Sguardi
Ma
salveeee!! Ecco qui il capitolo 2. E’ sicuramente
più lungo del precedente e spero vi piaccia.
Buona
lettura!
Mio
:)
Ciò
che lo svegliò di
soprassalto, stavolta, non fu il suo solito incubo ma il suono della
sua odiosa
sveglia. Quanto avrebbe voluto romperla in mille pezzi!! Era la seconda
cosa
che odiava di più, dopo i suoi incubi.
Sbuffando
come un treno,
si stiracchiò e si alzò dal letto. Si diresse
verso il bagno trascinando un po’
i piedi: ogni mattina si alzava più stanco del giorno prima
e non era normale.
Non alla sua età comunque.
Decise
di non pensarci e,
spogliatosi, andò sotto la doccia, dove riuscì a
recuperare almeno un po’ di
lucidità. Dopo circa quindici minuti, uscì dal
box e si avvolse un asciugamano
intorno alla vita. Guardandosi allo specchio, non gli dispiaceva
ciò che
vedeva: ammalianti occhi verdi, ricci morbidi ed un corpo che molti
avevano
definito più che adatto per fare il lavoro di modello.
Secondo lui, c’era della
pancia di troppo ed è per questo che da circa un mesetto
aveva iniziato ad
andare a correre: andava ad Hyde Park, cuffiette nelle orecchie, e
correva fino
a non avere più fiato.
Si
riscosse dai suoi
pensieri quando gli occhi gli caddero sull’orologio che
teneva in bagno: le
otto meno un quarto!! Perfetto, non sarebbe mai arrivato in tempo al
suo
appuntamento mattutino. Niall l’avrebbe ucciso.
Asciugò i capelli meglio che
poté ed infilò le prime cose che trovò
nella sua stanza: un paio di jeans neri
non troppo stretti ed un maglioncino con scollo a V azzurro: era
già fine Marzo
ma non si poteva ancora andare in giro a maniche corte così,
anche se quel
maglione era a maniche lunghe, aggiunse un giubbotto di pelle nero.
Entrò n
cucina, dove regnava il caos più assoluto, e
riuscì ad afferrare un paio di biscotti
prima di uscire.
Corse
fino al bar davanti
al quale si vedeva ogni mattina con Niall. Il ragazzo era
già li, le braccia
incrociate e la punta del piede che tappettava per
l’impazienza, Non poteva
dargli torto: doveva essere li alle otto mentre si era presentato con
venti
minuti di ritardo. Quando il biondo lo vide arrivare, lo
fulminò con i suoi
occhi azzurro cielo.
-
Harry Edward Styles!!
Che cosa devo fare per farti arrivare puntuale agli appuntamenti?
– lo sgridò
dandogli una pacca sulla testa.
-
Portami Louis Tomlinson
e stai sicuro che sarò anche in anticipo.- rispose lui con
un sorriso beffardo.
Ma che cazzo stava dicendo?? Lui, Louis, doveva toglierselo dalla
testa. Non
gli apparteneva. Non più ormai.
L’altro
sbuffò ma non
riuscì a rimanere arrabbiato. Non davanti ad Harry e
così gli sorrise.
-
Scusa, Nialler, mi sono
perso mentre mi guardavo allo specchio … -
-
Come al solito! –
replicò il ragazzo – e come al solito, saremo in
ritardo anche stavolta. Se
oggi non ci mandano dalla direttrice siamo graziati, lo sai? –
-
Puoi scommetterci. Ma
dimmi … non ti sei dimenticato qualcosa? – lo
prese in giro Harry mentre lo
stuzzicava con l’indice sulla guancia più volte,
sorridendo.
-
Si, ok, d’accordo! Ho
capito, ma smettila! – si fermò mentre
l’altro faceva lo stesso. Lo guardò
mentre Harry allargava le braccia con un sorriso sulle labbra.
-
Andiamo … -
Niall
sorrise e gli si
buttò fra le braccia, abbracciandolo.
-
Buongiorno! – gli disse
affettuoso mentre gli lasciava un bacio sulla guancia ed Harry lo
stringeva a
se sorridendo come un bambino fra
suoi
capelli.
-
Ora si che è un
buongiorno – rispose il riccio lasciandolo andare –
Però perché ti fai pregare
ogni mattina? Ti costa tanto abbracciarmi? – gli chiese
mettendo il broncio.
-
Ma no, scemo!! Mi piace
vedere come ogni mattina torvi un modo sempre diverso per avere questo
buongiorno … - gli rispose il biondo sogghignando
leggermente.
