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Autore: TheFriky    04/06/2013    2 recensioni
Sirius Black bello e affascinate, corteggiato da tantissime ragazze, si è mai innamorato davvero? Lo conosciamo come fedele amico, ma come fidanzato? Conosceremo meglio il suo personaggio e anche quello degli altri Malandrini, di Lily e di un nuovo personaggio, Elena, amica d'infanzia di Sirius e migliore amica di Lily a Hogwarts.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Mentre correva sotto la pioggia, nel vano tentativo di trovare il regalo giusto per Molly, maledì il Natale. 

Diagon Alley era deserta, i negozi stavano chiudendo ed Elena sembrava una trottola. Chi la vedeva passare si chiedeva se avesse qualche problema e voleva avvertire il San Mungo. 

Entrò al Ghirigoro e optò per un libro di cucina. Non esisteva niente di più banale, pensò. Ma ormai era tardi. Meglio di così non poteva fare. Passava tutto il tempo a lavorare, anche nei suoi giorni di riposo. Quando non lavorava per conto del Ministero ci si metteva Silente con le solite operazioni suicide, a suo avviso per distrarla ma anche per tenerla lontana da Grimmauld Place.

"Ah chi si vede, signorina Lancaster". Cornelius Caramel le stava venendo in contro, accompagnato dal suo fidato Percy Weasley che le teneva alto l'ombrello per non farlo bagnare. Cosa ardua da fare visto che Caramel correva a destra e a sinistra senza mai annunciare prima i suoi spostamenti improvvisi. "Che ci fa in giro con questo tempo?"

"Dovevo comprare un regalo. Piuttosto lei che cosa ci fa qui a Diagon Alley, a quest'ora per giunta" mentre parlava con il primo ministro Elena salutò Percy con la mano ma lui si voltò dall'altra parte, ignorandola completamente. Situazione difficile, pensò. Si diceva tanto intelligente, ma non so fino a che punto fosse vero. Non aveva la mia idea di quello che stava facendo. Voltare le spalle alla sua famiglia. Non sapeva quanto fosse fortunato ad avere dei genitori come i suoi.

"Nulla di importante". Guardò l'orologio. "Per la barba di Merlino, è tardissimo. Mia moglie di ucciderà. Ci vediamo domani" disse mentre se ne stava andando.

"Ma domani è Natale" le urlò Elena.

"Il lavoro non riposa mai" fu la risposta del primo ministro.

Non ci poteva credere. Neanche il Natale poteva passarlo in pace. Arrivò alla conclusione che tutti la odiavano e volevano vederla soffrire. Moltissimo.

Varcò la soglia di casa. Era calda. Che sensazione piacevole. Remus stava seduto sul divano a leggere, e appena la vide scoppiò a ridere.

"Ma che ti ridi?" le domandò lei.

"Sei buffissima" ammise l'amico.

"Vuoi sapere un a cosa buffissima? Domani devo lavorare".

"Ma è Natale" sentenziò Remus sconvolto.

"Vallo a dire a Caramel".

"Molly ti ucciderà" concluse mentre Elena riponeva il pacchetto regalo appena comprato sotto l'albero. Lo guardò. Era orrendo. Remus aveva tanto insistito nel voler usare le decorazioni oro, mentre Elena quelle blu e rosse. Alla fine decisero di usarle tutte e il risultato era un albero di Natale stracolmo di addobbi che non lasciava intravedere nemmeno un pezzettino di verde.

 

Il mattino dopo Elena si svegliò presto per andare a lavoro. Cercò di fare pianissimo per non svegliare l'amico che dormiva nella stanza accanto. Ma mentre entrava in cucina inciampò e si portò dietro la tenda della finestra. Quando Remus si precipitò di sotto la trovò seduta a terra con le gambe incrociate e la desolazione dipinta in viso. Non sapeva se ridere o piangere. Remus con gli occhi socchiusi, di chi è appena stato buttato giù dal letto, fece finta di nulla e tornò in camera sua. Maledisse il giorno in cui accetto di andare a vivere con la persona più maldestra e rumorosa del mondo. Ma almeno non si annoiava mai, pensò. 

