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Autore: evilqueen82    04/06/2013    1 recensioni
Sara Alyson Angels e Amanda Melody Rubens frequentano il penultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
La prima risiede nei Corvonero, è intelligente e studiosa , l'altra invece è una tassorosso impulsiva e un po' pasticciona.
Sarah pensa allo studio e finisce per una serie di rocambolesche circostanze nel mirino dell'interesse di Malfoy: il giovane Serpeverde che lei detesta non troppo cordialmente.
Mandy invece è innamorata senza speranza di Harry Potter che, tuttavia, sembra completamente ignorarne persino l'esistenza..
Tra complotti, bugie, incantesimi e gravi pericoli ,le vite dei quattro stanno per cambiare indissolubilmente e legarsi e cambiare per sempre.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Dicembre 1996 – Gita ad Hogsmeade.

(Pov Sara)

Quando mi alzai, osservai i fiocchi di neve che cadevano copiosamente dal cielo plumbeo e con un sorriso mi affacciai alla finestra della torre di Corvonero.

Osservai il parco di Hogwarts già quasi del tutto immacolato e il lago che si stava a poco a poco gelando: tra pochi giorni avremmo persino potuto pattinarci nel tempo libero, dopo le lezioni.

Fu con un entusiasmo quasi puerile che mi svegliai quel Sabato mattino, preparandomi per l’uscita a Hogsmeade.

Non potevo farci nulla: l’avvicinarsi del periodo natalizio mi entusiasmava come quando, da bambina, passavo le giornate di fronte ad un caldo camino, leggendo libri e bevendo cioccolata calda.

Indossai un paio di jeans scuri a vita bassa, una lunga camiciola bianca con sopra il panciotto che si legava dietro la nuca abbinato e gli stivali di camoscio.

Presi dall’armadio lo spolverino nero che avrei indossato e mi affrettai a scendere in Sala Grande per colazione.

Solo Merlino sapeva quanto avessi bisogno di un po’ di svago: quei primi mesi erano stati davvero stressanti per la mole sempre più gravosa di compiti e per gli orari massacranti.

Ma soprattutto, e questo era il mio problema principale, ero perseguitata dagli incubi.

Almeno una volta a settimana mi svegliavo madida nel mio letto: rivedevo gli occhi maligni e perfidi di Draco Malfoy, sentivo le sue mani sul mio corpo, gelide ed avide nel toccarmi, prepotenti e predatrici.

Fuggivo sempre dal suo sguardo in Sala Grande e nelle lezioni in comune ma avevo la sensazione del suo sguardo addosso.

Mi domandai per quanto tempo avrei potuto mantenere quel segreto tanto gravoso.


 

(pov Amanda)

Come tutte le mattine mi svegliai i in ritardo e arrivai a colazione gli ultimi 5 minuti.

Presi posto accanto a Sarah dandole il buon giorno e feci colazione spiando di nascosto Harry al suo tavolo.

Naturalmente negli ultimi due mesi non c’erano state significative novità nel nostro rapporto: non avevamo avuto più occasione, scolastica o meno, di sedere accanto e neppure di scambiarci il buongiorno.

E, malgrado la mia inquietudine e amarezza, mi andava bene per non rischiare di svelare o lasciar trapelare i miei veri sentimenti.

Mi accontentavo così: cercandolo con lo sguardo in Sala Grande o in un’aula scolastica, osservandone gli allenamenti o ascoltando in segreto la sua voce nel parco durante le mie passeggiate.

Sospirai, continuando ad osservarlo.


 

(Pov Draco)

Me ne stavo seduto in sala grande, annoiato come sempre dall’insulso ciarlare di Pansy Parkinson.

Con lo sguardo ricercavo quegli occhi azzurri che avevo fatto tremare di paura, una notte di fine settembre.

La Angels.

Per qualche motivo non ero ancora riuscito a rimuovere quell’immagine dalla mia mente, malgrado fossero passati più di due mesi.

Talvolta anche nel buio della stanza mentre cercavo di prendere sonno, ma non riuscivo ad addormentarmi, socchiudevo gli occhi.

Mi sembrava quasi di ricordare esattamente il calore di quel corpicino e il suo

profumo intenso ma stuzzicante.

Da allora non c’eravamo più parlati: mi evitava e sfuggiva il mio sguardo e più si comportava così e più mi attirava.

Ma quel giorno avrei approfittato della gita per avvicinarla.

Oh si! Pensai tra me e me.


 

(pov Harry)

Si svegliò quando il chiacchiericcio nel suo dormitorio lo scrollò quasi violentemente dal suo sonno pacifico.

Si strofinò la mano sul viso, scostandosi i capelli scarmigliati dal volto e allungò il braccio per inforcare i suoi occhiali.

Si ricordò che era Sabato e che era stata programmata la gita ad Hogsmeade per il ciarlare allegro dei ragazzi che stavano scegliendo i loro abiti dall’armadio.

Tutti tranne Ron.

Il suo amico si era infortunato durante l'ultima partita di Quidditch ed era stato trattenuto in infermeria da Madama Chips, che gli aveva anche vietato di ricevere visite , dopo l'ultimo scherzo dei gemelli , rei di che aver infilato dei petardi sotto i letti degli altri pazienti.

Harry alzò gli al cielo e si ricordò che neanche Hermione ci sarebbe stata, avrebbe trascorso l'intera giornata in biblioteca a prepararsi per l'ultimo esame prima delle vacanze.

Il che comportava il cercarsi un ripiego.

