Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: boobsrauhl    01/06/2013    2 recensioni
"Dov'è il mio finale felice?'' Gridai, urlando pieno di odio. "Sono qui.''
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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After two years.

Spesso mi domandavo che vita fosse stata la mia senza quel tragico giorno. Spesso mi immaginavo Anne al mio fianco ad accarezzarmi i capelli, accanto a me, viva, con il suo solito sorriso sulle labbra sempre bagnate di sangue a causa del suo continuo mordicchiarle.

Quello era uno di quei momenti,  quando sei solo e l’unica cosa che hai da fare è guardare la strada che scivola svelta dietro di te e chiudere gli occhi. Quella era una mattinata come tante, un giorno di scuola come tutti, era da due anni che non riuscivo a superare il quarto anno scolastico. Tutto era fermo a due anni fa, persino le strade erano le stesse. Solo le persone cambiavano.

Mi appisolai accanto al finestrino, desiderando che quel giorno non fosse mai iniziato. Ero così preso da me stesso che neppure mi ero reso conto che accanto a me c’era seduta una ragazzina minuta che era intenta a leggere un libro. Sfigata, rompicazzo e senza tette.

Richiusi gli occhi e li riaprii solo quando arrivai a destinazione. Presi lo zaino e ci intrufolai dentro il cellulare, la ragazzina era ancora intenta a leggere.

“Siamo arrivati, quattro occhi.’’ Ringhiai, avanzando e dirigendomi verso l’entrata.
Quest’anno non doveva essere come i precedenti, stavolta dovevo farcela davvero. Mi ero iscritto al corso di psicologia, quello che frequentava Anne.

 Appena entrai in classe, mi appropriai dell’ultimo banco e mi ci appisolai sopra. Mancavano ancora dieci minuti prima dell’inizio della lezione, potevo permettermi un riposino. “Si dorme la notte, signorino… Bieber, immagino?’’ Sentii un pugno allo stomaco e fui costretto ad alzare lo sguardo. “Ahia, ma che cazzo?’’ Da quando quest’aula era così piena? Mi ero appisolato giusto un secondo e…oh, no. Mi ero quasi addormentato. “Il linguaggio!’’ Sentii ridire poi e quando stavo per intervenire, sentimmo tutti un dolce “Mi scusi per il ritardo.’’ Mi alzai per osservare meglio chi fosse, spostò i suoi capelli lunghi da un lato, ricadevano morbidi fin sotto al seno, tolse gli occhiali che rendevano i suoi occhi irriconoscibili e…oh. La sfigata.
Mi girai verso la mia destra e ritrovai un ragazzo moro a fissarmi. “Sei stato tu a darmi quel pugno?’’ Chiesi, indifferente alla presentazione della sfigata in classe. “Scusa.’’ Mi rispose chinando il capo, detto in quel modo mi faceva pena, in fin dei conti era stato un pugno da niente.

Cercavo di fingere di essere interessato a psicologia, ma quelle furono le due ore più lunghe di tutta la mia vita. I capelli della sfigata sembravano quelli di Anne, forse anche i suoi occhi, ero così annoiato che persino la sfigata in quel momento era degna delle mie attenzioni. “Signorina Anne, mi può…’’ “Cosa?’’ Gridai, ritrovando gli occhi di tutti verso di me. Aveva detto “Anne’’ o stavo delirando? “Anne Black, non Justin Bieber, ha qualche problema d’udito?’’ Ah, perfetto. Primo giorno scuola ed era iniziato tutto male. La sfigata mi fissava, aveva qualcosa di strano nel suo sguardo. Iniziai a fissarla anch’io, distolse immediatamente lo sguardo arrossando timidamente.

Le due ore più lunghe della mia vita, non so con quale miracolo, passarono. Fui il primo ad uscire per godermi il pieno intervallo. I quattordicenni di quest’anno erano sfigati che si fingevano diciottenni per attirare gente. Patetici, come ogni anno. Ormai quella scuola era diventata nuova ai miei occhi, le mie vecchie amicizie erano ormai al college e solo io ero rimasto ancora in questo carcere a decidere per il mio futuro. Dovevo cambiare corso, ogni cosa mi ricordava lei e non potevo continuare a torturarmi in quel modo, magari avrei scelto un corso di informatica, chi non amava i computer o i video games? Estrassi una sigaretta dalla tasca posteriore dei miei jeans e la portai alle labbra ed aspirandola sentii un leggero senso di libertà.

