anche Mimmo avvertì la presenza di Eva, la quale li salutò cordialmente.
«Buongiorno, cuccioli. Andiamo che il sole è alto e la giornata sta per iniziare.»
Mimmo non era molto contento della cosa o almeno così pareva.
«Mimmo, c'è qualcosa che non va? A me puoi dirlo, lo sai, vero?»
Mimmo annuì, ma per non far preoccupare Eva disse una minuscola bugia.
«Va tutto bene, è solo che la scuola rinizia tra una settimana ed io devo ancora finire i compiti.»
Eva sorrise comprensiva e poi gli parlò.
«E' successo anche a me, Mimmo. Adesso, però, devi alzarti, altrimenti Giulio viene a tirarti per i piedi.»
Mimmo, in realtà, pensava ancora alla discussione della sera precedente e poi aveva problemi di cuore ed erano quelli i suoi veri tormenti.
Le ragazze assieme al piccolo Cesaroni si diressero quindi in cucina dove trovarono i genitori e Cesare riuniti a fare colazione.
«Ma dov'è Rudy?»
Fu l'esclamazione di entrambe le sorelle Cudicini, appena entrate in cucina, a rispondere fu Lucia..
«E' andato alla giornata d'accoglienza al DAMS, aveva fretta.»
Alice sembrava essere dispiaciuta di non essere riuscita a fargli i suoi migliori auguri per la nuova avventura che il ragazzo stava per iniziare. Eva, invece, tirò fuori di tasca il cellulare e gli mandò un messaggino di incoraggiamento, poi guardò l'orologio e vide di essere in ritardo.
«Cavoli, sono in ritardo. Io e Marta andiamo, Carlotta ci starà aspettando. Ci vediamo più tardi, che vi riporto Marta e poi vado al lavoro. Buongiorno a tutti.»
Cesare, con il suo solito tatto, fece un'affermazione alquanto normale.
«Ma che stamattina se so' tutti messi d'accordo per scappare de' casa?»
Lucia sorrise, mentre Mimmo e Alice si sedevano al tavolino, ma in quello stesso momento il cellulare della ragazza squillò.
«Scusate devo rispondere, sarà Francesco che mi dà il buongiorno.»
Alice prese il cellulare in mano e rispose, notando però che non era il suo fidanzato, ma la sua migliore amica, Jolanda.
«Jole, ciao. Che piacere sentirti!»
Dall'altro capo del telefono, Jolanda cercava di essere tranquilla anche se, aver visto Rudy in uno stato pietoso per tutta l'estate, l'aveva fatta accorgere della profondità dei sentimenti del ragazzo.
«Ciao, Ali. Sei tornata, vero? Possiamo vederci stamattina? Mi sei mancata!»
Jolanda aveva parlato talmente veloce da non aver fatto capire quasi niente ad Alice, la quale sorrise e le rispose.
«Ho capito, faccio colazione e vengo a casa tua. Ci vediamo tra dieci minuti.»
«Va bene, ti aspetto, così mi racconti la tua estate di fuoco.»
Alice riagganciò il telefono e ritornò a parlare con la famiglia.
«Era Jolanda, vuole vedermi. Credo sia curiosa di sapere che cosa ho fatto negli ultimi tre mesi.»
Lucia annuì e poi parlò.
«Sembra che stamani nessuno abbia una gran voglia di passare qualche minuto in famiglia. Se vuoi andare, fai pure Alice.»
Alice si alzò e baciò sulla guancia la madre, salutando il resto della famiglia.
«Grazie, mamma. Ciao a tutti, ci vediamo a pranzo.»
Ed anche Alice uscì fuori di casa, lasciando gli altri al tavolo della colazione.

