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Autore: hugmeciastin    25/05/2013    7 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto mi sembrava un uragano. Cosa stavo facendo da sola in questa macchina con uno sconosciuto che mi ha portata in giro per tutte queste ore? Da quando ero cresciuta?
 
Tante domande scorrevano nella mia mente. Da dove le tiravo fuori?

Ci ho messo anni per convincere mio fratello a lasciarmi viaggiare fuori lo stato, intorno l'America. E' un miracolo che io possa dire che finalmente l'ho convinto per il Canada, che era sempre stato il mio sogno da quando ho mai potuto ricordare. Chiaramente ricordo quando guardavo le partite di Hockey con mio padre e mio fratello, mentre mia madre era al lavoro. Di solito tifavo per la mia squadra preferita, I Toronto Maple Leafs.  Credo di poter dire solo che quelli erano i giorni migliori della mia vita.
 
La mia vita non era perfetta. Io non sono perfetta. Ogni cosa era più o meno intatta fino all'incidente stradale. Questo distrusse la mia vita per sempre. Non ero nell'incidente. Neanche mio fratello. Solo i miei genitori.
 
14 giugno del 2005.. avevo nove anni, stavo uscendo dall'autobus del mio ultimo anno di scuola. Ero emozionata, pensando che avrei portato la mia famiglia a Disneyland, o fare shopping al Rodeo Drive con mia madre il prossimo giorno. L'estate era sempre una cosa movimentata…specialmente ai nove anni. A quell'età non c'era bisogno di pensare alle preparazioni dell'esame di ammissione per l'università, o quanto sarebbe stato difficile l'anno successivo a scuola. Le elementari erano considerati gli anni rilassanti.
 
Camminando fuori dall'autobus, portai il mio zaino preferito di Spongebob in casa, solo per trovare una coppia di poliziotti che stavano investigando la nostra casa. Tutto era ricoperto di plastica. Non avevo idea di cosa stava succedendo. Infatti, pensai che sarei stata arrestata.
 
Ricordo solo un ufficiale caucasico che aveva appena finito i suoi 20 anni, seduto giù per dirmi…beh, in particolare nel suo accento del sud
 
''I tuoi genitori sono morti."
 
Otto anni dopo, quelle parole continuano a tornare nella mia mente per almeno una o due volte al giorno. Continuo a ricevere informazioni dall'investigazione. Alcuni dicono che mia madre e mio padre stavano litigando, e sono finiti in un fosso, mentre altri dicono che erano troppo ubriachi per guidare. Non importa cosa è successo. Continuo a pensare che loro sono orgogliosi di sapere che mi sono lasciata alle spalle quel fallimento di fratello.
 
Mio fratello era esattamente l'angelo mandato dal cielo nella mia famiglia, ma non appena i miei genitori sono morti è cambiato drammaticamente. A 16 anni ha deciso di prendersi cura di me. Voglio dire, all'inizio era abbastanza bravo, poi a scuola, è stato coinvolto con gente sbagliata. Fu presto trascinato nella droga. Marijuana, eroina, come la volete chiamare. Mi ha anche incoraggiato a provare un paio di volte, ma non era una cosa che volevo fare. Mai in milioni di anni.
 
Tutto questo ha solo portato mio fratello a diventare membro di una branco chiamato Razors. Ben presto si era dimenticato di prendersi cura di me, portatomi a fare tutto da sola. Mi nutrivo dei soldi della droga di mio fratello, e qualsiasi cosa che si possa immaginare. Alcune voci di strada dicevano che aveva commesso un paio di omicidi, portando ai membri degli altri branchi a vendicarsi.. uccidendo me.
 
La rivincita degli altri branchi che volevano giocare su di me mi hanno fatto venir voglia di andarmene in tutti i modi fuori dal continente, portandomi a voler stare in Canada. Qui, io mi sento al sicuro. Perché un membro di un branco avrebbe voluto uccidermi in tutti i luoghi, Ontario, Canada? La cosa peggiore che potrebbe accadere qui è solo essere derubati. Non sono una codarda.
 
Ci sono voluti anni per convincere finalmente mio fratello a lasciarmi venire qui. Ma perché? Lui non vorrebbe che la sua sorellina sarebbe morta da uno dei membri del branco rivale. E' passato dall'avermi abbandonato, a diventare uno dei fratelli più protettivi che si possa pensare. Mi ha dato una lista di informazioni da non condividere con gli altri, perché se avessero trovato la mia identità, me ne sarei andata per sempre.
 
Soprattutto, mi ha detto di stare lontana da Stratford, Ontario…la casa del branco 'Venom'. Mi ha dato un sacco di avvertimenti: di non mettere piede in quella zona, di non andare mai vicino ad un territorio dei Venom.
 
Indovinate dove sono finita, dopo aver trascorso numerosi giorni sulla strada?
 
Sulla mia destra, fuori dal finestrino del taxi c'era un segnale in giallo, che dice:
 
'SWAN MOTEL'

E' situato su Downie Street, Stratford, Ontario.
 
Il segnale lampeggiava con la pioggia nel cielo scuro. Erano quasi le 11 ed era arrivato il momento di andare a dormire da qualche parte.
 
"Gira di là, Rouge." Ordinai al mio tassista. Lui entrò nel parcheggio, fermandosi proprio davanti all'entrata del Motel.
 
