The
Seventh:Winter
· PART
6: Chasin’
· Chapt . 17: Pierce Right Through Me.
And that is worth everything!
Il suono
cupo del corno questa volta è talmente potente da ferire i timpani. Fatico a
mantenere salda la presa sulle asce, che coprirmi le orecchie con le mani
durante un feroce corpo a corpo con un Teletubby assetato
di sangue potrebbe risultare fatale, e a restare concentrata sul mio
avversario.
Fiammata,
fendente, schivata, fiammata: un altro Elfo alla mia destra prende il posto di
quello che ho appena abbattuto.
Scocciatore.
Sento
imprecare sonoramente Clint all'auricolare e domando che cavolo stia accadendo. Sbarazzatami dell'ultimo seccatore sotto
tiro, mi volto e resto a bocca aperta a vedere cosa ha appena valicato il
portale: "Se Maometto non va alla montagna...!” Quello che sembra
gigantesco puntale rovesciato di roccia nera, avanza scavando un solco profondo
nel lastricato della via principale di Asgard.
"E
quella che è?" Altro scocciatore: se
Natasha non fosse intervenuta in tempo ad abbatterlo
con due proiettili a quest'ora avrei un braccio in meno. Lo finisco mentre è a
terra staccandogli la testa con un colpo d'ascia.
"Thor
ha detto che avevano delle navi da guerra: beh, credo intendesse queste."
"Il design è interessante." Ammette
Clint liberando due frecce con granate a grappolo: esplodono a contatto con la
superficie nera della nave senza scalfirla. Lui emette uno sbuffo contrariato e
richiama l'attenzione di Stark: "Qualcosa di potente?"
"Scusa, amico, non vedi che sono impegnato in una
lambada con questo bestione qui? Provo a liberarmi e arrivo, tu cerca di far
contenimento."
"È una parola...!"
"Ci
sono altre navi!" Esclamo tra gli schizzi dalla carotide di un avversario
e la lama della spada di Fandral che passa ad un millimetro
dal mio fondoschiena per trapassare un Elfo Oscuro: "Per tua fortuna
dedico sempre tanta attenzione a certi dettagli" aggiunge sornione. Gli
rifilo una manrovescio. Tenendo
premuto la guancia ferita sostiene di essere certo che un giorno ci ameremo
senza riserve.
"Clint, le navi avanzano verso il palazzo, lascia la
tua posizione!"
"Tranquillo, Capitano, ho la situazione sotto controllo".
Sul
ponte della nave sono comparsi dei soldati, e questa volta non sono immuni ai
colpi di OcchioDiFalco. Àncora
la freccia con laccio al ponte e si lascia scivolare sopra non appena è a
portata. Con la coda dell'occhio catturo una scintilla preoccupata negli occhi
di Natasha, avviluppata ad un Elfo che sfrigola tra i
Morsi.
"Barton, vedi di non far
sciocchezze." si raccomanda Cap, prima di
arrampicarsi sull'Hulk e farsi catapultare contro un
nugolo di Jotun superstiti.
"Devo cercare di deviare quest'affare dal
palazzo!" risponde la voce affaticata di OcchioDiFalco:
“È che ci sono troppi bastardi a
bordo!"
Tony riesce
a comunicare con Thor, che rotea il martello e si lancia sul ponte della stessa
nave di Clint a dargli manforte. La prua inizia lentamente a girare, per poi
rivoltarsi verso quella che segue urtandola ad un fianco: "Manovra di parcheggio alla GreyRaven,
sempre efficace!" commenta Natasha.
Alzo gli
occhi al cielo: Che palle, ancora questa storia…
La seconda
nave si piega a babordo e si abbatte sul Palazzo disintegrando le torri più
basse e sbriciolando il porticato dalle statue gigantesche da cui sono comparsa
la prima volta.
È come se
si fermasse il tempo:
Non sento
l’urlo di dolore di Clint nell’auricolare, che fa paralizzare Natasha.
Non vedo
la terza nave, la più grande, che valica il portale.
Non mi
accorgo della cavalleria lanciata al galoppo da Odino in sella al suo cavallo a
otto zampe.
La mia
attenzione è tutta sulla palla di fuoco che avvolge le torri est e che vedo
diffondersi al suo interno attraverso le finestre e le brecce aperte.
Probabilmente
il mio cuore si è anche fermato per qualche secondo, prima che mi metta a
correre verso l’entrata del palazzo.
La prima
volta è stata seguendo il mio Corvo. Con Asgard
sempre sotto attacco il palazzo era già ridotto ad un colabrodo: nelle segrete,
davanti alla cella blindata, Frigga menava fendenti a destra e a manca nella
sua furia di guerriera e madre. Fa male ricordarlo quanto rendersi conto che
questa volta non la troverò lì davanti, a pregarmi di portarlo in salvo.
Questa
volta, però, corro di mia spontanea volontà, ed è solo il mio cuore a guidarmi.
E a farmi correre ancora più veloce.
Salto una
colonna abbattuta tra le macerie sino a raggiungere la gradinata che porta alle
segrete.
