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Autore: choose_me    01/06/2013    0 recensioni
Lei, una delle tante. Per lei però era diverso. Lei li aveva incontrati. Lo aveva incontrato. Insieme a lui o perlomeno alla sua voce, aveva passato ore intere, passate a volte a piangere a volte a ballare, a perdersi nei suoi occhi inconfondibilmente verdi. Lui era stanco, stanco del dover essere sempre controllato, stanco di scatenare un uragano ogni volta che usciva di casa. Amava le sue fan, ma quello che desiderava era un po' di libertà, poter vivere sul serio di nuovo. E lei era vera, ciò di più vivo che lui avesse mai conosciuto. Così due persone diversissime ma i cui destini erano stati legati assieme, si trovano a vivere tra un agriturismo e una delle tante città italiane, loro due contro il mondo
-dovete decidere pure quante volte deve respirare o quello può sceglierlo da solo?- dissi ai menagement con un sorriso beffardo. Harry al mio fianco cercò di coprire la sua risata con un finto colpo di tosse, ma non ci riuscì. Lo guardai ed un enorme sorriso mi si aprì sul volto. Lui era mio, ed io ero sua.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Gio's pov

Mi svegliai. Le otto. L'ora perfetta per la sveglia. Era una di quelle mattine in cui la notte hai sognato talmente tanto ed in modo confusionale, che non distingui più realtà e finzione. Mi alzai e mi feci la doccia. Acqua gelata, per raffreddarmi dal clima bollente. Oggi optai per una gonna verde a pieghe, a vita alta, con una canottiera dalle spalline larghe, nera come l'elastico in vista che cingeva la vita. Mascara e poi un filo di matita nera nella linea interna dell'occhio. Sapevo che al primo bagno sarebbe andata via, ma non mi importava. Neanche sapevo se sarei andata in piscina, quel giorno. Feci colazione e stancamente me ne andai nella zona parco giochi, desolata causa l'assenza di bambini. Mi sedetti sull'altalena e cominciai a dondolare. Subito dopo l'euforia era nato in me un sentimento strano. Harry sarebbe stato a casa mia dieci giorni, ma ero sicura se ne sarebbe andato prima. Dopo aver conosciuto meglio me e il mio carattere sarebbe fuggito a gambe levate. E chi poteva sopportarmi? E poi che cosa avremmo fatto? Saremmo stati a casa tutto il giorno Adda annoiarci mangiando schifezze ? Lasciai questi interrogativi al caso, e me ne andai a fare un giro nella zona circostante l'agriturismo. Dopo essermi schiarita le idee camminando capii che ero una stupida. Non era quello che preoccupava. Insomma, Styles a casa mia ed io che mi deprimo con pensieri stupidi. Il sorriso tornò, e la giornata passò in fretta. Il pomeriggio tornai in camera e preparai le valige. Maglietta dopo maglietta ero pronta e caricai il trolley in macchina. O almeno ci provai. Prima che potessi alzarlo arrivò Harry con il suo e li caricò entrambi. Mise su anche quello di mia madre, che nel frattempo era arrivata.

  •  
     Andammo l'ultima volta al ristorante dove pranzammo. Stavolta Harry si sedette con noi. Mia madre non sapeva molto bene l'inglese, ed in alcuni momenti dovvetti tradurre qualcosa, ma la conversazione andò molto bene. -Simpatica tua madre- Mi fece Harry all'orecchio, quando ci alzammo.- Non l'hai ancora conosciuta bene- risposi ridendo.
  •  
     Harry's pov
  • Pagai il conto della camera mia e della loro. Era stato davvero difficile convincerle, ma dovevo pur sdebitarmi in qualche modo. Aprii la portiera e salii in macchina. Al mio fianco si sedette Giorgia, finalmente mi ero.ricordato il suo nome. Imboccamo l'autostrada in direzione Milano. Il sole stava calando, il cielo era un mix di colori stupendi, dalle sfumature del rosso a quelle del viola. Uno spettacolo. Abbassai gli occhi sul posto affianco al mio. Era stanca, glielo si leggeva in faccia. Chissà se anche lei non aveva dormito come me. Dopo poco rannicchiò le gambe e appoggiò la testa alla portiera. Così messa doveva essere molto scomoda, quindi le presi le gambe e le stesi sopra le mie. Questo gesto attrasse chiaramente la sua attenzione, mi guardò negli occhi, la faccia nuovamente stupita. Sorrisi, poi appoggiai la testa indietro e chiusi gli occhi. Sentii il suo sguardo su di me prima che riuscissi ad addormentarmi.
    Mi svegliai che oramai era completamente buio, l'unica luce proveniva dai lampioni. Lei era si era profondamente addormentata. Aveva la testa appoggiata sulla spalla destra, un'espressione eterea sul viso. Sembrava fragile, ancora più piccola di quanto non fosse già. Il corpo era girato a tre quarti, la gonna era completamente scomposta, oramai lasciava scoperte tutte le gambe, anche la canottiera era messa male, i capelli in disordine. Guardai l'ora. Le undici, neanche così tardi. Saremmo dovuti arrivare circa dopo mezzanotte. Svoltammo a destra per entrare in un autogrill, quindi decisi di svegliarla. Allungai il braccio e glielo posai sulla spalla. Dolcemente la chiamai ma di risposta ricevetti un grugnito, e lei si infossò ancora di più. Dopo un po' riuscii a riportarla tra noi ma, ancora addormentata, mi buttò le braccia al collo. La presi in braccio e di peso la portai fuori dall'auto. L'aria un po' più fresca la svegliò. Non appena si accorse di essere in braccio a me ebbe un sussulto e scesce immediatamente. Sua madre controllò a stento una risatina. Oramai completamente sveglia ma con la faccia assonnata, disse, per spezzare l'imbarazzo -Ho fame- aveva sempre fame, mangiava come non so che cosa. Ci avviammo verso l'interno dell'autogrill. Erano molto di diversi da quelli inglesi.

