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Autore: hopeforthefuture    30/05/2013    0 recensioni
"La mia vita era un inferno,prima di conoscere te."
Non avrei mai pensato di pronunciare questa frase ad un ragazzo, eppure l'ho fatto.
Ma lui non è uno stronzo come tutti gli altri,lui è..lui è.. speciale ,dolce,adorabile..lui è..Justin Bieber.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Non appena arrivai a casa mi lasciai cadere pesantemente sul letto, presi il pc che si trovava sulla colonnetta accanto al letto, lo accesi ed andai su Skype. Era online.  Lo salutai ,gli chiesi come stava, ma lui continuava ad essere un po’..freddo,e non capivo perché. Decisi di chiederglielo.
-“Hey, ma..ho detto qualcosa che non va?”-dissi.
-“no..certo che no..è solo che..niente”-
-“ Prova a dirmelo..forse potrei aiutarti in qualche modo! Cosa ne sai tu?”   -
-“okay okay,hai vinto. Te lo racconterò visto che ci tieni così tanto.”
Ero molto agitata lo ammetto. Non avevo idea di cosa potesse essere, e la cosa mi innervosiva molto.
-“ tanti  anni fa,i miei genitori hanno divorziato. Io ero molto piccolo…mio padre si ubriacava ogni sera e picchiava mia madre e incolpava me per cose che non avevo fatto. Urlava,urlava ,urlava, e diceva brutte parole a mia madre , e a me.  Mio fratello era ancora troppo piccolo per capire. Così i miei divorziarono ed io e mio fratello siamo rimasti a vivere con mia madre, ma due volte al mese,dobbiamo passare un week-end insieme a lui. Sai? Io non ho amici. Dopo il divorzio, continuavo ad avere le voci e le urla dei miei che litigavano e di mio padre che mi accusava. E sentivo questo  grande enorme peso sulla mia coscienza. Sentivo mia madre piangere la notte,forse perché gli mancava papà,o perché non sapeva come crescere due figli da sola. Mi sentivo terribilmente in colpa,e ciò influì sul mio umore. A scuola tutti mi chiamavano l’”Emo” oppure, il bambino-posseduto,perché me ne stavo sempre per i fatti miei. Nessuno voleva essermi amico. E emotivamente non ce la facevo più. E iniziai il primo di una serie di sbagli. Presi uno di quei coltellini svizzeri, e lo passai sul poso. Feci un taglio non profondo. Tagliai uno o due strati di pelle. È una cosa pazzesca,ma allo stesso  tempo macabra, ma vedere quel sangue sgorgare dalla ferita, il bruciore e tutto quel liquido sparso sul lavandino cacciava via per un po’ i brutti  pensieri. I miei compagni di scuola,videro i miei tagli sul polso e cominciarono ad offendermi ancora di più. Non sapevo che fare, non sapevo su cui contare. Come se “ragazzino emo o bambino posseduto” non bastasse , sparsero in giro la voce che ero gay, e si presero gioco di me,di fronte a tutti i ragazzi più grandi, chiedendomi il numero, e facendo finta a loro volta di essere interessati a me..fisicamente. Così quei pochi ragazzi che dicevano di essere miei amici ,mi costrinsero a fare sesso con una puttanella della scuola. Avevo 13 anni. È stato, sì piacevole, ma io non l’amavo. Mi faceva schifo, ma nel frattempo mi faceva provare piacere. Ero un ragazzino ai tempi,cosa potevo capire della vita? Trovavo conforto solo con il coltellino svizzero, e nella musica. Sai? Frequentavo un corso di chitarra molto prestigioso, ho fatto molti concorsi,e li ho vinti tutti. Ma ho mollato tutto,perché non ce la facevo più a reggere tutta quella tensione.  E adesso eccomi qui, ho 18 anni, e sto parlando con te.”
