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Autore: LiquidScience    29/05/2013    2 recensioni
Ormai è risaputo che se si scrive il nome di una persona sul Death Note, questa morirà. Ma cosa succede se il nome viene invece scritto al contrario?
Questo si chiedeva Near, prima di giungere a una rivelazione che avrebbe sconvolto tutto il susseguirsi di eventi.
[Finale alternativo dell'anime]
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Molti anni prima
 
Le campane dall’alto della torre si facevano sentire con il loro suono lento, ritmico. Sembrava una litania fatale, come un requiem. Il singhiozzo di un bambino interrompeva questa strana tensione, ma nessuno ci fece caso all’interno dell’orfanotrofio.
Nessuno, ad eccezione di un ragazzo in fondo a un corridoio.
Questi si voltò e, con passo lento, si avvicinò al bambino.
“Cosa è successo? Perché sei triste?” gli chiese, accucciandosi lì di fianco e cingendolo con un braccio per consolarlo.
Il bambino non rispose subito, tentò prima di riparare il braccio di un robottino, brutalmente rotto da un bulletto.
“Sono stati loro?” chiese il ragazzo più grande.
“Sì. Se la prendono sempre con me perché ho i capelli chiari”
Il ragazzo più grande prese un mattoncino con il pollice e l’indice, delicatamente, e lo posizionò in un posto in alto. Il bambino lo osservò attentamente portare quel pezzo, prima a terra e quasi inutile, fino alla cima della torre di blocchetti da costruzione, facendolo diventare così una delle parti più belle e in vista della costruzione.
“Sai, quando ero piccolo anche io venivo spesso deriso per il mio strano modo di fare. Ma ho imparato a non buttarmi giù, non sottomettermi alle loro buffonate e cercare sempre una soluzione razionale. Perché se non si può battere qualcuno con la forza, lo si deve fare con l’astuzia. E così ce la farai. Ora asciugati le lacrime” disse sorridendo.
Il bambino fece tesoro di ogni sua singola parola e guardò i suoi occhi grigi con ammirazione.
 
Fu in quel momento che Nate River si ripromise di sfruttare il suo intelletto sopra la media per difendere sé stesso e tutti coloro che fossero in difficoltà.
Sarebbe sempre stato vicino a chi ne avesse avuto bisogno.
 
