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Autore: Panny_    26/05/2013    2 recensioni
«MORINAGA! COSA CAZZO MI SUCCEDE?!» urlò Souichi, mostrandogli la pancia. «sto male da quando l’abbiamo fatto l’ultima volta! Mi hai drogato neh? Tipico di te, dato che la prima volta l’ho fatto con te sotto effetto di un eccitante!»
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«COME SONO FINITI I MANDARINI?» urlò Souichi, attirando il pubblico.
«Mi dispiace signore, li abbiamo finiti ieri e il nuovo carico deve ancora arrivare»
«MA IO VOGLIO DEI MANDARINI!» sbraitò lui, da risposta.
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«No... no tu non sei un mostro... Tu sei una persone incredibile.... un uomo che aspetta un bambino... è qualcosa di... di... »
«Orribile...» concluse il biondo, dandosi un pugno sulla pancia.
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I caratteri dei personaggi potrebbero cambiare nel corso della storia, negli avvertimenti aggiungerò anche l' OOC quindi vi pregherei di non scrivere nelle recensioni "Morinaga/Souichi è troppo OOC" o roba simile.
Grazie dell'attenzione. I capitoli nuovi verranno pubblicati ogni lunedì.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Nient'altro che noi-Capitolo 8

Da quanto non lambiva quella pelle con le sue labbra? Sembrava un’eternità. Il kohai si sentiva il cuore pulsare nelle tempie e la soddisfazione accentuarsi sempre più quando vedeva il senpai godere sotto i suoi leggeri tocchi.
I capezzoli di entrambi erano turgidi e rossastri, l’intimo stretto dava una strana sensazione appagante, i capelli del senpai gli incorniciavano il volto come i raggi fanno col Sole. I baci frequenti che univano le bocche avevano assunto un sapore diverso, la pelle fremeva a ogni più mero contatto.
I corpi volevano di più, non potevano aspettare oltre: lo si poteva dedurre dall’eccitazione di ognuno di loro.
«Senpai, sei meraviglioso...» ripeteva il kohai, fermandosi di tanto in tanto ad ammirare la sua pelle che sembrava porcellana, ma fragile come vetro soffiato, baciando il ventre che nascondeva loro figlio e accarezzandolo.
Adorava vederlo imporporarsi ad ogni complimento, assumeva un’espressione impagabile e tenera, tanto da non poter resistere alla tentazione di baciare le sue labbra socchiuse.
«Tetsuhiro...» sussurrò, prima di allargare le gambe molto lentamente, nascondendo poi il volto con un lembo del lenzuolo bianco e fresco del letto.
«Souichi...» sussurrò il kohai, andando a baciarlo in zone più a sud, per poi ammirarlo nella sua leggiadra nudità. Cercò di donargli più piacere possibile con le sue labbra e la sua lingua: doveva farlo sprofondare nel mare della libidine.
Gli tirava i capelli neri, ansimava, alzava il bacino e inarcava la schiena morbida, sentendosi l’uomo più felice del mondo.
Giunse poi il momento, per Tetsuhiro, di farlo suo: finalmente, dopo tutto quel tempo indeterminato, rispolverava quelle sensazioni profonde.
Era famelico: non si saziava mai di quella pelle e di quel girotondo di emozioni e sensazioni che vorticavano come piccoli tornado attraversandogli il corpo e distruggendo ogni sensazione negativa.
Si accarezzavano, incessantemente, bisognosi di sempre più contatto.
L’odore di mascolinità e sudore regnava in quella stanza da ormai un po’ di tempo e questo rendeva l’atmosfera sempre più gradevole.
Se fossero stati maghi, questa sarebbe sicuramente la magia che avevano imparato meglio.
Quando quest’ultima, con un’ultima scintilla, cessò, i corpi erano esausti e impregnati di goccioline di sudore che venivano assorbite dal lenzuolo bianco, il quale, ormai, non si poteva considerare più pulito.
Si tenevano abbracciati, scambiandosi sguardi luccicanti d’amore e carezze sui volti sorridenti e dalle espressioni appagate.
Le mani caddero anche sul piccolo gonfiore, laddove cresceva il piccolino, o la piccolina, che sarebbe presto venuta al mondo ed entrata nella loro routine.
«Questa è stata la volta più bella e appagante di tutte probabilmente...» sibilò il senpai, accucciandosi sempre più al corpo, dal dolce tepore, di Morinaga.