“Sempre il solito, non smetti mai di fumare?’’ Riconobbi la sua voce e mi girai divertito a vederlo venire verso me. “Draco!’’ Ci stringemmo la mano come vecchi amici, due anni fa frequentavamo lo stesso corso di lingue e, come me, è stato bocciato per ben due volte. Spesso mi dimenticavo di lui o magari lo facevo di proposito, era pur sempre stato il primo amore di Anne. Balle, ha amato per davvero solo me. “Come va con…tutto?’’ Quella domanda equivaleva ad un semplice “Come va la vita senza Anne? Ti diverti senza Anne?’’ sbuffai. “Come sempre…te?’’ “Come sempre.’’ Mi rispose sorridendo.
Aspirai per l’ultima volta quella sigaretta e la gettai per terra, era tornata la stessa merda di prima. Draco era ancora accanto a me, fissando tutti i culi delle tipe che ci passavano davanti.

“Guarda quella laggiù, guardala!’’ Puntò il dito contro una ragazza girata di spalle con un libro in mano e una lattina di coca tra le mani. “Ah, la sfigata.’’ Ripetetti per la milionesima volta in quella giornata.
“Sfigata? Scherzi? Mezza scuola le sta fissando il culo.’’ Mi disse, spalancando la bocca per contraddirmi.
“Ha un culo?’’ Dissi, iniziando a ridere e immaginandomi già la scena non appena mi sarei girato verso la sua direzione. Beh…forse avevo culo, ma le tette non c’erano. Insomma, aveva delle belle forme, aveva un corpo minuto, delle labbra carnose e aveva continuamente quei capelli che le cadevano morbidi sulle labbra, ma…nah, era carina. “Sai cosa si chiama?’’ “Che ne so, frequenta il mio stesso corso di psicologia ma non mi sono informato sul nome. Chiamala sfigata che le si addice proprio questo nome!’’ In realtà in quel momento pensavo a tutto fuorché fosse una sfigata. Ed era vero, tutti la fissavano continuamente il culo e la squadravano dalla testa ai piedi. Persino le ragazze bone si soffermavano ad osservarla. Era una tizia strana, sin troppo strana.

La campanella suonò, salutai Draco e la sua sanità mentale e mi diressi nei corridoi, correndo, per cambiare corso. Contemporaneamente vidi la sfigata correre verso il bagno, probabilmente aveva le sue cose. D’un tratto pensai che sarei potuto correre dal preside riguardo il mio spostamento in un secondo momento. Quella sfigata aveva un qualcosa di così dannatamente familiare. La aspettai fuori ai bagni, impaziente, scroccando le dita e controllando ogni minuto l’orologio. Non si degnava di uscire più da quel bagno? Il suo viso mi incuriosiva così tanto che decisi di entrare. Controllai i corridoi intorno e vidi che non c’era nessuno. Perfetto. La sfigata non avrebbe mai parlato di quell’incontro, era troppo sfigata per farlo. Quando mi intrufolai nei bagni –la cosa più pazza e assurda che io avessi mai fatto in tutta la mia vita- la ritrovai con le braccia intrecciate al petto.

“Ti stavo aspettando.’’ Disse, con un leggero sorrisino tra le labbra. Non mi sembrava più tanto sfigata d’un tratto.
“Davvero?’’ Chiesi in senso di sfiga, rilassai i muscoli pronto per darle ascolto.
“Justin Bieber…’’ ringhiò alzando le sopracciglia. Aveva, sicuramente, sentito il mio nome durante i continui battibecchi in classe. “Oppure dovrei chiamarti Austin?’’ Mi bloccai. Smisi di respirare, i muscoli d’un tratto si fecero contratti. Alzai lo sguardo e per la prima volta in tutta la mia vita mi sentì soffocare. “Cosa?’’ Chiesi, balbettando e sperando che, in quale modo, avessi frainteso le sue parole.
“Austin, mi hai sentito benissimo.’’ Solo una persona osava chiamarmi così. Si divertiva a scambiare la “J’’ del mio nome in una “A’’. E quella persona era Anne.

“Chi diamine sei?’’ Si tolse gli occhiali, legò i capelli in una semplice crocca disordinata, mostrando un minuscolo amuleto al collo. “Ricordi niente?’’



Spazio d’autrice.
Salve gente! Non ho ritardato molto dall’ultimo aggiornamento, no? Voglio prima di tutto ringraziare tutti coloro che hanno visualizzato, letto e recensito il primo capitolo e aver deciso di iniziare a seguire questa storia. Per me significa tanto, grazie mille di vero cuore. Scusate la brevità dei capitoli, vi prometto che i prossimi inizieranno ad essere più lunghi. Beh, adesso è meglio lasciare a voi le parole! Una piccola recensione?
Un bacione, Maria.
  
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