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Autore: Cara_Sconosciuta    14/12/2007    5 recensioni
Ryan è diverso. E' diverso, sì, ma in modo positivo....peccato che non tutti sappiano apprezzarlo. Una storia strana, fatta per far riflettere, nella quale potrete scegliere il finale che preferite. Ho messo rating arancione perchè credo che ci voglia una certa dose di cervello per capirla...ma forse questa è solo presunzione mia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà

Ehilà!

Ma in quante avete recensito?? Grazie mille, soprattutto perché non me l’aspettavo per una storia nata un po’ come uno sfogo!

Allora, partiamo con i ringraziamenti…

 

TROY 4 EVER: Innanzitutto grazie per la critica….ogni tanto servono anche commenti negativi! Allora, ti spiego un pochino la scelta dello stile in cui ho scritto. Innanzitutto questa è ASSOLUTAMENTE una lettera d’amore. Non ho ritenuto necessario specificarlo all’inizio perché si capisce nei capitoli che seguono. Questa lettera inoltre ha un duplice significato perché non è una semplice storia e credo che di questi si siano accorti tutti. Comunque, leggete il secondo capitolo….dopodichè, se lo riterrete necessario, inserirò tra gli avvertimenti OOC.

 

Barbycam: Grazie sia per i commenti sulla storia sia per quelli sulla gita. È bello che tu ( e anche gli altri) ti interessi così anche se nemmeno ci conosciamo. Spero che i prossimi capitoli ti piacciano altrettanto.

 

Aqua Princess: Innanzitutto, scusami tanto se ho scritto sbagliato il tuo nickname…..ma sono un pochino di fretta. Mi perdoni??? *.*

Sono felice che questa lettera ti abbia colpito…

 

Romantigirl: Danke!!! Spero che anche questo prequel ti piaccia!

 

miss_ka:È vero, voglio molto bene al mio amico….e spero che le mie parole un po’ gli siano servite!

 

Vivy93: Ok, ti svelo un segreto: Moccia io lo odio! (Senza offesa per le sue fan) ma quella frase mi ha colpito molto….e gliel’ho rubata! Muhuahuahuahua! Scherzi a parte, grazie mille per i complimenti….è arrivato abbastanza in fretta il prequel?

 

Herm90: Beh, è reale perché, a dirla tutta, è nata come lettera privata…ma poi mi è venuto in mente che avrei potuto costruirci sopra una storia e ho deciso di provarci. Spero di aver fatto bene!

 

Jchan vs Vchan: Che Ryan fosse la scelta migliore lo speravo moltissimo! Beh….che dire….Grazie un’altra volta! (ma quante volte l’ho scritto???)

 

E ora, dopo una pagina (UNA PAGINA!!!!) di ringraziamenti, finalmente partiamo con il nostro “viaggio”…..buona lettura e aspetto tanti commentino!!!!

Un bacione,

Temperance

 

 

Viaggio nel buio

Alla professoressa Gheno,

lei sa per cosa

 

“I have often dreamt

Of a far off place

Where a great warm welcome

Will be waiting for me.

And the crowds will cheer

When they see my face

And a voice keeps saying

This is where I meant to be.”

(Lucas Grabeel, I can go the distance)

 

Le ruote del Pullman correvano veloci sull’asfalto liscio dell’autostrada, mentre centinaia di automobili ignare passavano accanto all’ingombrante mezzo, senza sapere nulla delle decine di vite che vi erano racchiuse.

Senza sapere nemmeno di quel ragazzo biondo e sottile, quello seduto vicino al finestrino che guarda fuori con aria malinconica, desiderando di poter fuggire a quella tortura che gli altri chiamavano gita.

Erano partiti una settimana prima per andare a visitare “le bellezze dello Utah” come aveva ripetuto più o meno ventisette volte al minuto la signorina Darbus, loro accompagnatrice, e per Ryan quei sette giorni erano stati una totale disfatta. In un lasso di tempo relativamente insignificante era riuscito a farsi prendere in giro da circa tutta la scuola, solo perché si era innamorato della ragazza sbagliata e a farsi odiare da Troy Bolton solo perché la ragazza sbagliata si era innamorata di lui.

Un sorriso amaro increspò le sue labbra pallide. Niente male, per una gita sola.

“Ciao, lupo solitario.”

Una ragazza mora con un paio di splendenti occhi nocciola si sedette accanto a lui.

“Gabriella, vai da Troy.” Rispose lapidario.

Lei smise all’istante di sorridere e alzò gli occhi al cielo.

“È finita, Ryan, in che lingua te lo devo dire. Io non lo amo più.”

“Ah no?” Rispose il giovane, ironico. “E chi ami? Me?”

Le iridi azzurre incontrarono quelle scure.