****

Gli occupanti della mansarda, invece, furono gli ultimi ad alzarsi. Maya avrebbe voluto passare qualche minuto da sola in compagnia di Marco, prima di scendere a fare colazione, ma il ragazzo non era dell'umore adatto. Aveva passato tutta la notte a ripensare alle parole dette ad Eva e aveva capito, ancora una volta, di aver fatto una grandissima scenata per niente. Guardando l'orologio si accorse di essere in ritardo per l'appuntamento con Walter, anche se sapeva benissimo che persino l'amico sarebbe arrivato tardi, lo conosceva troppo bene per poter pensare che fosse diventato puntuale, ma colse la palla al balzo per ricordare a Maya che cosa dovevano fare.
«Maya, alzati. Siamo in ritardo, Walter ci aspetta al bar per fare colazione insieme. Non vedo l'ora che voi due possiate parlare insieme, sono sicuro che andrete molto d'accordo.»
A dire la verità, Marco non era per niente sicuro. Sapeva che Walter avrebbe preferito mille o diecimila volte fare colazione con Carlotta, Eva e Marta, ma tenne quel pensiero per sé, in fondo, Maya poteva benissimo restare all'oscuro dei veri pensieri del suo migliore amico.
I due si diressero, dopo essersi vestiti, al piano di sotto dove trovarono la famiglia riunita in cucina, o meglio quello che restava della famiglia, sembrava infatti che tutti quella mattina fossero usciti di casa molto presto. Salutarono i presenti e si diressero all'appuntamento con Walter, l'uno contento di poter riabbracciare il suo migliore amico, l'altra timorosa del confronto con Eva che si sarebbe di certo creato.

****

Rudy, stava camminando verso il DAMS, quando sentì il cellulare squillare: era appena arrivato un messaggio. Letto il mittente, il ragazzo si era rassicurato e lo aveva aperto.
«IN BOCCA AL LUPO, ALLO ZIO MIGLIORE DEL MONDO. EVA E MARTA.»
Sorrise, lui ed Eva, negli ultimi tre mesi, avevano finito per ritrovarsi nella stessa situazione e si erano accorti di poter essere fratelli, di potersi fare forza a vicenda ed anche quel giorno, sua cognata aveva finito per farlo sentire meglio.
Si diresse sorridente verso l'entrata del DAMS, una volta dentro prese una cartina per potersi orientare all'interno del campus e mentre stava cercando l'aula dove si teneva la giornata d'accoglienza, si scontrò con una ragazza, mandandola a finire per terra.
L'aiutò a rialzarsi e si scusò con lei, la ragazza era davvero una bellezza: occhi azzurri, capelli biondi ed un sorriso splendido.
«Scusami, non guardavo dove andavo. Ero intento a leggere la cartina e ho la netta impressione di essermi perso.»
Non sapeva dire se si era perso negli occhi della ragazza o se si era perso all'interno del campus, fatto sta che la ragazza sorrise e si presentò.