Un guizzo
d'ombra e un colpo alla testa.
Ed è buio.
Loki volta lo sguardo verso le sbarre all'entrata della cella
quando sente qualcuno urlare il suo nome. Ne riconosce la voce, è una piacevole
sorpresa che gli fa mancare il cuore di un battito, sgranare gli occhi e
piegare le labbra in un mezzo sorriso. Vederla comparire, trafelata ma sana e
salva, è sollievo e gioia nonostante dentro di sé abbia cercato di maledirla ed
insultarla sino a qualche minuto prima: "Addison!"
Gli risponde solo un piccolo sorriso, poi colpisce le sommità delle sbarre sino
a divergerle dal muro, si precipita nella cella e gli getta le braccia al collo.
"Qui
fuori è l'Inferno" sussurra con voce tremante: "Non abbiamo molto
tempo, il palazzo è in fiamme".
"Addison..." C’è qualcosa di alieno in quell’abbraccio,
qualcosa che Loki non riesce bene ad afferrare: forse
è l’odore o la consistenza della sua pelle, o il suo calore. Anche
quell’abbraccio, pensandoci, gli sembra completamente estraneo da Addison.
"Ora
ti libero" Afferma lei, evitando il suo sguardo per rivolgere l'attenzione
alle catene, prima di estrarre un'ascia dalla faretra ed invitarlo a tenerle
tese. Loki si piega sulle ginocchia mordendosi le
labbra: ha il cuore in gola, batte talmente forte che può sentire la pressione
del sangue nelle orbite. Si impone di mantenere la calma ma non riesce a
trattenersi dal fremere.
Al sesto
colpo la prima catena cede. Per l'altra ne occorrono un paio in più.
Questa
volta è lui a cercare il suo abbraccio e le sue labbra, e questa volta coglie
un sapore ed una pressione famigliare, un calore che già conosce e che ora
associa ad un veleno corrosivo, vendetta e odio. Quando si stacca ha il cuore a
pezzi e una rabbia sorda che ruggisce e si fa strada nei nel suo petto
dilaniandolo.
Eppure
resta calmo, anche quando lei gli nega l'apertura dei bracciali, spiegando che
non può rischiare di restituirgli i poteri. "Dobbiamo andare, seguimi" mormora stringendole la mano.
Lei
annuisce: ha gli occhi che brillano, e non della luce che ama.
Le ha
fatto perdere l'orientamento trascinandola di corsa per i corridoi del Palazzo,
deviando più volte a causa delle fiamme o delle macerie sino a trovarsi di
nuovo nei sotterranei. Quando protesta a viva voce, che sono ancora lì dentro e
rischia di crollare tutto la rassicura
che a breve usciranno, non prima di aver
recuperato una cosa: apre la pesante porta intarsiata della Cripta di Famiglia
ed entra senza allentare la presa sulla sua mano.
Il
sarcofago di Frigga è bianco, decorato con intarsi d'oro e cristalli. Sul coperchio
è scolpita la sua figura, occhi chiusi e aria serena di chi si risveglierà
presto da un sonno ristoratore, mani raccolte sul grembo tra i panneggi della
veste magistralmente levigati.
"Loki, comprendo il tuo bisogno di renderle omaggio,
ma..." le fa cenno di tacere: tra le dita della mano di marmo bianche ed
affusolate, brilla il ciondolo come aveva detto Thor. Raccoglie delicatamente
la catenella dorata, alzandola per mostragliela. "Volevo fartene dono,
sai? A mia madre era cara la nostra relazione, anelava a vederci congiunti in
vita. Questo sarebbe stato il simbolo della nostra unione, per lei. Permettimi
di ornarti il collo, per me è importante." Ne è stupita, sorride
imbarazzata e si porta una mano al petto con falsa modestia; l'intensità
dell'odio che gli provoca quel gesto quasi lo stordisce.
Fatica a
non colpirla pur avendola così vicina e a fermare il tremore nelle dita quando
apre il gancio della collana e lei gli da spalle alzandosi i capelli con una
mano per agevolargli l'operazione. "È bellissimo" sussurra estasiata
quando il pendente le scivola sul collo. E quando le si stringe sulla carotide
l’attanaglia nel vano tentativo di allargarla per respirare.
Loki stringe, stringe così forte che la catena taglia la pelle e
si lorda di sangue: Mantiene salda la presa senza badare ai colpi disperati che
la donna cerca di rifilargli mentre soffoca, bloccandola tra sé ed il
sarcofago. "Guardala..." Le sibila all'orecchio, tra le ciocche brune
che si stingono a diventare bionde. "GUARDALA!" Urla.
