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Autore: Chica Anonima    01/06/2013    6 recensioni
Stefania è una ragazza normalissima, se non fosse per le sue visioni, proprio così, lei riesce a vedere episodi che accadranno in un lontano o vicino futuro, nonostante questo però, la sua vita continua normalmente fino a quando una sera, in una visione vede un ragazzo che sta per scassinare una famosa gioielleria vicino a casa sua, stupidamente decide di non chiamare la polizia ma di intervenire lei stessa...
Questa non è solo una storia d'amore, ma anche di bande rivali e di una Milano completamente diversa da quella di oggi.
Dal secondo capitolo:
“ Ma come? E il nostro fine serata piacevole?” scherzava vero?
“ Ah si! Ma sai ..non mi piacciono i ladri”
“ Hai paura che ti rubo il cuore?”
Spero di avervi incuriosite!!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve ragazze, ecco il terzo capitolo, volevo ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite e preferite e chi recensisce.
Spero che il capitolo vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate
Baci
Nian07

Se possibile mi svegliai ancora più arrabbiata della sera prima, la doccia non era servita a nulla, avevo passato tutta la notte a pensare a quel ladruncolo da quattro soldi e ai suoi maledettissimi occhi! Non solo aveva rubato il mio numero e aveva letto i miei messaggi, ma si era anche permesso di rubare il mio sonno! Già lo odiavo!

Mi diressi in cucina sbattendo i piedi sul pavimento per sfogare la mia rabbia, incominciai a prendere la tazza e poi il latte dal frigo sbattendo mobili a destra e manca.

Riuscii a calmarmi solo dopo un abbondante colazione a base di nutella, essendo sabato decisi di dedicarmi al mio passatempo preferito il dolce far niente, in altre parole consiste nel stare buttata sul mio divano alternando televisione e libri per tutta la mattina.

Naturalmente quando si sta bene il tempo passa velocemente, non come quando sei a lavoro e le lancette dell’orologio sembrano andare a rallentatore, un attimo prima erano le otto del mattino quello dopo l’una del pomeriggio.

Mi alzai dal divano improvvisamente affamata, ma mi accorsi che ero troppo stanca anche per cucinare, così mi diressi in camera indossando un jeans e una camicetta bianca, mi truccai leggermente cercando di far risaltare i miei banalissimi occhi nocciola.

Non so il perchè, ma mi vennero in mente due bellissimi occhi azzurri appartenenti al mio ladruncolo preferito, aspettate ho detto mio??
No, intendevo quel ladruncolo che non era mio e non volevo neanche che lo fosse, ora che ci pensavo non conoscevo neanche il suo nome, ma non mi importa continuavo a ripetermi.

Presi la borsa e trovai diversi messaggi, tutti dei miei amici e due di Marco, che mi chiedeva di richiamarlo perchè doveva chiedermi una cosa.

Uscii di casa e andai al ristorante vicino casa mia, approfittando della poca distanza per fare una bella passeggiata, una volta entrata ordinai una pizza margherita e composi il numero di Marco, alias(?) il mio super noiosissimo fidanzato, rispose al primo squillo.

“ Pronto piccola”
“Ehi, ho letto ora i tuoi messaggi, cosa devi dirmi?”
“ Niente, volevo invitarti a prendere un gelato stasera verso le 9 e poi volevo dirti che stavo pensando di passare il prossimo fine settimana insieme visto che sabato prossimo facciamo due mesi, che ne dici?”
“ Guarda stasera non posso proprio faccio una specie di pigiama party con Giorgia e per la prossima settimana ti faccio sapere”
“ Stefy possibile che devi mettere sempre i tuoi amici davanti a me? Non mi sta più bene questa cosa!”
“Non è un problema mio, loro sono la mia famiglia, se non ti sta bene tornatene da dove sei venuto, ciao.”

Attaccai il telefono nel momento esatto in cui arrivò la pizza, iniziai a mangiare, mentre il cellulare continuava a vibrare, ogni volta la stessa storia, prima tirava fuori le palle come un uomo, ma dopo cinque secondi se ne pentiva e tornava come un cane, chiedendo scusa.

Non so perchè ci sto ancora insieme, all’inizio sembrava un tipo interessante, il classico ragazzo che sembra diverso dal solito stronzo, ma con il tempo era diventato noioso, non aveva un minimo di carattere e iniziavo a stufarmi di questa situazione.

Finii di mangiare la mia adorata pizza e mi diressi alla cassa per pagare, una volta uscita dal ristorante mi diressi verso la fermata del pulman per dirigermi in centro, di sicuro Marco sarebbe andato a casa mia e per evitare di incontrarlo decisi di dedicarmi a una giornata di sano shopping.

Verso le quattro il telefono aveva smesso di vibrare, trovai trenta chiamate perse e dieci messaggi, tutti di Marco naturalmente, mentre stavo cancellando le sue inutili scuse, il telefono vibrò di nuovo, stavo per attaccare la chiamata, quando mi accorsi che il numero era sconosciuto, accettai.