Sospirò tra sé e si vestì, dopo una rapida doccia indossò: un maglioncino a strisce orizzontali azzurre e verdi, sopra la camicia bianca e un paio di jeans e ai piedi un paio di scarpe da ginnastica smesse.

Scese in Sala Grande ancora sbadigliando e fece colazione svogliatamente, ascoltò qua e la qualche conversazione ma senza partecipare a nessuna e fu completamente ignaro dei sguardi languidi di Ginny e di quelli più discreti di Amanda

Si alzò come il resto della scolaresca e salì sulla carrozza con i suoi compagni di dormitorio.


 

(Pov Sara)

Ricambiai il saluto di Amanda ma feci colazione tenendo gli occhi costantemente fissi

sul mio piatto: avevo la sgradevole sensazione – o forse era meglio definirla paranoia! – che Draco Malfoy stesse continuando a fissarmi.

Non fui molto di compagnia e soprattutto non avevo trovato il coraggio di confidare ad Amanda quello che era successo con Malfoy qualche mese prima: avevo il timore che riparlarne avrebbe reso i ricordi ancora più reali.

Invece, così, vivevo nella speranza di riuscire presto a lasciarmi tutto alle spalle: dopotutto, mancava solo un anno scolastico ai MAGO, dopodiché non ci saremmo mai dovuti incontrare.

O almeno lo speravo.

Alzai lo sguardo su Amanda e notai il suo sguardo altrettanto vacuo mentre osservava il tavolo dei Grifondoro ma volli rispettare le sue silenziose riflessioni.

Dopotutto avremmo avuto tutto il tempo quel pomeriggio per parlarne tra noi, lontane da orecchie indiscrete.

Uscimmo da scuola, dirigendoci verso il cancello in cui ci aspettavano le carrozze e mi morsi il labbro quando Malfoy avanzò verso di noi.

Stammi vicino”. Sussurrai ad Amanda e la trascinai letteralmente su una carrozza dove erano rimasti solo due posti liberi.


 

(pov Harry)

Il piccolo villaggio somigliava vagamente ad una di quelle cartoline di Natale che spesso i parenti mandavano ai Dursley durante le loro vacanze natalizie.

Un presepe magico.

Tutti i negozi esibivano già ghirlande e decorazioni agli usci e alle vetrine e il vento gelido schiaffeggiava i volti degli astanti che si rifugiavano nelle botteghe o, soprattutto, nel locale di Madama Rosmerta per sorseggiare burro-birra di fronte ad

un bel fuoco scoppiettante.

Il giovane Potter affondò le mani nelle tasche, ancora avvolto nella sciarpa di Grifondoro e nel cappotto scuro, osservando il suo respiro condensarsi.

Non si sentiva particolarmente loquace quel giorno, era quasi un bene che Ron ed Hermione non ci fossero – si congedò da Dean e Seamus che si erano intrattenuti nel negozio di Zonko.

Camminò per conto suo, con la mente che continuava a vagare, quasi con ridondanza, su quelle lettere che teneva ben nascoste nel suo baule.

Era da qualche settimana che gli venivano recapitate: o meglio se le trovava di fronte quando scendeva in Sala Grande, nel posto che di solito occupava.

Non vi era firma completa ma riportavano parole di profonda ammirazione che serbavano un calore che lo aveva emozionato nel momento in cui le aveva lette.

Erano parole molto semplici ma lo avevano colpito dritto al cuore.

Sospirò e si passò una mano tra i capelli, osservando distrattamente le facce dei passanti, domandandosi ancora di chi si potesse trattare.

Rabbrividì ad una folata di vento e si rifugiò ai Tre Manici di Scopa.


 


 

(Pov Draco)

Arrivai al villaggio di cattivo umore: avrei potuto salire in carrozza ad infastidire la Angels ma quella mocciosa vigliacca mi era sfuggita nuovamente portandosi dietro quel pachiderma1 – con una criniera al posto dei capelli – della sua amica.

Mi toccò fare il viaggio con Pansy che ciarlava tutto il tempo.

Ma non appena scesi dalla carrozza la seminai con una scusa e dopo un vano girovagare solitario, vidi finalmente la mia vittima disegnata seduta a bere una burro birra.

Sorrisi e mi passai una mano tra i capelli con misurato fascino, sbottonandomi il lungo cappotto e mi avvicinai al loro tavolo.

Prima che potessero rendersi conto della situazione, presi posto tra lei e la sua amica.

Le passai un braccio sulle spalle e la guardai ammiccante.

Allora Angels… quanto tempo, ti sono mancato?”.Le chiesi con fare suadente, inarcando le sopracciglia beffardo.

Scommetto mi hai sognato ogni notte”. Le sussurrai roco all’orecchio specialmente l’ultima parola.


 

(Pov Sara)

Fui grata del fatto che Amanda non mi pose domande imbarazzanti malgrado il mio comportamento non tutto ordinario.

Trascorsi tutto il viaggio guardandomi nervosamente attorno, quasi temendo il ragazzo potesse avvicinarsi inavvertitamente.

Mi rilassai solo quando giungemmo tutti a Hogsmeade e ci disperdemmo in vari gruppi e chiacchierai piacevolmente con la mia amica, combattendo con il vento che mi scompigliava i capelli.

Rilasciai un sospiro soddisfatto quando entrammo nei Tre Manici di Scopa e il calore della Burro-birra mi fece avvampare le gote.

