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Autore: theshinygirl    09/06/2013    2 recensioni
Perchè mai Hermione Granger ha obbligato Severus Piton a sposarla?
Traduzione
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa è la traduzione della storia “A dark tale” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

A Dark Tale

 

 

 

Sospiro, passandomi una mano tra i capelli e cercando di pensare ad una risposta. La Professoressa McGranitt mi sta fissando e immediatamente capisce cosa significa il mio silenzio.

"Non ha cambiato atteggiamento nei tuoi confronti?" mi chiede.

Scuoto la testa.

Emette un gemito arrabbiato, "Ci parlerò io. Non ha nessun diritto di trattarti così, Miss Granger."

"No!" spalanco gli occhi, nel panico, "Non può. É... tutto a posto. Non gli piaccio. É arrabbiato ed è comprensibile."

"Ma se sapesse della tua... beh... della tua condizione, sarebbe - "

"Non ne vale la pena. Se deve essere carino con me solo perché sto... morendo, mi sentirei patetica. Non voglio."

La McGranitt mi guarda con occhi colmi di compassione.

É esattamente questo lo sguardo che non voglio vedere negli occhi di nessun'altro.

Mi schiarisco la gola e continuo, "L'abbiamo forzato in questa situazione. Non sa il perché ed è meglio per lui."

"Perdonami, ma ancora non capisco perché hai scelto lui."

Irrigidendomi, abbasso lo sguardo verso le mie mani, "Non c'era nessun'altro."

"E il Signor Weasley?"

"Ronald è..." faccio una pausa, "Avrebbe sofferto troppo per la mia... quando io... quando..."

Sono così patetica. Non riesco nemmeno a dirlo.

Alla fine raccolgo il mio coraggio, "Avrebbe sofferto troppo per la mia morte se ci fossimo sposati. Avevo bisogno di qualcuno che rimanesse... disinteressato."

"Severus può essere un bastardo a volte, ma non è completamente privo di sentimenti, Miss Granger."

"Non è..." arrossisco, "Non è innamorato di me. Sarà più semplice. Voglio che Ronald vada avanti con la sua vita. Non voglio che si affezioni troppo a me. É un bene che non sia tornato per finire il suo settimo anno."

La McGranitt prende un bel respiro prima di chiedermi lentamente, "Ha accettato il tuo matrimonio alla fine?"

Forzo un sorriso appena accennato, "No. Non lo sento da due mesi, ma Harry mi ha detto che è ancora arrabbiato."

Silenzio.

"Questo è troppo per te, bambina mia."

Di nuovo, m'impongo di sorridere, "Sto bene."

Sono stufa di usare questa frase.

 

 

xxx

 

 

É sempre imbarazzante quando devo fare Pozioni. Gli studenti mi rivolgono occhiatacce. Probabilmente pensando che ricevo un trattamento speciale e voti migliori perché sono sposata col Professore.

Tengo la testa china e provo a concentrarmi sulla pozione che sto facendo.

"Hermione," mi sussurra Harry accanto, "Ho fatto tutto in modo corretto, ma la mia pozione sta diventando verde."

Mi sposto più vicino a lui, "Hai aggiunto- "

"Granger, non osare aiutarlo," sussurra uno studente dietro di noi, "Lascia che il Ragazzo-Che-Ci-Ha-Salvati-Tutti faccia la sua pozione da solo per una volta."

"Chiudi il becco," Harry sussurra di rimando.

Anche dopo la Guerra c'è ancora rivalità tra le Case. Specialmente tra Serpeverde e Grifondoro.

"Che c'è, Potter? Incapace di preparare una pozione così semplice?"

Alzo gli occhi al cielo e torno alla mia pozione mentre loro due continuano a litigare. Non ho tempo per certi giochi infantili.

Davvero non ne ho.

Poi sento le parole che mi fanno correre un brivido lungo la colonna vertebrale.

"...sempre a chiedere aiuto a quella puttana di una sanguesporco..."

Lo ignorerò. Lo ignoro sempre.

Mi hanno chiamata in diversi modi in vita mia. Puttana è solo uno di questi. Cosa mi aspettavo che sarebbe successo dopo aver sposato il mio insegnante?

"Signor Larson," dice Piton improvvisamente, "Vorresti condividere ciò che hai appena detto con il resto della classe?"

Silenzio.

"N-no, Signore," risponde il ragazzo.

"Saggia scelta," risponde Piton, "Ti vedrò in punizione. Sette in punto."

Cos'è successo? Piton è davvero intervenuto in mia difesa?

Poi sposta la sua attenzione su Harry, "Signor Potter, se desideri finire l'anno, dovrai preparare le pozioni per conto tuo. Senza aiuto. Sono stato chiaro?"

Harry annuisce rapidamente, "Sì, Signore."

Segue il silenzio.