«Non fa niente, io mi chiamo Giulietta e nemmeno io stavo guardando dove andavo. Mi sa che stiamo entrambi cercando l'aula dove c'è la giornata d'accoglienza, o sbaglio?»
«No, non sbagli. Io sono Romeo, ehm, scusa sono Rodolfo, ma tutti mi chiamano Rudy.»
La ragazza rise alla battuta mancata del giovane Cesaroni e gli rispose.
«Scusa per la risata, è che per un attimo ho temuto che tu ti chiamassi sul serio Romeo o che mi stessi prendendo in giro.»
«Non mi permetterei mai di farlo, solo che effettivamente ho interpretato quel ruolo due anni fa in una recita scolastica e così sentendo il tuo nome, mi è uscito di getto.»
«Quindi sei qui per il corso di recitazione?»
«No, veramente sono qui per il corso di musica. Mio fratello compone canzoni ed ho preso questa passione da lui, ho anche un gruppo con i miei amici, suoniamo in giro per i locali di Roma, siamo i Senza Nome, non so se ci conosci.»
«Io, non sono di Roma, vengo da Bergamo e sono qui per studiare, voglio fare recitazione e quale città è meglio di Roma? Comunque se hai già un gruppo, devi essere bravo, magari qualche sera potrei venire a sentire il tuo gruppo, se mi dici dove suonate.»
«Con molto piacere, adesso è meglio che cerchiamo l'aula altrimenti arriviamo in ritardo.»
«Già, tu hai idea di dove andare?»
«Penso sia da questa parte, che ne dici di andare insieme?»
Rudy, aveva segnato la direzione dove si stava dirigendo prima di scontrarsi con la ragazza, la quale annuì alla domanda e riprese a parlare.
«Hai detto che tuo fratello compone canzoni, è famoso?»
«Bhé, a dire la verità sì. Mio fratello è Marco Cesaroni, ha già inciso quattro dischi e qui a Roma è tipo una leggenda.»
La ragazza aveva sgranato tanto d'occhi al nome di Marco, perché era impossibile non conoscerlo anche per lei che stava a Bergamo.
«Wow, tu sei il fratello del mio idolo. Oddio, adesso arrossisco. Scusa, è che tuo fratello è davvero molto bravo, anche se le sue ultime canzoni non mi sono piaciute molto. La mia preferita è Ovunque Andrai, sai per caso se la ragazza a cui era dedicata stia ancora con lui?»
Rudy era sbalordito, suo fratello aveva davvero tanto seguito, ma non era tanto sicuro di voler dire la verità ad una sconosciuta, così optò per una via di mezzo.
«Loro non stanno insieme al momento, mio fratello ha trovato un'altra musa, ecco perché le ultime canzoni erano diverse.»
«Devi dirgli una cosa da parte dei suoi fans, digli di tornare indietro, le ultime canzoni non erano emozionanti come quelle del disco precedente.»
Rudy annuì, senza dare troppa importanza alle parole della ragazza, poi seguendo le indicazioni sulla cartina i due arrivarono all'aula ed entrarono.

