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Autore: _Ery1999_    24/05/2013    1 recensioni
Nemmeno il pensiero di essere decisamente fuori orario impedì alla strega di fermarsi nel bel mezzo del corridoio con il battito regolare del suo cuore pulsante nelle tempie.
Nelle orecchie, invece, il vago rimbombo di passi sulla pietra e in testa, il riflesso di una luce di terrore in un paio di occhi opachi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Biblioteca


Ecco, si disse Hermione Granger, questa è stata l’ultima goccia. Sedeva tremante di rabbia davanti al camino scoppiettante della Sala Comune, a gambe leggermente divaricate con una pergamena spiegazzata stretta fra le mani. Una lettera che avrebbe fatto volentieri a meno di ricevere e, di conseguenza, di leggere. Non ne poteva più di tutta quella pressione da parte di Ronald. Ma fino a quando si limitava a scriverle di quanto fosse contrariato e stufo della sempre maggiore indifferenza di lei di fronte alle sue continue dichiarazioni d’amore, poteva benissimo sopportare e fingere che le lamentele di lui fossero assolutamente infondate. Ma questo era veramente troppo. Lasciarla, a detta di Hermione stessa, sarebbe stata una decisione saggia e ragionevole. Accusarla di tradimento e aggredirla con epiteti tutt’altro che gentili, proprio no. Non gli andava bene la loro relazione? Perfetto!, gli aveva risposto, poteva benissimo mollarla e sparire dalla sua vita pressoché vuota, trovarsi un’altra con cui fare lo sdolcinato e sciocchezze del genere. A lei andava più che bene. Certo, si erano voluti bene, forse addirittura amati, ma se una storia finisce, finisce e basta. Non ha senso cercare di rimettere insieme granelli di sabbia. In un impeto di rabbia, stracciò la carta ingiallita con due energici colpi secchi e gettò i brandelli nel fuoco. Il pasto inatteso sembrò essere gradito dalle fiamme, che lo divorarono con ingordigia. Ora il motivo della sua frustrazione era ridotto ad un mucchietto di cenere. Materialmente, però. Nella sua testa, invece, rimbombava ancora forte e chiaro. E, nonostante tutto, faceva male sentirsi incapace di tenere in piedi una relazione.
Visto che ormai il resto della serata, e quindi della nottata, era rovinato, Hermione Granger decise di infischiarsene dell’orologio che si apprestava a scoccare le tre e si avviò in Biblioteca. Nei corridoi bui i suoi passi leggeri erano silenziosi, si sentiva quasi come un topolino in una soffitta. Nascosta e al sicuro. Non sono poi così distrutta, si disse. All’improvviso un pensiero la investì, come una folata di vento gelida sferza le cime dei pini in inverno. Era forte abbastanza, non aveva bisogno di qualcuno al suo fianco. Non voleva riprovare ad amare, a prescindere dal fatto che ne fosse capace o meno. Si sentì divisa in due da quella consapevolezza: una parte di lei avrebbe voluto sorridere e rallegrarsene, l’altra la rese scontenta di se stessa.
Ad ogni modo scacciò via quei conflitti interiori con un gesto della mano, quasi volesse mandar via un insetto fastidioso, e varcò la soglia della Biblioteca. Da qualche giorno aveva messo gli occhi su un volume di astronomia che le era sembrato interessante e che si era ripromessa di leggere il prima possibile. Adesso avrebbe avuto tutto il tempo necessario per goderselo in pace. Un mare di libri e scaffali la circondavano, illuminati dal fievole chiarore della Luna che filtrava dalle grandi finestre. Hermione si beò di quella pace, di quel silenzio affatto soffocante, e si avvicinò ad uno scaffale impolverato alla ricerca di una copertina blu scura con le scritte argentee. Qualcosa però la fece rimanere con il braccio a mezz’aria ed i sensi in allerta. Avvertiva una presenza, un’ombra nascosta e invisibile nella pece della stanza. Si guardò intorno. Gli occhi le si ridussero a due fessure. Trattenne l’istinto di strofinare una mano sul viso. Non poteva essere certo Draco Malfoy quello seduto a non più di due metri da lei come un imbambolato. Le dava le spalle e non accennava il minimo movimento. La strega prese lentamente il volume e si avvicinò con passo cauto. Lo oltrepassò, prendendo posto ad un paio di banchi lontano da lui. Ora lo aveva di fronte. Teneva le mani in grembo e lo sguardo rivolto alla Luna. La pelle pallida risaltava incredibilmente sotto quella luce così tenue. Sembrava assorto nei suoi pensieri e non le diede modo di capire se si fosse accorto della sua presenza. Comunque, non le importava. Era andata lì per leggere e apprendere qualcosa in più sugli astri. Niente di più. Prima di schiudere l’enorme manuale, Hermione si chiese se Draco Malfoy non fosse impazzito, esattamente come lei, si corresse. Poggiò accuratamente il libro davanti a sé, inclinandolo leggermente. Era un mattone di circa duemila pagine con dei caratteri veramente microscopici. Per quanto amasse leggere al buio, le sue capacità umane non glielo consentivano. Tirò la cordicella nera della piccola lampada verde alla sua destra, e una luce giallastra inondò la superficie in legno. Allora poté finalmente rilassarsi sulla sedia e immergersi in quelle parole dalle minuscole dimensioni. I suoi occhi volavano da un rigo all’altro, le labbra pronunciavano parole mute, le sopracciglia si aggrottavano di tanto in tanto. Era a metà della seconda pagina quando una voce la distrasse, facendole perdere il filo. Odiò profondamente quella voce. Alzò la testa e si accorse solo in quel momento di quanto le dolesse. Non le importava.
- Cosa hai detto? – chiese bruscamente, quasi ringhiando.
- Potresti spegnere quella luce? – ripeté Draco Malfoy pazientemente, senza il minimo segno di ostilità nel tono o nell’espressione. Lei ne rimase stupita, ma non bastava certo una frase gentile per farle cambiare idea sul giovane uomo che aveva di fronte. Quando le parole le uscirono di bocca, la sua voce era aspra e tagliente.
- Ascolta, Malfoy. Io sono venuta qui per leggere. Se la luce ti infastidisce, puoi benissimo alzare il culo e andartene da qualche altra parte – sbuffò. Non era affatto il momento giusto per sorbirsi quei suoi piagnucolii. Ebbe l’impulso di tapparsi le orecchie pur di non sentire la valanga di insulti che le avrebbe riversato addosso in un tempo imminente. Aspettò. Ma quella valanga non si decideva ad investirla. Le ci volle un po’ di tempo per accorgersi che Malfoy si era alzato, aveva rimesso a posto la sedia alzandola, per evitare di farla raschiare sul pavimento, e aveva lasciato la Biblioteca. Non sentì neanche l’eco delle sue scarpe. Sbatté le palpebre per assicurarsi che non stesse vivendo un sogno. Poi alzò le spalle e rivolse nuovamente la sua attenzione al libro che giaceva sulle sue ginocchia. Ebbe la sensazione che non fosse quello di poco prima. Il suo interesse era completamente sfumato.
 

Angolo Autrice...

Eccomi tornata con il secondo capitolo! Scusatemi per la lunga assenza... ma ho avuto molto da fare. Fatemi sapere cosa ne pensate vi prego. Chiedo solo un commentino. Vi aspetto!
Vostra,

_Ery1999_     
  
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