L'amore viene, non puoi decidere te. Quando lui sa che deve colpirti lo farà.
Visite da sfruttare.
Entrai nel bagno, ma sta volta senza chiuderla a chiave, e mi infilai nella doccia. Stavo per togliermi l'accappatoio quando Michael arrivò e si infilò nella doccia.
-''Ah grazie molto gentile!''- Dissi rimettendomi l'accappatoio.
-''Facciamo il bagno assieme?''-
-''Ma piantala!''-
-''Dai! Non farti pregare''-
Pensai per solo due secondi e subito dopo mi feci scivolare dentro la vasca. Mi appoggiai a alle sue ginocchia e mi avvicinai alle sue labbra.
Lui mi prese e mi strinse a se. Restammo in silenzio finché notammo delle bolle che scoppiare in mezzo all'acqua.
-''Scusa!"- disse.
Eravamo davanti alla porta.
-''Michael, io devo andare al lavoro tu cosa fai?''-
-''Io vado da Quincy a parlargli puoi ci vediamo, okay?''-
-''Si!''-
-''bene a dopo''- Disse con una mano fra i capelli e una in tasca.
-''Si a dopo, ciao Mike''-
-''Ciao''- Mi avvicinò a lui e mi baciò forte la fronte. Ci abbracciammo, dopo circa cinque minuti ci lasciammo e io andai verso l'ufficio e lui verso lo studio di registrazione.
Il mio ufficio era negli edifici della "Polic Pubblication", io ero una redattrice.
Nel mio ufficio incontrai e salutai subito la mia collega e migliore amica seduta a gambe incrociate e con una lima in mano.
-''Ciao Sus''- Mi disse Emily.
-''Ciao Emily''-
Emily Payne era la mia migliore amica dalla prima elementare. Non era cambiata, come sempre capelli castani lunghi e vaporosi che lei adorava raccogliere, di origini dominicane e un'allegra personalità che mi ha sempre divertito fino ad oggi.
Lei si occupava del reparto artistico.
-''Allora dove sei stata ieri?''-mi chiese gettando dietro di se la lima.
-''Ma a casa''- Risposi mentre mi sedevo.
-''Da sola o in compagnia?''-
Appena mi pose l'ultima domanda guardai il direttore della Polic News Megazine, era fuori dalla porta. Le feci segno di guardarlo e appena se ne andò ci avvicinammo di scatto e sussurrando le raccontai la mia avventura.
-''É un ragazzo dolcissimo e bellissimo di Gary, Indiana. L'ho conosciuto a capodanno e bhé, ieri è stata la notte buona''-
-''Oh mio dio! Lo conosci da 2 giorni e già lo hai portato a letto?! Certo che sei un elemento''-
-''Perché?''-
-''Cara, va bhé che é da un po' che non ti vedi con qualcuno… anzi, io non mi ricordo neanche l'ultima volta che ti ho visto andare a letto con qualcuno''- Feci una smorfia offesa.
-''Comunque un uomo, se é dolce, non fa queste cose. Se lo fa, vuol dire che sta cambiando e magari non sarà più così dolce''-
-''Io non voglio questo''-
-''Sai cosa ti consiglio, tesoro, di farlo divertire ma non in quel modo''-
-''E come?''-
-''Bho portalo dai tuoi. No, quella sarebbe una tragedia. Ehmm....vai al parco quando c'é il tramonto, insomma fa si che mostri il suo romanticismo''-
-''Si, grazie''-
-''Bene devo andare, Bye''- E se ne andò verso la porta.
Mentre riguardavo alcune bozze di articoli il telefono dell'ufficio squillò.
-''Pronto?''-
-''Ciao Susie sono tua madre''-
-''Che c'é?''-
-''Volevo invitare la famiglia Jackson a pranzo oggi da noi e vorrei tanto che tu ci venissi'-
-''Ehmm….si. Va bene. A che ora?''-
-''Dai! Sarà divertente, verso le 11:30 saranno tutti qui … ma! Hai detto va bene?!''-
-''Si! Va bene se vengo a casa tua per le 11:15.?''-
-''Si va benissimo! Bene ci sentiamo! Baci''-
Appoggiai il telefono vicino a me e ripresi a leggere. Bevvi due o tre sorsi d'acqua e ripresi il telefono.
Volevo chiamare Michael per avvisarlo del pranzo, ma mi ricordai che io non avevo il suo numero di telefono. Sbuffai e appoggiai il telefono.
Provai a concentrarmi, ma risuonò il telefono.
-''Si pronto?!''-Gridai irritata.
-''Pronto, ho-ho sbagliato numero?''-
Al posto della voce raffinata e dolce di Michael, sentì un più forte e simili a una voce di una certa età.
-''Non lo so, sta parlando con Susie Jean?''-
-''Ehmm... Io ho bisogno di una contabile e qualcuno mi ha detto che la signoriana Jean era davvero affidabile''-
-''Sono io la signora Jean per cosa le serve il mio aiuto, io non sono una contabile''-
-''Per venire ad aiutarmi a controllare i miei conti e cosa ho speso''-
-''Le ripeto che io non sono una contabile! ''-
-''Ah scusi mi servirebbe un piacere, ma sono sposato''-
Alzai il sopraciglio e respirai allungo.-''Di che cosa sta parlando? È lavoro quello che intende, vero? ''-Dissi a denti stretti.