Stavo sorseggiandola in piena pace e tranquillità quando Draco Malfoy entrò a sua volta nel locale e sentii il mio cuore scalpitare: il suo sguardo di ghiaccio mi sfiorò e avrei voluto scappare o semplicemente liquefarmi e scomparire.

Merlino, fa’ che non si avvicini.

Fa’ che non si avvicini.

Fu con un gemito strozzato, invece, che si frappose tra me e Amanda – ignorando quest’ultima – e mi cinse le spalle con un braccio.

Lo guardai sgomenta e quando mi parlò all’orecchio rabbrividii.

Non era solo l’imbarazzo di trovarselo così vicino ma il ricordo di quanto successo tra noi qualche mese fa.

Trasalii e con un gemito mi scostai per sottrarmi alla sua pressione e vicinanza.

M-Malfoy”. Boccheggiai con voce tremula.

Cosa… cosa ci fai qui?”. Commentai stordita e senza fiato.


 

 (Pov Draco)

Sono qui per scaldarmi”. Le risposi guardandola in modo ammiccante e provocatorio, facendole bene intendere quale fosse la fonte di calore cui stavo alludendo.

Sorrisi delle sue gote arrossate e del verso strozzato che le sgorgò dalle labbra.

Sai fuori si gela – continuai con tono indolente e strascicato – magari ci riesco, con l’aiuto di una burro birra e di una dolce compagnia”. Sussurrai appena l'ultima parola facendole l'occhiolino e poi iniziai ad accarezzarle i capelli.


 

(pov Amanda)

Vidi Malfoy avvicinarsi e scansarmi in modo brusco mettendosi vicino a Sara e bisbigliandole parole all’orecchio.

Non capivo bene cosa le stava dicendo ma intuivo che la mia amica era in difficoltà e decisi perciò d’intervenire .

Ehm”.

Toccai la spalla del ragazzo con un dito per richiamarne l’attenzione.


 

(Pov Draco)

Mi sentii toccare le spalle e richiamare dall’amica di Sarah.

Ehi e tu chi saresti?”. Le domandai squadrandola da capo a piedi con un sopracciglio inarcato e l’espressione indifferente e sprezzante.

Oltretutto stava interrompendo la mia opera di seduzione.


 

(pov Amanda)

Sono un amica di Sarah, noi stavamo parlando e tu sei venuto al nostro tavolo senza che ti avessimo invitato e ci hai disturbate”. Risposi incrociando le braccia e guardandolo scornata, squadrandolo con lo stesso disprezzo ma parlando con tono pacato e severo di chi si rivolge ad un bambino particolarmente capriccioso.

Gradiremmo entrambe che te ne andassi”.


 

(Pov Draco)

Emisi un verso sprezzante di incredulità e di sardonico divertimento.

E tu che ne sai di ciò che vuole la Angels: non lo vedi che è pazza di me?”. Sogghignai e ammiccai in direzione della biondina, cingendole maggiormente le spalle con un braccio e riprendendo a sfiorarle indolentemente i capelli con la mano.


 

(pov Amanda)

Io vedo che le stai dando fastidio, vattene subito”. Commentai con intonazione autoritaria.


 

(Pov Draco)

Ma vattene tu, razza di pachiderma che non sei altro”.

Le risposi con un vago cenno del mento indicandole la porta di ingresso per poi voltarmi di nuovo verso la Corvonero, non dandole neppure tempo e modo di rispondere.

Allora bambolina… che ne dici se facciamo un’altra ronda insieme?”. Le domandai in tono suadente e roco, sfiorandole l’orecchio con la mia voce e facendo allusione a quell’episodio che ci aveva visti protagonisti.

Ero certo non avrebbe potuto dimenticarlo, neppure volendo, ma fu un’immane soddisfazione quando mi parve impallidire.


 

(pov Amanda)

Ehi, Malfoy”. Lo richiamai ad alta voce, dopo essermi alzata in piedi.


 

(Pov Draco)

Mi girai intenzionato a zittire quella fastidiosa ragazzina, una volta per tutte.


 

(pov Amanda)

Beccati questo, idiota!”.

Gli rovesciai in testa la mia pinta di Burro-birra e appoggiai poi il bicchiere vuoto sul tavolo, guardandolo con le braccia incrociate al petto.

Così impari a chiamarmi pachiderma”.

Sorrisi sferzante, ignorando il brusio crescente a quel mio gesto, fissandolo di sbieco con una smorfia disgustata.

E adesso vattene!”. Gli intimai, puntandogli contro la mano a pugno.

Un chiaro messaggio di ciò che sarebbe seguito se non avesse seguito il mio “amichevole” consiglio.


 

(Pov Draco)

Se avessi potuto ammazzare con le mie mani quella specie di gorilla in gonnella non ci avrei pensato due volte.

Nessuno aveva mai osato trattarmi in quel modo ma non potei fare nulla: tutti gli avventori, compresi gli insegnanti avevano assistito ed erano ammutoliti.

Ciò non agevolò il mio orgoglio ma mi fece stringere i pugni lungo i fianchi non sentendo neppure il fastidio per la bevanda che mi stava gocciolando dai capelli, bagnandomi le vesti pregiate.

Nell’aria vi era una silenzio carico di tensione.

Mi costrinsi ad alzarmi e andarmene: dentro di me già meditavo un modo di farla pagare a quell’ignobile essere.


 

(pov Amanda)

Vidi con sollievo Draco allontanarsi.

