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Autore: Water_wolf    29/05/2013    3 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Shai era entrata come un tornado nella stanza di Chiara esultando “L’ho trovato! Ho trovato un modo!” e non l’aveva scorsa, era ammutolita all’istante. Si era sentita come l’unico scarafaggio che non sarebbe sopravvissuto ad un’esplosione atomica; come poteva essere stata tanto ingenua?
Così aveva attraversato i corridoi di fretta, e quando Chiara aveva bussato alla porta con Jonas a seguito, non aveva nemmeno dovuto prendersi il disturbo di salvarla. Erano arrivati il Presidente, Dimitri, Andrea e Emilia e così avevano portato i due all’ospedale della Residenza per farli rimettere in sesto.
Ma il ladro, la bionda e il Custode della Terra avevano una storia diversa alle spalle.
Dopo che Dimitri aveva baciato il ragazzo, se l’era filata, lasciando gli altri increduli. Andrea aveva attraversato uno stadio di stupore, uno di depressione e uno di rabbia, che aveva inaspettatamente sovrastato gli altri.
Era un’offesa pubblica al suo lato puramente virile, essere stato messo in imbarazzo così era inconcepibile.
<< DIMITRI. >> aveva gridato, e aveva concentrato i propri poteri per scoprire dove stesse camminando il ladro.
Individuato l’area, si era lanciato all’inseguimento, e Emilia non aveva potuto fare altro se non corrergli dietro. Quando lo aveva trovato, Andrea non era più il ragazzo riflessivo e tranquillo di prima. Gli occhi verdi risplendevano di una scintilla folle.
Si era avvicinato a Dimitri e lo aveva afferrato per la mascella, per poi sollevarlo di qualche centimetro e sbatterlo schiena al muro.
Il ladro, dal canto suo, pensò che se avesse dovuto morire sarebbe stato meglio farla finita in fretta.
<< Ora, >> aveva sibilato Andre’ << tu mi devi spiegare perché diavolo mi hai baciato, deficiente! >> E Dimitri non aveva potuto fare altro che sorridere come un ebete.
<< Perché ha paura di darmi una risposta e ha preferito tirarsi indietro come un codardo. >> era intervenuta Emilia.
Poi se n’era amaramente pentita.
Dallo sguardo assassino di Andrea avrebbe potuto temere di tutto. Aveva mollato Dimitri, che era ricaduto a terra, e si era rivolto verso di lei.
<< E, fammi capire bene, lui mi ha baciato perché aveva paura? >>
La ragazza aveva annuito. Andrea si era passato nervosamente una mano tra i capelli. << Quindi, è anche colpa tua. >>
Emilia aveva fatto un sorrisetto innocente. Il Custode aveva lanciato un urlo furioso e aveva concluso << Potrò non colpirti perché sei ferita, ma non risparmierò lui. >>
E aveva dato un calcio in pieno stomaco a Dimitri.
<< No! >> si era opposta Emy.
Andre’ l’aveva guardata di sbieco. << Posso sapere che cosa gli hai chiesto, prima di continuare a colpirlo? >> aveva domandato.
La bionda era arrossita fino alla radice dei capelli. << Di… di… diventare il mio ragazzo. >> aveva mormorato.
<< Che cosa?! >>
Ma non era stato Andrea a scoppiare, bensì Elisabeth Winter, dietro di lei. Andrea fece una risata isterica.
<< Mi pare che lui non voglia, Emy. >>
La bionda l’aveva incenerito con lo sguardo. << Che perspicacia! >>
<< Ragazzi, spiegatemi cosa diamine sta succedendo qui! >> si era intromessa la Presidentessa.
<< Dimitri >> e mentre lo diceva Andrea lo colpì ancora << ha fatto una delle sue solite cazzate. >>
Il ruggito di Chiara li aveva interrotti e, lasciando in sospeso la questione, si erano precipitati tutti al portone principale.
Che cosa ne sarebbe stato del povero ladro se la Custode dell’Acqua non fosse arrivata in quel preciso istante?  Be’, lui preferì non pensarci.

