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Autore: Pikkola_Fe    09/12/2007    3 recensioni
ciao a tutti..! manco malto da efp..la storia che pubblico ora l'ho scritta abbastanza tempo fa, ma spero che vi incuriosisca comunque.. ^^ e se avete tempo.. lasciate un commentino..? XD “-Ma, Albus, potrebbe essere pericoloso…- Lo sguardo del Preside, però, fece morire ogni altra obiezione. La donna abbassò la testa, trattenendo a stento un sospiro, mentre Piton guardò con nervosismo crescente il Preside. Purtroppo però, tutti e tre sapevano che quella era la soluzione migliore. Ed in quella notte stellata si decise il destino di una ragazza ignara di tutto ciò che la aspettava.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti

Buongiorno a tutti! Finalmente riesco a postare il 2 chap..! vorrei davvero ringraziare tutti coloro che hanno recensito, o letto il chap precedente singolarmente ma non ho abbastanza tempo, perciò vi ringrazio tutti.. ed in particolare Noemi_Malfoy,lulu18, Ledy Slytherin, e Black Angel. Grazie mille per aver recensito e spero farete altrettanto con questo chap..! un bacioooo!

Pikkola_Fe

 

CAPITOLO 2

Torno nel mio dormitorio, stanca, svuotata, depressa, sconvolta, sorpresa, arrabbiata… certo nessuno riuscirebbe a nascondere tutte queste emozioni, tantomeno io. La mia espressione è sempre lo specchio di quello che sento… e non ci metto molto a radunare attorno a me una piccola folla curiosa di sapere quello che mi è successo.

-cosa voleva il Preside, Ginny?- mi chiede una ragazza del mio anno.

-io… io…- la guardo un attimo. Non appena l’avrò detto tutto diventerà vero.. non potrò più credere di aver fatto un incubo.. –ho avuto una punizione…-

-davvero? Dal Preside in persona? E che dovrai fare? Aiutare Gazza per il resto dell’anno?- chiede ancora la ragazza con una sorta di piacere sadico nella voce. Scuoto lentamente la testa, che è diventata stranamente pesante:

-io.. devo.. lasciare il dormitorio- dico tutto d’un fiato.

-sei stata espulsa?- chiedono un paio di ragazze incredule, ancora più confuse quando poi scuoto di nuovo la testa.

-e allora cosa…-

-dovrò dormire negli alloggi di Piton- dichiaro infine scocciata per poi scappare via e stendermi su quel letto che il giorno dopo avrei abbandonato.

 

La notizia della punizione, come avevo sospettato, ha fatto il giro della scuola in meno di due ore. Nessuno sa con precisione cosa sia successo di tanto grave da meritarsi una simile tortura, gli unici che conoscono la verità oltre me e Malfoy, sono Ron, Harry ed Hermione. Tuttavia oggi, mentre ero in bagno, ho sentito alcune ragazze che giuravano di aver saputo da fonti sicurissime che io e malfoy eravamo stati beccati sulla Torre di Astronomia a duellare ferocemente, con la chiara intenzione di suicidarci a fine combattimento. Certo, è una storia un po’ troppo fantasiosa, ma se davvero qualcuno è tanto stupido da crederci, meglio così. Non andrò di certo a sbandierare il fatto che la punizione di Piton è solo una copertura per raggirare Voi-Sapete-Chi.

-se vuoi andiamo a parlare con il Preside, Gin, non puoi accettare così passivamente una decisione del genere!- esclama Harry infervorato. Io guardo tristemente il fuoco che scoppietta nel camino, dondolando le gambe lasciate penzolare giù dal divano. Ron ed Hermione annuiscono per mostrare il loro parere, ovviamente favorevole alla proposta di Harry, ma io li fermo subito con un semplice cenno del capo.

-è la mia occasione per dimostrare che anche io posso collaborare all’interno dell’ordine, e farò di tutto per dimostrare che ne sono degna-.

I tre che mi stanno di fronte annuiscono, senza però capire le mie ragioni. In effetti, anche io stento a capire da dove provenga tutta questa sicurezza.

-ascoltate, potrete, anzi dovrete, venire a trovarmi sempre, in qualsiasi momento, di qualsiasi cosa avrete bisogno- dico per rassicurarli, e convincermi ancora di più che quella è la decisione giusta. I miei amici annuiscono ma la loro espressione non sembra tanto convinta. Sospiro e guardo l’orologio appeso alla parete. Le 19.00 in punto.

-bè ragazzi, io vado a vedere la mia nuova camera..- afferro lo scatolone che ho preparato poco fa e mi avvio verso il buco del ritratto.

-aspetta ti accompagnamo!- esclama subito Harry cercando di togliermi la scatola dalle braccia.

-no, non preoccupatevi, voglio prima arredare la mia nuova casa a modo mio, e poi vi inviterò per l’inaugurazione- rispondo sorridente. La mia risposta sembra convincerli e, finalmente, mi lasciano andare.

Cammino per i corridoi lentamente, con l’aria di una condannata a morte, ma non riesco a fare a meno di pensare che nella mia vita precedente devo aver fatto qualcosa di veramente orribile per essermi meritata questa punizione. Mi nascondo dietro il mio scatolo ogni volta che incrocio qualcuno non mi va assolutamente di vedere gli sguardi compassionevoli o accusatori dei miei compagni di scuola.

Eccomi, sono appena arrivata nei sotterranei. È strano pensare che prima odiavo questo posto. È qui che si trova l’ufficio di Piton, così come la Sala Comune dei Serpeverde. Che ci faccio io qui? Questo luogo non mi appartiene, una Grifondoro non può restare qui..