-''Mia moglie pensa di tutto...''-
-''Okay basta ci parlo io''-Si aggiunse un altra voce di cui mi sembrava di conoscere.
-''Ehi Girl!''-
-''Jake! Ciao come va?''-
-''Bene, Bimba ascolta tu hai detto di essere una contabile, giusto?''-
-"Eh no, Jake, non l'ho mai detto"-
-"Ah, ma comunque come te la cavi in quel settore? Perché io avrei bisogno di una mano a controllare questi conti ma non ci riesco"-
-''Bhé ci posso provare, in fondo quanto può essere difficile? Ti vengo a cercare nel tuo negozio giusto?''-
-''Yes, lì ti aspetto, ciao Bimba''-
-''Ciao''-
Mi alzai e vidi che erano le 10:28 io avevo pausa verso le 10:47 il direttore non si sarebbe mai accorto della mia assenza.
Presi la giacca e me la svignai di corsa verso il parcheggio. Mi infilai dentro la macchina e controllai di avere tutto, accesi e andai verso Jake.
Non ero riuscita neanche ad arrivare all'entrata che Jake aprì di colpo la porta e mi salutò con il solito nome ''Girl''.
-"Ciao, entra"-
Il negozio era pieno di cianfrusaglia come la prima volta che ci entrai, nonostante la luce del giorno era scuro esattamente come di notte.
-''Ah Girl dovremmo andare da una mio amico a fare questo perché qui non c'é spazio''-
Non ero molto sicura di quello che mi stava chiedendo, Jake poteva essere un maniaco o un drogato pronto a uccidermi o ricattarmi!
-''Aspetta! Dove dobbiamo andare?''-
-''Ah, da mio zio Quincy Jones ora é con Michael, sai Michael Jackson, quello di cui ti parlavo ieri''-
-''Da Michael!''-
-''Si, sai il ragazzo.... perché hai quella faccia? Sei diventata una sua grande fan per il disco''- Restai con un sorriso sulla faccia mentre mi dirigevo verso la macchina
-''Okay, io non conosco Michael, ma se per caso lo incontriamo dobbiamo mantenere la calma"- Mi disse, anche lui molto emozionato.
Mi infilai nell'auto aspettando che anche lui arrivasse.
-''Ah no girl oggi usiamo la mia macchina''-
-''Tu hai una macchina?''-
-''Si''-Disse indicandomi un pick up tutto fracassato e arrugginito colorato di blu notte e qualche disegno ippi.
Restai un secondo a guardare quella macchina che cadeva a pezzi e mi girai verso di lui-''Okay, però guido io!''-
Andai verso la sua auto e mi sedetti al posto di chi guida.
-''Okay, allora per guidare quest'auto devi prima familiarizzare con lei''-
-''o..kay!''-
-''Allora ripeti con me: Tu Betty...''-
-''Io non mi chiamo Betty!''-Dissi interrompendolo.
-''Parlo alla macchina!''-Disse ruggendo tenendo sempre tutte e due gli occhi chiusi''-
-''La tua macchina si chiama Betty?''-
-"Stai zitta!"-
Mi rigirai offesa.
-''Sarai la mia compagna di viaggio per forse tutta la vita proteggi noi e noi proteggeremo te"-
-"Si spiega la puzza di pipi che c'è qui dentro"-
-"Vai Betty accenditi!''- Finì la frase e girò la chiave nella serratura, la macchina si accese con un boato infernale.
-"Ah!"- Gridai.
-''Okay, ora piano piano vai con il motore''-
-''Okay, vado''-
Appoggiai lentamente il piede sull'acceleratore. La macchina iniziò a avanzare facendo un fracasso terribile. Tutti per la strada si voltavano verso di me che sempre con delicatezza acceleravo.
Dopo 5 minuti riuscì a fare mezzo metro.
-''Okay, basta prendiamo la mia macchina!''- Dissi uscendo dall'auto.
-''Okay allora dove dobbiamo andare?''-
-''Em... ti devi fermare.......qui!''- Mi fermai di colpo e davanti a noi c'era un enorme palazzo.
-''Studi di registrazioni Epic''- Lessi l'insegna davanti a noi.
Spensi il motore e scesi dalla macchina. Raggiunsi Jake che stava già camminando per conto suo. Io m'infilai le mani nelle tasche del mio giacchettino e spinsi la porta d'entrata.
-''Vieni Girl é per di qua''-Mi disse Jake, visibilmente agitato, indicandomi la sala numero 5.
Jake aprì la porta e mi fece passare -"Ehmm .. grazie"-
-''Ma ti pare Girl!''-
Lui chiuse la porta dietro di me e mi raggiunse. Da dove eravamo noi si poteva sentire della musica, cantata da una voce inconfondibile.
Segui la musica e sempre con Jake, entrammo in una stanza e Michael stava cantando.
-"Ah!"- No, questa volta non ero io! Era Jake.