Rouge era stato assunto da mio fratello per accompagnarmi per l'America. E' calvo e il suo comportamento mi ricorda i Pitbull. Mio fratello lo ha pagato con i soldi che guadagna con la droga per farmi portare qui, e io lo pagherò con i soldi della droga per convincerlo a farmi un grande favore.
 
"Tuo fratello mi ha detto di non lasciarti a Stratford." Mormorò profondamente nel suo marcato accento.
 
"Stai lontana da Stratford"
 
La voce di mio fratello Brad risuonò nella mia testa, mandandomi un brivido di rabbia attraverso il mio corpo.
 
"Beh, sai una cosa, Rouge? Ti pagherò tremila dollari per lasciarmi qua, ritorna a Los Angeles, e non parlare di questo." Incrociai le mie braccia in atteggiamento. "Chi se ne frega di quello che dice mio fratello? Voglio uscire" Contai subito i miei 100 dollari fino a quando non ho ottenuto tremila. "Duemila-700, 2000-800, 2000-900, 3000." Buttai i soldi sul cruscotto, presi la mia borsa da viaggio leopardata e mi precipitai nella hall del motel, sentendo il suono del taxi giallo di Rouge andarsene. 
 
Farei qualsiasi cosa pur di non tornare a Los Angeles e vedere di nuovo mio fratello. Non lo sopporto. Non ho neanche voglia di rivedere la sua faccia. Mi ha fatto passare tanta di quella merda, portatomi a dover proteggere la mia identità ovunque andavo. Chi ha pazienza per tutto questo? Sicuramente io no.
 
Ero curiosa. Ero curiosa di sapere perché mio fratello mi voleva lontana da Stratford. Che cosa sarebbe potuto realmente accadere a questo punto? Chi se ne frega che volevo stare a Stratford? Sono abbastanza convinta che nessuno aveva il tempo per cercarmi, con l'obbiettivo di uccidermi. Non sarebbe successo.
 
Non sarei mai tornata a Los Angeles. Mai. Sarei rimasta qui per nascondermi da tutte le cazzate dove mio fratello mi aveva coinvolto.
 
"Stai lontana da Stratford.."
 
La voce di mio fratello risuonò di nuovo nella mia mente, portandomi a scuotere la testa e ad avvicinarmi al banco della recpion, per potermi registrare in una camera in cui stare la notte.
 
"Posso avere una camera singola?" Chiesi ad un uomo pallido, con la barba grigia. Sembrava come se i suoi giorni fossero contati. Mi sentivo male per il povero signore.
 
"Qual'è il tuo nome?" Mi chiese. "-e il tuo nome e cognome?"

Penso che sia giusto dire che non ho più bisogno di proteggere la mia identità. Non ho più niente a che fare con mio fratello. Dopo averlo convinto a lasciarmi viaggiare per l'America, ho chiuso definitivamente con queste stronzate. Ho finito col nascondermi.
 
''Chloe Romano." Ho affermato con sicurezza, passandomi le mani tra i miei lunghi, castani, capelli mossi.
 
Non ero mai stata in un motel prima. Fino a quando sarà in carenza di soldi e senza lavoro, dovrò restare qui. Dovrò accontentarmi di quello che ho, considerando che puzza di fumo e muffa, dovrò abituarmi.
 
"Hai la camera 452." Mormorò, porgendomi una piccola chiave d'argento con il numero della stanza dipinto in nero.
 
"Grazie." Mi girai verso le scale e corsi fino a quando non raggiunsi il quarto piano. Sentendomi bruciare le gambe, cercai la stanza, girando subito a sinistra trovai in fondo al corridoio la stanza 452.
 
Rapidamente, ho inserito la chiave nella serratura della porta, girandola a destra e a sinistra finché la porta si aprì ed entrai. All'interno della camera c'era un letto con una coperta bianca sopra, un comodino con una lampada, un televisore e un bagno con un lavandino, wc e doccia. Un bagno medio. Niente male per un motel.
 
Gettai la mia giacca nera sul letto e mi diressi verso il lavandino, bagnandomi il viso con dell'acqua fredda, sciacquandomi tutti gli sforzi di quella brutta giornata. Mi asciugai la faccia con un'asciugamano che stava accanto al lavandino, emettendo un sospiro di sollievo al fatto che ormai ero libera da mio fratello.
 
BOOM BOOM BOOM.
 
La mia testa si alzò di scatto ai rumori provenienti dall'esterno della porta. Gettai l'asciugamano sul lavandino, uscendo velocemente fuori nel corridoio. Avevo un'espressione perplessa sul viso, passando le mie mani sulla mia canottiera nera, giù per i miei leggins di pelle nera e i miei stivali neri, assicurandomi che nessuno mi stesse toccando senza che io lo sapessi.
 
Tornai lentamente nella mia stanza, sbattendo la porta alle mie spalle, sentendo una forte presenza intorno. Dei brividi percorsero la mia scienza, dandomi voglia di andarmene e stare in un hotel. Non ero mai stata così spaventata in vita mia.
 
Girai verso il mio letto per prendere la borsa da viaggio leopardata ed uscire da qui.
 
"Ciao, Romano." Sentii una voce profonda, dandomi l'istinto di urlare.
 
Aprii la mia bocca per far uscire un urlo di paura, solo per sentire la sensazione di una mano coprirla e spingermi contro il muro. Con un forte odore di cannella e una sostanza sotto il mio naso. Caddi da un lato, sentendo il mio corpo completamente indebolito.
 
In quel momento avevo capito che la curiosità mi mangiò viva.
  
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