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Autore: ciaomils    30/05/2013    11 recensioni
Seconda stagione.
Liz è tornata dalla Francia, portando con sè nuovi ricordi, una nuova acconciatura e un nuovo ragazzo... Justin, però, sembra deciso a non perderla. Cosa succederà?!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella stagione precendente

1.  Ritorno alla città dei pazzi

Scendo dall’auto di Mike, guardandomi attorno. Questa scuola non è cambiata per nulla in tre mesi.
Io si.
Sono abbronzata, ho i capelli sempre lunghi, ma ora hanno le punte azzurre, e credo di essere anche più alta. Oggi ho messo un vestito comprato in una boutique di Parigi, verde smeraldo e dei sandali di cuoio.
Ma il mio cambiamento non si ferma all’aspetto esteriore. Credo di essere diventata più forte, e forse sono guarita. La ferita si è rimarginata.
Mike mi è accanto in cinque secondi e mi mette il braccio attorno alle spalle. Questa avrebbe dovuto essere la nostra estate, invece lui è restato a Stratford ed è stato orrendo sentire la sua mancanza, considerando che era appena tornato da New York. Però anche lui è molto cambiato.
Ha i capelli più corti, molto più corti, e lo fanno sembrare meno nerd. Inoltre ora mette le lenti, quindi gli occhi verdi si vedono di più.
Ha smesso di vestirsi da nerd,  ora indossa una t-shirt di Hollister e un paio di jeans. È un vero figo.
-Tutto bene, LIz?- mi chiede, vedendo la mia espressione.
-Sì, certo.-
Non mentirò. Lo stavo cercando. Dopo tre mesi passati in un perenne stato di agonia sto meglio. Sono più forte, ma ho ancora paura.
-Bene. Andiamo e conquistiamo questa cazzo di scuola!-
Scoppio a ridere.
 
-Che hai ora?- chiedo a Mike mentre andiamo controcorrente. Lui aggrotta le sopracciglia e controlla il foglio –Matematica.-
-Francese.- sospiro alzando gli occhi al cielo.
Mike ride e scuote la testa. Non credo che mi abituerò molto in fretta al suo nuovo taglio. Mi mancano un po’ i suoi riccioli neri che rimbalzano. –è la tua maledizione, Liz. È il karma per avermi lasciato da solo.-
Sbruffo e alzo gli occhi al cielo –Io non parlerei, Mr ho-vinto-un-concorso-e-mi-trasferisco-a-New-York.-
-A dopo.- Mike ridacchia e segue la corrente, fino alla classe di matematica.
Io invece sbruffo, mi giro e continuo a camminare. Il mio piede urta uno zaino sul pavimento per sbaglio, e inizia il ricordo..
Il sole batteva sulla mia pelle e mi riscaldava. Vedevo la luce attraverso le palpebre e respiravo l’aria densa di salsedine. Sentivo anche la sabbia sotto di me, sotto ai miei piedi, e una brezza fresca che veniva dal mare.
Era sabato mattina, luglio. Ero sdraiata in spiaggia, su un telo da mare, da sola. La mamma era andata a prendere da bere, mentre io ero rimasta ad abbronzarmi. La mia pelle era già molto più scura, ma mi piaceva.
Avevo le cuffiette nelle orecchie e i brani messi a caso. Ricordo che la canzone che ascoltavo in quel momento era Begin Again, di Taylor Swift.
Qualcosa mi urtò il piede, e per un instante mi venne in mente lui e il nostro sei-mesi-anniversario. Ma io ero in Costa Azzurra, e lui, per quanto ne sapevo, a Stratford. Un oceano ci separava.
Aprii le palpebre. La luce del sole era forte, quindi dovetti coprirmi gli occhi per vedere. Accanto al mio telo c’era una palla, a spicchi tutti colorati, e più lontano vidi un’ombra corrermi incontro.
Il ragazzo si fece più vicino e sorrise.
 