-"Jake per carità trattieniti!"- Gli sussurrai.
Quincy Jonas era quest'uomo con la barba e un sorriso incredibilmente contagioso.
Appena Quincy ci vide fermò tutto:
-"Fermi! Stop! Un attimo di pausa"- e corse verso Jake.
-''Ciao, amico mio''- Disse battendo il cinque a Jake e abbracciandolo.
-''Ehi zio Q come butta?''-Rispose.
-''Bene! Ehi, fammi indovinare é la contabile?''- Disse indicandomi e sorridendomi.
-''Si, Q ti voglio presentare la mia...''-
-''Ragazza?!''-Lanciai uno sguardo furioso a Q, che mi stava esaminando da cima a fondo.
-''No! La mia amica Susie Jean''-
-''Ah! Scusa, ovviamente hai già il fidanzato''- Mentre Q continuava a umiliarmi, spuntò da dietro di lui Michael che veniva verso di me sorridendo.
-''Io in verità non lo so''- Dissi appena Michael era arrivato, mi diede un forte abbraccio che mi tirò su e in fine un grande bacio.
Abbassai lo sguardo, poi lo rialzai incrociando quello, un po' meno felice, di Jake.
-''Bene ora che siamo tutti insieme possiamo anche andare a mangiare, si? ''- Propose Q.
Tutti risposero "Sì" a parte io che da dietro incominciai a parlare:
-''Ehm...veramente mia madre aveva invitato me e Mike a mangiare da lei, ha qualche ospite''-
-''Quali ospiti?''-Mi chiese Michael.
-''La tua famiglia''-
-''La mia famiglia! Non mi hanno detto niente''-
-''Neanche a me fino a questa mattina''-
-''Okay, bhé ragazzi devo andare, ci sentiamo''-
-''Ovvio ciao Michael''- Lo salutarono con abbracci, baci, insulti, pernacchie, ecc.
Michael allungò il braccio e lo appoggiò sulle mie spalle.
-''Prossimamente avvisami di tutte le tue amicizie ti va?''-
-''Buona idea, Mike''-
Mi aprì la portiera di quella stupenda mini color rosso, sembrava l'auto di un bambino.
-''Dov'è la casa dei tuoi?''-
-''Un po' fuori Santa Barbara''-
-''Mi piace quel posto''-
-''Si anche a me''-
-''Sai Susie stasera ho sognato qualcosa di strano''-
-''Cosa?''-
-''Tu e io che ballavamo sulla pista da ballo come sulla febbre del sabato sera. E dopo tantissime ore che ballavamo tu mi hai mostrato una foto di un bambino e hai detto che era tuo e mio figlio, tu eri la ragazza più bella della città, ma mi avevi ingannato continuando a dire che fosse il mio bambino quello nella foto che stava piangendo''-
-''Addirittura''- Dissi ridendo.
-''Si é ho pensato di fare una canzone così e di parlare di te''-
-''Dirai che ti ho ingannata?''- Continuavo a ridere.
-''No però, questa canzone mi sembrava divertente''-
-''E come la chiamerai?''-
-''Mmm.. Susie Jean no! Diana Jean, no! Annie Jean, no! ''-
-"Billie Jean?"-
-"Billie Jean?!"-
-"Ho sempre pensato che tra tutti questi nome è quella con cui si abbina meglio al mio nome"-
-"Si in effetti non è male"- Mi sorrise prendendomi la mano -"Sai, avevo già scritto l'arrangiamento e tutto. Avevo in mente quella canzone prima di capodanno, ma non sapevo come usarla, non ero ispirato''-
-''Bhè, Mi fa piacere che il mio nome sarà cantato da una voce così bella''-
-''Grazie! É sto pensando anche a una canzone con la poesia che ti ho sussurrato l'altra notte. La chiamerò "Baby be mine" ''-
-''Quando vuoi io lo sarò''-
-"Cosa?"-
-"Sarò tua quando vuoi Mike"- Lo fissai intensamente e lui si fermò in un lato della strada.
-''Sai, tu sei l'unica che sento davvero nel mio cuore. Penso che sta succedendo tutto troppo in fretta''-
-"Si è vero, quando con una persona ci stai bene, è difficile che non succeda il più veloce possibile, no?"-
-"Spero sia così, perché non voglio rovinare tutto"-
-"Neanche io''-
Ripartimmo dopo circa 20 minuti, non sto a dire cosa abbiamo fatto. In quel momento eravamo veramente felici. Io mi ero stretta a lui e nella radio avevamo messo vecchie canzoni dei Rolling Stone per cantarle a pieni polmoni.
Abbassai di colpo il volume:
-"Ecco gira a destra, siamo arrivati"-
Michael si fermò esattamente davanti al sentiero che portava all'entrata nel giardino.
-''Oh mio dio! Ma questa casa é gigante!''-
-''Davvero? A me non sembra così enorme''-
-''Ma sei pazza é grandissima''-
-''Vuoi restare lì fermo a osservarla con la bava che ti cada dalla bocca o preferisci venire con me''-
-"Ah si la casa è bella, ma tu lo sei di più Susie!"-