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Autore: Last Hope    09/06/2013    5 recensioni
Perché diavolo Alice non mi aveva detto che suo fratello era un figone stratosferico?
Ti prego Dio, so che non siamo in ottimi rapporti, ma fammi lavorare in un posto dove  non ci sia lui, o non combinerò nulla di buono.
<<  .. quindi sarà la mia segretaria. >>
Il sorriso che avevo sulle labbra sparì. Cosa? Avevo sentito bene?
<<  La sua… segretaria? >>  No, ho capito male, vero?
<<  Certo, non mi dica che si aspettava un incarico più importante >> disse in modo quasi derisorio.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CAPITOLO 2.
“ I’m sexy and i know it ”
<< Su con quelle gambe! Voglio venti squot! >>  Sgranai gli occhi e sentii le forze venirmi meno. Venti squot, ma era impazzita? Guardai Alice che aveva iniziato a fare l’esercizio, buttando fuori l’aria ogni qual volta scendeva giù.
<< Isabella! Non ti vedo fare gli esercizi! >> la voce dell’istruttrice rimbombò in tutta la sala, superando di qualche ottava la musica. Il folletto che avevo accanto mi lanciò un occhiata come ad incitarmi ad iniziare, sbuffai e iniziai a fare i venti squot che mi spettavano. Ancora dovevo capire chi me l’aveva fatta fare a venire in palestra, fatemi morire nella mia taglia 44!
Finii la mia serie di squot e fu terribile, come se ogni parte del mio sedere si staccasse e cadesse a terra. << Ora voglio trenta affondi, e non voglio soste, chiaro? >>  Fulminai con lo sguardo la Kung Fu Panda che stava dando gli esercizi e iniziai a fare gli affondi. Era facile per lei, non doveva fare praticamente niente; anche io mi sarei potuta mettere lì e dare ordini a destra e a manca, “ Spingete le pareti, voglio che le spostiate di un centimetro! “, volevo vedere se ci sarebbe riuscita la Tartaruga Ninja a spostare le pareti. Che poi era brutta, brutta come uno scarafaggio calpestato. 
<< Isabella, più veloce! >> sbottò, vedendo che la stavo fulminando con lo sguardo ad ogni affondo. Mi sentivo come il sargente Palla di Lardo in Full Metal Jacket, ma la cretina ero io, che l’avevo pure pagata per farmi bestemmiare e sudare. Domani in ufficio avrei dovuto camminare con la carrozzina, ne ero sicura.
<< Bella, torneremo a casa a piedi >> Alice disse quella frase con nochalance, ma io mi bloccai, con il ginocchio destro a terra, e con la gamba sinistra che formava un angolo retto.
<< Come? >>   i suoi occhi verdi si scontrarono con i miei, mi sorrise e continuò a fare gli esercizi, mentre riprendeva parola. << a Emmett serviva la macchina, così torneremo da me a piedi, possiamo approfittarne per fare una corsetta >>, esultò.
Digrignai i denti e ripresi a fare quei fottutissimi affondi, più nervosa che mai. Alice mi aveva fatto promettere che l’avrei accompagnata a lezione di fitness, insomma ci eravamo alleate per una vita fatta all’insegna della sportività. Quando le avevo chiesto a cosa le serviva iscriversi in palestra lei mi guardò e mi si avvicinò “ dobbiamo rassodare Bella “ prese una mia coscia e iniziò a toccarla con l’indice “ dobbiamo rassodare questa ciccetta. E poi lo sport serve anche a scaricare lo stress “.
Fanculo.
Io amavo la mia ciccetta.
Tuttavia accettai per ricambiare il favore che Alice mi aveva fatto facendomi assumere alla Cullen Corp, senza contare che lì avrei potuto sfogare il mio nervosismo, e dedicare tutti i miei pensieri alla dittatrice che impartiva ordini qualche metro più avanti, mettendo da parte Edward Cullen. Quando la lezione finì, prendemmo il giacchetto, e come anticipato da Alice, iniziammo a correre verso casa sua. Lei correva, io mi limitavo a camminare, e quando si girava iniziavo a correre anche io, in modo da non sentire le sue lamentele; ero a pezzi, una volta a casa Cullen mi sarei rinchiusa nella camera degli ospiti e sarei morta sul letto.
Per fortuna Edward viveva per conto suo.
Il folletto si fermò davanti una vetrina di Chocolate Shop e come una bambina appoggiò i palmi e il naso all’enorme vetrata, << Alice, siamo a dieta >>, lei si girò verso di me e lasciando il vetro appannato annuì, << Hai ragione Bells, forza. Teniamo testa a uno dei sette peccati capitali >> mormorò riprendendo a camminare.
Rimirai i dolcetti in vetrina e mi avvicinai; io adoravo essere presa per la gola… no, non strozzata, ma il cibo era la mia passione.