“Near” disse L ad alta voce dalla cucina, per farsi sentire da N che stava giocando nella sala principale.
“Sì, Elle?” rispose, senza staccare gli occhi dalla torre di dadi da gioco che stava costruendo.
L lo raggiunse con una faccia un po’ delusa.
“La torta è finita. Ne hai dell’altra?”
“No. Dovrai accontentarti di quello che c’è” rispose pacatamente Near.
Sul volto di L comparve un’espressione a dir poco scandalizzata. Si girò lentamente, verso la dispensa, camminando con un’andatura lenta, schiena lievemente ricurva e strisciando i piedi scalzi sul pavimento.
Rester lo osservò mentre vuotava un intero sacchetto di orsetti di caramella in una ciotola, afferrarne uno  e lasciarselo cadere in bocca dalla mano appena sopra la sua testa.
Era un tipo strano, anche più di Near. Quell’andatura, le occhiaie e la carnagione pallida, poi, gli ricordava un film sugli zombie.
Che fosse veramente il miglior detective del mondo era a dir poco incredibile. Tutti si sarebbero aspettati il classico tipo con la faccia da poliziotto, invece…
“È l’Empire State Building?” chiese L, indicando la costruzione di Near, che si limitò ad annuire. Successivamente si avvicinò ai monitor sulla parete e si accovacciò su una sedia.
“Rester, mi servono tutti i dati delle indagini raccolti dalla mia morte fino ad oggi”
Non voleva ammetterlo, ma dire ‘dalla mia morte’ gli faceva un certo effetto.
L’altro ubbidì, accedendo al database dell’SPK per mostrare al detective tutti i fascicoli sulle indagini.
L addentò l’ennesima caramella, poi appoggiò il pollice alle labbra come era solito fare mentre rifletteva.
“Quindi siete arrivati alla conclusione che Teru Mikami è in possesso di un altro quaderno, sotto gli ordini di Kira”
“Esatto” disse Near “E, prevedendo un nostro tentativo di sottrarglielo, avevano creato una copia fasulla per vanificare un nostro tentativo di alterarlo”
“Interessante” disse L, tenendo comunque gli occhi fissi sul file di Mikami allo schermo.
“Stavamo per cadere nella sua trappola, quando Gevanni notò che Mikami, benché essendo un tipo estremamente abitudinario, ha effettuato l’accesso alla sua cassetta di sicurezza della banca per due giorni di fila. Così siamo venuti a conoscenza del tranello e della locazione del vero quaderno, così è stato facile sottrarli entrambi”  intervenne Rester.
“Perfetto. Fammeli vedere. Tutti e due”
Detto questo allungò la mano, aspettando che Rester gli consegnasse i quaderni. Uno, quello falso, lo appoggiò sul tavolo mentre quello vero lo esaminò attentamente, tenendo con gli indici e i pollici gli angoli superiori. Guardò attentamente le scritte, la grafia e l’ordine, pagina per pagina. Successivamente prese in mano l’altro e lo esaminò con le stesse modalità.
“Questo è quello falso. La grafia è più marcata, poco spontanea e più ordinata, tipica di una persona che vuole copiare un documento alla perfezione. Inoltre, le regole del quaderno originale sono leggermente sbiadite nei punti dove vengono a contatto con le dita, come anche le pagine sono evidentemente più usurate che nella copia” concluse L, mantenendo comunque lo sguardo fisso innanzi a sé.
“Esattamente” disse Near, cominciando ad attorcigliarsi i capelli con la mano destra.
“Suppongo che anche voi siate arrivati alla conclusione che Light Yagami sia Kira”
N annuì. L prese un paio di caramelle e le infilò in bocca.
“Adesso spiegaci come tu sei arrivato a questa conclusione”
L finì di masticare e ingoiò. Appoggiò il quaderno sopra il tavolo e con una mano fece girare la sedia verso il suo interlocutore, mentre Rester ascoltava pazientemente tutto quanto.
Il ragazzo espose tutti i risultati delle indagini da lui portate avanti, secondo le quali Kira era probabilmente uno studente, residente nella regione del Kanto e avente accesso alle informazioni della polizia. Accennò poi alla relazione tra Light e Misa Amane, arrestata con l’accusa di essere il secondo Kira ma successivamente rilasciata.
Prove e controprove, alibi e soluzioni: raccontò tutto quello che era andato perduto con la morte di Watari e la sua.
“L’unica prova a loro favore che ci impedì di arrestarli fu la cosiddetta ‘regola dei tre giorni’, che non ho mai potuto verificarne la veridicità”
Near lo fissò parlare, attorcigliandosi i capelli bianchi nervosamente. 
“Se si fosse rivelata fasulla, il caso sarebbe stato chiuso. Ma ora, con la tua morte e la conseguente perdita  di tutti i risultati delle tue indagini, finite in mano a Light, dovremo trovare un altro modo”
L annuì e prese i mano i due quaderni.
“Immagino che uno di questi dovrà essere restituito al proprietario, prima che sospetti qualcosa”
“Esatto. Mikami scrive solitamente una pagina di nomi al giorno. Abbiamo sostituito le pagine dal 28 gennaio in poi. Faremo la stessa cosa anche nel quaderno vero. Così, in quei giorni, potremo agire in sicurezza” spiegò Near.
“Ah ah!” intervenne L agitando in aria un dito “Aspetta. Quando entrai in possesso del Death Note per la prima volta, notai che in fondo era stato strappato un angolo della pagina. C’è quindi il 20% di possibilità che si possa uccidere anche facendo ricorso a un frammento del quaderno… anzi, il 30%”
Near rimase sorpreso. Le circostanze non lo portarono mai a poter pensare una cosa simile.
“Sarà opportuno quindi sostituire l’intero quaderno. Rester, Di’ a Gevanni e a Halle di preparare una copia del quaderno il prima possibile” disse N, appoggiando l’ultimo dado in cima alla miniatura del grattacielo.
 