«Uhm... è probabile...» rispose il kohai, accarezzandogli i capelli profumati di un’essenza fortemente dolce, ma tenue allo stesso tempo.
Lo vide addormentarsi lentamente: beh, poteva capirlo dopo tutto quel “movimento” fatto dopo chissà quanti giorni era inevitabile che si fosse stancato. Il moro, al contrario, aveva l’adrenalina che gli scorreva lungo tutto il corpo e si sentiva in grado di muovere perfino la gamba! Anzi no... appena lo fece, infatti, trattenne un urletto dovuto alla fitta che si era provocato da solo.
Lo coprì un po’ con il lenzuolo e, con un po’ di fatica, si posizionò sulla sedia, cercando almeno di infilarsi i pantaloni.
Prese il telefono e compose il numero di Kanako-chan, la quale rispose dopo un po’ di squilli.
«Kanako-chan... sono Morinaga, ti va di venire a casa? Volevo chiederti delle cose più un piccolo favore...»
«Ma ciao! Certo, sarò lì tra pochi minuti...» rispose la ragazza, sempre molto felice di ascoltare la sua voce a telefono.
Morinaga aspettò in salotto per circa una mezz’ora. Quando si sentì bussare alla porta fu lesto ad aprire.
Ma non si trattava della Kanako tanto attesa. Al suo posto c’era il fratello, Kunihiro Morinaga.
«Ciao Kunihiro, qual buon vento ti porta a casa del sottoscritto?» Chiese, lievemente scocciato Tetsuhiro, facendolo accomodare in salotto.
«Nulla di che, mi andava di venirti a trovare dopo sei mesi che non lo faccio... a proposito, cos’è successo alla tua gamba?» chiese il maggiore, preoccupato.
«Niente di grave... me lo sono provocato per salvare la mia fami- ah, ciao Souichi... C’è Kunihiro...» disse il moro, vedendo il senpai rovistare in cucina, probabilmente in cerca di cioccolata o qualcosa di cui aveva voglia. Fortunatamente indossava una vestaglia...
«Ciao Kunihiro...» fu il rapido saluto del biondo, per poi andare ad aprire la porta dato che avevano bussato. Stavolta era la sorella di quest’ultimo, Kanako.
«Nii-san! Come va col bimbo? Ti senti bene?» chiese la ragazza, felice di essere accolta dal proprio fratellone.
«Mi ero appena svegliato siccome avevo voglia di cioccolata... Ti ha chiamata Morinaga?» chiese alla ragazzina, la quale accennò un sì con la testa.
«Bimbo? Ho sentito bene?» chiese, a sua volta, il fratello maggiore di Morinaga. Si era accorto che qualcosa era cambiato nel tirannico Souichi, a partire dal fisico. Lo vedeva più arrotondato nella zona del ventre, ma non gli diede tanta attenzione.
Il senpai si avvicinò a Morinaga, il quale era diventato rosso dall’imbarazzo. Si sedette sulla poltroncina in pelle bianca accanto alla sedia a rotelle del suo amato, facendo sì che il ventre gonfio si potesse ammirare meglio.
«Sì... può sembrare strano, ma aspetto il figlio di tuo fratello... presto diventerai zio. Felice?» dichiarò, impassibile, il senpai, accarezzandosi la pancia da sopra il tessuto, accompagnato anche dalla mano della sorellina.
«Eh? Aspetti un figlio da mio fratello? Ma è qualcosa di... innaturale!» starnazzò lui, sconcertato dalla notizia.
«Anche io l’ho pensato all’inizio, ma a quanto ho constatato è possibile... e tra poco meno di cinque mesi nascerà un nuovo Morinaga... » il senpai nascondeva un sorrisetto canzonatorio sotto i baffi, continuando a muovere la mano sull’evidente gonfiore.
«S-Sono sconcertato... ancora non posso crederci... n-non so che dire...» ammise l’uomo, ancora scombussolato dalla strana notizia, ricevuta così, su due piedi.
Morinaga non riusciva a emettere neanche un fil di voce, ma in cuor suo sperava ardentemente che il fratello avesse accettato l’attuale condizione della propria famigli.
Nonostante sapesse che ora Masaki stesse con il fratello da un po’, aveva ancora un po’ di pressione psicologica dovuta a tutte le volte che Kunihiro gli aveva dimostrato il suo forte senso di repulsione contro la sua natura sessuale in passato.