Prendo un bel respiro e poi capisco che è stata una pessima decisione. Ci sono così tanti odori disgustosi in classe, mi stanno facendo venire la nausea.

"Questa materia è davvero difficile," sussurra Harry, "Non so perché Piton deve insegnare Pozioni. Pensavo volesse il posto di Difesa Contro le Arti Oscure."

Scuoto la testa, "Lo pensavo anche io."

"Beh?" insiste, "Sai perchè - "

"Non lo so, Harry. La McGranitt è la Preside, puoi chiedere a lei," non appena le parole mi escono di bocca, le rimpiango.

Sto costantemente aggredendo le persone e non posso farci nulla. Le piccole cose mi danno fastidio.

"Mi dispiace," sussurro.

Harry annuisce, "É... tutto a posto. Non mi sarei dovuto aspettare che sapessi tutto solo perché sei... sposata con lui. Devo prendere questa materia seriamente se voglio diventare un Auror..."

Harry continua a parlare, ma non riesco a concentrarmi su quello che dice. Finirà la scuola, diventerà un Auror. Diventerà un adulto.

E io?

Mi rimangono solo un paio di mesi.

Mi si chiude la gola al pensiero.

E poi un'ondata di nausea mi colpisce di nuovo. Mi copro la bocca con la mano e chiudo gli occhi per un secondo, cercando di ricompormi.

"Mione, tutto bene?"

Annuisco, incapace di parlare.

Perché deve succedere a me?

Non posso vomitare davanti a tutti. Penseranno che sono incinta e in un certo senso è anche peggio che scoprire che sto morendo.

"Hermione?" chiede di nuovo Harry.

Lo guardo prima di muovermi in direzione della cattedra di Piton. So che tutti mi stanno guardando, lo sento.

Piton sta correggendo dei fogli, ma quando mi nota alza lo sguardo, ha un'espressione confusa.

"Chiedo scusa, Signore" mormoro.

"Per cosa esattamente, Miss Granger?"

"Non... mi sento bene."

Alza un sopracciglio, "Cosa intendi?"

"I-io... vado dalla Signora Chips."

"Per cosa esattamente?" ripete la domanda.

Deve proprio fare così?

So che tutti stanno sentendo la nostra conversazione adesso. Non c'è mai stato un silenzio del genere prima d'ora.

"Beh, Granger? O riveli il motivo per cui vuoi lasciare la classe o torni al tuo posto."

A volte lo odio davvero.

Vomiterò sulla sua cattedra. Sarebbe un motivo abbastanza valido?

Alza entrambe le sopracciglia e mi fissa.

Non posso affrontarlo in questo momento.

Mi volto semplicemente e torno al mio posto. Tutti si rilassano e Piton continua a correggere i compiti.

Ma poi raccolgo la mia roba e cammino verso la porta, lasciando la classe.

 

 

xxx

 

 

Mi getto sulla tazza del gabinetto, tenendomi indietro i capelli.

Quella stupida medicina non mi sta aiutando per niente.

Dopo qualche minuto mi alzo, guardando il mio riflesso nello specchio.

Non sembro così diversa.

Sono ancora me stessa. Giusto?

 

 

xxx

 

 

É ora di cena.

E lui non è qui. Posso immaginare che sia ancora arrabbiato con me per ciò che è successo in classe oggi. Ma è stata tutta colpa sua. Avrebbe permesso a qualsiasi altro studente di lasciare l'aula. Ha rifiutato solo perché si trattava di me e credeva di dover essere super-severo nei miei confronti. Non è di aiuto comunque. Non piaccio agli altri studenti e continuano a pensare cose orribili su di me.

D'altro canto, è un bene che non sia qui. Così non devo sforzarmi di mangiare quando anche la sola vista del cibo mi fa venire la nausea.

 

 

xxx

 

Dov'è?

Sono quasi le dieci e dobbiamo ancora fare quella cosa.

Esco dalla mia camera, sbadigliando mentre mi dirigo nella sua.

Non è qui.

É la prima cosa che noto quando entro, accendendo le luci.

Sospirando, mi siedo sul suo letto e aspetto.

Sa che deve essere fatto.

Sarà qui a momenti.

 

 

xxx

 

 

"Granger."

Spalanco gli occhi al suono di quella voce fredda.

Dove sono?

Mi guardo intorno, rendendomi conto che non sono in camera mia. Poi ricordo.

Come ho fatto ad addormentarmi nella sua stanza?

Mi alzo, schiarendomi la gola, imbarazzata, "La stavo aspettando."

"Mi sembra ovvio."

"Dov'è stato? Che ore sono?"

"Abbiamo ancora un'ora," risponde e guarda il letto dietro di me.

Annuisco, risiedendomi.

Sono sempre tesa.

"Mi hai messo in imbarazzo a lezione oggi," dice.

Sapevo che non avrebbe tralasciato quest'argomento.

"Stavo male e non mi ha lasciato andare."

