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Autore: Ronan    31/05/2013    2 recensioni
Merlino socchiuse gli occhi e si concentrò. Ma niente, buio più totale, quella ragazza proprio non riusciva a ricordarla. Eppure non doveva essere difficile tenere a mente una capigliatura così fiammeggiante o degli occhi così particolari, che sembravano argento fuso. No per forza c'era qulacosa che non andava. Oppure doveva arrendersi all'inevitabile e dare ragione ad Artù: gli mancava proprio qualche rotella.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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-2-

«Non sapevo che fossi così amico di Rowan.» commentò Galvano appena si furono un poco allontanati.
«No, infatti. L’ho conosciuta proprio questa mattina. Prima non l’avevo mai vista.» rispose il servitore mentre cercava di capire in quale casa della città bassa potesse trovarsi Gaius in quel momento.
«Mi stai dicendo che non avevi mai visto Rowan girare per il castello prima d’ora?» chiese stupefatto Leon.
«Assolutamente. Perché voi invece la conoscete bene?»
«Merlino, tutti conoscono Rowan: è la serva più conosciuta a Camelot.» spiegò Galvano che sembrava meno irritato ora.
«Tra i cavalieri di Camelot almeno.» specificò Leon.
«In effetti è molto bella, anche se non è un gran che a lavare i panni. Lavora da molto al castello?»
«Da quando ci vivo io sicuramente. Non so se Leon…»
«Io non saprei- disse l’altro- non mi ricordo esattamente da quando è qui, ma sicuramente da alcuni anni, mi sembra davvero incredibile che tu non l’abbia mai notata.»
Intanto erano arrivati davanti alla porta di una casa dietro la quale si sentiva la voce del medico di corte.
I cavalieri bussarono e chiesero del cerusico.
«Arrivo in un momento.» rispose quello mentre finiva di medicare la gamba di un uomo barbuto sdraiato sul tavolo della piccola cucina.
Si diressero velocemente verso il vicolo buio in cui avevano trovato il corpo senza vita della povera donna.
«L’ha trovata uno straccivendolo che passava da quelle parti. Gaius, il corpo è straziato: la testa è quasi staccata dal corpo, il torace è completamente aperto e manca completamente il cuore, c’è sangue ovunque. Merlino forse non è il caso che tu…»
«Me la caverò Galvano. Ho assistito a così tante battute di caccia dove martirizzate povere creature che la vista di un po’ di sangue non dovrebbe…» erano arrivato all’entrata del vicolo.
La descrizione di Galvano non poteva dare neanche una minima idea di quello che si poteva vedere: il sangue era schizzato ovunque e copriva i muri e la terra, il corpo era semiricoperto dal proprio sangue, la testa era in una posizione innaturale e dal torace si vedevano spuntare l’esofago e un polmone. L’odore era insopportabile e Merlino provò un impulso fortissimo a vomitare.
«Tutto bene Merlino?» gli chiese Galvano mettendogli una mano sulla spalla.
«Tu-tutto a posto.» rispose lui con voce tremante.
Gaius nel frattempo si era accovacciato vicino al corpo e lo stava osservando attentamente.
«Sapete chi sia questa donna?» chiese mentre con la punta delle dita allontanava una ciocca di capelli dal volto pallido della sventurata.
«Si tratta della figlia maggiore del falegname della città bassa. Si trovava in questa zona perché doveva trovarsi con il fidanzato per decidere il giorno delle nozze.» disse Leon.
«Già, il povero Luke è disperato- aggiunse Galvano con un sospiro- Cosa puoi dirci della ragazza? Sai se è…»
«Se è stato un uomo o un animale a provocare questo scempio?- i due cavalieri annuirono- Non posso dirlo con certezza, purtroppo. Di certo non è stata una creatura completamente umana. Questi tagli qui sul collo sono stati inferti in un solo colpo e sono troppo irregolari, degli artigli o dei denti probabilmente, e nessun essere umano potrebbe averli procurati. Certo c’è da chiedersi quale animale, per quanto mostruoso e selvaggio, farebbe una cosa del genere: il corpo è quasi completamente dissanguato e l’unica parte che sembra essere stata divorata il cuore.In nessun libro di zoologia, sia magica che non, viene descritto un animale con le medesime abitudini alimentari.»