“Pronto?”
“ Bambolina, come va?”
“ Che diavolo vuoi ancora??”
“ Sai... per colpa tua, il mio capo si è molto arrabbiato, quindi mi devi non uno, ma due favori”
“Scordatelo”
“ Tranquilla, volevo solo invitarti a cena”
“ Fammi pensare... no grazie”
“ Me lo devi bambolina, tranquilla pago io”
“Con i soldi che hai rubato a chissà chi? No grazie”
“ Andiamo non farti pregare è solo una cena, per farti perdonare”
“ Non devo farmi perdonare nulla, ho fermato una rapina! Dovrebbero darmi il nobel per il coraggio e non so neanche il tuo nome!”
“ Hai interrotto la mia rapina! Ti ho salvato il tuo bel culetto con la polizia e ti ho anche riportato a casa, credo di meritare almeno una cena e se vieni ti dirò come mi chiamo”
“ Ho detto di no, cancella il mio numero e lasciami in pace”

Per la seconda volta in quella giornata avevo attaccato il telefono in faccia a una persona, entrambi di sesso maschile, ma completamente diversi.
Mi sentii molto compiaciuta e nella mia mente gridai: potere alle donne!

Verso le sei di sera tornai a casa, mi aspettavo di trovare Marco o un biglietto, ma nulla, che finalmente si fosse deciso a lasciarmi stare?
Aprii la porta di casa e la richiusi dietro di me, poi mi diressi in salotto ed ebbi quasi un infarto.

“ Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

Sdraiato sul divano, che se la rideva tranquillo se ne stava il ladruncolo ancora senza nome, ma come diavolo aveva fatto ad entrare in casa mia??

“ Che diavolo ci fai qui????”
“ Non mi piacciono i no, quindi sono venuto a prenderti che ti piaccia o no stasera esci con me”
“ Ho altra scelta?”
“ Direi di no”

Sbattendo le mie graziose paperine sul pavimento mi diressi nella mia camera per cambiarmi, lasciando l’idiota in salotto.

“ E non provare a scassinare la porta della mia camera mente mi cambio!”
“ Va bene, Farò il bravo!”

Indossai un semplice vestito blu, stretto sul seno e svolazzante nella parte sotto, indossai un paio di scarpe blu con tacco dieci, che potevano sempre essere utili e mi truccai leggermente, dando poi una pettinata ai capelli e ritornai in salotto.

“ Non mi hai ancora detto come ti chiami”
“ Mi chiamo Nicolas, ora andiamo”

Uscimmo di casa, lo vidi girare l’angolo e dirigersi verso una macchina nera, che volesse rubarla?

“ So quello che stai pensando e no, non voglio rubarla, la macchina è mia”
“ehm, ok”

Salimmo nella macchina e nessuno parlò per tutto il viaggio, dopo cinque minuti, accostò davanti a un ristorante molto carino in pieno centro che non conoscevo, Milano è così grande che non la conosci mai del tutto, neanche chi ci ha passato tutta la vita, ma quella via mi sembrava di conoscerla, solo che non mi ricordavo quando ci fossi stata.

Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso l’entrata, quando una voce mi gelò sul posto.

“ Stefania?”

Sia io che Nicolas ci girammo verso la voce, Marco mi guardava con sguardo infuriato, teneva al guinzaglio il suo bellissimo labrador nero.
Ora ricordavo, quella era la via dove abitava Marco, il suo appartamento era a pochi metri da quel ristorante.

“ Cosa diavolo ci fai qui? E perchè sei con un altro?”
“ Ecco io...” e ora che diavolo mi invento?
“ Ti sta tradendo, con me” io lo ammazzo!
“ E' vero?”

Marco si girò verso di me, ancora a pochi centimetri di distanza, lo guardai dritto in faccia, ormai erano settimane che non provavo più niente e forse questa era la buona occasione per lasciarlo una volta per tutte, senza dover rivelare il vero motivo per cui lo stavo lasciando, quindi mi venne quasi spontaneo rispondere:

“ Si è vero, non ti amo e non voglio più stare con te, mi sono innamorata di Nicolas”

Lui mi guardò sbigottito.

Ok, la cosa era abbastanza ridicola, ma non ne potevo più!

“ Dopo questa è finita, sono stanco di essere il tuo cane!” si girò insieme al suo cane e se ne tornò a casa, solo quando sparì dalla nostra visuale Nicolas si girò verso di me.

“ Non ho parole”
“ Non lo volevo più da tempo, ho colto la palla al balzo per lasciarlo, tranquillo tu non centri nulla”
“ Non mi riferivo a quello, non pensavo ti fossi già innamorata di me, possiamo fare sesso subito allora!”

Lo guardai storta, ma poi scoppiai a ridere seguita subito dopo da lui.

“ Idiota! Entriamo va”

Ci dirigemmo nel ristorante, pronti a passare una serata all’insegna delle risate e no, non avrei fatto sesso con lui, ma lo lasciai illudersi.

  
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