Entro nell’aula e mi siedo al posto più vicino alla finestra. Oggi c’è un sole che spacca le pietre e si muore di caldo. La classe è ancora vuota, a parte me e un paio di ragazzine. Dopo un’estate intera a parlare francese, questa lezione potrebbe essere completamente inutile per me.
La campanella suona. Da quanto tempo non sentivo questo rumore? In Francia era tutto diverso. Le strade, l’aria, le persone. Sembrava un sogno, ora mi sembra di essere tornata alla realtà –e per quanto mi costi ammetterlo- un po’ mi è mancata.
Ripenso a Luke e a quello che mi ha detto al ballo di fine anno. Non lo vedrò mai più, ne sono cosciente, e mi dispiace. Gli voglio davvero bene, dopotutto. Ripenso anche a Meredith e non riesco a capire come farò senza di lei. È la mia migliore amica, anche se non lo dimostravo mai.
La classe è meno vuota ora. Alcuni banchi sono già occupati. Ricordo tutti i volti. Questa è una città piccola, e la scuola lo è ancora di più.
Una ragazza entra dalla porta. Ha i capelli di un rosso acceso e ricci, le lentiggini sulle guance e la carnagione molto chiara, sebbene abbia l’aria di una che ha passato l’estate al mare. Gli occhi sono di un verde smeraldo. Non l’ho mai vista prima.
Lei fa si dirige al banco accanto al mio, ma il piede s’impiglia nei lacci dello zaino di qualcuno e cade. La classe inizia a ridere, mentre io mi alzo e l’aiuto a rimettersi in piedi.
-Tutto bene?- le chiedo, ignorando le risate generali.
Lei annuisce guardandosi attorno. Ha paura e si vergogna, glielo leggo negli occhi.
-Lasciali stare, sono degli idioti.- la rassicuro, con un sorriso. -Io sono Liz, tu sei nuova?-
-Sì, mi chiamo Lauren.- sussurra, stringendomi la mano.
-Sei di qui?-
-No, vengo da Ottawa, ma i miei sono separati e io mi sono trasferita da mio padre.-
Aggrotto le sopracciglia –E perché scegliere Stratford?-
-Oh, lui si frequenta una donna.-
-E perché non sei rimasta con tua madre?- chiedo, poi mi rendo conto di starle facendo troppe domande –Cioè, scusa, non sono affari miei.-
-Perché mi mancava mio padre.-
-Oh. Be’, benvenuta a Stratford, Lauren.-
Lei posa la borsa al banco accanto a me e mi fa un sorriso. Mi siedo e guardo la professoressa entrare.
-Bonjour !-
La classe risponde in coro.
-Oh, vedo che abbiamo una nuova alunna. Comment tu t’appelles?-
Ed è così che ricordo…
 
Il ragazzo si fece più vicino. Era davvero bello. La vostra definizione di dio greco. I capelli erano biondi, schiariti dal sole, e gli occhi di un grigio scuro. Per non parlare del suo sorriso, e del suo corpo.
Levai le cuffiette dalle orecchie e mi alzai in piedi. Lui aveva smesso di correre, e mi veniva incontro.
Raccolsi la palla e gliela porsi.
-Comment tu t’appelles?- mi chiese, prendendo la palla. Sorrisi, benedicendo la mia conoscenza del francese.
-Liz, tu?-
-Je suis Jean Claude, mais mes amis m’appellent Jean.-
Gli sorrisi.
-Tu n’es pas française.-
-No, je suis canadienne.-
-Oh, Canada !- esclamò ridacchiando –Tu parles très bien le français.-
-Merci.-
-Però anche io conosco l’inglese.- mi disse con un accento francese.
-Sei di qui?- gli chiesi.
-Sì, abito qui dietro.- disse, indicando un punto imprecisato alle mie spalle. Qualcuno lo chiamò dalla spiaggia.
-Scusa, sono i miei amici.- mormorò ridendo.
-No, tranquillo. Torna a giocare.- gli sorrisi, ma lui scosse la testa.
-No, sanno stare senza di me.- rise -Posso offrirti qualcosa?-
 