All'epoca erano rimasti solo loro due. James e Lily erano morti, Sirius in prigione. Sembrava la cosa più ovvia da fare. Si facevano forza l'un l'altro e vivere insieme li fece sentire meno soli e li fece andare avanti. Il dolore scompariva quando stavano insieme, si divertivano molto. Erano più fratello e sorella che amici. 

Prima di uscire di casa prese il regalo per Remus e lo appoggiò sul tavolo della cucina. C'era anche un biglietto con su scritto 'Buon Natale ciccio '.

Il Ministero della Magia era vuoto, non c'era nessuno. Fu strano per Elena vederlo così. Arrivò davanti la porta dell'ufficio di Caramel e bussò.

"Avanti" sentì dire dall'interno. Il primo ministro stava già lavorando, scriveva, leggeva, spaginava. Si chiese per un attimo se fosse un essere umano o un alieno.

"Buon giorno" salutò lei una volta varcata la soglia.

"Oh si si, buon giorno, buon giorno" farneticò lui. "Accomodati. Abbiamo molto di cui parlare". Indicò la poltrona di fronte la scrivania ed Elena si sedette.

"Ho parlato con Dolores Umbrige e la situazione a Hogwarts è peggiore di quello che pensavo. Dobbiamo trovare un modo per far smettere Silente di comportarsi così. Chi si crede di essere? E' soltanto il preside di una scuola. Il sono il primo ministro, per Morgana. Devi assolutamente trovare una soluzione. Confido in te." disse il primo ministro. 

Non sopportava quel suo modo di attaccare Silente, senza un vero motivo. Solo perché aveva paura. 

Se solo avesse saputo la verità, che lei era fedele al preside di Hogwarts e non a lui, sarebbe morto all'istante. Elena era il braccio destro di Caramel, così dicevano in giro. Le raccontava tutto, tutti i segreti e i problemi del ministero. Si fidava ciecamente di lei. Certo, Elena era devota al suo lavoro, al suo ruolo di direttrice del Dipartimento di Applicazione delle Leggi magiche, e anche al ministero. Ma Caramel l'aveva messa di fronte ad un bivio, scegliere tra il ministero e Silente. Sotto consiglio del preside di Hogwarts giurò fedeltà al primo ministro e alla sua campagna. Ma al tempo stesso lavorava per Silente e per l'Ordine della Fenice. 

Grazie a lei Silente seppe in anticipo molte cose. Della decisione di Caramel di inserire la Umbrige tra i professori di Hogwarts per tenero sotto controllo, dell'anticipazione del processo a Harry Potter al Wizengamot e i suoi vari piani di voler screditare a tutti i costi la sua reputazione e quella di Harry.

Elena doveva tutto a Silente. E'stato il padre che ha sempre desiderato. Gli ha dato una famiglia e la resa una delle streghe più potenti che il mondo magico avesse mai conosciuto. Infatti Elena non era come tutte le altre streghe. Non aveva bisogna della bacchetta come loro per poter compiere magie. I suoi genitori se ne resero conto, quando all'età di cinque anni era in grado di sollevare mobili e chiamare a se il suo orsacchiotto Red solo con la forza dello pensiero. 

Silente fu subito molto interessato a lei e ai suoi poteri. Fece molte ricerche e scoprì che era l'erede di Rea, una potentissima strega, nata sotto l'impero romano, la quale scappò da Roma e si rifugiò in Calediona, l'odierna Scozia. Per molti era solo una leggenda. Gli studiosi di bacchette magiche ritenevamo impossibile l'uso della magia senza bacchetta. Si dovettero tutti ricredere quando Elena crebbe. Mister Olivander rimase sconvolto quando notò che nessuna sua bacchetta sembrava sceglierla. Ne costruirono una fatta apposta per lei. 