Mi accorsi solo in quel momento che tutti gli sguardi erano puntati su di me: persino Harry mi stava guardando.

Harry che dalla lite in Erbologia di due mesi prima non mi aveva più rivolto la parola e neppure lo sguardo.

Cercai di non pensarci e mi preoccupai per Sarah che era sconvolta:

Stai bene, tesoro?”. Le domandai dopo che ero tornata a sedermi.


 

(Pov Sara)

Avevo assistito senza alcuna partecipazione a quel breve litigio tra Amanda e Malfoy: nel momento esatto in cui mi si era seduto accanto e, con voce roca e sensuale, e gesti suadenti e delicati mi aveva sfiorato; nella mia mente avevo rivissuto quella notte di fine Settembre

Avevo cercato di rimuovere quell’esperienza dolorosa ma a nulla erano valsi i miei

tentativi e quando lo avevo sentito fare allusione ad una possibile ronda futura, il mio cuore aveva avuto un tuffo, quasi – dietro quel tono vellutato e quel fare sensuale – si nascondesse un’implicita minaccia.

O un avviso.

Neppure mi ero accorta del trambusto che si era creato e non avevo riso quando Amanda aveva dato il ben servito a quel viscido verme, umiliandolo pubblicamente.

Lo avevo semplicemente guardato andarsene mentre di fronte agli occhi rivivevo, più viva che mai, quella scena notturna.

Mi morsi il labbro e quando Amanda mi si sedette vicino, cercai di riprendere un po’ di Burro-birra con dita tremanti.

Ne assaggiai un sorso e quel fluido caldo mi inondò piacevolmente, mentre mi passavo una mano tra i capelli.

Scossi la testa.

No : è un incubo che ritorna”.Sussurrai con voce tremante e mi ritrovai a raccontarle tutto: le parole mi uscivano fuori senza che ne avessi il controllo, non riuscendo più a reggere un simile segreto.

Credevo… ho temuto il peggio”. Conclusi con voce ancora mortificata ed intrisa di vergogna.


 

(pov Harry)

Si avvicinò al balcone di Madama Rosmerta e ordinò una sola Burro-birra: faceva davvero uno strano effetto ritrovarsi in quel locale e soprattutto da solo.
Aggrottò le sopracciglia e controllò un’altra volta l’orologio: quella giornata sembrava davvero infinita.

Persino quella che avrebbe dovuto essere una mattinata di piacevole relax, diveniva soporifera quasi quanto le lezioni di Storia della Magia, quando non si aveva qualcuno con cui trascorrerla.

Aspettò che la cameriera gli servisse la bibita e fece vagare lo sguardo nel locale caldo e appiccicaticcio, alla ricerca di un tavolo libero ed appartato.

Fu in quel momento che notò che Draco Malfoy si era seduto tra due ragazze: una Corvonero di cui non ricordava il nome e la Rubens.

Quest’ultima si stava accanendo contro quel viscido essere platinato e, suo malgrado, si ritrovò ad osservarne i gesti carichi di rabbia e di disprezzo.

Conosceva bene quel cipiglio furioso ed indignato: era lo stesso che le aveva rivolto quando, inviperita, si era alzata dal pavimento della serra e aveva inveito contro di lui.

Non c’era più stata occasione di parlarsi e Harry si era ben guardato dal dover svolgere di nuovo qualche mansione scolastica con lei.

Aveva finito con il riporre in un angolo remoto della sua mente quello spiacevole episodio, eppure vederla in quel momento ebbe un effetto completamente diverso.
Questa volta stava proteggendo con tanta passione e rabbia la sua amica in difficoltà: persino i lineamenti contratti, gli parvero assumere una sfumatura più dolce e tenera.

Lo sguardo castano era quasi lucido, un particolare che non aveva mai notato ma che sembrava renderli ancora più vivi.

Si ritrovò a ridacchiare quando Malfoy, umiliato e inferocito, uscì dal locale con i capelli che ancora colavano, talmente indignato da non averlo neppure scorto.
Che adorabile peperoncino, quella Rubens.

Si riscosse dalle sue riflessioni quando la cameriera appoggiò il calice sul balcone, pagò e andò a sedersi: negli occhi ancora il viso avvampato e stizzito della giovane.


 

(Pov Amanda)

Ascoltai in silenzio il racconto di Sarah: non potevo credere alle mie orecchie.

Quel lurido bastardo”.Ringhiai a denti stretti.

Avrei dovuto prenderlo a pugni: se ti si avvicina lo castro, maledetto figlio di…”.

Notai il volto della mia amica farsi se possibile ancora più pallido; era evidente che la

sola idea di trovarselo ancora così vicino la traumatizzava.

Sospirai e le cinsi le spalle.

Mi dispiace tanto, Sarah”. Mormorai.

Non sapevo per cosa lo stessi dicendo.

Per quello che aveva vissuto e patito in silenzio a causa di quella serpe.

O perché le avevo innescato una nuova preoccupazione all’idea di affrontarlo per vendicarla.

Forse entrambi.


 

(Pov Sara)

Avevo continuato a tenere lo sguardo puntato sulla parete adiacente, senza in realtà vederla e rilasciai un profondo respiro: quasi quel racconto mi avesse completamente svuotata.

La cosa peggiore è che quando lo vedo, mi sembra di rivivere tutto”.

Rabbrividii mentre quegli occhi di ghiaccio sembravano un ricordo indelebile che mi avrebbe tormentato per tutto il resto dell’anno scolastico e quello successivo.