Ero triste, mangiavo.
Ero contenta, mangiavo.
Ero in ansia, mangiavo.
Ero nervosa, mangiavo.
Perché avere un uomo se il cibo non ti da noia e non parla?
Mi sentii afferrare per il braccio e la vetrina scomparve a poco a poco dalla mia vista. << Non dobbiamo cedere, Bella! >>
<< Stavo maledicendo i dolcetti e le loro chilocalorie. Io non cederò. >>
Dolcetti, domani sarei tornata da voi.
--
<< Mamma, siamo a casa! >> Alice entrò in casa urlando e saltellando. 
Villa Cullen era enorme, aveva un giardino con tantissimi tipi di fiori, per la maggior parte rose, e all’interno del giardino, al centro, c’era una fontanella.
Le mura esterne erano bianche, il che forniva alla villa una grande sobrietà; e mentre fuori la casa era sobria, dentro era tutto moderno e tecnologico.
<< Ciao ragazze! >> La signora Cullen si avvicinò a noi e ci sorrise, evidenziando così le graziosissime fossette che aveva sulle guance, identiche a quelle di Alice e Edward.
<< Ciao Esme >> la salutai con un cenno della mano, ero tutta sudata e di certo non volevo impiastricciare la poveretta.
<< Mamma, noi andiamo a fare una doccia, ci vediamo dopo >> La nana mi prese per mano e mi portò al piano superiore, facendomi entrare nella stanza degli ospiti. Aprì un cassettone tirando fuori degli asciugamani e un accappatoio pulito, me li diede e si dileguò, sospirai ed entrai nell'enorme bagno, la doccia era enorme, in pexiglass con la radio,l'interfono e la sauna incorporata, senza contare che nelle camere principali c'era anche l'idromassaggio.
Il getto d'acqua calda mi provocò un brivido lungo la schiena, i miei muscoli si stavano rilassando da tutto lo stress che avevo accumulato in quei giorni; lavorare alla Cullen Corp era difficile, soprattutto se il tuo capo soffriva di sbalzi di umore e faceva muovere i tuoi ormoni a trecentosessanta gradi.
http://www.youtube.com/watch?v=Fh1ZFNoREjg
Accesi la radio della doccia che si collegava a tutta la camera e iniziai a insaponarmi per togliere quello strato di sudore che ormai si era compattato alla pelle, l'odore di cocco mi inebriò i sensi, lavai anche i capelli e chiusi il getto d'acqua, lasciando la radio aperta per asciugarmi e cambiarmi. 
Infilai l'intimo di pizzo e con il telo di spugna mi tamponai i capelli e poi versai un pò di olio Jhonson sulle mani per poi passarlo sul mio corpo, per idratare la pelle; legai i capelli in una crocchia per non farli ungere di olio ed entrai in camera, volteggiando su me stessa.
Adoravo la musica, era una compagna perfetta, e spesso curavo l'emicrania con una bella canzone, era strano, ma con me funzionava, la musica era una terapia perfetta secondo e.
<< Lalalalala i want you .. >> scossi la testa e la pinza cadde per terra, lasciando i miei capelli sciolti. Mi abbassai per raccoglierla, ma la mia attenzione fu catturata da un paio di scarpe nere, alzai lo sguardo e vidi Edward appoggiato allo stipite della porta che mi fissava, inghiottii un fiotto di saliva e mi andai a nascondere dietro la tenda. << Ma sei impazzito? >> urlai, fulminandolo con lo sguardo.
<< Scusa, credevo che la radio si fosse accesa da sola, nessuno mi aveva avvertito che ci fossero ospiti >> spiegò con naturalezza, mettendosi le mani nelle tasche con noschalance. Digrignai i denti e ringhiai verso di lui, odiavo la compostezza che riusciva a mantenere in tutte le situazioni; ma soprattutto odiavo il fatto che mi avesse vista in intimo ballare come una deficiente. Come avrei fatto a guardarlo negli occhi?
<< Bene, hai constatato che la radio non è rotta, ora evapora >> Sul suo viso si dipinse un sorriso sghembo, e dopo avermi procurato un crollo delle coronarie con un occhiolino, si chiuse la porta alle spalle.
Mi infilai un vestitino color vinaccia e scesi in cucina, dove si trovava tutta la famiglia Cullen.
<< Bella, finalmente ti incontriamo nella grande mela! >> Carlisle mi venne a salutare, mi scompigliò i capelli e mi sorrise.
Lo avevo visto molte volte quando io e Alice eravamo all'università, capitava che spesso venissero a trovarla. Li avevo conosciuti quando un pomeriggio mi ero presentata da Alice con una montagna di vestiti tra le braccia,in panico, perchè non sapevo cosa mettere per uscire con Tyler.