«Ma cosa potrebbe essere allora Gaius?» domandò Merlino.
«Non credo di poterlo dire con certezza, ma temo che....» il medico non terminò la frase, troppo spaventato anche solo a pensare quelle oscure parole che persino lui aveva solo visto scritto sulla pergamena di antichi libri di Magia Oscura.
«Sarà meglio conferire con il re prima di affermare qualsiasi cosa.» dichiarò invece.
Così i quattro si diressero rapidamente verso il castello e verso la sala del consiglio dove Artù stava prendendo le ultime decisioni per la famosissima e importantissima festa del raccolto di Camelot.
«Mio signore- esordì il cerusico- Dovremmo discutere con lei di certi preoccupanti eventi.»
«Altri?» chiese Artù stremato. Si dà il caso che il re avesse passato la mattinata a discutere di problemi e questioni da risolvere entro la Festa del Raccolto, cioè entro meno di due giorni: reali da invitare senza offendere altri reali, contratti di pace da firmare, giochi da istituire, precauzioni da prendere… tutto quel genere di cose insomma in cui sarebbe stata molto più brava Ginevra se solo si fosse riuscita a trovare.
«Maestà, temo che questo sia ben più grave di qualche torneo e qualche invito. Questo potrebbe compromettere tutta la Festa e non solo.»
Artù fece cenno di continuare mentre si sedeva sul trono pronto per ascoltare.
«Oggi è stato ritrovato un corpo di una donna nella città bassa, privo di vita e completamente dissanguato.»
«Dissanguato?» chiese Artù incredulo.
«Completamente.» confermò Gaius.
«E non è il primo corpo che troviamo in quelle condizioni, maestà- disse Leon- Sono stati ritrovati i corpi di cinque cacciatori questa mattina, durante il primo turno di perlustrazione, esattamente nelle stesse condizioni.»
«Ne siete sicuri?»
«Facevamo parte del gruppo io, Parsifal e Mordred. Potete chiedere anche a loro: i corpi erano esageratamente pallidi e c’era una gran pozza di sangue tutt’intorno, ma non era certo sufficiente per riempirli tutti e cinque.» disse Galvano.
«Mi state dicendo che qualcuno che si ciba di sangue umano si aggira per Camelot due giorni prima della Festa del Raccolto?»
«Temo di sì mio signore. E anche di cuori umani, tutti i corpi ne erano privi.» confermò il medico.
«E che razza di creatura è una che si ciba di sangue e cuori umani?» domando sua maestà passandosi una mano sul volto per nascondere la frustrazione.
«Potrebbe essere un Vampiro?» propose Merlin.
«Potrebbe essere Merlino, ma i Vampiri si nutrono esclusivamente del sangue delle vergini* e non attaccano mai di giorno, dato che non possono sopportare la luce del sole. Temo che ci troviamo di fronte ad una creatura molto più pericolosa e molto più antica.»
«Una creatura dell’Antica Religione?» domandò Artù.
«Quello che dovremo affrontare è qualcosa di più vecchio dell’Antica Religione stessa, qualcosa che affonda le sue radici in usanze ancora più primordiali.»
«Come i Draghi?» chiese il servitore.
«Molto più antico dei Draghi, Merlino. Si racconta che quando il primo Drago dischiuse le ali per la prima volta queste creature già vagavano per la terra terribili e numerose.»
«Esiste qualcosa di così antico?» domandò Leon che era cresciuto ascoltando le storie di sua madre su antichissimi Draghi e non riusciva ad immaginare alcuna creatura che li superasse.
«Io pensavo che non esistessero più, credevo, come molti, che si fossero estinte durante la Grande Guerra tra i Draghi e le Sacerdotesse della Triplice Dea centinaia di anni fa, ma evidentemente mi sbagliavo.»
«Gaius, ti prego, dicci di che creatura si tratta.» disse il re impaziente.