"Mi hai mancato di rispetto davanti agli altri studenti."

"Non volevo," alzo lo sguardo verso di lui, "Lei mi ha costretta."

"Sì, posso immaginare che sai molto sul costringere qualcuno a fare qualcosa che non desidera." dice crudelmente.

Mi mordo il labbro, voglio solo finire questa faccenda così che possa tornarmene in camera mia.

Mi distendo mentre lui spegne le luci. Non appena l'oscurità riempie la stanza, tolgo velocemente i pantaloni del pigiama e la biancheria intima.

É sempre la stessa storia.

Così distaccata. E fredda.

So che era abituato a prendere una pozione prima di iniziare. Non so se la prende ancora.

M'irrigidisco quando lo sento avvicinarsi. Mi separa le gambe, un po' più sgarbatamente del solito. É ancora arrabbiato e lo dimostra.

Ha ancora i vestiti addosso, lo sento.

Non c'è bisogno di togliersi più vestiti di quanto assolutamente necessario. Questo è ciò che ha detto la prima notte.

Mentre i secondi passano provo a rilassarmi e a pensare ad altre cose, ma è impossibile.

E poi lo sento muoversi.

É sempre sgradevole, ma questa volta è quasi doloroso.

Mordendomi a sangue il labbro, ignoro le lacrime che si stanno formando nei miei occhi.

Lui non emette nessun suono mentre si muove sopra di me, attento a non toccarmi più del necessario.

Mi lascio sfuggire un piccolo grido e lui si ferma per un momento prima di continuare, più veloce di prima. Vuole finire il prima possibile.

Dopo qualche minuto finalmente trattiene il respiro e s'immobilizza, tremando un po'.

E io sono distesa lì, aspettando che si allontani.

Appena lo fa mi rimetto velocemente i pantaloni.

É tutto.

É sempre la stessa storia.

Accende le luci e lo guardo. É un po' affannato, ma oltre quello non c'è nient'altro che provi che lui... che noi...

"La pozione," dice, indicando il comodino.

Giusto. La pozione che previene la gravidanza. Una cosa del genere è illegale e il Ministero punisce coloro che usano contraccettivi. Ma secondo Piton non sono capaci di intercettare questa pozione. Forse la prepara lui stesso? Non lo so, non gliel'ho mai chiesto.

Prendo la pozione e mi alzo, lasciando la sua stanza velocemente prima che abbia la possibilità di cacciarmi fuori.

 

 

xxx

 

 

"Questo è ridicolo," mi fa notare.

"Beh, è l'unico modo che ho trovato per far sì che lei mi ascoltasse," spiego.

"Minerva che mi chiude a chiave in un ufficio con te, ordinandomi di parlare con te. Non pensi sia alquanto estremo? Per quale motivo poi?"

Prendo un respiro profondo, "Lo sa."

Alza gli occhi al cielo, "Granger, se riguarda quella tua stramba idea - "

"Non è stramba, Signore. Dobbiamo tutti sposare qualcuno e... potremmo aiutarci a vicenda."

"Come potrebbe aiutarmi  sposare una studentessa? Non sono interessato nel danneggiare la mia reputazione ancora di più."

Apro la bocca per parlare, ma impiego qualche istante prima che le parole vengano fuori, "Beh... non sarebbe un vero matrimonio. Potrebbe ancora fare le cose che vuole e così anch'io."

"Un matrimonio di convenienza."

"Esattamente."

Mi manda un sorriso malvagio, "Ha letto ciò che c'è scritto nella legge, Miss Granger?"

"Certo che l'ho fatto."

"É a conoscenza di quella parte riguardo all'avere un bambino entro due anni e gli altri obblighi coniugali?"

Arrossisco un po', "Questo è... spiacevole, ma pensi alle altre cose. Potremmo continuare a vivere la nostra vita, esattamente come stiamo facendo adesso."

"Perché stai facendo questo, Granger? Perché io?"

Perché mi sento in colpa per non aver avuto fiducia in lei. Perché mi sento uno schifo sapendo ciò che ha dovuto passare e che gli altri la odiano comunque. Perché merita un po' di pace nella sua vita ed è ciò che otterrà una volta che me ne sarò andata. 

Resto in silenzio. 

Alza un sopracciglio, "Non hai mai avuto una cotta per me. L'avrei notato. Perché io? Perché non quel Weasley?" 

"Non stiamo... insieme in quel senso." 

Scuote semplicemente la testa, "Non m'interessa. Questa conversazione è finita." 

Con un colpo della sua bacchetta le porte si spalancano e se ne va.

Poteva aprire le porte? Allora perché è rimasto così a lungo e mi ha ascoltato?

Quando ho deciso di agire nobilmente e di aiutarlo non avrei mai pensato che un gesto del genere avrebbe causato così tanti problemi. Morirò prima di riuscire a convincerlo a sposarmi.

  
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