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Autore: Andy14    29/05/2013    3 recensioni
Quando Blaine sente il nome di Daniel Raynolds al notiziario, affiancato dalla parola suicidio, sente crollare una piccola parte del suo mondo. Quando riceve una lettera da uno sconosciuto, capisce che forse la morte di quel ragazzo, per qualcun altro ha significato la fine di un mondo intero. Quando ne riceve molte altre, capisce di voler aiutare Kurt a ricostruire quello che ormai è in mille pezzi.
Dal primo capitolo: "Vorrei che tu mi conoscessi solo come Kurt per ora. Un semplice ragazzo di sedici anni, intrappolato in una cittadina troppo piccola e opprimente. Un ragazzo che forse ha solo bisogno di parlare con qualcuno."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Love Always, Kurt
Capitoli: 1/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Giallo (per ora)
Avvertimenti: OOC, Slash.
Parole: 1792
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: Eccomi qui con una nuova storia. Un esperimento, oserei dire. Come avrete capito, il tutto è ispirato da "The Perks Of Being a Wallflower", ma con trama totalmente diversa. Da li ho preso solo l'amico morto e il fatto delle lettere. Per ora ho pronto solo questo capitolo, ma arrischio a dire che sono parecchio ispirata, quindi non dovrei metterci molto. (E fu così che pe ril secondo capitolo passarono due mesi). No, cercherò di fare il prima possibile, lo giuro! Grazie mille a AcidQuinn che, come sempre, beta i miei capitoli con tempestività. Buona lettura, spero vi piaccia.

I


Blaine Anderson parcheggiò con cura la macchina nel vialetto di casa sua, sospirando. Spense il motore e aprì la portiera, uscendo all'aria fresca di metà ottobre. Si mise la cartella di scuola a tracolla, sistemandosi anche il bordo della manica della divisa, cercando di coprire la camicia sottostante. Bloccò le portiere mentre attraversava il vialetti di ciottoli chiari, sentendoli scrocchiare sotto le suole dei mocassini lucidi.

Passando accanto alla cassetta delle lettere notò la levetta laterale alzata, quindi deviò il suo percorso e ci si fermò davanti. La aprì con uno scatto, prendendo con una mano sola tutto il contenuto. Guardò distrattamente le lettere e le cartoline che aveva in mano, mentre raggiungeva la porta principale. Sua madre lo accolse nell'ingresso, pronta per uscire.

-Ciao tesoro.- lo salutò con un sorriso, scoccandogli un bacio sulla guancia rasara. Blaine sorrise, posando la posta sul mobile dell'ingresso, insieme all chiavi della macchina e a quelle di casa.

-Dove vai?- le chiese, appoggiando la borsa a terra e sfilandosi la giacca blu, appendendola all'appendiabiti in legno scuro.

-Shopping. Ti serve qualcosa?- il ragazzò negò, dirigendosi in cucina mentre si slacciava i polsini della camicia e si allentava un po la creavatte a strisce rosse e blu. Aprì lo scolapiatti e prese un bicchiere, riempiendolo subito dopo di acqua fresca. Lo bevve in un sorso solo, sospirando soddisfatto una volta finito.

-Blainers?- si sentì chiamare da sua madre e si voltò, guardandola avvicinarsi a lui con una busta fra le mani sottili e curate. -Questa è per te.- continuò, passandogli la busta affrancata. Blaine la prese con le sopracciglia aggrottate, leggendo curioso il proprio nome scritto sulla carta bianca.

Chi poteva mai avergli scritto una lettera? La calligrafia era fine e ordinata, e il ragazzo lo notò già mentre tirava fuori i fogli dalla busta, visto che la penna aveva penetrato un po la carta. Scorse distrattamente tutto lo scritto, andando poi sul divano per poter leggere con più attenzione. Si sistemò sui cuscini, accavallando le gambe, e cominciò a leggere fra sè e sè.


Caro amico,

so che non mi conosci e probabilmente mi prenderai per un maniaco (spero che tu non lo faccia),

ma ho saputo che tu eri amico di Daniel.

Ho trovato il tuo indirizzo in uno dei suoi diari e pensavo che parlare con qualcuno

che lo conosceva mi avrebbe aiutato.