Quell'appuntamento fu un vero e proprio disastro, dovetti accompagnare Tyler a casa sua, ubriaco, cercando di sedare i suoi piagnistei, causati dalla rottura con Mel, la sua (ex) ragazza.
<< Mi fa piacere rivederti Carlisle >> mormorai.
<< Loro sono mio figlio Emmett, e la sua ragazza Rosalie, sorella di Jasper >> mi spiegò, mentre un ragazzone in giacca e cravatta mi salutava stringendomi la mano.
<< Io sono Emmett, Alice ci ha parlato molto di te >> cercò di nascondere una risatina e io assottigliai gli occhi, guardando la nanerottola seduta sul bracciolo del divano.
<< Cosa gli hai detto? >> A quel punto Emmett scoppiò in una grossa risata, mentre tutti avevano un sorriso dipinto sul volto.
<< Beh...io potrei aver raccontato qualche episodio del college >> mormorò Alice, alzandosi e facendo qualche passo indietro.
<< Specifica il qualche, Al.. >> continuai.
<< Ad esempio quando hai fatto il viaggio fino a casa con metà borsa fuori dal tram, mentre cercavi di tirarla dentro >> prese parola Emmett. 
<< O quando sei caduta nella fontana del college >> continuò Rosalie.
<< O quando hai fatto finta di essere lesbica per declinare definitivamente le avances di quel Sam >> finì Edward.
Sentii chiaramente la mia autostima scavarsi la fossa da sola, sospirai e mi sedetti sul divano, prendendomi la testa tra le mani.
<< Bella... >> Alice si avvicinò a me. Cosa potevo farci se le figure di merda mi perseguitavano fin da quando ero in fasce?
Mi ricordo al liceo una versione; la frase corretta era " un comandante ha ordinato a un soldato di lanciare un giavellotto contro i nemici", la mia frase era " Un comandante ha ordinato a un uomo depilato di lanciarsi con un palo contro i nemici."
Fu... terribile.
La cosa positiva è che risi per giorni ad immaginarmi il tizio depilato lanciarsi contro i nemici. S
Scoppiai a ridere ricordando la faccia della prof mentre leggevo la mia frase, io le avevo detto che era sbagliata, ma lei invece di farla correggere a quache altra persona, la fece correggere a me.
Come quando ivece di forza, trovai come parola " mebro virile", e nel compito scrissi " l'uomo dal membro virile, avanzò in battaglia, lasciando stupiti i nemici ".
Inutile dire che iniziai a prendere ripetizioni private di latino.
<< Ragazzi, la cena è pronta. >> Ci alzammo tutti e iniziammo a mangiare con gusto le pietanze mangiate da Esme. Ma, ora che ci pensavo, Edward non sarebbe dovuto essere qui!
Di certo non potevo chiedergli " cosa ci fai in casa dei tuoi genitori? ", no, decisamente non potevo.
<< Allora Bella, come va il lavoro? >> domandò Carlisle, cercando di intavolare una conversazione decente.
<< Bene, va benissimo Carlisle, grazie ancora di tutto >> mormorai imbarazzata giocando con il pezzo di carne nel mio piatto.
<< Figurati, lo sai che ormai ti considero come una figlia >> Sorrisi e addentai lo spezzatino con le olive.
<< E' molto brava nel suo lavoro >> intervenne Edward, fissandomi. Certo, dice così, ma scommetto che quando gli ho versato il caffè bollente addosso, non la pensava allo stesso modo.
--
<< Ragazzi scusate, io salgo sopra a dormire, sono molto stanca >> mormorai alzandomi e captando qualche dolore a cosce e addome. Maledetta Tartaruga Ninja, lo sapevo che mi sarei ridotta male.
<< Tranquilla Isa, tra poco vado a dormire anche io. Ho i muscoli che mi fanno malissimo >> disse Alice stiracchiandosi.
<< Sappi che questa è la prima e ultima volta che sono andata in palestra. >> lei sgranò gli occhi e storse la bocca.
<< Non puoi, hai già pagato il mese. >> scrollai le spalle e la guardai. << Alice, non posso andare a lavoro distrutta >>
<< Ha ragione , nana. Poi i disastri li combina nel mio ufficio, non nel tuo >> intervenne Edward che era sul divano con gli altri.
<< Ah-ah >> risi sarcasticamente. << Buonanotte >>
Salii le  scale e mi infilai in camera, mi cambiai mettendo un pantaloncino e un top e mi buttai sul letto.
Qualcuno bussò alla porta.
<< Avanti! >> La porta si aprì, e la figura di Edward si palesò ai miei occhi in tutto il suo splendore.
<< Volevo solo augurarti buonanotte >> disse avvicinandosi. Si sedette al lato del letto e mi lasciò un lungo bacio sulla fronte.
<< Buonanotte Isabella >> , sorrise, e come era venuto, se ne andò.
Benissimo, adesso con il cavolo che avrei dormito.
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=85007213&.locale=it

