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Autore: Carmelo98    04/06/2013    2 recensioni
If we could only have this life for one more day..
Genere: Generale, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mary...





“Siamo quasi arrivati Mary” disse Harry, dopo aver notato la mia impazienza. Erano trenta minuti che eravamo in macchina, e lui non aveva voluto spiccicare mezza parola su quale fosse il luogo in cui mi avrebbe portato.
Non ci trovavamo più a Londra, ci stavamo dirigendo lontano da quella città, e sinceramente, data la mia ignoranza in materia, non riuscivo a capire dove ci trovassimo.
In quei pochi mesi di conoscenza, avevo capito che Harry era un tipo imprevedibile. Ogni cosa che faceva era avvolta in un alone di mistero, che rendeva il tutto ancora più meraviglioso.
Poco dopo svoltò lungo una stradina di campagna ed accostò vicino una spiaggia.
“Harry dove stiamo andando?” chiesi sempre più curiosa, dopo che mi ebbe fatto scendere dalla macchina.
“Chiudi gli occhi, è una sorpresa. Ehi, attenta al gradino!” disse ridendo.
“Puoi aprire gli occhi” disse quasi sussurrando vicino il mio orecchio.
Ciò che vidi dinanzi a me mi fece rimanere a bocca aperta.
Lungo la sabbia c’erano tante candele accese che formavano un cuore, al cui interno c’erano tanti petali di rose, che adornavano l’intera spiaggia.
Era un qualcosa di meraviglioso, cazzo!
“Ha..Ha..Harry, ti giuro, ho le lacrime agli occhi, non ho parole cazzo!” dissi singhiozzando.
Davvero non ci potevo credere, quello che avevo davanti  era uno spettacolo, e nessuno mi aveva mai fatto qualcosa di cosi “amorevole”. La mia vita era la classica vita da maschiaccio: i ragazzi mi evitavano, quei pochi che mi erano piaciuti non avevano mai avuto intenzione di farmi sorprese, per cui i miei ideali non erano mai arrivati a ciò.
“Mary, io ti amo” disse Harry avvicinando le sue labbra alle mie. Ricambiai subito quel bacio: avevo le farfalle nello stomaco, non avrei mai pensato che un giorno qualcuno mi avesse preparato tutto ciò.
Le nostre lingue iniziarono a toccarsi, a cercarsi, a giocare fra di loro creando un’atmosfera bellissima attorno a noi, dopodiché mi prese in braccio e mi poggiò sui petali, sdraiandosi su di me.
Continuammo a baciarci per un po’;non credevo di provare qualcosa verso Harry, forse non provavo nemmeno nulla di concreto, ma in quel momento il mio cuore voleva quello, voleva essere stretta fra le braccia di Harry, essere riscaldata dal suo calore, essere amata.
“Sei pronta?” mi chiese sussurrando mentre continuava a baciarmi lungo l’orecchio nel modo più dolce che potesse esistere.
“Sono tua, per questa sera”. Non feci nemmeno in tempo a dirglielo, che dolcemente mi iniziò a togliere il vestitino prestatomi poco prima da Mary.
Ero stupita da quanta cura avesse nei miei confronti, di come ogni suo gesto fosse fatto per farmi stare bene,e devo ammettere che ci stava riuscendo perfettamente.
In poco tempo rimasi in mutande e reggiseno, e per mia fortuna quella sera non faceva freddo, o almeno, con lui non sentivo freddo. Continuò a baciarmi lentamente lungo il ventre, per poi arrivare al basso ventre, ed era cosi bravo, che dentro mi sentivo morire dalla gioia che mi portavano i suoi baci.
Lo facemmo per tutta la notte fino allo sfinimento, fino allo stremo delle sue e delle mie forze, che si andavano sempre più consumando.
“Mary, ti amo, ti amo, ti amo,quante volte te lo devo dire?” disse Harry, che nel frattempo aveva provveduto ad usare il suo giaccone come coperta.
“Sei ancora più bello nudo, lo sai?” dissi accennando una risata.
“Allora non immagini quanto tu possa essere bella” disse facendomi  perdere nei suoi occhi.
Le emozioni che stavo provando erano le stesse che qualche mese prima avevo provato per Zayn, in quel letto, nella casa di Jane.
Ma Harry mi aveva fatto sentire bene, mi aveva fatto sentire la sua principessa per una nottata.
E non era il momento di pensare a Zayn, di piangere sul passato.
“Mary, ti vedo pensierosa, c’è qualcosa che non va?” chiese Harry continuando ad accarezzarmi con le sue grandi mani calde lungo una delle mie guance.
“No, niente, stavo solo pensando a delle sciocchezze”.
“Pensare a Zayn non credo sia una sciocchezza per te, vero? Credi che non sappia che nella tua testa continua ad esserci  Zay?”
“Harry io provo qualcosa per te, non posso negarlo, certo! Ma nel frattempo amo Zayn, nonostante quello che sia successo!”
“Dai, è tardi, è ora di andare Mary, non voglio intrattenerti per troppo tempo qui” disse Harry, infastidito dalla situazione venutasi a creare.
 Ma non volevo farlo stare cosi, lo volevo bene, lo amavo, non so nemmeno cosa provavo per lui, ma non volevo stesse male!
Non feci finirlo di alzare che senza nemmeno parlare mi ci aggrappai addosso e iniziai a baciarlo con tutta la passione che avevo.




Zayn...