Il cerusici guardò tristemente fuori dalla finestra: era una calda giornata di Giugno e il mondo era in fiore e risplendeva grazie alla luce calda e dorata del sole. Niente lasciava presagire ai terribili avvenimenti che si sarebbero svolti da lì a poco nelle fertili e felici terre di Camelot.
«Temo, Artù, che ci troviamo di fronte alla più crudele e potente di tutte le creature che calpestano questa terra: temo che si tratti di un’Ombra.»
«Un’Ombra?» chiesero gli altri stupiti. Mai avevano sentito nominare questa creatura, neanche dai più anziani che si vantavano di conoscere ogni storia e superstizione.
«Oh sì, un’Ombra. Molti ignoranti pensano che le Ombre siano i discendenti di alcuni mezzosangue figli di un Vampiro e di uno Spirito Malvagio, ma in pochi conoscono la verità: le Ombre nascono dall’essenza della magia stessa, la prima volta che si ipotizzò di adoperare la magia per il male anziché per il bene nacque un’Ombra. Le Ombre erano esseri oscuri che si cibavano di incubi e pensieri malvagi, ma un giorno, si racconta, un’Ombra scoprì che c’era un modo di vivere ancora più terrificante: entrare nel corpo delle persone e da lì mangiargli l’anima e il cuore fino a farle diventare dei gusci vuoti senza più memoria del proprio passato e senza più sentimenti. Queste nuove creature per sopravvivere avevano bisogno dell’essenza vitale di qualcun altro, per questo si cibavano del sangue e del cuore delle proprie vittime.»
«Perché proprio degli esseri umani, voglio dire, perché non animali?» domandò Merlino.
«Perché non bisogna dimenticare che i padroni del loro corpo, oramai erano le Ombre, che si nutrivano di terrore e mostruosità e solo un essere umano riesce a sprigionare abbastanza paura. Infatti il piacere più grande che un’Ombra possa provare lo sente quando gioca con la propria vittima facendola annegare nel proprio terrore prima di ucciderla.»
«Ma non avevi detto che si erano estinti questi esseri?» chiese Artù.
«Era quello che tutti speravamo. Evidentemente ci eravamo sbagliati.»
«Perché ricomparire proprio qui a Camelot allora? Perché adesso?»
«Non saprei. Per quanto si nutrano di carne fresca le Ombre hanno sempre odiato vivere nei centri abitati e preferivano i luoghi solitari e attaccare qualche povero passante. Durante la Grande Guerra Magica, centinaia di anni fa, però si schierarono dalla parte delle Sacerdotesse della Triplice Dea e stando per lungo tempo a contatto con loro scoprirono i piaceri di una vita agiata, l’avidità e la ricchezza. Così molte Ombre per potersi guadagnare i lussi che avevano conosciuto durante la Guerra diventarono mercenari al servizio delle antiche alleate. Temo che l’individuo che ci troviamo ad affrontare sia un sopravvissuto e onori le antiche abitudini della sua specie lavorando per l’ultima Sacerdotessa.»
«Morgana.» sussurrò il re.
«Temo di sì.»
«Ci sarà un modo per uccidere queste creature se si sono quasi estinte, o no?» domandò Galvano.
«Le storie parlano di una specie di guerra civile tra le varie tribù di Ombre. Prima dell’Epurazione le Sacerdotesse si vantavano di averle sterminate in seguito ad una rivolta, ma non spiegarono mai come. Io credo, mio signore, che l’unico modo per conoscere la verità sia domandarla agli unici esseri che sicuramente possono averle viste morire.»
«I Draghi.» commentò Merlino.
 
Note dell’autrice:
Ecco il terzo capitolo! Lo so: è piuttosto discorsivo ma dovevo spiegarvi bene chi fosse questo strano essere che ciondolava per Camelot lanciando incantesimi e uccidendo brava gente. Vorrei ringraziare Morganalastrega che recensisce sempre e mi fa sempre tanto piacere e anche OkinoLinYu che ha recensito il primo capitolo facendo un utile appunto. Grazie anche a tutti quelli che leggono senza commentare .
Al prossimo
Ronan
  
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