Ciao ragazze, eccomi di nuovo qui!

Allora, ci tenevo a ringraziarvi di cuore, non mi aspettavo davvero il vostro appoggio e il vostro entusiasmo, quindi grazie.

Poi, volevo dirvi che aggiornerò ogni settimana, quindi in questo caso, ogni Domenica.

Ci tenevo a scusarmi,  questo capitolo e il prossimo capitolo di Unforgettable non mi piacciono molto, questo perchè non sono in realtà come li avevo scritti dal principio, infatti non so perchè, ma non si aprono più con il programma originale, il computer mi dice che devo ripristinare il programma, che nel pannello di controllo però non c'è. Ho provato ad aprirli con questo programma ( Word Pad), ma dice che non supporta tutto il formato, o qualcosa del genere, quindi mi dava parti del tutto mancanti, e allora mi sono dovuta rimettere a tavolino e riscrivere TUTTO, dovrò quindi riscrivere ogni cosa dal principio.

Mi dispiace soprattutto per Unforgettable, perchè quando ho scritto quel capitolo mi sono talmente emozionata che mi sono messa a piangere.

Uff, se solo penso che devo riscrivere tutto, e che quindi non sarà come prima... mi sale la rabbia.

Va bene, ho finito di lamentarmi.

Un bacione, fatemi sapere cosa ne pensate!

 

 

 

 

CAPITOLO 2.

 


“ I’m sexy and i know it ”

<< Su con quelle gambe! Voglio venti squot! >>  Sgranai gli occhi e sentii le forze venirmi meno. Venti squot, ma era impazzita? Guardai Alice che aveva iniziato a fare l’esercizio, buttando fuori l’aria ogni qual volta scendeva giù.

<< Isabella! Non ti vedo fare gli esercizi! >> la voce dell’istruttrice rimbombò in tutta la sala, superando di qualche ottava la musica. Il folletto che avevo accanto mi lanciò un occhiata come ad incitarmi ad iniziare, sbuffai e iniziai a fare i venti squot che mi spettavano.

Ancora dovevo capire chi me l’aveva fatta fare a venire in palestra, fatemi morire nella mia taglia 44!

Finii la mia serie di squot e fu terribile, come se ogni parte del mio sedere si staccasse e cadesse a terra. << Ora voglio trenta affondi, e non voglio soste, chiaro? >>  Fulminai con lo sguardo la Kung Fu Panda che stava dando gli esercizi e iniziai a fare gli affondi. Era facile per lei, non doveva fare praticamente niente; anche io mi sarei potuta mettere lì e dare ordini a destra e a manca, “ Spingete le pareti, voglio che le spostiate di un centimetro! “, volevo vedere se ci sarebbe riuscita la Tartaruga Ninja a spostare le pareti.

Che poi era brutta, brutta come uno scarafaggio calpestato. << Isabella, più veloce! >> sbottò, vedendo che la stavo fulminando con lo sguardo ad ogni affondo. Mi sentivo come il sargente Palla di Lardo in Full Metal Jacket, ma la cretina ero io, che l’avevo pure pagata per farmi bestemmiare e sudare. Domani in ufficio avrei dovuto camminare con la carrozzina, ne ero sicura.<< Bella, torneremo a casa a piedi >> Alice disse quella frase con nochalance, ma io mi bloccai, con il ginocchio destro a terra, e con la gamba sinistra che formava un angolo retto.<< Come? >>   i suoi occhi verdi si scontrarono con i miei, mi sorrise e continuò a fare gli esercizi, mentre riprendeva parola. << a Emmett serviva la macchina, così torneremo da me a piedi, possiamo approfittarne per fare una corsetta >>, esultò.