Lessi tutto tre volte,per essere sicura di quello che avevo letto. Ero molto confusa e in pena per lui. Ma dentro di me provavo qualcosa di più profondo. Leggendo quel messaggio, colsi come un messaggio d’aiuto. Sentivo che lui aveva bisogno di qualcuno che lo accettasse e che gli volesse bene,per quello che è, senza pregiudizi. Iniziai a  immaginare cosa aveva dovuto provare: a tutte le lacrime nascoste, al dolore e alla solitudine che ha provato per tutti questi anni. Ma in lui vedevo una grande forza nascosta. Aveva avuto il coraggio di usare quel coltellino. Sì aveva usato il suo coraggio in maniera sbagliata, ma lui era più forte di quanto lui pensasse. Così decisi di rispondergli –“ mi dispiace davvero molto! Ma voglio che tu sappia che non sarai più solo adesso. Sono qui per ascoltarti e aiutarti quando ne avrai bisogno. È una promessa la mia. Credimi.  Io so cosa si prova. Ho dovuto affrontare tante prove nella mia vita, e quindi so come ti senti. Ma da oggi in poi,puoi contare su di me.”
-          “grazie mille Annie,sei davvero una ragazza speciale. Ti prometto anche io che,quando avrai bisogno, sarò quì a sostenerti, come una cheerleader! Starei bene in mini-gonna, vero?”
-          “ ovviamente!” -iniziai a ridere a crepapelle-“ ma adesso come stai?”
-          “io sto bene,grazie , e tu ?”
-          “ oh anche io! Ma io intendevo , con la situazione dei tuoi.. dei tagli.. tutto okay?”
-          “ a volte quando sono molto abbattuto, vado in bagno e.. lo rifaccio. Non so come fare altrimenti. So che è una cosa sbagliata, ma non so come uscirne.”
-          “ tranquillo, ci lavoreremo. E.. “  -sento mia madre urlare:”ANNIEEE SONO LE 3 ! VAI A DORMIREE!” . merda.-“mia madre ha iniziato ad avere sonno.. e presto staccherà il modem. Quindi niente connessione. Adesso vado a letto! Buona notte! “
-          “aspetta!”
-          “sì?”
-          “ti sentirò di nuovo?”
-          “c-certo! Perché non dovrei?”
-          “ quando qualcuno conosce la mia storia,mi lascia perdere pensando che io sia uno sfigato  che inventa storie per attirare l’attenzione.”
-          “ ma io non l’ho pensato! Ti ho fatto una promessa,ed io mantengo le promesse” – ed è la verità-.
-          “quindi non mi eliminerai dai contatti,appena andrò via?”
-          “ No, certo che no! Sei molto simpatico, e non vedo il motivo per cui dovrei farlo.”
-          “grazie,grazie ,grazie,grazie davvero! Buona notte Annie,e grazie ancora! “
-          “ figurati! Buona notte.”
Chiusi Skype. Spensi il computer. Mi sdraiai sul letto e dopo aver messo gli auricolari, chiusi gli occhi.
 
C’era lui.. che piangeva sotto un albero.. con del sangue ovunque. E urlava il mio nome piangendo. Gli corsi incontro, e dopo aver analizzato la situazione in cui si trovava, mi abbassai al suo livello. Presi il suo viso tra le mani, lo guardai negli occhi lucidi e arrossati, gli sorrisi.Lui sorrise, si avvicinò, mi abbracciò forte e mi sussurrò all’orecchio:” ho bisogno di te. Non lasciarmi per favore. Non ho nessun altro.” Non appena finì di dire quelle parole,prese il mio volto tra le sue mani insanguinate, e mi baciò prima in fronte e poi in bocca.
 
Aprii gli occhi di scatto. Toccai con le dita le mie labbra. Sembrava tutto così reale. Ho sentito le sue labbra sulle mie, come se fosse vero, e non un sogno. Presi il telefono,guardai l’orario. Erano le 4.20  del mattino. Riflettei un po’ sul sogno, e poi mi addormentai di nuovo, pensando al sogno. Pensando alla sua richiesta di aiuto. Pensando all’abbraccio. Al sangue. Al bacio. Ai suoi occhi color cioccolato lucidi e arrossati. Al bacio.
 
  
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