-andiamo, Weasley, non farla tanto tragica… pensi che a me piaccia abbandonare il mio dormitorio per venire a stare in questa topaia?-.

una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. Non ho neanche bisogno di voltarmi per riconoscerlo: Malfoy. Non mi va neanche di guardarlo, è lui la causa di questa situazione orrenda. Entro negli alloggi di piton senza neanche degnarlo di uno sguardo, poggio a terra la scatola e mi spazzolo la gonna con le mani.

-la tua camere è quella, pezzente.. ovviamente è il più lontano possibile dalla mia, sai com’è, non vorrei essere contagiato da te…-

mi avvio verso la stanza che mi ha indicato Malfoy senza battere ciglio, cammino dritta e composta sotto il suo sguardo giudice. Non mi lascio di certo intimorire da un ragazzo del genere, io.. mi volto a guardarlo soltanto quando ho ormai raggiunto la porta:

-per tua informazione, Malfoy, desidero essere qui con te come desidero baciare uno Schiopodo Sparacoda, non so se ho reso l’idea..- sorrido tranquilla mentre il Serpeverde sostiene il mio sguardo con orgoglio.

-ah.. un’altra cosa. Se siamo qui è soltanto colpa tua, quindi non credo affatto che tu sia nella posizione di offendermi, chiaro?- e detto ciò, con una soddisfazione che non pensavo di poter provare in questo momento, sbatto la porta alle mie spalle, chiudendo fuori la persona che mi sta facendo tutto questo.

 

Ho appena finito di sistemare la mia nuova camera. La guardo con occhio critico, non ho ottenuto l’effetto sperato. Purtroppo i miei stendardi rossi e oro non combaciano affatto con queste mura scure e ombrose che, chissà perché, mi ricordano tanto i colori dei Serpeverde. Sbuffo esasperata lanciandomi sul mio letto. Il materasso è più duro del mio vecchio e comodo letto a baldacchino, ma le coperte sono calde e morbide, così come i cuscini appoggiati sopra. Guardo l’orologio: le 22.58. forse è ora di andare a dormire..

Mi infilo sotto quelle coperte così invitanti e mi accovaccio come in cerca di protezione. Le parole di Silente continuano a ruotarmi nella mente “voldemort aveva ordinato a Malfoy di tenerti d’occhio, capire le tue debolezze per poi poter agire indisturbato…”.

Il Signore Oscuro mi vuole morta e, se davvero Malfoy sta facendo il doppio gioco come penso io, sono davvero nei guai.

 

Apro piano piano gli occhi. Il sole non è ancora alto nel cielo, il che signfica che non sono in ritardo. Bene, ho ancora qualche minuto di pace prima che la mia caotica mattinata abbia inizio. Rimango nel letto, con le braccia incrociate dietro la testa, osservo tutti gli oggetti che mi sono portata dietro per potermi sentire a casa. Tentativo inutile. Un rumore dietro la porta mi riscuote dal mio dormiveglia e mi costringe a guardare l’orario. Le 8.05.

-COSA?????? Oh no oh no oh no-

ma com’è possibile che sia già così tardi? Guardo la finestra confusa. Ma certo, che stupida, sono nei sotterranei, il sole non sorge da questo lato… mi fiondo fuori dalla mia stanza alla ricerca del bagno.

-tardi tardi tardi- esclamo ormai in preda all’ansia.

-oddio che visione! La Weasley di prima mattina! non potevo desiderare risveglio peggiore!- commenta Malfoy uscendo da quello che sembra proprio essere il bagno, già preparato di tutto punto.

-fottiti Malfoy!-

-oh che termini, Weasley! Che succede?-. spingo Malfoy con tutta la forza che ho, e vi assicuro che non è poca, e mi precipito all’interno del bagno. Mi guardo allo specchio. Beh in effetti Malfoy ha ragione, sono uno spettacolo orrendo. I capelli arruffati mi ricadono scompostamente sulle spalle, gli occhi sono rossi e gonfi di sonno, due profonde occhiaie mi incorniciano il volto. Mi sciacquo velocemente la faccia cercando di aggiustare quel che si può sul mio viso. E dire che c’è che mi considera la ragazza più popolare della scuola, dovrebbero vedermi a quest’ora!

-ehy Weasley, guarda che la chiave la tengo io, tu potresti perderla! Perciò mi trovo costretto a chiudere la porta… non so se riuscirai a trovare il modo di uscire in tempo per le lezioni…-

Cosa? COSA?

-no! Malfoy fermo lì, aspettami!- corro fuori dal bagno e comincio a raccogliere tutti i miei libri lanciandoli tra le braccia di un Malfoy piuttosto sorpreso. Quando ho finito di passargli tutti i tomi lo spingo fuori dalla porta e lo guardo in attesa:

-la chiave!- spiego tendendo la mano.

-Weasley sei proprio una stupida, non c’è nessuna chiave! Ti ricordo che siamo in una scuola di Magia, e che come in tutte le altre stanze, qui si accede tramite un parola d’ordine!-.

Lo fisso. Conta fino a dieci, Ginny, non lasciarti prendere dalla rabbia, sei già abbastanza in ritardo. Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo, li riapro e Malfoy si sta già allontanando per le scale. Bene, non averlo tra i piedi è un sollievo. Poi guardo meglio. Un momento, sono i miei libri quelli che sta portando con sé.

-MALFOY!- lo rincorro fino all’aula di Trasfigurazione, la mia prima lezione del giorno. Arrivati di fronte alla porta gli strappo i libri dalle braccia, con il fiatone per la corsa che mi ha costretta a fare, e gli mormoro:

-ti odio!- lui non si scompone minimamente, anzi, mi risponde:

-iniziavo a preoccuparmi, non me lo dici da circa tre ore… ah, e comunque, ti odio anch’io!-.

 

  
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