 

§


Il sole illuminava le soffici coperte bianche, e le fronde producevano giochi di luce simili a quelli dei caleidoscopi. Un raggio le colpì il volto, costringendola ad aprire gli occhi. Chiara si stiracchiò, pensando di trovarsi a casa sua. Ma, non appena ebbe coscienza di sé e si guardò attorno, scoprì d’essere in una saletta appartata dalle pareti verdi acqua. Non era la sua stanza.
Impiegò qualche minuto a convincersi che non era da Zeigen, che non era stata catturata, che aveva salvato Jonas. Jonas!
Il solo pensiero le fece sbocciare un sorriso sul viso. Ora l’angelo era libero, era scampato alla trasformazione da Bianco a Nero, poteva tornare a stare con lei… e Chiara non l’aveva più visto dalla notte precedente.
Si mise seduta, notando che i suoi vestiti erano scomparsi, lasciando il posto a un’orribile camicia a fiori. Si chiese chi l’aveva cambiata e sperò vivamente che non fosse stato un uomo, o, peggio, lo stesso Presidente.
Delle bende le fasciavano entrambi gli avambracci, lì dove si era tagliata con le schegge di vetro, e un’altra sotto il seno, dove il proiettile l’aveva ferita leggermente. Niente di grave, constatò, scendendo dal letto.
Su una sedia erano riposti un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche azzurra, che non esitò ad indossare. Si pettinò con le dita i capelli, maledicendo la mancanza di uno specchio.
Uscì della stanza, camminando a piedi nudi per il corridoio, cercando qualsiasi angelo le avesse potuto dire dove si trovava Jonas. Non ci fu bisogno di domandare niente a nessuno, perché un urlo furioso risuonò nella Residenza.
Chiara sgranò gli occhi; che cosa stava succedendo?
Qualcuno gridò di nuovo, e la quindicenne si precipitò in quella direzione. Arrivò davanti ad una porta spalancata, parecchi medici erano appostati lì e cercavano di calmare chi aveva urlato.
<< Si calmi, King! Non è il caso che si sforzi più del dovuto! >> sbottò una voce femminile.
La Winter, pensò, ma l’altro interlocutore sbraitò << Cosa diavolo me ne importa!? Se arrabbiarmi servirà a far tornare i miei poteri, allora non mi calmerò per nessun motivo al mondo! >>
Chiara sussultò. Quella era la voce di Jonas, ma molto più roca e quasi… vecchia, stanca.
<< Jonas! >> gridò, facendosi strada a gomitate tra i medici.
L’angelo si voltò a guardarla, lasciandosi sfuggire un sorriso. Il Presidente, invece, incrociò le braccia.
Chiara la ignorò, abbracciando di slancio il ragazzo, che rispose con trasporto. Avvertì dei piccoli forellini sulla pelle nuda del petto dell’angelo, e l’immagine dei tubi e degli aghi della Vergine di Rame le riempì per qualche attimo la mente.
<< Eh-ehm. >> tossì Elisabeth. << Noto con piacere che è sveglia, Bianchi. >>
Chiara si staccò controvoglia da Jonas, richiamata all’appello dal Presidente.
<< Che cosa è successo? >> domandò.
L’angelo strinse i pugni.
La Winter lanciò un’occhiata al pavimento, ma poi rispose, sicura << I medici hanno trovato numerose particelle ibride, ancora non identificabili, che hanno attaccato le cellule che rendono il Custode dell’Aria un angelo, inibendo i suoi poteri e la sua capacità di spiegare le ali. >>
<< Che… che cosa significa? >>
<< Che abbiamo perso un elemento, e anche un buon angelo. >>
<< Merda. >> si lasciò sfuggire Chiara.
La Winter fece un sorrisetto tirato. << Che cosa credeva, che Zeigen non avesse i mezzi per farci fuori? Per eliminarci? >>
La quindicenne levò il capo, portandosi le mani ai fianchi. << Non sono stupida come crede, altrimenti non sarei riuscita a salvare Jonas. >>
<< A proposito, ti devo ancora ringraziare. >> sussurrò l’angelo, posando le proprie labbra sulle sue.
Elisabeth si trattenne dal roteare gli occhi. Fece un gesto sbrigativo con la mano, congedando tutti i medici.
<< Vedo che avete deliberatamente ignorato il mio monito. >>
Questa volta fu Jonas a replicare << Se Chiara avesse seguito il suo consiglio, ora sarei morto. Oltre che inutile. >>
<< Tu non sei inutile! >> obbiettò la ragazza.
<< E, dimmi, che cosa posso fare in questo stato? Non domino più l’aria, non sono più in grado di aiutarvi. Ergo, sono un giocattolo rotto da buttare via. >> disse Jonas, abbassando lo sguardo.
Si sentiva un peso, non poteva più salvare la sua città natale, e ora, per colpa sua, i Bianchi non sarebbero mai riusciti a sconfiggere Zeigen.
<< Non si autocommiseri, King. Troveremo un modo per rimetterla in sesto. >> esordì il Presidente.
<< Sì? E quando? In Paradiso? >> replicò, scettico.
La porta cigolò.
<< Io un sistema lo conoscerei. >> disse Shai, un grosso tomo borchiato alla mano.