“Zayn potresti provare a chiamarla, no? Magari provate a discuterne, non ti voglio vedere cosi!” disse Liam vedendomi in lacrime.
Non potevo dimenticare Mary, non potevo, cazzo! Era troppo difficile dimenticare la donna che aveva fatto parte di me, che FACEVA parte di me, la donna che avevo amato, che AMAVO, l’unica che con uno sguardo mi faceva sorridere, che riempiva le mie giornate con il suo meraviglioso sorriso!
Eppure, adesso non c’era più, dovevo dimenticarla, e tutto per colpa mia, e, ovviamente, di quell’essere che viveva dentro di lei.
Probabilmente se non ci fosse stato, se non fosse accaduto tutto quel che era accaduto, io e Mary saremo stati seduti l’uno al fianco dell’altra abbracciati, come spesso facevamo.
O probabilmente era destino che sarebbe andata cosi. Chissà.
“La chiamo per farmi mandare a quel paese?” dissi singhiozzando.
“La chiami per riprovarci” rispose Liam guardandomi negli occhi.
“Ma è presto, dai, sono appena le otto del mattino. Se non fossi rimasto qui a dormire con me anche tu staresti ancora a riposare! Domani Lee, per favore” dissi perdendo sempre di più le speranze.
“Adesso le invio un messaggio per vedere se è sveglia” disse Liam fregandosene della mia supplica.
Prese immediatamente il telefono e inviò un messaggio a Mary, la quale rispose dopo qualche minuto con un semplice “si”.
“Zayn, forza, fai l’uomo su!” disse Liam incoraggiandomi e cingendomi in un abbraccio.
Dopo qualche minuto passato a ripulirmi dalle lacrime, presi titubante il telefono e composi quel numero che tanto volte avevo chiamato.
Squillava, ma non arrivava nessuna risposta, finchè:
“Cosa vuoi?”
Aveva una voce cosi bella.
“Ehm, ciao Mary, come va?” chiesi con un nodo alla gola strettissimo.
“Non credo ti interessi”. Deglutii.
“Mary, vorrei parlarti, spiegarti alcune cose, dove sei?  Magari ti raggiungo!” dissi accennando un sorriso.
“Zayn, forse questo non è il momento giusto, adesso proprio non posso, dai, facciamo un altro giorno”
“Perché Mary? C’è qualcosa che non so? Se non vuoi, puoi dirmelo, non ti preoccupare, me ne farò una ragione!”
“No no, è che ci sono ospiti qui da Jane, non è il momento!” disse Mary nervosa dall’altro lato del telefono.
“Alle otto del mattino? Chi c’è con te?”
“Zayn, ehm, in realtà qui c’è Ha.. Zayn qui c’è Harry!” disse imbarazzata.
“Ah” dissi chiudendo la telefonata.
Ero infuriato. Mentre io ero lì, a soffrire con il mio migliore amico, lei si era divertita con quella specie di uomo.
“Zayn, cosa è successo?” chiese Liam spaventato.
“Liam, ci vediamo più tardi, vado a comprare le sigarette” dissi mentendo spudoratamente.
Le mie intenzioni non si fermavano alle sigarette, volevo andare a casa di Jane, volevo picchiare quello stronzo fino a rimanerlo a terra quasi morto, e poi volevo guardare un’ultima volta Mary, guardare un’ultima volta quella donna che mi aveva cambiato.
Presi  con uno scatto le chiavi della macchina, e fatto uscire Liam, che aveva capito la situazione, chiusi dietro di me la porta di casa.
Non appena accesi la macchina, poggiai con tutta la mia forza il piede sull’acceleratore. Fortunatamente possedevo una macchina veloce.
Dopo aver preso le sigarette, non feci nemmeno in tempo ad entrare in macchina, che già ne accesi una. Ripartii immediatamente accecato dalla rabbia, accecato dal dolore, accecato dall’odio, accecato dalla vita.
Una vita che con me, sin dalla mia infanzia, era stata infame. Una vita che non mi aveva mai aiutato, aveva preferito guardarmi lentamente cadere nel baratro, che mi aveva regalato il successo, si, ma con tutti i suoi contro.
Una vita dura, la mia, difficile. Sin da bambino non avevo mai avuto una famiglia, una famiglia che mi volesse bene. Da adolescente venivo picchiato dal gruppo di bulletti, ragion per cui avevo deciso di iniziare a fumare. Qualche anno e decisi di passare alla droga. Non droga leggera, anzi, droga pesante.
Quella notte avevo rischiato il peggio. Avevo 16 anni, per l’ennesima volta mio padre aveva picchiato mia madre, e, stanco di quella situazione, decisi di andare a sballarmi da qualche parte.
Decisi di fermarmi in una discoteca poco distante da casa mia. Ricordo ancora la luce bassa, le donne provocanti che, accompagnate da alcuni uomini, andavano in bagno, per poi tornare tutte sfatte e al massimo dell’eccitazione. Io probabilmente ero uno dei pochi ragazzi, uno dei pochi giovani che popolassero quella discoteca, uno dei pochi “innocenti”.
Feci scendere nel mio fegato alcool a quantità, finché non si avvicinò un uomo che mi propose un drink con “la polvere bianca”. Quella polvere bianca era buonissima, tanto che me ne feci dare un bel po’. Ma era talmente buona, che probabilmente esagerai, e caddi a terra. Nelle mie orecchie rimbombano ancora le urla di panico,e ricordo ancora il terrore negli occhi di tutti, il dolore lancinante e poi, il buio. Il buio più totale.
Improvvisamente frenai e diedi un pugno contro il volante. Perché tutto quel dolore? Perché proprio io? Cosa avevo fatto di male? 

  
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