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Autore: Calcifer92    09/06/2013    0 recensioni
Una storia comica, demenziale e piena di spazzatura che vede come protagonista Rufy, meglio conosciuto come "il ragazzo dal cappello di paglia", della serie di One Piece. La storia ha luogo dopo che Rufy ha ricevuto il cappello di paglia da Shank e vede il ragazzo viaggiare da solo per una caotica e moderna città giapponese. In realtà è un Cross Over e Rufy nel suo viaggio incontrerà molti personaggi di altre serie animate o videogiochi tra cui: Naruto, GTO, Kingdom Hearts, Soul Eater, Death Note, The Legend Of Zelda, Tokyo Mew Mew, Monkey Island, e tanti altri!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy
Note: AU, Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Rufy si stava dirigendo verso l’entrata, in quel posto dove c’erano tutti quegli armadietti di metallo, uno per ogni studente, nel cui interno erano soliti lasciare le scarpe da ginnastica. È risaputo, tra l’altro, che venivano spesso usati anche come “cassetta della posta” da chi voleva “spedire” una lettera d’amore, o una lettera minatoria.

L’attenzione del ragazzo col cappello venne attirata da una ragazzina bionda e coi codini che fissava la porticina del suo armadietto senza far nulla. Sembrava quasi ipnotizzata.

- Ciao! Io mi chiamo Rufy, sai per caso che posto è questo? –

La ragazzina in un primo momento non prestò attenzione al suo interlocutore, e continuava imperterrita a fissare lo sportello metallico. Poi si girò verso di lui guardandolo come si fa con uno sconosciuto.

- Una scuola. Non ci sei mai stato? –

Effettivamente Rufy non era mai andato a scuola. Ciò significa che aveva trascorso tutta la sua infanzia a saltellare allegramente sulla sua isola, e a riempirsi la pancia di cibo presso la taverna, dove spesso, tra l’altro, incontrava dei brutti ceffi provenienti dal mare orientale.

- Ehehe, penso di no. Cosa si fa a scuola? –

Non aveva altro da rispondere effettivamente, ma intanto la ragazzina era tornata a guardare il suo armadietto. Cosa c’era di tanto interessante lì dentro?
Non ottenendo risposta, Rufy incalzò:

- Sembra interessante questo gioco. Come ti chiami bambina? –

Al che cappello di paglia imitò la ragazzina mettendosi pure lui a fissare l’armadietto e assottigliando le palpebre per cercare di spiare fra le aperture cosa ci fosse all’interno.

- Maka Albarn è il mio nome. Mi aiuti ad aprirlo? –

Rufy non se lo fece ripetere due volte. La sua curiosità superava ogni cosa, quindi aprì lo sportello e ne tirò fuori l’oggetto che vi era all’interno.

- È la mia falce della morte. Ti piace? –

Disse Maka mentre Rufy si rigirava quell’oggetto fra le mani. Di sicuro era una falce, ma sul “della morte”, non ne sarei tanto convinto. Piuttosto era una di quelle mezzalune che una volta si usavano per tagliare l’erba. Rufy però era entusiasta: dato che Maka gli aveva chiesto se gli piacesse, secondo lui doveva essere una cosa bella.

- Certo, è molto bella! E come si usa? In questo modo, vero? –

Rispose emozionato mentre posizionava la parte affilata vicino al collo per poi contorcerlo in un modo strano attorno alla lama. Maka, spaventata che potesse farsi male gli tirò uno schiaffone sulla guancia, facendolo andare a sbattere contro la pila di armadietti. Naturalmente, il fatto che il suo schiaffo avesse potuto provocare una qualsivoglia reazione a catena con la falce che era già in una posizione pericolosa, non era cosa di cui preoccuparsi. Soprattutto se si parla di falci della morte.

- Questa la prendo io! Non lo sai che rischiavi di farti male? –

Rufy si limitò a sorridere. Era divertito, e quello che stava per dire lo provava ancora di più:

- Hahaha, sei molto divertente. Ma perché in ogni frase che dici c’è prima un’affermazione e poi una domanda? –

Maka si fermò un po’ a riflettere rigirandosi la mezzaluna fra le mani.

- Penso sia una tua impressione. Non stai parlando anche tu in questo modo? –

Rufy si grattò la testa sorridendo a ventotto denti (sì, ne aveva ancora ventotto), dopodiché il sorriso si trasformò in una sonora risata. Molto probabilmente questo voleva dire che fin ora, i due, avevano dialogato in quel modo senza accorgersene. O almeno era Rufy quello estraneo alla faccenda.
Suona la campanella. A quanto pare è ora di ricreazione e di lì a poco i corridoi e l’atrio degli armadietti si sarebbero popolati di altri bambini.

- Rufy, presto, la falce della morte non è più al sicuro qui. Mi aiuti a nasconderla? –

Cappello di paglia non se lo fece ripetere due volte. Maka lo prese per il braccio e lo condusse di corsa verso le altre aule, facendo attenzione ad evitare i posti troppo affollati.
  
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