Daniel Raynolds si era suicidato una settimana prima. Lui e Blaine frequentavano lo stesso campo estivo e spesso si inviavano qualche cartolina e piccola lettera, nonostante avessero uno il numero di telefono dell'altro. Blaine era rimasto spiazzato quando una sera, al notizziario delle sei, aveva sentito il giornalista annunciare la morte del suo amico. Si era impiccato con una cinta di cuoio, attaccata ad una delle travi del soffitto. Sapeva che aveva lasciato una lettera ai suoi genitori, scusandosi di averli delusi e che gli avrebbe sempre voluto bene.


Daniel parlava spesso di te, diceva che la prossima estate mi avrebbe portato al campo

estivo e e ci avrebbe presentati. Spero che non ti dispiaccia se non ti dico chi sono,

o se non ti invio un indirizzo a cui rispondere a questa lettera.

Vorrei che tu mi conoscessi solo come Kurt per ora. Un semplice ragazzo di sedici anni,

intrappolato in una cittadina troppo piccola e opprimente. Un ragazzo che forse ha solo

bisogno di parlare con qualcuno.

Puoi anche ignorare queste lettere se vuoi, anche se mi piacerebbe che tu le leggessi..

scusa, ingnorami, tendo a straparlare.


Blaine sorrise fra sè e sè, togliendosi le scarpe e mettendosi a gambe incrociate sui cuscini.


E' che Daniel era praticamente il mio confidente. Ho qualche problema a scuola con la

squadra di football, ma affrentarli sarebbe come comprare un biglietto di sola andata

per l'ospedale.


Il moro avrebbe voluto dire a Kurt che lo capiva, che anche lui aveva avuto problemi con i bulli, ma non poteva.


Quindi è meglio tenersi tutto per sè e sopportare. Un giorno lacoreranno tutti per me,

me lo sento. Allora vedremo chi avrà il coltello dalla parte del manico.

Forse far parte del glee club non aiuta il mio voler stare in disparte, come l'essere gay.

Ecco, ora avrò perso il tuo interesse.


Al contrario, Blaine si sistemò sul divano, per poter prestare maggior attenzione a quello che leggeva. Dove era stato Kurt per tutto quel tempo? Perché Daniel non li aveva presentati prima? Era forse il suo ragazzo?


Però anche a Daniel piacevano i ragazzi, quindi non ti darà così fastidio. Sto straparlando

ancora, mi dispiace.

Credo ti scriverò ancora, mi viene facile confidarmi, ma se ti infastidisce puoi solo

buttare le lettere senza aprirle. Spero solamente che terrai per te il contenuto di

ognuna, è l'unica cosa che ti chiedo.

Ora devo andare alle prove del glee e poi ad imbucare questa lettera. È stato un

piacere "parlare" con te.

Con affetto,

Kurt.


Blaine accarezzò con la punta delle dita il nome di Kurt scritto in penna blu, sporcandosi leggermente d'inchiostro. La data sulla lettera era del giorno prima, quindi o al ragazzo si era rotta la penna, oaveva ripassato la sua firma più volte con forza. Ripiegò con cura i fogli, infilandoli nuovamente nella busta. Si alzò dal divano e salì le scale per andare in camera sua. Aprì il cassetto e ci ripose la busta con attenzione.

La riprese quella sera, prima di andare a dormire, leggendo nuovamente quelle parole. Si chiese se Kurt avesse solo Daniel come amico o se avesse altre persone intorno. Se si sentisse solo, e scriveva a lui quelle lettere per poter parlare in libertà.

Si chiese se Kurt fosse alto, biondo o moro, o di che colore fossero i suoi occhi. Se l'espressione nelle sue iridi fosse la stessa che aveva lui un anno prima.


***


Blaine ricevette un'altra lettera due giorni dopo. La trovò sulla sua scrivania, dove l'aveva messa sua madre quella mattina. La lesse in pochi minuti, curioso di sapere cosa fosse successo a quel ragazzo.

Gli raccontava che suo padre si stava per risposare e che d'ora in poi avrebbe avuto un fratellastro, il capitano della squadra di football della sua scuola. Gli aveva scritto che sua madre era morta otto anni prima, e che era contento del fatto che suo padre avesse trovato un'altra donna da amare e che lo amava a sua volta. Si era sfogato, quasi a metà lettera, dicendo che gli mancava sua madre. Gli mancava il suo profumo, il suo tocco gentile fra i capelli o sulla pelle e come riusciva a tranquillizzarlo con un semplice sguardo quando era triste.

Blaine sentì gli occhi lucidi mentre leggeva Kurt scrivere di sua madre, cercando di immedesimarsi nella sua situazione. Probabilmente, se fosse stato lui ha perdere la madre, la famiglia Anderson sarebbe stata persa. Lui, suo padre e suo fratello non avrebbero potuto andare avanti da soli.