Fino a quando non avessi avuto la certezza di non doverlo più incontrare.

Mi sembra di sentire ancora la sua voce, di vedere i suoi occhi – presi un profondo respiro – anche se in fondo mi ha solo… accarezzato”.

Deglutii a fatica e mi passai una mano tra i capelli.

Ne evitai lo sguardo: quasi mi vergognassi di quella confessione ma anche perché leggere la sua pena e compassione mi avrebbe fatto sentire ancora più miserabile e vulnerabile.


 

(pov Amanda)

Sarah, se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti – iniziai con tono calmo e pacato salvo scuotere il capo, guardandola incredula – perché non me ne hai parlato prima?”.

La mia voce era uscita più roca mentre la guardavo con le sopracciglia inarcate.

Tenersi dentro una cosa simile, io lo ammazzo quel verme…”. Battei il pugno sul tavolo e la vidi trasalire.

Scusami un attimo, tesoro”. Mi alzai, con la scusa di comprare un’altra bibita, avendo bisogno di tranquillizzarmi per poterla confortare.

Mi sentii a disagio.

Fino a quel momento non mi aveva notato nessuno ma adesso tutti gli sguardi erano puntati su di me e molti, addirittura, mi fecero i complimenti.

Solo dal tavolo di alcuni Serpeverde, ricevetti sguardi pieni di odio.

I miei occhi si posarono su Harry: mi stava guardando e quando i nostri sguardi si incrociarono, mi sorrise.

Lo guardai scornata, presi la mia bevanda e tornai da Sarah.


 

(Pov Sara)

Sospirai: aveva perfettamente ragione.

Essersi tenuta una cosa del simile dentro non aveva fatto altro che farmela macerare ulteriormente: adesso mi sentivo come se un enorme fardello mi fosse stato tolto dal cuore.

Tuttavia non potevo ancora dirmi completamente serena: che cosa voleva ancora Malfoy da me?

Quella sera mi aveva minacciato e in modo piuttosto eloquente ma in quegli ultimi mesi non ci eravamo più avvicinati: o meglio ero io che me ne andavo prima che potesse anche solo avvicinarsi.

Ero dunque diventata la sua nuova ossessione? Per quanto tempo mi avrebbe perseguitata… avrebbe davvero voluto portare a conclusione le sue minacce?

Guardai la ragazza con un sospiro quando si accomodò di nuovo e scossi il capo.

Avrei voluto andare da Silente, dalla McGrannith… ma tu conosci i Malfoy: lui se la

sarebbe sicuramente cavata in qualche modo coi soldi di suo padre e tutte le loro conoscenze”.

Feci una smorfia disgustata a quel pensiero che non era altro che la verità senza contare che non bramavo che quella vicenda divenisse di dominio pubblico.

E poi non voglio che capisca quanto mi abbia turbata – mi passai una mano sul viso e scossi la testa – devo affrontare le mie paure, non posso continuare a fuggire ogni volta che lo vedo… devo imparare a difendermi con più grinta”.

Strinsi i pugni e uno nuovo sguardo determinato mi fece scintillare lo sguardo.


 

(pov Harry)

Sorseggiò avidamente la sua Burro-birra e provò subito sollievo per il gelo che gli si era insinuato fin quasi nelle ossa.

Socchiuse un poco gli occhi, godendosi quel momento di pace e di tranquillità, salvo far vagare lo sguardo sul locale, guardando distrattamente i volti delle altre persone.

Fu così che si ritrovò ad osservare la Rubens quando era tornata al balcone per prendersi un’altra bibita.

Ridacchiò ancora tra sé al ricordo di Malfoy bagnato e umiliato: il suo viso di solito pallido era rosaceo e aveva camminato in rapide falcate, come volendo sottrarsi rapidamente all’umiliazione pubblica.

Fu in quel momento che la giovane si voltò e i loro sguardi si incrociarono.

Questa volta, però, non rivide quello spiacevole episodio a lezione di Erbologia ma quella fierezza e determinazione con cui aveva difeso la sua amica.

Si ritrovò a sorriderle: un gesto di tacita stima e di simpatia.

Fu, invece, con un guizzo delle viscere che notò lo sguardo sbieco e il cipiglio arrogante che gli riservò.

Inarcò le sopracciglia e avrebbe voluto chiederle il motivo di tanta ostilità percepibile, non riuscendo a comprendere che cosa l’avesse scaturita.

Sospirò impercettibilmente salvo scuotere il capo.

Ciao Harry”. Si riscosse e alzò lo sguardo su Ginny Weasley che gli riservò un sorriso molto zuccheroso.

Posso sedermi con te?”. Senza attendere risposta gli si accomodò accanto e fu letteralmente invaso dal suo profumo.


 

(pov Amanda)

Hai ragione, impara a difenderti e comunque se ti fa di nuovo del male vienimelo subito a dire che ci penso io a quel bastar-..”.

Non conclusi la mia frase che vidi entrare Ginny Weasley e dirigersi di filato al tavolo di Harry.

Non potei fare a meno di guardarli e sospirare: quando Harry volse di nuovo lo sguardo turchese in mia direzione, lo fissai con disprezzo.

Sarei voluta andare al suo tavolo e rovesciare anche a lui qualcosa in testa.

Detesto i ragazzi”.Sospirai con tono amaro abbandonandomi contro lo schienale della mia sedia, improvvisamente stanca.

Non vedo l’ora di tornarmene al castello…”. Mi ritrovai quasi a dire a me stessa, volendo solo porre fine a quella giornata.