****

Eva e Marta arrivarono puntuali all'appuntamento con Carlotta, la quale prese in braccio Marta e le fece qualche coccola, prima di concedersi l'onore di fare colazione con la sua migliore amica. Le ragazze si sedettero in un tavolino e, dopo aver ordinato la colazione, si misero a parlare dei bei vecchi tempi.
«Allora, voglio sapere tutto. Mi dici chi diavolo è Maya e come è arrivata a far parte della vostra vita?»
Eva annuì, conscia che prima si fosse tolta il sassolino dalle scarpe meglio era.
«Sai, sono successe tante cose da quando tu e Walter siete partiti per la Spagna. Quando sono andata via, dopo che Marco mi aveva tradito con Sofia, io mi sono sempre chiesta se fosse possibile tornare indietro e riportare le cose come erano prima, ma mi sono sbagliata. Mio padre mi aveva trovato un lavoro a Parigi e Marco non l'aveva presa molto bene, pensava che volessi portargli via Marta, che volessi punirlo e così abbiamo litigato svariate volte via telefono, fino a quando ci siamo ritrovati sui binari della stazione e abbiamo scoperto di amarci ancora. Sembrava tutto una favola, ma i primi problemi sono iniziati quando siamo arrivati a Parigi, io lavoravo in continuazione e lui si stava chiudendo un'altra volta in sé stesso ed io ho iniziato ad aver paura che potesse succedere di nuovo, che potesse tradirmi nuovamente e non ce l'ho fatta. Nel frattempo, ho conosciuto Jean e lui mi ha corteggiata insistentemente ed io non so come mi sono lasciata trasportare e ho finito per uscire con lui, ma al contrario di Marco, sono stata franca e glielo ho detto subito. Lui è partito da Parigi ed è tornato a Roma, qui ha conosciuto Maya, che a quanto pare lavorava come ragazza alla pari a casa di Giulio e si sono innamorati. Solo dopo qualche mese, lui ha scoperto che lei era una principessa e quando io sono tornata le cose tra noi non sono andate come mi ero immaginata, lui ha scelto lei ed io e Marta siamo rimaste qui assieme alla nostra famiglia in questi tre mesi. Marco e Maya sono appena tornati a Roma, erano in Lussemburgo fino a ieri, ed io non so come comportarmi con loro.»
Carlotta, mentre ascoltava il resoconto di Eva, si era resa conto della sofferenza che provava la sua migliore amica, era sempre stata un limpido specchio e le sue emozioni gli si potevano leggere in faccia. Sapeva che i suoi migliori amici avevano bisogno di aiuto, doveva fare qualcosa per loro, non era possibile che dopo aver avuto una bambina ed aver passato tante peripezie non potessero tornare insieme. Aveva già in mente un piano ben preciso, ma aveva bisogno di sapere come Walter giudicava la principessina e soprattutto doveva aiutarla, altrimenti lei gliela avrebbe fatta pagare.
«Tesoro, mi dispiace tanto. Marco ha sbagliato a sostituirti con la prima che passava, anche se tu hai avuto una piccola debolezza con Jean, ciò non voleva dire che ti fossi rifatta una vita, anche perché poi sei tornata. Io sono dalla tua parte ed anche Walter, tu lo sai che noi per te e Marta ci saremmo sempre, d'accordo?»
Eva sorrise, era bello riavere un'amica come Carlotta, sempre pronta ad aiutarti, sostenerti e incoraggiarti, era come aver ritrovato una famiglia, perché in fondo loro quattro lo erano sempre stati fin dall'inizio.
«Grazie, Carlotta. So che né tu né Walter mi sostituirete con Maya, anche se Marco lo ha fatto e credo che a questo non ci sia rimedio.»
«Lascia il tempo al tempo e vedrai che qualcosa si smuoverà, io ho già qualche idea.»
«Carlotta, ti prego, lascia perdere. Tu, Walter e le vostre idee mi avete sempre fatto paura. Davvero, io ora sto bene. Ho Marta e lei mi basta e ricompensa di tutto.»
«Sarà pure come dici tu, ma io non mi dò per vinta.»
La colazione era passata anche troppo in fretta dopo le esternazioni di Eva, infatti, entrambe si accorsero di essere in ritardo. Eva si precipitò in libreria e lasciò Marta con nonna Lucia e poi si diresse al lavoro, mentre Carlotta andò verso casa per parlare con Walter e studiare un piano per far riappacificare i loro migliori amici: c'era da salvare una famiglia!