Digrignai i denti e ripresi a fare quei fottutissimi affondi, più nervosa che mai. Alice mi aveva fatto promettere che l’avrei accompagnata a lezione di fitness, insomma ci eravamo alleate per una vita fatta all’insegna della sportività. Quando le avevo chiesto a cosa le serviva iscriversi in palestra lei mi guardò e mi si avvicinò “ dobbiamo rassodare Bella “ prese una mia coscia e iniziò a toccarla con l’indice “ dobbiamo rassodare questa ciccetta. E poi lo sport serve anche a scaricare lo stress “.

Fanculo.

Io amavo la mia ciccetta.

Tuttavia accettai per ricambiare il favore che Alice mi aveva fatto facendomi assumere alla Cullen Corp, senza contare che lì avrei potuto sfogare il mio nervosismo, e dedicare tutti i miei pensieri alla dittatrice che impartiva ordini qualche metro più avanti, mettendo da parte Edward Cullen. Quando la lezione finì, prendemmo il giacchetto, e come anticipato da Alice, iniziammo a correre verso casa sua.

Lei correva, io mi limitavo a camminare, e quando si girava iniziavo a correre anche io, in modo da non sentire le sue lamentele; ero a pezzi, una volta a casa Cullen mi sarei rinchiusa nella camera degli ospiti e sarei morta sul letto.Per fortuna Edward viveva per conto suo.Il folletto si fermò davanti una vetrina di Chocolate Shop e come una bambina appoggiò i palmi e il naso all’enorme vetrata, << Alice, siamo a dieta >>, lei si girò verso di me e lasciando il vetro appannato annuì, << Hai ragione Bells, forza. Teniamo testa a uno dei sette peccati capitali >> mormorò riprendendo a camminare.Rimirai i dolcetti in vetrina e mi avvicinai; io adoravo essere presa per la gola… no, non strozzata, ma il cibo era la mia passione.Ero triste, mangiavo.Ero contenta, mangiavo.Ero in ansia, mangiavo.Ero nervosa, mangiavo.Perché avere un uomo se il cibo non ti da noia e non parla?Mi sentii afferrare per il braccio e la vetrina scomparve a poco a poco dalla mia vista. << Non dobbiamo cedere, Bella! >>

<< Stavo maledicendo i dolcetti e le loro chilocalorie. Io non cederò. >>Dolcetti, domani sarei tornata da voi.
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<< Mamma, siamo a casa! >> Alice entrò in casa urlando e saltellando. Villa Cullen era enorme, aveva un giardino con tantissimi tipi di fiori, per la maggior parte rose, e all’interno del giardino, al centro, c’era una fontanella.Le mura esterne erano bianche, il che forniva alla villa una grande sobrietà; e mentre fuori la casa era sobria, dentro era tutto moderno e tecnologico.<< Ciao ragazze! >> La signora Cullen si avvicinò a noi e ci sorrise, evidenziando così le graziosissime fossette che aveva sulle guance, identiche a quelle di Alice e Edward.<< Ciao Esme >> la salutai con un cenno della mano, ero tutta sudata e di certo non volevo impiastricciare la poveretta.<< Mamma, noi andiamo a fare una doccia, ci vediamo dopo >> La nana mi prese per mano e mi portò al piano superiore, facendomi entrare nella stanza degli ospiti. Aprì un cassettone tirando fuori degli asciugamani e un accappatoio pulito, me li diede e si dileguò, sospirai ed entrai nell'enorme bagno, la doccia era enorme, in pexiglass con la radio,l'interfono e la sauna incorporata, senza contare che nelle camere principali c'era anche l'idromassaggio.Il getto d'acqua calda mi provocò un brivido lungo la schiena, i miei muscoli si stavano rilassando da tutto lo stress che avevo accumulato in quei giorni; lavorare alla Cullen Corp era difficile, soprattutto se il tuo capo soffriva di sbalzi di umore e faceva muovere i tuoi ormoni a trecentosessanta gradi.