Silente per tutto il periodo scolastico di Elena le insegnò a controllare il suo immenso potere con grande successo. Credeva che li avrebbe potuti salvare da Voldemort, tutti quanti. Ma così non fu. Lo affrontò, decisa ad ucciderlo, ma non ci riuscì. Uscì indenne dallo scontro. Silente per tanti anni cercò una risposta, il motivo per cui un bimbo di un anno era riuscito a fermarlo mentre una strega potentissima com lei no. Un giorno avrebbe trovato la risposta, ne era sicuro, ma per ora doveva consolare un donna che si riteneva responsabile della morte dei suoi migliori amici. Si incolpava perché doveva essere più forte. Avrebbe dovuto ucciderlo.

Annuì. 

"Ora puoi andare. Scusami se ti ho fatto venire qui il giorno di Natale, ma era una cosa urgente e che dovevo dirti di persona" continuò Caramel.

 

Era tardi. Tardissimo. Doveva tornare a casa e cambiarsi per il pranzo. Molly questa volta non glie l'avrebbe fatta passare liscia.

Remus aveva lasciato un bigliettino.

 

Sono partito un po' prima per vedere se serviva un una mano. Muoviti.

Ps: grazie del regalo. Buon Natale anche a te ciccia.

 

Prese i pacchetti da sotto l'albero e si smaterializzo su ciglio della porta di Grimmould Place. Quando la porta si aprì vide la signora Weasley rossa di rabbia.

"Ti sembra questa l'ora di arrivare?" la rimproverò agitando il dito indice.

"Scusami, ma il lav…".

"Il lavoro, sempre il lavoro. Ci sono cose più importanti. Ad esempio la tua famiglia, io, che avevo preparato il pranzo per poterlo gustare tutti insieme. Invece no, mai una gioia".

Già, la sua famiglia. L'avevano accolta come una figlia. E purtroppo la trattava come un figlia. Si beccava tanti di quei rimproveri dalla signora Weasley da farla sentire in colpa. Come in quel preciso istante.

"Suvvia cara, calmati" intervenne il marito per placare l'ira della moglie. Arthur le venne incontro con la sedia a rotelle. Ora stava meglio. Ma se l'era vista brutta quella sera dopo l'attacco di quel dannato serpente. Elena si chinò per abbracciarlo e le sorrise. "Povera ragazza, l'hai bloccata sulla porta, con questo freddo. Entra entra" la invitò il signor Weasley. Ormai Grimmould Place era la casa di tutti. 

Mentre si avviava verso la sala da pranzo sentì lo sguardo di Molly ancora puntato su di lei. 

"Buon Natale" disse Elena ai presenti che stavano mangiando il dolce. 

Si creò un po' di caos quando la ragazza diede ad ognuno di loro il proprio regalo. Appena Harry si vide porgere il regalo da Elena rimase un po' sorpreso. Non se l'aspettava. Si conoscevano da così poco tempo, pensò il ragazzo. Ma la verità era che lei lo conosceva da quando era nato e che non era nemmeno la prima volta che gli regalava qualcosa. Lui era talmente piccolo all'epoca , non poteva di certo ricordarselo. Le sorrise e lo scartò. Era una cornice. Nella fotografia c'erano i suoi genitori. Lily era incinta, aveva un pancione enorme. Ridevano entrambi. Erano felici, stavano insieme. Erano vivi.

Alzò lo sguardo dalla foto sul viso di lei. Non sapevo cosa dire. Era il regalo più bello che gli avessero mai fatto. Sussurrò un 'grazie' e le sorrise.

Elena andò in cucina a prendersi un bicchiere di vino e fu seguita da Sirius.

"Il mio regalo?" le chiese lui.

"Dovrai aspettare ancora un po', non è una casa da far vedere in pubblico" rispose, stampandogli un bacio in bocca prima di tornare dagli altri.