****

Marco e Maya arrivarono, come da lui previsto, prima di Walter che era rimasto il solito ritardatario. Si sedettero ad un tavolino e ordinarono la colazione, mentre aspettavano il loro ospite. Walter non si fece attendere per molto, arrivò quasi dieci minuti dopo i piccioncini, trovandosi davanti ad una scena che avrebbe di gran lunga preferito evitare. Marco e Maya, infatti, si stavano baciando e Walter provò fastidio al solo pensiero che il suo migliore amico aveva lasciato Eva per una principessa. A pensarci bene che diavolo ci faceva Marco Cesaroni con una principessa? Insomma, era chiaro che non era il tipo adatto a fare il re, o almeno non lo era mai stato prima. Walter cercò di non farci troppo caso e si mise come maschera il suo sorriso strafottente e avanzò verso il tavolino, pronto come al solito a prendere in giro l'amico di una vita intera.
«Ciao, pisellone. Ciao, Maya.»
Marco, sentendo la voce dell'amico, si staccò da Maya e lo salutò.
«Ciao, sei sempre il solito cretino, vedo.»
Maya che non capiva il loro modo di essere, era perplessa, ma salutò il ragazzo pronta a farsi conoscere.
«Ciao.»
«Bhé, scusate il ritardo. Carlotta mi ha completamente prosciugato le forze ieri sera e così ho dormito più del solito.»
Marco rise, mentre Maya arrossiva al pensiero della conversazione un pochino troppo audace che andava delineandosi.
«Certo, come no, Walter. Andiamo che lo sai pure tu che sei sempre stato un ritardatario e anche stavolta non sei stato da meno. Se poi dici che Carlotta che ti prosciugato, posso anche crederci. Voi due insieme avete sempre fatto i fuochi d'artificio a letto.»
Walter sorrise sornione e rispose per le rime al suo amico.
«Certo che facciamo i fuochi d'artificio, ma a quanto ricordo pure tu non eri da meno.»
Maya stava quasi per strozzarsi con il succo di frutta, mentre Walter faceva una chiara allusione a quando Marco stava con Eva, mentre il suo fidanzato la prendeva con filosofia sapendo che erano tempi diversi.
«Già,  ma anche adesso non sono da meno, caro.»
Maya si era rilassata, ma pensando a quella mattina si rabbuiò subito, lei avrebbe voluto fare qualcosa ma era stato lui a stoppare la cosa sul nascere e qualche dubbio aveva iniziato a perseguitarla.
«E caro, ma voi siete novelli fidanzatini è normale. La routine non vi ha ancora rovinato il rapporto, potrai dire di essere bravo come me quando starai con una ragazza da più di un anno e ancora farai faville a letto.»
Maya arrossì, Marco tentennò perché in quel momento si era ricordato dell'anno passato insieme ad Eva e Marta all'X-Tour e Walter per far sbollire la tensione palpabile fece un'altra delle sue uscite.
«Allora, tu sei una principessa Maya, ma una di quelle vere? No, te lo chiedo perché io non ho mai conosciuto un'altezza reale, tranne che nei film.»
Maya sorrise, era davvero un tipo simpatico Walter, forse non avrebbe dovuto farsi prendere dalla preoccupazione. La trattava bene, come si faceva con la ragazza del proprio migliore amico.
«Sì, sono una vera principessa, ma per il momento il trono non mi interessa molto. Vorrei una vita normale, ecco perché io e Marco siamo tornati a Roma dopo l'estate, il palazzo reale ci stava un pochino stretto.»
Walter pensava che la ragazza fosse molto ingenua, sapeva quello che era successo prima dell'estate e capiva che Marco si era sentito terribilmente in colpa con Eva e Marta e tornare era un modo per essere loro più vicino. Tenne naturalmente per sé anche che Marco non sarebbe mai stato in grado di fare il principe consorte; lui era un musicista, non era fatto per gli editti imperiali.
«Già, capisco. Essere serviti e riveriti tutto il tempo deve essere stancante, ma che dico, io ci vivrei volentieri così.»
Walter aveva cercato di stemperare l'angoscia che provava sentendo raccontarsi la vita di Maya con una battuta sarcastica. Non si sarebbe mai visto in un palazzo reale così come non ci vedeva Marco.
Dopo qualche altra chiacchiera per conoscersi meglio, i cellulari di Maya, Marco e Walter squillarono e loro risposero.
Le conversazioni durarono pochi minuti, ma tutti e tre si congedarono immediatamente per andare dai rispettivi interlocutori telefonici.
Marco doveva andare alla casa discografica perché c'erano delle novità in vista per lui, Maya doveva vedersi con la nonna e Walter aveva un appuntamento con Carlotta per definire un piano per far tornare insieme Marco ed Eva.