Anche in fondo a quella lettera Kurt aveva scritto "con affetto" e Blaine si ritrovò di nuovo ad accarezzare quelle parole.

Avrebbe tanto voluto rispondergli, o incontrarlo. Poterci parlare e stringere la sua mano per dargli conforto.


***


Dopo qualche tempo Blaine cominciò ad attendere le lettere di Kurt sempre più impaziente. Quel venti novembre, Blaine si precipitò letteralmente sulla cassetta della posta appena tornato a casa da scuola. La aprì subito e vide immediatamente la lettera. La prese e la soppesò, c'era qualcosa nella busta. Entrò dentro casa prima di aprire la missiva, sistemandosi come sempre a gambe incrociate sul divano del salotto.

Caro Blaine, iniziava. Aveva cominciato a chiamarlo così circa una settimana prima. Era decisamente meglio di "amico".


Caro Blaine,

ho sentito il bisogno di scriverti questa lettera, spero non ti dispiaccia riceverne una

così presto.


In effetti, Kurt era sempre stato piuttosto regolare nell'inviargli le lettere, una ogno due o tre giorni. Ripensandoci, gliene aveva mandata una giusto il giorno prima.


Dovevo parlarne con qualcuno e mi sei venuto in mente tu. Ieri stavo sistemando il

libro di francese nell'armadietto (seguo il corso di francese avanzato), quando il

bullo che mi infastidisce mi ha spinto contro l'armadietto. Ho sbattuto la spalla, e

per la sorpresa sono caduto seduto a terra.

Però, vedendolo allontanarsi da me come se niente fosse... ho pensato di esssere

stufo. Stufo dei lividi. E soprattutto stufo degli insulti.

Gli sono corso dietro, fino agli spogliatoi maschili e ho urlato. Non credo di essere

mai stato così arrabbiato con qualcuno prima. Quando l'ho visto alzare il pugno

credevo volesse picchiarmi. E gliel'ho detto. Che se voleva colpirmi poteva farlo,

ma che non avrebbe cambiato ne me, ne il mio modo di essere.

È stato allora che si è avvicinato di più e io ho chiuso gli occhi, pronto a

ricevere il pugno in faccia...


Blaine accarezzò piano la carta da lettera, dove l'inchiostro era leggermente sbafato. Con una stretta al cuore, il moro capì che Kurt stava piangendo mentre scriveva quelle parole.

Invece non ho sentito nessun dolore. Almeno, non in faccia. Ho sentito il suo viso

attaccato al mio e le sue labbra sulle mie... è durato poco, si è staccato quasi subito.

Però ci ha riprovato, e io mi sono staccato di botto. A quel punto mi apettavo

il pugno, invece ha colpito l'armadietto dietro di me.

Dopo di che se n'è andato, sbattendo la porta. Io non ho potuto fare altro che lasciarmi

cadere a terra.

Mi sono alzato quasi mezz'ora dopo, sentivo Rachel chiamarmi da fuori per il glee...

Non mi mai mancato Daniel così tanto come ora. Quando c'era lui affrontavo meglio

queste cose. C'era lui che mi stava vicino quando mi spingevano e insulatavano...

forse ero troppo preso dai miei problemi per guardare i suoi. Sai, mi sento un po

in colpa se non c'è più. Ma questo è un altro discorso...

Ora vado, ti ho rubato già troppo tempo. Alla prossima.

Con affetto,

Kurt.

PS: ti ho allegato il programma di una piccola competizione di canto coreografato. 

Mi piacerebbe che tu venissi a vederci, anche se non sai chi sono... ok è un'idea stupida 

ma io te lo mando uguale.


Il moro tirò fuori dalla busta il depliant e lo aprì. Era una competizione secondaria, anche i arblers partecipavano a volte. Non era per concorrere alle Nazionali ma era più che altro un allenamento. Blaine sorrise e si rigirò il programma fra le mani. Ci sarebbe andato sicuramente, ne era certo ancora prima di pensarci su. Avrebbe anche portato qualcosa a Kurt.

Si alzò dal divano, e salì in camera sua. Mise la lettera nel comodino insieme alle altre, richiudendo il cassetto con cura. Poi, dopo essersi tolto la camicia, si mise a sedere alla scrivania e prese un foglio e una penna. Si tirò su le maniche della camicia e cominciò a scrivere.


Caro Kurt...

   
 
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