***
 
Misa camminava a passo lento ma aggraziato i sentieri del cimitero della città, seguita a ruota da Mogi. Sembrava avesse già in mente il percorso dove andare, come un GPS inciso dall’abitudine.
Dopotutto, era l’anniversario della morte della sua famiglia. Teneva in mano qualcosa con estrema cura, come fossero fatti di un qualche materiale fragile e prezioso.
Arrivata di fronte alle lapidi, depose un piccolo ramoscello di ciliegio su cui una gemma aveva cominciato a sbocciare accanto alle lapidi. Era stata una settimana particolarmente calda, quel bocciolo aveva rotto il ghiaccio prima di tutti. Adoravano ammirare i fiori di ciliegio, in primavera, così aveva pensato di fare loro dono del primo, così tanto in anticipo rispetto agli altri.
Mogi guardava la scena con un po’ di rammarico. Provava un po’ di compassione per quella ragazza.
Sospirò e per caso alzò lo sguardo verso le altre lapidi, più lontane.
Una in particolare catturò la sua attenzione: quella sena nome. Sapeva chi ci giaceva, ma quello che più fece scalpore fu la terra smossa di recente sopra di essa.
Allarmato ma allo stesso tempo piuttosto confuso, chiamò Light.
 
***
 
Light mise il cellulare in silenzioso prima di entrare nella grande sala dove la polizia soleva svolgere le riunioni più importanti. Per qualche strano motivo, avevano chiamato anche la squadra a cui era stato affidato il caso Kira, oltre che ai poliziotti comuni.
Si sedette, calmo. Era un’altra mossa dell’SPK? Se così fosse, doveva fare attenzione.
Non erano persone da sottovalutare.
Uno schermo si accese alle spalle del neo-direttore generale della polizia, Soiro Harikou, facendo tacere i chiacchiericci dei poliziotti e degli investigatori seduti nella sala riunioni.
Light vide con la coda dell’occhio il cellulare illuminarsi, per avvisarlo di una chiamata in arrivo.
“Mogi? Ma che vuole adesso? Lo richiamerò dopo” pensò, rifiutando la chiamata.
Quando alzò la testa, vide che sullo schermo era apparsa una lettera: una elle.
“Ma cos…?”
Sorpreso, non finì nemmeno di formulare il pensiero. Socchiuse gli occhi e tirò un respiro. Era sicuramente un altro trucco. Magari tenevano sotto controllo la stanza con le telecamere, monitorando le reazioni dei presenti.
Quindi, doveva stare calmo.
“Buongiorno, rispettabili membri del corpo di polizia” disse una voce, metallica e tremendamente familiare.
“Qui è Elle che vi parla… Il vero Elle”
Quest’ultima frase suscitò scalpore tra i presenti, che iniziarono a discutere tra loro.
“Silenzio!” disse Harikou.
“Grazie. Negli ultimi sei anni, Un impostore ha preso le redini delle indagini sul caso Kira, spacciandosi per me. Suppongo sia collegato in qualche modo con il serial killer, se non Kira stesso…” continuò Elle, lasciando alcune persone a bocca aperta, altre scettiche, altre ancora indifferenti.
“E come facciamo a sapere che non sia tu il falso?” disse uno, alzandosi dal suo posto.
“Detective Yami Onigawa, non me l’aspettavo da Lei una simile risposta. Abbiamo lavorato insieme al caso del serial killer dei night club, non se lo ricorda?” rispose L.
“E come facciamo a essere sicuri che non ti sia prima informato sui casi svolti da Elle?” chiese un altro dei presenti.
Ryuk si avvicinò a Light e ridacchiò.
“Ah ah! Questi umani sono sempre più interessanti! Voglio proprio vedere come andrà a finire!”
“Ryuk… “  pensò Light, quasi volesse rimproverarlo per l’interruzione.
“Signor Onigawa, si ricorda quello che ho detto riguardo mentre Lei mi faceva rapporto al telefono? ‘anche un topo di fogna usa certi accorgimenti nel rubare’. Questo lo sappiamo solo io e Lei” affermò Elle, quasi se avesse la battuta pronta.
“Può confermarlo?” chiese il detective di prima.
“Sì… è vero” ammise Yami.
“Bene” continuò L “Non ho nient’altro da dire, per ora. Guardatevi bene le spalle”
Con questo la trasmissione si chiuse, lasciando due minuti di silenzio tra i presenti.
Light continuò a guardare lo schermo spendo, pensieroso.
“Cos’hai in mente questa volta, Near? Vuoi farmi credere che i morti possano tornare in vita?”
 
 
 
(nota dell’autrice: Eccomi con il secondo capitolo! Spero sia all’altezza delle vostre aspettative)
  
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