  •  
     Seguii lei, che sapendo l'italiano, sapeva anche cosa comperare. Prendenmo qualche schifezza, anche il twix, che io adoravo. Non c'era praticamente nessuno, quindi non dovemmo fare coda alla cassa. Presi le cose, ma sentii il bisogno di andare in bagno. Provai a leggere e capire qualcosa, ma non riuscendoci, chiesi a lei. -Aspetta... ah sì in fondo a destra.- non mi andava di lasciarla da sola, ma lo dovetti fare. Le sussurrai comunque uno -Stai attenta- ma lei si mise a ridere. -Lo sarò- Uscio dal bagno e andai verso di lei, presi il sacchetto, e andammo verso l'uscita. Riuscii appena ad accorgermi del fatto che il pavimento era bagnato che al mio fianco sentii qualcosa cadere. Instintivamente mi girai, e per fortuna, riuscii a rendere meni dolorosa la caduta prendendola in qualche modo. Cadde comunque sul sedere, ma per fortuna non si fece niente, tant'è che dopo poco si mise a ridere, ed io con lei. Ridemmo, ridemmo tanto, fino a quando lei non allungò una mano in segno che io l'aiutassi ad alzarsi. Si alzò, ma continuammo entrambi a ridacchiare anche quando le tirai il braccio sulle mie spalle e la presi per la vita come se si fosse fatta male e non riuscisse a camminare. -Questo è un bel libido sul sedere- disse lei, scoppiando a ridere subito dopo. Era più un po' più bassa di me, quindi avendo il braccio in alto doveva camminare quasi sulle punte dei piedi, ma gran parte del suo peso lo portavo io. Sua madre era rimasta all'auto e rimase perplessa quando vide sua figlia arrivare ridendo con il sedere bagnato. Giorgia le spiegò che cosa era successo e dopo una breve risata risalimmo in macchina e partimmo. Le risate cessarono e la musica prese il loro posto. Lei cantava tanto, le sapeva quasi tutte, italiano o inglese che fossero. Pian piano si stancò, e riassunse la faccia stanca che aveva prima. Stavolta però mi chiese se poteva appoggiarsi sulla mia spalla, ed io chiaramente acconsentii. Si appoggiò, io alzai il braccio che poi le misi in torno alla vita, in modo che fosse più comoda. Aveva una vita davvero sottile, un mio braccio riusciva a stringerla tutta. Si addormentò dopo poco, ed io, testa appoggiata sulla sua, con lei. Sentii l'auto rallentare, e mi svegliai, il corpo era intorpidito. Ci misi qualche secondo prima di rendermi conto di dove ero. Un cancello si aprì e la macchina entrò in un vialetto di sassi, che portò al garage. Sulla mia spalla non sentii alcun movimento, quindi pensai fosse meglio non svegliarla. Aprii la portiera e contorcendomi riuscii ad uscire con lei tra le braccia. Queste erano uno uno sotto le ginocchia e l'altro sulla schiena. Segui la madre all'interno della casa. Era una piccola villetta, al primo piano la zona giorno e al secondo le camere da letto, che erano due. La donna aprì una camera da letto e mi dece segno di mettere lì la figlia. Le sistemai la gonna e la canotta, poi la coprii con il lenzuolo. Uscì dalla stanza e andai in quella che capii essere la mia. Mi tolsi pantaloni e maglietta e mi infilai a letto, nel quale mi addormentai quasi all'istante.

    *spazioautrice*
    scusate il ritardo, ma avevo il kat da fare #nonvenefregauncazzo haha. Comunque ora credo inizieranno gli esami e non riuscirò ad aggiornare tutti i giorni
    spero leggerete.  
    love
    -Gio <3
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