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Autore: Giallo4ver    31/05/2013    1 recensioni
"Caro lettore, ricordi la storia della fondazione di Roma?
Il pastore Faustolo, la lupa, i gemelli…ebbene, ovviamente le antiche leggende prendono sempre le mosse da qualcosa di reale, ed il nome del pastore, Faustolo, non è affatto casuale.
Ma basta con le introduzioni, torniamo indietro di qualche era, a quello che noi abbiamo indicato come l’anno 573 a.C."
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antica Roma, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ds Celio era il più piccolo dei suoi fratelli, o almeno, lo era stato fino a che Palatino non aveva portato a casa i due gemelli.
*Claudio (questo il suo nome umano) non era forte come gli altri sei, era il più basso, il più smilzo e gracile, dai tratti del viso più morbidi, non adatto al lavoro nei campi per via della sua pelle troppo delicata, né buono a fare il brigante, era troppo lento.
Eccelleva, il povero Celio, solo nel distinguere le erbe e nel prepararci intrugli, molto spesso veleni.
I suoi fratelli maggiori, uomini piuttosto pratici ed energici, sempre pronti a menare le mani in qualunque situazione, lo lasciavano spessissimo a casa, a preparare pranzo e cena e, ora come ora, a fare da balia ai due marmocchi, e poco contava che avessero stabilito dei turni, alla fine, soltanto lui e Palatino si alternavano con frequenza quasi precisa.
Celio sospirò sconsolato, di certo il lavoro da balia non lo nobilitava agli occhi dei suoi fratelli maggiori.
Infatti i sei colli, a causa della poca forza e della poca resistenza di Celio, dei suoi tratti delicati e del suo carattere lunatico e alle volte isterico, avevano preso a considerarlo la donna di casa, lo chiamavano spesso e volentieri “Claudia” e non esitavano a fermare uomini a caso per le strade dei loro villaggi e a far finta di offrire loro un’ipotetica dote per il matrimonio.
Era ovviamente uno scherzo, ma uno scherzo di pessimo gusto.   

Anche quel giorno, i suoi fratelli mangiavano e lui correva dietro a quelle due pesti in miniatura, che gattonavano ad una velocità assurda per casa, e ridevano dei suoi tentativi vani di afferrarli.
- Vieni qui!- sibilò, afferrando Clelia in tempo affinché non sgattaiolasse sotto uno dei pochi mobili della cucina.
La bambina gorgheggiò ridendo, protendendo le manine verso di lui.
Per lei è tutto un gioco…sbuffò tra sé Claudio, guardandola accigliato.
- Non ci si nasconde sotto i mobili.- l’ammonì, poi prese in braccio anche Tiberio, il quale, avendo visto sua sorella in posizione “privilegiata” (ovvero tra le braccia di un qualsiasi essere umano), aveva cominciato a mordergli, con i primi dentini che aveva messo su da qualche giorno, una gamba.
- Ehi Celio, saresti una madre perfetta!- l’apostrofò Viminale, ridendo.
- Sì…- continuò ridendo a sua volta Campidoglio.- …quand’è che potrò essere zio?-
Risero tutti e sei, mentre Claudio prendeva un respiro profondo per non massacrarli di insulti.
- Quando troverò una moglie.- rispose placidamente poi, sorridendo forzatamente.
- Una moglie o un marito?- intervenne Quirinale, suscitando una nuova ondata di derisione.
Prima o poi gl’infilo il veleno nella minestra…complottò, sospirando irritato il più piccolo.
- Mamma!- squittì d’improvviso una vocina, ammutolendo le risate dei sei fratelli.
- Che…- sibilò Celio, fissando Clelia.
- Mamma!- fece lei, sorridendogli ed aggrappandosi alle sue vesti, come per abbracciarlo.
Palatino sghignazzò, incredulo.
- No, non sono “mamma”.- puntualizzò Claudio, sempre più nervoso.
- Mamma!- ripeté Clelia, imperterrita.
- No, no, no…- scosse la testa, disperato.- …fratello.- le sillabò.
- Semmai sorella…- ridacchiò Esquilino.
- Sorella!- esultò d’un tratto un’altra vocina.
Il più piccolo dei sette fratelli guardò Tiberio, sconvolto.
- Fratello!- ripeté Celio, mentre gli altri colli sghignazzavano e sogghignavano.
- Sorella!- ripropose Tiberio, battendo le manine.
- Ma perché…- si lagnò esasperato il poveretto.-…sono vostro fratello.- asserì convinto, rivolto ai due bambini.
- Mamma!- insistette Clelia.
- Sorella!- rise Tiberio.
La lupa, che era rimasta in disparte, si avvicinò scodinzolando, iniziando a strusciarsi contro le gambe di Celio.
- E tu che vuoi, cane pulcioso?- sbottò lui, fissandola con astio.
- La cena.- rispose Palatino.- Non l’hai ancora fatta mangiare…-
- No, Celio, male!- lo riprese sardonicamente Viminale.- Una buona donna di casa pensa anche al cane!- esclamò alzandosi in piedi, per enfatizzare la situazione.
Tutti scoppiarono a ridere fragorosamente.
Celio posò a terra i bambini e saltò addosso a suo fratello Viminale.
Come risultato, si ebbe una rissa di famiglia, durante la quale la lupa mangiò il pranzo di tutti e sette i fratelli ed i due bambini risero di gusto guardandoli e continuarono ad urlare le uniche parole che conoscevano.

Alla fine Claudio aveva pestato tutti e sei i suoi fratelli maggiori, dando libero sfogo ad anni ed anni di ira repressa, era calato poi il silenzio.
I sette fratelli, dopo la rissa, se ne stavano seduti a terra, senza dire una parola o scambiarsi uno sguardo.
Avvertirono, nell’immobilità della stanza, un paio di risatine allegre e videro i due piccoli gattonare fin da loro.
I gemelli si aggrapparono alla tunica di Celio, strattonandola.
- Fratello!- risero in coro, cristallini, nella loro candida ingenuità da bambini.
Il ragazzo sorrise, scompigliando loro delicatamente i capelli.
- Oh, adesso va bene.- sghignazzò soddisfatto.

Da quel momento in poi, nessuno dei suoi fratelli maggiori si azzardò più a dargli della donna.
Se per ottenere questo risultato, dovevo pestarli a sangue, a saperlo, li avrei pestati molto tempo fa…pensò tra sé Claudio, sospirando gravemente.

Angolo autrice: 
*Il nome di Celio riprende quello della gens Claudia, una delle più antiche e potenti di Roma.
E' esperto nei veleni perché, come ricorderete, probabilmente l'imperatore Claudio fu avvelenato da sua moglie, quindi ho fuso un po' di roba storica, anche l'instabilità caratteriale è ripresa dalla dinastia imperiale giulio- claudia (Caligola).

Salve, che dire? Ecco a voi il terzo "capitolo".
Ovviamente le nazioni non crescono come i comuni mortali, ecco perché i due bambini crescono in pochi giorni ed hanno già i denti.
Ringrazio come al solito chi ha inserito la storia nelle seguite e chi ha commentato e spero continui a commentare. :)
Vi ringrazio per aver letto, spero che questa "raccolta" vi stia piacendo.
Alla prossima,
Giallo4ver.
    

  
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