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Autore: Ino_Nara    04/06/2013    2 recensioni
Da un po' di tempo pensavo a questa storia e ho deciso di scriverla. In genere scrivo molte storie ma questa è la prima fanfiction che pubblico. Parla dell'amore tra una giovane ragazza e Ezio Auditore nato tra combattimenti e allenamenti. Cercherò di esprimere i sentimenti attraverso le parole perchè proprio di sentimenti parla la mia storia. Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cesare Borgia, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Mario Auditore, Volpe
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo insieme!

Eravamo in viaggio da ormai undici ore e io e Ezio eravamo sfiniti di correre sui tetti ma non ci saremo fermati per nessun motivo. Rivolevamo Cecilia tra le nostre braccia! La gente cominciava a non farcela più e i cavalli rallentavano sempre di più. Solo gli assassini procedevano con lo stesso passo spedito di dieci ore prima e i loro cavalli sembravano non voler fermarsi per nessun motivo. Ormai le torri di quella specie di prigione erano ben visibili anche dalla gente che si riversava per le strade al nostro passaggio. Eravamo arrivati davanti a quel luogo infernale e vederla da così vicino incuteva davvero paura, figurarsi la paura che doveva aver avuto la mia Cecilia. Ezio mi guardò preoccupato, io distolsi lo sguardo e prendendo una bomba dalla mia sacca e diedi fuoco a quel dannato portone. Ezio mi guardò  e alzò gli occhi al cielo.  Eravamo dentro almeno. Tutto il popolo si riversò in un immenso cortile d’entrata facendosi scoprire. Le guardie di vedetta diedero l’allarme ma ero troppo tardi. La protezione e la sicurezza del castello erano stati violati. L’arrivare veloce delle guardie ci facilitò solo le cose,venivano nelle nostre braccia e noi riuscivamo a liberarci di loro più facilmente. Ci disponemmo in semicerchio davanti all’entrata e aspettavamo pazienti che ci venissero incontro. Dopo pochi minuti duecento nemici ci erano addosso, altrettanti erano a terra, ma i nostri resistevano, non per forza fisica, resistevano per i loro cari, per le persone che amavano. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Ezio mi guardava, mi fece cenno di andare, sgattaiolammo tra le guardi e arrivammo dentro il ‘corpo’ della fortezza. “Una rampa di scale. Porteranno alle segrete!” scendemmo facendo gli scalini a due a due, ma delle guardie stavano lentamente portando al piano di sopra i bambini e gli anziani. Si stavano arrendendo! Li portarono in quell’immenso cortile che orami tutti i loro alleati erano a terra morti o stremati. I bambini corsero tutti verso i loro cari. Cecilia non c’era… Stavo per mettermi a piangere quando  una bambina venne incontro a noi raggiante di gioia. Era vestita da principessa, profumava di rose, i suoi capelli erano setosi e raccolti in una treccia laterale. Sul suo capo c’era una coroncina d’oro finissimo. “Mamma!!!!! Papà papà!Papààààà!” Cecilia si buttò tra le braccia del padre. Lei lo adorava e lui adorava lei. Ezio era un padre fantastico. Non faceva mai mancare niente alla nostra piccola e se di giorno eravamo in missione la sera ci chiudevamo soli noi tre in una stanza e lui giocava e scherzava con lei. Mi sarebbe piaciuto prendere parte a quel forte abbraccio ma Cecilia non mi abbracciava quasi mai essendo sempre attaccata al padre. Ezio vide il mio sguardo triste e vuoto. Lasciò la bambina e mi strinse forte. Io senza un motivo ben preciso scoppiai a piangere, non riuscivo a smettere. Ezio chiese a Cecilia, sempre tenendomi tra le braccia: “Tesoro chi ti ha fatto così bella?” Cecilia indicò un uomo. “Quello lazziù! L’omo lazziù! Lui lui!” tendeva la manina verso una guardia a cavallo che si girò e le sorrise. Io mi girai di scatto. Era mio fratello. Il suo amore superava ancora una volta il suo dovere.

“Ti odio! Ti odio! Federico ti odio!”

“Fai pure Isabella ma ricordati che io ti vorrò sempre bene e farò di tutto per dimostrartelo sempre!”

Aveva mantenuto la sua promessa. Aveva preso in disparte la sua nipotina per trattarla come una principessa. Federico mi aveva sempre stupito e continuava a farlo a distanza di tanti anni. Gli sorrisi,lui ricambiò e partì a cavallo.  “Popolo!” gridò Ezio tenendo Cecilia tra le braccia “Come promesso: i vostri cari e la libertà, la vita!” Ezio non aveva fatto un gran discorso, ma il suo tono rassicurante infuse fiducia in tutti che esultarono lanciando in aria i cappelli e gridando di gioia. Cecilia solo in quel momento si staccò dal padre e con la sua graziosa vocina squillante parlò alla folla. “Siete stati blavi, ci avete salvati tutti glazie! Dobbiamo fale semple così…uniti…” allora mi prese la mano e prese quella di Ezio sorridendo. Il popolo la guardava stupita. Quello scricciolo aveva poco più di due anni e già parlava come il suo adorato papà. A Ezio scappò una lacrima. Me ne accorsi e con Cecilia ancora per mano andai ad abbracciare Ezio che ci prese in braccio entrambe. Tornammo al nostro covo e per quel giorno nessuno ci vide più nessuno. Le due persone più importanti della mia vita stavano giocando ed era bellissimo guardarle ma sarebbe stato molto più bello essere con loro a divertirmi. Cecilia che in quel momento scappava ridendo dal padre si buttò su di me e Ezio mi fece cadere sul tappeto. Prese a farmi il solletico e Cecilia ridendo fece del suo meglio. Eravamo di nuovo insieme e stavolta per sempre!

Note dell'autrice
Questo è l'ulttimo capitolo della storia. Credo sia un finale accettabile. Grazie a tutti quelli che hanno letto! Ora vi chiedo solo un piccolo favore. RECENSITE vi prego! E' molto importante per me. Vorrei sapere se vi è piaciuta e perche. Spero di non chiedere troppo... 
Grazie a tutti! Baci
Eva

  
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