 

(Pov Sara)

Sorrisi alla mia amica e le strinsi la mano con un sorriso. ”Grazie… sei il mio angelo custode”.

Commentai con sguardo ancora addolcito e intenerito per il modo in cui si era fatta avanti e aveva pubblicamente umiliato quel viscido verme, allontanandomelo così… chissà per quanto.

Ma questa volta mi sarei fatta trovare più decisa e determinata: Draco Malfoy non doveva rendersi conto dell’agitazione che mi aveva suscitato in corpo e del turbamento che provavo tuttora, al ricordo.

Mi riscossi quando sentii il tono ringhiato di Amanda: seguii il suo sguardo e vidi Harry Potter assillato dalla sorella del suo migliore amico che stava cercando evidentemente di flirtare con lui, senza neppure riceverne assenso.

Io credo che il tuo non sia odio – feci schioccare la lingua sul palato e la guardai con il viso inclinato di un lato e un sorriso più civettuolo – sei solo gelosa”.

Scrollai le spalle.

Chissà, magari se lo trattassi un po’ meglio… potresti essere tu a sederti con lui al tavolo”.

Buttai lì, parlando con voce pacata e il sorriso divertito.


 

(pov Harry)

Harry sospirò impercettibilmente.

Aveva sempre portato il massimo rispetto ai Weasley: la vera ed unica parvenza di famiglia che avesse mai avuto.

Provava un affetto fraterno per Ginny e si sentiva in dovere di salvaguardarla e proteggerla, come quando era riuscito a toglierla dalle grinfie di Tom Riddle.

Ma non aveva mai ricambiato la sua fervente passione e sperava che con il tempo lo avrebbe compreso e avrebbe smesso di riservargli simili attenzioni.

Non avrebbe voluto ferirla ma non poteva decisamente assecondarla con troppa enfasi.

Come stai? - gli domandò lei – Ron ed Hermione non ci sono… temevo ti sentissi solo”.

Il giovane si sforzò di sorridere, salvo scrollare le spalle.

A volte la solitudine è molto… rilassante”. Commentò tra sé e distolse lo sguardo, incrociandolo di nuovo con quello della Rubens che gli riservò un’altra occhiataccia scornata.

Sentì un sordo tonfo al petto.

Perché ce l’ha tanto con me?!


 

(pov Amanda)

Ti devo confessare una cosa Sarah”. Mi sentii dire con voce fluida e spontanea: quasi fosse stato scritto che quel giorno, in quel tavolo di Hogsmeade, le avrei rivelato quel segreto che mi portavo dentro.

Le raccontai delle lettere e della sciarpa rossa e il dolce al cioccolato con un biscotto dalla forma di Harry che avevo preparato per lui.

Di come li avessi fatti recapitare sul suo letto da un gufo della scuola per non destare sospetti.

Non posso Sarah: se ho attirato la sua attenzione è perché l’ho trattato di merda”.

Scossi il capo, guardandola negli occhi per farle meglio intendere le mie parole.

Se gli avessi sbavato dietro come fanno tutte non mi avrebbe mai notata”.

Sospirai e tornai a guardare la coppietta con un moto di irritazione.

E comunque, se gli fossi interessata, non sarebbe stato lì ad aspettare quella smorfiosa”. Continuai con tono obiettivo e logico nell’affermare quell’evidente verità.

Non ho speranze”. Sussurrai infine con un sospiro stanco e avvilito.


 


 

(Pov Sara)

Ascoltai attentamente quel racconto di Amanda e mi ritrovai a sorridere quando mi disse di quelle lettere con quel piccolo omaggio, guardandola intenerita.

Era davvero un’idea molto romantica: ricordava le lettere d’amore che in tempi antichi i cavalieri scrivevano alle loro dame e non potei che sorridere a quel pensiero.
Se si aggiungeva al romanticismo, il mistero, sembrava un mix davvero letale per la curiosità di uno come Harry Potter.

Lo guardai mentre era seduto al tavolo con Ginny: quest’ultima gli sorrideva con fare zuccheroso e smielato mentre il giovane sembrava sforzarsi di essere educato e condiscendente, anche se ero certa avrebbe preferito altra compagnia.

Io credo che sia solo educazione… è pur sempre la sorella del suo migliore amico e loro lo ospitano spesso durante le vacanze”.

Convenni con fare pensoso e razionale: non poteva certo essere sgarbato con la figlia della famiglia che aveva fatto tanto per lui.

Non vedi? Non la guarda neppure”. Scrollai le spalle salvo sospirare a quel commento e stringerle la mano in segno di solidarietà.

Ehi non dire così… anche perché – sorrisi l’attimo dopo – ho l’impressione che il tuo comportamento scostante non sia del tutto negativo”.

Abbassai la voce con fare complice.

Ti sta guardando”. Sussurrai appena.


 

(pov Harry)

Si sforzò di mantenere un livello di conversazione decente con la giovane di casa Weasley senza tuttavia risultare troppo interessato e coinvolto non volendo ulteriormente incoraggiare le sue attenzioni e moine.

Non poté fare a meno di gettare di nuovo uno sguardo in direzione della Rubens per scoprire il suo sguardo fiammeggiante.

Si domandò ancora una volta per quale motivo si comportasse in quel modo insolito: non si erano mai trovati faccia a faccia prima della lezione di Erbologia e già allora era apparsa molto scontrosa e di cattivo umore all’idea di dover passare del tempo con lui, anche solo per questione scolastica.