Il corpo
di Amora ormai è scosso dai sussulti, rivoli di
sangue solcano la pelle candida del collo e della spalla e gocciolano sul marmo
bianco "Pensavi non me ne accorgessi? PENSAVI DI
INGANNARMI?" Le dita dell'Incantatrice gli graffiano le mani ed i polsi
con sempre meno forza "Mi hai tolto mia madre. Hai fatto distruggere il regno che doveva essere mio. Chi mi hai tolto adesso? Chi hai
ucciso? DIMMELO!” Il corpo dell'Incantatrice si accascia con un ultimo spasmo e
Loki la segue a terra senza riuscire ad allentare la
presa: anche le sue dita sono tagliate dalla catena, ma il dolore fisico è ben
lontano dall'arrivare. Un singhiozzo, solo uno: "Hai ucciso anche lei…"
Ci sono i
rumori della battaglia, là fuori, e l’odore acre del fumo che aumenta; da
qualche parte si deve essere verificato un crollo, c’è il fragore delle pietre
che cadono e scuotono i muri dalle fondamenta. Eppure tutto quello che
percepisce Loki è silenzio.
Un paio di
tasselli della volta dorata si staccano e cadono a terra. Uno si sbriciola sul
pavimento, l’altro resta impigliato tra i capelli immobili dell’Incantatrice.
“Mi hai
tolto anche Addison.” Le dita lasciano la catenella
ed il corpo cade a peso morto in avanti, colpendo il pavimento con il volto e
lasciando sul marmo del sarcofago una traccia rossa dove si è appoggiato. Loki recupera il ciondolo di Frigga e lo stringe tra i
pugni giunti sul petto,
appoggiando
la schiena contro la tomba e respirando profondamente. "Ti ho vendicata, madre."
mormora accarezzando la superficie intarsiata con la nuca "Almeno questa
volta ho vinto. Almeno questa volta ce l'ho fatta".
Resta
fermo a fissare il soffitto aprirsi in piccole crepe e attende la pioggia del
mosaico d’oro e madreperla: sarà il dolore di un attimo fragoroso ed il buio
confortante della fine. Tra poco non vi sarà più Loki
nell’Universo, niente più trame ingarbugliate, inganni e tradimenti.
È meglio così.
Se la sua
vita, in fondo, era solo la lotta persa in partenza contro sé stesso e la sua
natura, a che pro combattere per mantenerla? Tanto più che aveva perso ormai tutto. Avrebbe trovato pace lui – e
anche tutti gli altri. Con un po’ di fortuna gli Inferi saranno clementi anche
questa volta e potrà ritrovare Addison; almeno per
vederla, per sfiorarne la preziosa inconsistenza della sua pelle prima che i
loro destini siano per sempre separati da un giudizio supremo e definitivo.
La crepa
sopra la sua testa si allarga e gli intarsi del soffitto iniziano a cedere. Sarà questione di un attimo buio.
E
quell’attimo invece è illuminato da una fiammata grigiazzurra che passa sopra
di lui intercettando i calcinacci.
Quando sul
suo viso non si deposita altro che polvere e cenere ha quasi paura a voltarsi
verso l'entrata: sotto l’architrave piegato, la mano destra ancora alzata, c'è
lo sguardo dorato di Addison.
E
l’abbraccio che trova questa volta è vero, reale, è quello: la sua bocca e il suo sapore, la i riflessi dei suoi
capelli ed il suo odore. C’è Addison, tra le sue
braccia e nei suoi occhi, con un rivolo di sangue sulla tempia sinistra e la
tuta lacera sul fianco che lascia esposta la pelle arrossata dal fuoco: è
talmente bello ritrovarla da essere quasi doloroso.
“Quando la
smetterai di giocare alla donzella in pericolo?” È la sua voce, proprio quella:
una nota ironica nell’accento midgardiano.
Loki non può fare a meno di ridere: “Pare sia l’unico modo per
accordarti un appuntamento”. La sente ricambiare la stretta. Forte. “Temevo ti avesse…”
“Ci ha provato, ma deve ancora nascere la cortigiana esoterica capace di farmi fuori. A proposito” si scioglie
lentamente dal suo abbraccio e si avvicina al cadavere di Amora
e lo pungola con un piede. Poi si china a recuperare le sue asce senza toglierle
gli occhi di dosso; infine, ne alza una e la cala di peso sul collo
dell'Incantatrice staccandolo di netto, “Precauzione: sai in quanti film horror
stronze come questa si alzano e ti inseguono quando meno te lo aspetti?” Spiega
alzando le spalle.
“Suppongo
sappia quello che stai facendo Ora però è meglio sbrigarsi ad uscire.”
E la fine di Amora è giunta, con
somma gioia di tutti!!!
Attenzione, non pensate che gli ultimi capitoli saranno una
passeggiata: c’è sempre una battaglia da far terminare (E speriamo di farla
finire decentemente…).
Per domande sulla fic o su
qualsiasi cosa, vi mando al mio ASK: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos
Per tutto il resto c’è MASTERSTARK!
Non vi ringrazierò mai abbastanza per il seguito che state
dando a questa storia.
Alla prossima –spero-
EC
PS: Titolo tratto da Enjoy the Silence dei Depeche Mode ,
citazione cinematografica da Moulin Rouge! (Mannaggiaammè quando ho
scelto di fare le citazioni cinematografiche…)