La lezione di francese, come previsto, è stata noiosa. Ho passato la metà del tempo a scarabocchiare sul quaderno e l’altra metà a ricordare il viso di Jean.
Cavolo.
Ora mi trovo a vagabondare per i corridoi. Mi dico che sto cercando Mike, ma in realtà non so dove devo andare. Mi devo abituare alla realtà.
Mi accorgo troppo tardi di essere nel corridoio sbagliato. Nel momento sbagliato.
-Liz.- sussurra Justin dietro di me. C’è un sacco di gente qui, sembra di stare ad un concerto, ma in questo momento siamo tornati solo io e lui. Mi volto per guardarlo in faccia.
-Justin.- mormoro a mezza voce, combattendo l’istinto di mettermi a piangere.
-Mi stavi cercando?- mi chiede, guardandosi attorno. È bellissimo, come sempre. I capelli sono leggermente più lunghi, ma si nota appena. È un po’ più alto, più muscoloso e anche la sua pelle è più scura. È mozzafiato.
-No.- faccio una smorfia –perché dovrei cercarti?-
Lui non risponde.
–Stavo cercando Mike.- mento.
-Oh, sì, chiaro.- lui muove un passo esitante verso di me. All’inizio penso che voglia toccarmi, ma quando mi scosto lui continua a camminare fino al suo armadietto e lo apre.
Scuoto la testa e mi perdo nella gente.
Ci sono un sacco di matricole. Perché non sono in mensa ora?!
Cammino a lungo nei corridoi, cercando qualcosa da fare.
Mi ha scosso rivederlo? Certamente. Mi fa ancora male? Certamente. Lo amo ancora? Non ne ho la più pallida idea.
-Scusa, Liz, devo parlarti.- Justin ha il fiatone. Mi giro e lo trovo davanti a me. Deve aver corso per raggiungermi.
-Spara.-
Ma che razza di parola è? Brava Liz, sempre la solita!
-Non qui.- Justin si guarda attorno. Un gruppo di matricole si era già fermato per godersi la scena, ma Justin mi porta lontano e loro se ne tornano da dove sono venuti.
Mi trascina giù per le scale fino allo spogliatoio maschile e mi fa entrare. Poi chiude la porta e mi guarda.
C’è un silenzio imbarazzante. Mi appoggio al muro e lui si fa più vicino.
-Liz..-
Abbasso lo sguardo.
-Liz, guardami.-
Alzo la testa e lo fisso negli occhi color nocciola. Mi perdo. Sono la mia maledizione.
-Quest’estate è stata la più brutta della mia vita. Andavo alle feste, bevevo, andavo alle partite..-
-Oh, che sfortuna!- commento, alzando gli occhi al cielo.
-No, Liz, fammi parlare.- mi dice –Per favore.-
Gli faccio cenno con la testa di continuare.
-Sì, ecco…Alle feste, alle partite, non sono mai riuscito a divertirmi. Non potevo smettere di pensare a te, a Charlie e a quello che è successo. Mi dispiace un casino. Non mi sono mai sentito peggio. Non riuscivo ad andare avanti. Ma non per Charlie. Per te.
-Fin dalla prima volta in cui ti ho visto sono stato ossessionato dai tuoi occhi. E non mi ero mai preso una cotta così, in tutta la mia vita. So che quello che ho fatto è sbagliato, ma ne sono pentito. Quest’estate è stata un’agonia. Mi mancavi. Mi mancava il tuo modo di ridere, il modo in cui ti mordi il labbro, il modo in cui sorridi con gli occhi, la tua voce. Mi mancava ogni singola cosa di te, e sapere che tu eri lontana, non solo fisicamente, e che ero stato io la causa di tutto il tuo dolore mi faceva morire dentro.-
“È lo stesso anche per me.” vorrei dire, ma resto zitta.
-Poi mi ricordavo dei nostri baci, dei nostri appuntamenti, della nostra prima volta insieme e mi sentivo peggio. Perché un tempo avevo la mia vita al mio fianco e l’ho lasciata andare via.
-E il ricordo più bello è quello che fa più male. Mi ricordo della volta in cui mi dicesti quelle due parole, dopo il nostro ennesimo litigio. E ricordo che le tue guance erano ancora bagnate, e che tu sbarrasti gli occhi appena ti accorgesti di quello che avevi detto. E io sorrisi. Sorrisi e basta!
-C’erano così tante cose che volevo dirti. Mi chiedevo se mi avresti amato lo stesso, anche dopo aver saputo di ciò che nascondevo, e come potevi amarmi. Ma è un errore che ho fatto, ed ho imparato.-
Justin si fa più vicino, e i nostri nasi si sfiorano. Mette una mano poggiata al muro dietro di me, accanto alla mia testa e l’altra la poggia sul mio fianco.
-Ti amo.- sussurra.
La campanella suona.

AAAAAH
Buonaseraa bellezzeee
Vi sono mancata? *coro di 'No' e fischi*
no, vabbè, a parte gli scherzi, come va?
Il primo capitolo è iniziato con una bomba, eh!? Che ne pensate?
Allora, molte di voi mi hanno chiesto informazioni su questa nuova stagione. Ho detto come si sarebbe chiamata (avevo pensato a 'I am a nerd, problem!?' ma come potete vedere ho cambiato idea)
ringrazio tutte quelle che hanno mi hanno scritto su twitter (i miei profili: @milshug o anche @seguaquellauto)
ho scelto il trenta maggio per postare il primo capitolo perché mi serviva una pausa e poi perché oggi è uscito Insurgent(che ho comprato alle !2.30 subito dopo scuola). sì, sono molto emozionata per questo ahaha

Secondo voi cosa succederà più avanti nella storia? scrivetelo in una recensione, pls.

ps: -4 a 'We can't stop' asdfghjk
  
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