 

§


<< SABBIE ETERNE DA TEMPO CELATE,
MUFFA E PAGINE INGIALLITE,
APRIRE BISOGNA LE PORTE SIGILLATE,
PER METTERE LE MANI SU CONOSCENZE AMBITE.
OCEANI E MARI ANTICHI,
VULCANI E DESERTI PROIBITI,
DI LI’ DOVETE PASSARE
SE LA GRANDE BIBLIOTECA VOLETE VISITARE. >>

Lesse ad alta voce la violinista.
Emilia la guardò torva. << E allora? >>
Il Presidente, non appena la mora era entrata nella stanza, aveva trovato la soluzione a tutti i propri problemi. Non avrebbe dovuto più occuparsi di cercare una cura, se già quella ragazza aveva fatto il suo lavoro.
Shai aveva spiegato velocemente la sua scoperta della notte prima, quando si era rintanata nella biblioteca della Residenza per trovare informazioni su Wacan, Chion, Xeyl e Niayh.
La violinista aveva scovato un antico tomo polveroso, risalente a chissà quale epoca, e aveva notato una pergamena ingiallita così, attratta inspiegabilmente, l’aveva letta. Shai l’aveva interpretata come una sorta di codice che portava ad un’enorme biblioteca dove si poteva trovare di tutto, informazioni sulle dote innate degli elementi comprese.
Se ci aveva visto giusto, si sarebbe potuta cercare una cura ai problemi di Jonas.
Elisabeth aveva convocato gli altri ragazzi, poi era stata assorbita dalla sua routine stressante. Dopo abbracci e convenevoli vari, la Custode del Tempo aveva ripetuto tutto anche a Emilia, Andrea e Dimitri e aveva letto la pergamena contenuta nel libro.
<< Come “e allora”? Non è chiaro? >> fece la mora.
La bionda scosse la testa. << Mi sembra una di quelle filastrocche per bambini. >> ammise.
<< Emy, è semplice: esiste una biblioteca, lì possiamo trovare un libro che ci indichi come far ritornare i poteri a Jonas. >> spiegò in parole povere Chiara.
<< Aaaah. Non ho capito. Perché non potevano scrivere delle informazioni chiare al posto di qualche riga in rima? >>
Dimitri si batté una mano sulla fronte.
<< Perché non tutte le conoscenze, se messe in mani malvage, portano al bene. Quindi deve essere codificato per andarci. >> disse Shai.
<< Già… ma come facciamo ad arrivarci? C’è scritto “Sabbie eterne celate da tempo, muffa e pagine ingiallite”, come possiamo entrare in una biblioteca vecchia di millenni senza sapere nemmeno dov’è? >> domandò Chiara.
<< Senza contare che dice anche “Oceani e mari antichi, vulcani e deserti proibiti” che nascondo chissà quali insidie… >> osservò Jonas.
La violinista sorrise, sorniona. Aveva già trovato una risposta a quelle questioni.
<< La Wacan, il tuo potere, Chiara, permette di viaggiare ovunque e di prevedere il futuro. >>
La quindicenne scosse la testa << No, Shai, capisco dove vuoi arrivare ma… non so nemmeno come si usa la Wacan, figurati se riuscirei a portarvi in una biblioteca! >>
Emilia le mise una mano sulla spalla. << C’è sempre una prima volta, no? >>
<< Ma… io… insomma… uffa… >> piagnucolò.
<< Fallo per il tuo amato signor grigio, Lyra. >> esordì Dimitri.
Gli scoccarono un’occhiataccia collettiva.
<< Che cosa dovrei fare, secondo voi? >> domandò, ancora incerta sulle sue capacità.
Calò un silenzio imbarazzante, nessuno aveva idea di una plausibile risposta.
<< Forse basta solo che ti concentri sul luogo in cui vuoi andare ed è fatta. >> propose Shai.
L’angelo annuì << In fondo, è una tua dote innata, potrebbe essere solo questione di pratica. >>
<< E se invece che nella biblioteca vi trasporto alle Hawaii? >> chiese, esasperata.
<< Tanto meglio, vacanza gratis a Honolulu. >> scherzò Emilia, cercando di smorzare la tensione.
La quindicenne sorrise; l’aveva fatta sotto il naso a Zeigen, sarebbe riuscita anche in quello.
Prima di partire, però, Andrea suggerì di chiedere ai medici qualcosa che potesse rinvigorire Jonas, non sarebbe stato piacevole vederlo svenire per la fatica. Così, a Chiara vennero date delle scarpe e dei calzini, mentre Emilia poté liberarsi della camicia dell’ospedale in favore di un paio di jeans blu scuro e una maglietta dello stesso taglio di quella dell’amica, solo che di un rosso magenta. Lasciarono un messaggio ad un maggiordomo così, se il Presidente chiedeva di loro, non ci sarebbero stati poi molti problemi. Si sistemarono nella stanza di Chiara, che si sedette per terra a gambe incrociate.
Concentrati, andrà tutto bene, si disse per farsi forza.
Chiuse gli occhi, mentre gli altri cinque si prendevano per mano, formando un cerchio che iniziava dalla Custode dell’Acqua. Chiara inspirò ed espirò profondamente, cercando di sentire la Wacen dentro di sé. Sentì il proprio potere forte nelle sue membra, e lo visualizzò. Ripeté mentalmente i versi della pergamena, memorizzandoli, immaginando una grande biblioteca in parte sommersa, in parte coperta di sabbie dorate.
Il ciondolo che portava al collo brillò di una luce intensa, sprigionando tutta la sua potenza. Emilia spalancò la bocca, ammirata.
Alla biblioteca, forza! Strinse gli occhi e, quando li riaprì, le si gonfiò il cuore nel petto.
I sei ragazzi si trovava innanzi a un immenso portone in legno scuro, circondato da una volta in marmo, con caratteri in ferro battuti a formare sopra una scritta. Sotto di loro, grandi piastrelle di granito coperte da piccoli granelli di sabbia.
Quelle erano le porte della Biblioteca Perduta, l’antichissima biblioteca del Regno delle Sirene, le stesse creature con cui Chiara era entrata in contatto per due volte: la prima, da bambina, quando una sirena le aveva donato il ciondolo; la seconda, quando, il giorno in cui lei, Jonas e Emilia si erano incontrati in piscina, Ayh le aveva rivelato l’esistenza degli Animali Leggendari, quelli in cui potevano trasformarsi.
L’angelo strinse la mano della ragazza, puntando gli occhi sulla scritta opaca. Non aveva idea di cosa significasse ma ne era rimasto affascinato. Chiara, a bassa voce, lesse:

-  ATUDREP ACETOILBIB ACITNAL REP ETROP EL ERIRPA ARTOP AUQCA LLED EDOTSUC AL OLOS –


Angolino dell'autrice:
*suono di trombe* finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Abbiamo recuperato gli antefatti, ciò che era successo prima dell'inizio della missione di Chiara, e Andrea si è trasformato da buono e dolce ragazzo genevose a un tiracalci. Quindi no, non è gay. Spiacenti, niente slash in questa storia, non mi reputo abbastanza competente per scrivere relazioni omessessuali.
E poi io sono un'amente dei triangoli, difficilmente vado contro corrente xD
Tornando a questo capitolo, pensavate di esservi liberato di tutti quei nomi assurdi? Invece no, ve li siete ritrovati anche qui, con tanto pergamene in rima *uuuuh le rime °^°* e scritte senza senso.
Be'... non poi tanto senza senso, ma si vedrà nel prossimo capitolo. Ogni cosa avrà una spiegazione, e dovrete fare caso a dettagli sparsi per tuuutta la storia, come il ciondolo apparentemente innocuo di Chiara, quello che era apparso dopo che Jonas aveva scoperto che lei era l'Acqua.
Avevo in mente di svelare qualcosa riguardo alla storia della Winter, ma ho deciso di parlare di lei tra un po', ora tocca alla biblioteca&co.
Spero che vi sia piaciuto, vedrò di aggiornare presto^^
Enjoy <3

Water_wolf

  
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