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Autore: Mokona_    27/05/2013    2 recensioni
Buonsalve!
Finalmente ci siamo...la tanto attesa jerza week è arrivata! E Mokona è pronta a dare il meglio di sé, per cercare di rendere giustizia al suo OTP....con riferimenti/accenni nalu, gruvia, gale e anche lami, che non guastano mai.
Day 1: Hope
Day 2: Freedom
Day 3: Atonement
Day 4: Stars
Day 5: Promise
Day 6: Love
Day 7: Forever
Dal capitolo 7:
"Fu un pomeriggio del Dai Matou Enbu che Erza riuscì finalmente, grazie all’aiuto di Mira e Ultear, ad ottenere la verità da parte di Jellal.
Le due malefiche matchmaker avevano trovato il modo per chiuderli in uno sgabuzzino, costringendoli così ad una vicinanza tutt’altro che sofferta, ma che non consentiva loro di stare più lontani di cinque centimetri l’uno dall’altra".
Happy jerza week!
Enjoy your read!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 2
Freedom

 

 

Jellal inspirò l’aria fredda e immobile del sotterraneo, rabbrividendo di sollievo quando la fredda pietra entrò in contatto con le ferite ancora arrossate. Ingoiò a vuoto, cercando inutilmente di schiarire la gola secca, e di ignorare i crampi allo stomaco dovuti alla mancanza di cibo.
Quella volta i suoi aguzzini si erano davvero impegnati; non avrebbe mai immaginato che i metodi di tortura fossero diventati così avanzati, in un regno pacifico come quello.
Sono evidentemente riservati a casi speciali come il mio
Pensò tra sé e sé sorridendo amaramente, quasi come se la cosa non lo toccasse.
Gli avevano assicurato che se non avesse rivelato la posizione dei suoi complici, allora entro l’indomani lo avrebbero giustiziato.
Jellal sapeva che l’avrebbero fatto. Era sempre così; se un prigioniero non parla, nonostante tutte le torture fisiche e psicologiche a cui è sottoposto, allora non rimane altra scelta che dare un ultimatum e sperare per il meglio. Lui, però, non avrebbe mai rivelato la posizione di Ultear e Meredy, né di tutti gli altri maghi che si erano uniti alla loro gilda in quei lunghi anni. Gli dispiaceva per loro, ma, alla fine, andava bene così.
Questo era ciò che si meritava, in fondo.
Un’esecuzione pubblica, dopo settimane di tortura intensiva, sarebbe forse stata sufficiente per espiare i suoi peccati.
L’unica cosa che rimpiangeva era il non aver potuto avere un’occasione per scusarsi come avrebbe dovuto con una certa persona, alla quale doveva tutto.
Sperava che non avrebbe sofferto troppo.
Perché in fondo non succedeva niente di così speciale, era solo un criminale che faceva finalmente la fine che meritava.
Lasciò vagare lo sguardo lungo le ferite profonde che gli avevano procurato, senza peraltro ottenere neanche un singolo lamento; osservò con sguardo quasi indifferente i polsi, legati e scorticati da pesanti catene, la mente da tutt’altra parte, rivolta solo e unicamente ad una persona.                                                            

Mi dispiace, Erza.

Mi sono fatto catturare di nuovo.

 

 

 

 