La continuò a guardare insistentemente, quasi questo gli facesse risolvere l’enigma prima che Ginny si sporgesse maggiormente.

Allora Harry, sai già cosa farai durante le vacanze, verrai alla Tana?”. Domandò con tono civettuolo ed ansioso e il giovane sospirò impercettibilmente.

Non so ancora”. Rispose conciso e pacato.


 

(pov Amanda)

Ascoltai le parole di Sarah e mi girai verso Harry che mi stava ancora guardando.

Il constatarlo con i miei stessi occhi non mi fece piacere: al contrario, mi urtò ulteriormente.

Agii d’impulso e alzai il dito medio in sua direzione, ignorando la reazione scandalizzata di Sarah.

Lo sguardo di Harry, dopo quel primo momento di incredulità e sorpresa, si rabbuiò e aggrottò le sopracciglia.


 

(Pov Sara)

Amanda!”. Sibilai incredula e stizzita quando la vidi rivolgersi ad Harry con quel gesto volgare e mi sentii in incredibile imbarazzo quando il giovane sembrò emanare scintille dal suo sguardo, fissandola di sbieco.

Non ti sembra di esagerare? Un conto è essere pacati, un conto è la maleducazione gratuita”. Sussurrai piano salvo ritrovarmi ad emettere un ansimo quando il giovane si alzò dal tavolo, lo sguardo fisso sulla mia amica.


 

(pov Harry)

Non udì neppure la risposta di Ginny Weasley che aveva assunto un’espressione di smielato disappunto quando aveva risposto in modo così vago alla possibilità di passare l’inverno con loro.

La Rubens si era voltata in sua direzione e questa volta non si era limitata a gettargli

uno sguardo ostile e d’astio ma gli aveva riservato quel gesto inequivocabile.

 

Fu decisamente troppo per il suo autocontrollo ed impulsività.

Scostò la sedia con un rumore secco, facendola grattare sul pavimento e, con sguardo irritato e stizzito, si avvicinò al tavolo delle due ragazze.

Si rivolse direttamente alla ragazza castana: le sopracciglia aggrottate e gli occhi turchesi scintillanti di disappunto.

Hai qualche problema con me, Rubens?”. Domandò in tono freddo ed irritato.


 

(pov Amanda)

No!”. Esclamai alzandomi per fronteggiarlo.

Mi stai semplicemente antipatico – commentai scrollando le spalle – è una cosa a pelle”. Conclusi con lo stesso tono lapidario ed indifferente, guardandolo con disprezzo.

Presi minacciosamente tra le mani il mio calice ancora mezzo pieno.

E adesso sparisci se non vuoi che rovesci qualcosa addosso anche a te!”.

Alzai il calice come ad avvalorare la mia minaccia verbale.

Tornatene dalla tua amichetta, non vedi che ti sta aspettando?”.

Gli sorrisi con fare lezioso e sarcastico, indicandola con un cenno del mento ed ignorando lo sguardo stupefatto che scrutava entrambi.


 

(pov Sara)

Rimasi ad assistere impietrita ed incredula a quello scambio di opinioni o meglio detto alla domanda pacata – seppur stizzita di Harry – e quello sfogo di Amanda.


 


 

(pov Harry)

Il giovane rimase ad ascoltare quello sfogo del tutto gratuito seguito da quel commento finale che lo lasciò ancora più interdetto, specie per il tono sarcastico e lezioso e smorfioso con cui fu pronunciato.

I suoi occhi lampeggiarono ulteriormente e aggrottò le sopracciglia, fissando la ragazza con una crescente rabbia in corpo.

Se si fosse trattato di Malfoy o qualcuno della sua risma avrebbe probabilmente già perso il controllo, ma si trattava di una ragazza.

Per quanto maleducata, arrogante e spocchiosa.

Tu non sai un bel niente della mia vita e di me – sussurrò con voce gelida ma colma di risentimento – stammi alla larga, Rubens”.

Si voltò e, senza guardare neppure la rossa, uscì dal locale, sbattendosi la porta alle spalle.


 

(pov Sara)

Sospirai osservando il ragazzo uscire dal locale sbattendo la porta e mi passai una mano tra i capelli, guardando la ragazza ma non sapendo neppure come commentare.

Le avevo già espresso la mia perplessità sul suo modo di fare: neppure io approvavo il comportamento civettuolo di ragazze come Ginny, ma quell’estremo opposto era forse troppo calcato.

Non si poteva assolutamente biasimarlo, tutt’altro, era stato fin troppo paziente.

Di certo oggi non sei passata inosservata”. Commentai finendo di bere la mia bibita, salvo sospirare.

Torniamo al castello?”.Domandai, sentendomi vagamente stanca per tutto quel turbinio di emozioni.


 

(pov Amanda)

Sì, andiamo”. Risposi svuotata: tutta l’adrenalina che avevo in corpo era scomparsa dopo che Harry mi aveva detto di stargli alla larga. Lasciandomi quella sensazione di soffocamento, un macigno nel cuore che non riuscivo esattamente a decifrare e comprendere.

Mi alzai da tavola e, insieme a Sarah, tornai al castello senza dire una parola.

Mi domandai se Harry avrebbe gradito i regali della sua misteriosa ammiratrice e come avrebbe reagito se avesse saputo che non era altri che me.

Caro Harry,

Fra pochi giorni dovrò tornare a casa per le feste, quindi ho deciso di mandarti il mio regalo di Natale in anticipo.