****

Eva, uscita dal bar con la bambina in braccio, si era diretta verso la libreria dove aveva lasciato Marta alle cure della sua amorevole nonna e si era diretta al lavoro. Quella mattina doveva fare un'intervista ad un cuoco che apriva il suo nuovo ristorante a qualche passo dalla Garbatella, ma ancora non sapeva di chi si trattava. Arrivata in ufficio, prese il fascicolo e si diresse verso il ristorante e con sua grande sorpresa si accorse che il cuoco altri non era che Alex, il suo ex-fidanzato.
«Eva, ma che ci fai qui?»
Eva era senza parole, sembrava che il destino si stesse prendendo gioco di lei, prima Marco che tornava assieme a Maya a Roma e adesso Alex che apriva un ristorante e lei lo doveva pure intervistare.
«Alex, ma che piacere vederti. Io sono la giornalista che deve intervistarti, ma davvero non mi aspettavo di vedere te.»
«Non dirmelo, ti sei dimenticata di leggere il nome del cuoco, giusto?»
«Già, devo sembrarti una pessima giornalista, in questo momento. Davvero, mi scuso.»
L'imbarazzo tra i due era notevole, entrambi ricordavano l'ultima volta in cui si erano visti e non era per niente un piacevole ricordo per Alex; in un solo momento aveva perso sia Eva che la presenta bambina che dovevano avere.
«Allora, come va con Marco e la bambina? Immagino sarete una famiglia perfetta.»
Eva era rimasta stranita dalla domanda di Alex, non si aspettava di certo di dover parlare di Marco con lui.
«Io e Marco non stiamo più insieme, ma Marta è una bambina meravigliosa. Sono una madre che ama vantarsi dei progressi della figlia.»
Alex era rimasto ghiacciato dall'idea che Eva fosse di nuovo single. In fondo era sempre rimasto dell'idea che Marco ed Eva insieme fossero perfetti, ma probabilmente anche la perfezione alle volte può portare grossi problemi.
«Scusami, io davvero non ne avevo idea. Comunque la bambina deve essere parecchio cresciuta, quanti anni ha adesso?»
«Marta ha quasi quattro anni. La prossima settimana inizierà l'asilo qui a Roma ed io sono già piuttosto preoccupata.»
Tra qualche chiacchiera e qualche domanda per l'intervista durò all'incirca due ore e i due decisero di rivedersi da buoni amici qualche giorno dopo.

****

Marco si era diretto alla casa discografica perché la telefonata che aveva ricevuto lo aveva alquanto preoccupato. I discografici gli avevano detto che l'ultimo disco non era andato molto bene con le vendite e che pretendevano scrivesse le canzoni per il nuovo album direttamente nel loro studio di Roma. Aveva lasciato Maya a casa di sua nonna e prontamente era andato a parlare con loro. Erano mesi che non scriveva più niente ed aveva perso completamente l'ispirazione.
Salì le scale che portavano alla casa discografica e trovò subito i due produttori che gli volevano parlare.
«Ciao, Marco, grazie di essere venuto. Sai le cose non sono andate molto bene per il tuo ultimo disco, i fans dicono che le canzoni dell'altro erano molto più belle e noi non possiamo dargli torto. Ovunque andrai era perfetta, mentre quelle dell'ultimo disco erano a stento credibili. Devi cercare di ritrovare la tua vena d'ispirazione e noi abbiamo già un'idea su come aiutarti.»
Marco era sconvolto, non solo l'ultimo album era pessimo, ma in pratica gli stavano dicendo che la sua relazione con Maya lo aveva reso non credibile agli occhi degli ascoltatori. Si, forse innamorarsi di una principessa faceva molto film rosa, ma a lui era successo e non poteva certo dire che non fosse un'amore vero.
«Vedete io non posso fare quello che mi state chiedendo, non so da che parte cominciare a scrivere canzoni come quelle di un tempo. La mia ispirazione alle volte gioca brutti scherzi.»
«Non ti preoccupare, Marco. Ti abbiamo cercato un'aiutante o meglio una musa. Eccotela, te la presentiamo, lei è Sofia.»
Girandosi Marco vide davanti a sé la ragazza che un anno prima aveva distrutto il suo rapporto con Eva e il mondo lentamente gli crollò addosso.
«Ciao, Marco. E' un piacere rivederti.»
«Ciao, Sofia.»
Una cosa era certa quella non sarebbe stata una giornata normale, e davvero non sapeva come giostrarsi tra Sofia, Maya ed Eva. Quello che ancora non sapeva era che l'arrivo di Sofia gli avrebbe creato enormi problemi.

****

Walter e Carlotta si ritrovarono a casa loro e dopo solo due minuti avevano in mente un piano per aiutare i loro amici: era tempo di far tornare i fantastici quattro agli albori di un tempo.

  
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