Erza si svegliò di soprassalto, sopprimendo un grido, la tenue luce del mattino che illuminava il viso imperlato dal sudore, mentre calde e pungenti lacrime le rigavano le guance.
Si voltò d’istinto, mentre subito il panico l’afferrava non appena trovato il vuoto al posto di un corpo caldo affianco a sé.
Scese tremante dal letto, e quasi corse per lo stretto corridoio, senza sapere neanche lei l’oggetto della sua ricerca.
Ma andò a sbattere contro qualcosa.
O, per essere più precisi, contro qualcuno.
Quel qualcuno l’avvicinò a sé e la circondò con muscolose braccia, facendole poggiare la testa sul petto e iniziando ad accarezzarle gentilmente i capelli.
L’uomo aveva sentito dalla cucina una sorta di grido soffocato, tipico di quando sua moglie aveva un incubo; per questo, preoccupato, si stava dirigendo verso la camera da letto.
Lasciò singhiozzare Erza contro di lui, aspettando che si calmasse, cercando di cullarla e confortarla nel suo calore. Quando ebbe finalmente ripreso il controllo di sé si chinò per asciugarle le lacrime e lasciarle un tenero bacio a fior di labbra, per poi prenderla per mano e portarla fino al divano del salotto, dove la lasciò sedere, lasciando che si appoggiasse a lui.
Non le chiese niente; aveva già capito tutto quando l’aveva stretta a sé, e se lei avesse voluto parlare sapeva che era lì per lei; e intanto lasciava vagare lo sguardo lungo i lineamenti morbidi del suo viso, e sui riflessi che la luce del sole appena sorto provocava sui capelli scarlatti. Passò qualche altro minuto, poi finalmente Erza disse:”Ho sognato che ti avevano di nuovo buttato in prigione.
Che ti avevano torturato.
E che presto saresti stato giustiziato.
E io voglio che tu stia con me, Jellal.”.
Sussurrate queste ultime parole, la voce della maga si ruppe nuovamente, mentre l’altro la stringeva forte a sé, dispiaciuto, ma anche quasi divertito dalle reazioni infantili che Erza aveva in quei momenti.
Cercò quindi di rassicurarla, sussurrandole dolcemente:”Ma io sono qui, no? Sono libero, e faccio parte di una gilda di malati mentali, ma ho la moglie più bella e invidiata al mondo, e due meravigliosi angioletti…Che si sveglieranno, se continui a fare tutto questo rumore.”.
La maga sorrise a quelle parole, voltando lo sguardo verso la stanza di Emma e Simon.
“E Reika?”
”Sai com’è fatta, potrebbe venire persino Acnologia, ma lei continuerebbe a dormire come un ghiro.”.
Titania ridacchiò un poco, pensando con affetto alla maggiore dei loro figli.
Tutto quello che aveva detto era vero, ma era ancora nello stato in cui la mente non riesce a distinguere bene la differenza tra sogno e realtà.
“E se questo fosse tutto un sogno, e in realtà tu stessi per essere giustiziato?”
Jellal non rispose; sospirò, poi preferì abbassarsi per catturare le sue labbra in un breve ma intenso bacio, che riuscì comunque a lasciarla senza fiato.
Il mago sorrise nel vedere le sue gote arrossarsi ancora, nonostante fossero passati tutti quegli anni.
“Non so…secondo te questo è frutto della tua immaginazione?” Le soffiò contro l’orecchio.
Le labbra di lei s’incurvarono automaticamente all’insù, mentre ogni dubbio e ogni preoccupazione l’abbandonavano: ”Direi di no.”.
Lui sorrise soddisfatto, sciogliendo l’abbraccio e dirigendosi verso la cucina. Allo sguardo confuso che sapeva essersi formato sul volto della moglie (non aveva bisogno di guardarla o sentire le sue parole per sapere cosa sentiva) rispose: ”Non mi sono alzato all’alba per niente.
Indovina cosa c’è per colazione?”
Solo in quel momento Erza si accorse del profumo che si spandeva dalla cucina nel salotto, ed esclamò felice, mentre i suoi occhi si illuminavano: ”Torta alle fragole!”
Ancora una volta invece di parole ricevette in risposta una risatina divertita; vedere un Jellal che avanzava verso di lei con un caldo sorriso sul volto e due piattini di torta nelle mani valeva più di mille parole.
La maga si fiondò letteralmente su di lui, strappandogli di mano il piatto e affondando la forchetta nella panna Un mugolio di approvazione si levò da lei, quando il sapore delle fragole fresche le invase la bocca.
Lui invece continuava a ridacchiare, lasciandosi cadere nuovamente sul divano. Vedere l’espressione di puro piacere che sua moglie faceva quando mangiava quella torta valeva la pena di alzarsi all’alba e perdere qualche ora di sonno.
“Devi ancora spiegarmi come fai ad essere così bravo.”. Disse lei, non appena ebbe ingoiato il primo boccone.
“Non sono così bravo.” Fu la risposta semplice dell’altro, per nulla consapevole di essere probabilmente uno dei più bravi cuochi di Fiore (non per niente era sempre lui a cucinare, durante il periodo di latitanza con Ultear e Meredy), e che Erza considerava la sua torta alle fragole la migliore al mondo.
“Sinceramente volevo tirarla fuori a pranzo, ma…-”
“No, no, va benisshimo coshì.” Lo interruppe lei, questa volta senza neanche darsi tempo e pena di ingoiare.
Decisamente, non c’era modo migliore per tirarla su che una fetta di torta alle fragole.
E il calore delle labbra di Jellal.

 

 

Angolino di Mokona_
Buonsalve di nuovo! Ho aggiornato poco dopo mezzanotte, perché mi andava di fare così.
Parlando della shot di oggi….ecco….non rispetta quasi per niente il prompt, me ne rendo conto. Però è uscita così, e non ho intenzione di riscriverla…non so se si è capito, volevo dire che hanno raggiunto la loro libertà, e possono vivere felici. Inizialmente volevo fare qualcosa di deprimente, ma non mi andava, ed è uscito fuori questo. Spero che vi sia piaciuto comunque ^^
Ci vediamo per il day 3
Stay tuned !
Kiss
Mokona_

   
 
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