Nella scatola vi troverai un dolce e una sciarpa fatti da me: spero tanto che li gradirai.

Per la sciarpa mi sono aiutata con la magia perché ti confesso che con i ferri sono un disastro.

Il dolce è una ricetta assolutamente babbana che mi ha dato la mia nonna:.puoi stare tranquillo perché non contiene nessun incantesimo o filtro d’amore.

Sono regali innocui e fatti con il cuore in segno di tutto l’affetto che provo per te,,,

Non perché sei Harry Potter, il sopravvissuto, l’eroe e via dicendo ma perché mi piaci semplicemente per quello che sei: adoro i tuoi occhi, il tuo viso un poco timido, i tuoi capelli arruffati, la tua camminata e tante altre piccole cose che non immagini.

Mio caro Harry, non puoi immaginare quanto mi mancherai questi giorni.

Ti auguro di passare un Natale meraviglioso pieno dell’affetto che meriti.

Io ti penserò sempre.

Ti voglio bene

M.R. La tua ammiratrice


 

(Pov Harry)

Tornò al castello con passo di marcia, senza attendere la carozza di rientro e ignorando il richiamo di Seamus e Dean usciti dalla bottega di Zonco.

Sbuffò e salì rapidamente le scale fino alla Torre di Grifondoro, superò il ritratto e si diresse rapidamente nel suo dormitorio, senza guardare in faccia nessuno, volendo soltanto godersi un po’ di tranquillità.

Nella mente rombavano ancora le parole della Rubens, il suo sguardo carico di disprezzo e quelle sue accuse.

L’essergli inviso semplicemente per la sua celebrità, per il suo essere un “eroe”.

Non ha capito assolutamente niente, si disse tra sé e sé stringendo i pugni lungo i fianchi, bollendo ancora di rabbia.

Ma che diavolo credono?!

Che sia un divertimento portare una dannata cicatrice in fronte?

Era talmente infuriato che rimosse le tende del suo letto con tale violenza da strapparla, fece per stendersi quando il suo sguardo smeraldo sfiorò quei due oggetti sul suo letto.

Osservò la scatola rossa a forma di cuore e un rotolo di pergamena.

Cosa cavolo… ?”.

Si sedette sul letto ed aprì la scatola in cui trovò un dolce fatto in casa e, confezionata in disparte, una sciarpa a strisce dei colori della propria Casa.

Tolse il nastro dal piccolo rotolo e prese a leggere la pergamena: la stessa calligrafia femminile di quei pensierini già ricevuti negli ultimi tempi.

Il suo sguardo smeraldo vagò su quelle parole e provò un misto di emozioni che sembrarono sfumare le une con le altre: dalla sorpresa, la confusione, l’imbarazzo fino ad un dolce calore che gli sfiorò il torace e sembrò dissipare tutte le emozioni negative.

Lesse e rilesse quel messaggio diverse volte.

Mi piaci semplicemente per quello che sei: adoro i tuoi occhi, il tuo viso un poco timido, i tuoi capelli arruffati, la tua camminata e tante altre piccole cose che non immagini.

Quelle parole, soprattutto, continuarono a turbinare nella sua mente e un sorriso gli sfiorò le labbra: da qualche parte, c’era una ragazza che silenziosamente e

dolcemente lo guardava da lontano, una ragazza che lo pensava ma, soprattutto, che lo apprezzava come un qualsiasi ragazzo.

Si addormentò, stringendo ancora quella pergamena e un sorriso dolce sulle labbra.

Non so chi tu sia M.R. Ma grazie di cuore.


 

Continua..

 

Salve a tutti, rieccomi per l'aggiornamento settimanale che stavolta a causa di impegni è scalato a martedì.

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto .

So che l'atteggiamento di Amanda può sembrare ambiguo: scrivere ad Harry di nascosto e poi trattarlo di merda, non lo fa per attirare l'attenzione ma bensì perché è una ragazza tremendamente insicura, sa di non possedere quei canoni di bellezza che tanto attirano i ragazzi ed è convinta perciò di non avere speranza.

Specialmente con il ragazzo dei suoi sogni .

Perché Harry Potter dovrebbe preferire lei alle altre? A Ginny Weasley soprattutto!

Non possiede neanche la metà della sua bellezza, ne può ambire al legame che il ragazzo ha con lei e la sua famiglia..

No! Per lei è escluso che Harry possa trovarla anche solo interessante, i suoi sguardi la fanno soffrire, le sue attenzioni sono fuori luogo perché c'è il rischio che le alimentino qualche speranza e lei non può, ne vuole illudersi di averla. Da li quel gesto maleducato dal quale mi dissocio.

Harry se l'è presa molto, chissà che direbbe se sapesse che c'è lei dietro a MR la sua ammiratrice.

Per scoprirlo non vi resta che continuare a seguirmi, intanto ringrazio chi lo sta già facendo e coloro che sono state cosi gentili da lasciarmi una recensione.

Come sempre sono qui per rispondere ai vostri dubbi e ascoltare i consigli.

Un salutone a tutti e un abbraccio strizza reni alla mia beta e best friend Kiki87( ti adoro ♥)

a presto gente . :D

Ps: Mi scuso con le fan di Ginny, so che lei non si comporterebbe mi in quel modo ma tanto come avrete capito è un OOC. ;)

1Vuol dire elefante, per il Draco che ho immaginato io, le ragazze che indossano abiti dalla taglia 44 in su , sono obese.

   
 
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