-
Sei perfido! –
-
Non quanto il prof di
matematica quando ci vedrà entrare per l’ennesima
volta a metà della sua ora –
gli ricordò Nialler. Il riccio lo guardò e
sorrise.
-
Si, ok, mi sbrigo. Per
quanto può valere … - rispose stringendosi nelle
spalle mentre accelerava il
passo verso la scuola.
-
Signor Styles, signor
Horan … non disturbatevi ad entrare: andate dalla direttrice
– disse
l’insegnante di matematica non appena i due aprirono la
porta. Non aveva
nemmeno alzato gli occhi: quei due erano gli unici ad essere sempre in
ritardo.
-
Te l’avevo detto –
sussurrò Niall mentre uscivano di nuovo ed andavano in
direzione.
-
Vabbè, in fondo ce lo
meritiamo anche … abbiamo 17 anni io e 18 tu …
dovremmo sapere che cos’è la
puntualità … in teoria
– sottolineò
Harry scoppiando a ridere. Niall fece lo stesso.
Mentre
percorrevano il
corridoio in cui c’era l’ufficio del preside, vi
trovarono anche quei due
schianti assurdi di Louis Tomlinson e Zayn Malik Il ragazzo dagli occhi
azzurri
e i capelli castani vestiva con un paio di pantaloni rossi, una maglia
a righe
bianche e blu ed un sorriso mozzafiato che purtroppo non era rivolto al
riccio
ma al moro. Sia Harry che Niall si misero ad aspettare fuori
dall’ufficio, il
più lontano possibile dagli altri due, ma il riccio non
riusciva a staccare gli
occhi da Louis, dai suoi occhi e dalle sue mani intrecciate con quelle
di Zayn.
Harry sentì una fitta al cuore: le sue mani in quelle di un
altro. Le sue mani
non erano nelle sue. Quando Louis spostò il suo sguardo su
quello di Harry,
questo trasalì e i affrettò a guardare altrove.
In teoria il riccio lo odiava.
In realtà non era così.
-
Ehi, che hai? – sussurrò
Niall vedendolo strano.
-
Niente … - rispose il
riccio ma il biondo non era stupido e gli bastò
un’occhiata prima ad Harry e
successivamente a Louis. Guardò di nuovo Harry e il suo
rossore diffuso sulle
guancie: era cotto. Ma proprio cotto. Il biondo sbuffò,
irritato. Lui ed Harry
dovevano parlare. Era necessario.
-
Signor Tomlinson, entri
– la segretaria rientrò e il ragazzo si
alzò dalla sedia.
-
Ci vediamo dopo –
sussurrò a Zayn prima di lasciargli un bacio per niente
casto sulle labbra
piene.. Il moro se ne andò e Louis, poco prima di entrare,
lanciò un’occhiata
ammiccante ad Harry, che si rabbuiò.
-
Harry, fammi il favore:
non trattarmi come un povero deficiente. – gli disse Niall
non appena Louis
entrò nell’ufficio e il riccio ebbe sospirato.
-
Come? – sembrava
allucinato.
-
S ìi vede lontano un
miglio che Tomlinson cerca di comunicare con te, anche se in modo
discutibile,
e tu fai il sostenuto. Sei arrabbiato con lui ma … non
capisco: vuoi ignorarlo
ma non lo vuoi davvero … - Niall lo guardò
intensamente, cercò di carpire quel
segreto che Harry nascondeva ma fu inutile, non ci riuscì.
Non
era ancora il momento.
Quando l’altro avrebbe voluto parlare l’avrebbe
fatto ma ad Horan scocciava lo
stesso dover aspettare.
Stettero
in silenzio per
un po’ fin quando non videro uscire Louis
dall’ufficio della preside: aveva un’espressione
seria e scocciata sul volto ma sgranò leggermente gli occhi
vedendo Harry ancora
lì. Lo guardò intensamente, per quelli che gli
sembrarono minuti interminabili
ma il riccio lo guardò male e distolse lo sguardo, dicendo
qualcosa all’orecchio
di Niall. Il castano abbassò lo sguardo e si
dileguò in fretta.
Angolo
autrice
Macciao
ragazzuoli belli
:3 Dopo un sacco di tempo ho finalmente aggiornato la storia e spero
che il
capitolo vi sia piaciuto un po’. Non voglio dire niente,
vorrei sapere che cosa
vi piace, che cosa no, le vostre impressioni insomma u.u
Alla
prossima
Mio
:)