Passarono il pomeriggio a giocare a stupidi giochi di società tipici dei babbani. Arthur sembrava l'unico entusiasta. Scherzarono e risero molto, e anche se per poco, si dimenticarono di Voldemort e dell'imminente guerra. 

Dopo cena Ginny sgattaiolò in camera sua dicendo che era stanca. Elena la raggiunse dopo qualche minuto.

"Posso?" domandò affacciandosi leggermente.

"Si" sospirò. Elena si sedette accanto a lei sul letto.

"Cosa c'è che non va?".

"Sono un po' triste" ammise Ginny.

"Per cosa?". Elena era figlia unica ma avrebbe tanto desiderato un fratello o un sorella. E ora aveva l'imbarazzo della scelta. Lei e Ginny erano molto legate, anche perché in netta minoranza, quindi si facevano scudo a vicenda e parlavano di cose private che di certo non potevi raccontare a Ron o a Fred e George. Elena vedeva in lei l'amica che aveva perso tanti anni fa, mentre Ginny la sorella che non aveva mai avuto.

"Ti sei mai innamorata?". La domanda sorprese un po' Elena. Ha problemi d'amore. Povero tesoro, pensò.

"Si certo. Però solo una volta". 

"Anche tu" aggiunse Ginny. 

"Già, ma sono stata meno fortunata di tua madre. Lei ha passato tutta la vita insieme all'uomo che amava. Io purtroppo no". Sorrise, pensierosa.

"E chi era?" chiese la ragazza incuriosita.

"Non te lo dirò mai".

"Me lo devi dire per forza" insistette Ginny.

"Io ti dico il mio, se tu mi dici il tuo".

Ginny sgranò gli occhi. E ora? Che faccio? Pensò.

"Non lo so, è imbarazzante". 

Elena alzò le sopracciglia mentre aspettava una confessione.

"Lui è fidanzato. E' un amore platonico, capisci?". Elena capiva eccome. C'era passata anche lei, come un po' tutte le donne.

"Lo sa che ti piace?"

"Per la mutande di Merlino, no. Se così fosse non uscirei più di casa". Era così tragica. Elena sorrise. Come era semplice la vita a quell'età, dove il problema più grande era questo, mi amerà o no?

"Dai dimmi chi è?" continuò Elena.

"Solo se me lo dici anche tu" si impuntò la piccola Weasley.

"Ok, allora. Al mio tre lo diciamo insieme". Ginny annuì euforica.

"Uno…due…tre!" scandì bene i numeri.

"Harry".

"Sirius".

Si fissarono in silenzio per alcuni secondi e poi scoppiarono a ridere. 

"Ti piace Harry Potter? Il migliore amico di tuo fratello? Stai messa peggio di me".

"Non credo proprio. Il tuo non può uscire di casa sennò torna ad Azkaban". Aveva ragione. Che vita di merda, pensò Elena.

"Con chi è fidanzato?" chiese curiosa. Si era persa qualcosa.

"Cho Chang, una Corvonero" disse sconsolata.

"E' carina?"

"Purtroppo si. Cosa devo fare?".

"Aspettare che si lascino?". Non era brava a dare consigli d'amore, non era il suo campo. Lily era brava in quello. Il ricordo dell'amica l'inondò di nostalgia e tristezza. Ultimamente pensava spesso a lei. Il ritorno di Voldemort voleva dire che James e Lily erano morti invano.

"E se non succedesse?" era terrorizzata dall'idea. Si stava immaginando il matrimonio, i loro figli. Un incubo.

"Prova a dirgli cosa provi per lui".

"Ma sei matta? Come hai fatto a conquistare Sirius? Sei un disastro" disse Ginny.

"Una storia lunga, lascia perdere". Alzò le spalle e sospirò. 

"Sono troppo curiosa, devi raccontarmi tutto". Sul viso aveva stampato un sorriso a trentadue denti e la guardava con sguardo pregante. Come poteva dirle di no?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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