Le prime erano piene di disprezzo e delusione, le altre di forza e determinazione. Tale era il contrasto che non sarebbe stato poi così strano vederne scaturire scintille.

“Sì.” Disse, semplicemente, Gabriella.

Ryan la liquidò con un gesto della mano che significava chiaramente “Lasciami in pace” e si voltò dall’altra parte, tornando ad osservare il traffico.

Perché ti odi così?” Sussurrò la giovane, accarezzando la schiena del suo taciturno vicino. “Troy ti perdonerà, lo sai anche tu. È con me che dovrebbe avercela, al limiteRyan, ti prego, non posso vederti così!”

“Non guardarmi, allora.”

Ryan, io ti….”

“No.”

Ma…”

“No, Gabriella.”

“Credo di sapere meglio di te quello che provo. Non si arrese lei.

Ryan stava per rispondere, quando una seconda ragazza si accostò al sedile. Era piuttosto bassa ma con un fisico a dir poco da modella. I lunghi capelli rossicci le ricadevano morbidamente sulle spalle in ricci perfettamente curati. Gli occhi, di un azzurro scuro, tendente al grigio, erano contornati da un leggero strato di trucco che stava a significare “sono abbastanza bella da non aver bisogno di niente di più.”

Guardò i due giovani con aria di finta comprensione e poi poggiò una mano sulla spalla di Gabriella.

“Gabriella, tesoro, non capisci che lui lo fa per te?”

La mora lanciò un’occhiata a dir poco gelida all’altra, mentre Ryan ancora evitava di voltarsi.

Aveva riconosciuto quella voce.

La voce che lo faceva sospirare da ormai un  sacco di tempo.

La voce della ragazza per la quale si era messo in ridicolo davanti a tutti.

La voce che gli stava rovinando la vita.

La voce di Claire.

“È solo colpa tua se è ridotto così.” Sibilò Gabriella all’altra. “Fino a quando non ha avuto la malsana idea di innamorarsi di te, Ryan era una persona allegra, solare e sempre gentile con tutti. Il Ryan che conoscevo io non mi avrebbe mai trattata così.”

Il ragazzo, nel frattempo, aveva iniziato a tracciare disegni insensati sul finestrino appannato, facendo finta di essere solo.

Solo, come d’altronde si sentiva da troppo tempo.

E Chad dov’era in tutto questo? Quello che si definiva il suo migliore amico? In fondo al pullman a parlare di basket e baseball con qualche altro sportivo.

E Sharpay? Anche la Regina di Ghiaccio in quel momento stava di certo meglio di lui, rintanata su qualche sedile  a tubare con Zeke.

Sì, lui era solo, non era un’impressione.

C’era Gabriella…. Forse l’unica persona che non avrebbe voluto accanto in un momento simile.

“Senti un po’, Gioietta mia” Rispose Claire, puntando un dito accusatore contro il naso dell’altra ragazza. “Non è assolutamente colpa mia se il tuo amico qui si è preso una sbandata per una persona della quale non è nemmeno lontanamente all’altezza.

Tu non sei alla sua altezza, Claire.”

Montez, guarda in faccia la realtà: hai lasciato il ragazzo più sospirato della scuola per uno sfigatello mezzo gay che nemmeno ti vuole. Io non ho nessuna colpa se non quella di aver fatto capire al tuo adorato Evans chi è davvero.

In quel momento, l’autobus si fermò davanti all’ingresso dell’East High di Albuquerque.

Gabriella si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo: finalmente quel supplizio era finito.

“Ci si vede, Montez.” Salutò Claire, mandando a Gabriella un bacio. “Ciao, Ryan…. Vedi di sparire dalla faccia del mondo, se ti è possibile. La ragazza scivolò giù dal pullman, senza dire più niente, seguita da un gruppetto di alunni che ridevano alla sua battuta, additando il biondo ancora seduto al suo posto.

Ryan….” Sussurrò Gabriella, posandogli una mano sulla spalla.

Ryan si alzò in piedi di scatto, scansando la ragazza e corse giù  dal pullman senza più guardare in faccia nessuno.

Gabriella, triste, raccolse il cappello azzurro che il giovane aveva abbandonato sul sedile e lo strinse forte, quasi così potesse trasmettere a Ryan quel calore.

Non provò a seguirlo: era convinta che stare un po’ da solo non gli avrebbe fatto che bene.

Una mano si posò delicatamente sulla sua schiena.

Sharpay, dietro di lei, le rivolse un sorriso amaro.

“Starà bene.” Disse semplicemente, per poi scendere dal mezzo insieme a Zeke.

“Sì.” Ripetè Gabriella. “Starà bene.”

Posando un bacio leggero sul copricapo che ancora teneva tra le mani, seguì anche lei il flusso degli studenti che scorreva rapido e rumoroso verso  l’uscita di quella piccola prigione su ruote.

 

   
 
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