«Sai, questa» il senpai indicò la gamba ingessata «se l’è rotta per proteggerci... è un eroe.» ammise in senpai, alzandosi e baciandolo davanti ai presenti, provocando ancora più imbarazzo nel povero kohai.
«Capisco... cioè, non proprio tutto... in un uomo non può crescere un figlio! Come cavolo avete fatto?» chiese, cercando di calmare la sua agitazione, Kunihiro.
«Oh, beh, è una storia lunga... Meglio che a spiegartela sarò io data l’attuale condizione di Tetsuhiro...» il senpai si mise comodo sulla poltroncina, preparandosi la voce con qualche colpetto di tosse «Beh, tutto ebbe inizio sei anni fa quando l’amico di tuo fratello, Hiroto, gli regalò un eccitante che preparò lui stesso. Conteneva strani ingredienti, tra cui alcuni che, dopo un bel po’ di tempo, mi hanno permesso di generare un utero e una cellula uovo che, fecondata, mi ha permesso, poi, di avere un figlio da lui...» spiegò in poche e semplici parole, la vicenda, osservando le mutazioni del volto del più grande dei Morinaga.
Si aspettava reazioni diverse: non fece facce schifate, bensì curiose.
«S-Senpai... potevamo aspettare prima di dirglielo...» sibilò il kohai, dopo aver ascoltato la storia raccontata dal biondo.
«E quanto ancora? E poi mi ha visto con il pancione... Era l’occasione giusta!» ribatté il senpai.
Il kohai sospirò e gli accarezzò il volto. «Forse hai ragione... sì, dai, hai fatto una cosa buona a dirglielo... lo avresti saputo comunque prima o poi, vero?» chiese a Kunihiro, il quale si limitò unicamente a fare cenno di sì con il capo. Incrociò le gambe e ci appoggiò i gomiti sopra, appoggiando, poi, il mento sulle mani chiuse a pugno.
«Sicuri di volerlo? Cioè, qui in Giappon-»
«Abbiamo già pensato a tutto. Sappiamo bene che qui non verrebbe accettato, infatti ci trasferiremo» rispose, prontamente, il senpai.
«E dove?»
«A San Francisco. Chiederemo il permesso a mio fratello Tomoe di ospitarci per un po’ fin quando non troveremo un’abitazione abbastanza grande per ospitarci tutti e quattro.»
«Si tratta di gemelli??» chiese, quasi allarmato, Kunihiro.
«No, verrà con noi anche mia sorella Kanako» continuò, ridacchiando per quell’espressione, Souichi.
Intanto, la ragazza era appiccicata, letteralmente, al fratello e dopo quell’affermazione lo strinse ancora di più, pur sapendo già tutto.
Si sentì, improvvisamente, un telefono squillare. Si trattava di Masaki.
«Sì, Mas-... sì, ok, arrivo...» pronunciò Kunihiro, per poi staccare la telefonata e alzarsi dalla poltrona. «Beh, statemi bene... verrò a farvi visita un giorno insieme a Masaki, ora mi chiama. A presto.» disse per poi dirigersi verso la porta accompagnato da Kanako.
«Prova solo a renderli tristi e ti faccio sparire dalla circolazione.» minacciò, sottovoce e con un sorriso sulle labbra, la sorellina del senpai, provocando un brivido di paura nel corpo di Kunihiro.
«N... non l-lo farò... t-tranquilla...» si giustificò lui, scappando da lì.
Kanako scoppiò in una grassa risata, per poi ampliarla ancora di più quando vide le facce sconvolte di Morinaga e Souichi.
«Kanako-chan, ti senti bene?» chiesero in coro i futuri genitori, vedendola rossa in volto e quasi senza fiato.
«S-Sì, scusate... » pronunciò lei, ricomponendosi e andando accanto al fratello, poggiando la testa sul suo petto e accarezzando ancora la pancia dope si nascondeva il suo nipotino.
«Certo che ho una sorella davvero strana...» sospirò il senpai, accarezzandole i capelli.
«Beh, meglio se non parliamo di te, Souichi» dissero in coro, sia Tetsuhiro che Kanako, ridacchiando sotto i baffi quando il senpai sbuffò.
 


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ho pubblicato oggi dato che domani dovrò studiare per un'interrogazione... spero sia gradito ^^ ps: scusate gli errori, ma, come detto in precedenza, con l'ausilio di una beta correggerò la storia alla fine//
a lunedì prossimo con il nuovo capitolo!
un bacione,
Panny_
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