http://www.youtube.com/watch?v=Fh1ZFNoREjg

Accesi la radio della doccia che si collegava a tutta la camera e iniziai a insaponarmi per togliere quello strato di sudore che ormai si era compattato alla pelle, l'odore di cocco mi inebriò i sensi, lavai anche i capelli e chiusi il getto d'acqua, lasciando la radio aperta per asciugarmi e cambiarmi. Infilai l'intimo di pizzo e con il telo di spugna mi tamponai i capelli e poi versai un pò di olio Jhonson sulle mani per poi passarlo sul mio corpo, per idratare la pelle; legai i capelli in una crocchia per non farli ungere di olio ed entrai in camera, volteggiando su me stessa.Adoravo la musica, era una compagna perfetta, e spesso curavo l'emicrania con una bella canzone, era strano, ma con me funzionava, la musica era una terapia perfetta secondo me.

<< Lalalalala i want you .. >> scossi la testa e la pinza cadde per terra, lasciando i miei capelli sciolti. Mi abbassai per raccoglierla, ma la mia attenzione fu catturata da un paio di scarpe nere, alzai lo sguardo e vidi Edward appoggiato allo stipite della porta che mi fissava, inghiottii un fiotto di saliva e mi andai a nascondere dietro la tenda. << Ma sei impazzito? >> urlai, fulminandolo con lo sguardo.

<< Scusa, credevo che la radio si fosse accesa da sola, nessuno mi aveva avvertito che ci fossero ospiti >> spiegò con naturalezza, mettendosi le mani nelle tasche con noschalance. Digrignai i denti e ringhiai verso di lui, odiavo la compostezza che riusciva a mantenere in tutte le situazioni; ma soprattutto odiavo il fatto che mi avesse vista in intimo ballare come una deficiente. Come avrei fatto a guardarlo negli occhi?<< Bene, hai constatato che la radio non è rotta, ora evapora >> Sul suo viso si dipinse un sorriso sghembo, e dopo avermi procurato un crollo delle coronarie con un occhiolino, si chiuse la porta alle spalle.

Mi infilai un vestitino color vinaccia e scesi in cucina, dove si trovava tutta la famiglia Cullen.<< Bella, finalmente ti incontriamo nella grande mela! >> Carlisle mi venne a salutare, mi scompigliò i capelli e mi sorrise.Lo avevo visto molte volte quando io e Alice eravamo all'università, capitava che spesso venissero a trovarla. Li avevo conosciuti quando un pomeriggio mi ero presentata da Alice con una montagna di vestiti tra le braccia,in panico, perchè non sapevo cosa mettere per uscire con Tyler.

Quell'appuntamento fu un vero e proprio disastro, dovetti accompagnare Tyler a casa sua, ubriaco, cercando di sedare i suoi piagnistei, causati dalla rottura con Mel, la sua (ex) ragazza.<< Mi fa piacere rivederti Carlisle >> mormorai.<< Loro sono mio figlio Emmett, e la sua ragazza Rosalie, sorella di Jasper >> mi spiegò, mentre un ragazzone in giacca e cravatta mi salutava stringendomi la mano.<< Io sono Emmett, Alice ci ha parlato molto di te >> cercò di nascondere una risatina e io assottigliai gli occhi, guardando la nanerottola seduta sul bracciolo del divano.<< Cosa gli hai detto? >> A quel punto Emmett scoppiò in una grossa risata, mentre tutti avevano un sorriso dipinto sul volto.<< Beh...io potrei aver raccontato qualche episodio del college >> mormorò Alice, alzandosi e facendo qualche passo indietro.<< Specifica il qualche, Al.. >> continuai.

<< Ad esempio quando hai fatto il viaggio fino a casa con metà borsa fuori dal tram, mentre cercavi di tirarla dentro >> prese parola Emmett. << O quando sei caduta nella fontana del college >> continuò Rosalie.<< O quando hai fatto finta di essere lesbica per declinare definitivamente le avances di quel Sam >> finì Edward.

Sentii chiaramente la mia autostima scavarsi la fossa da sola, sospirai e mi sedetti sul divano, prendendomi la testa tra le mani.<< Bella... >> Alice si avvicinò a me. Cosa potevo farci se le figure di merda mi perseguitavano fin da quando ero in fasce?Mi ricordo al liceo una versione; la frase corretta era " un comandante ha ordinato a un soldato di lanciare un giavellotto contro i nemici", la mia frase era " Un comandante ha ordinato a un uomo depilato di lanciarsi con un palo contro i nemici."

Fu... terribile.

La cosa positiva è che risi per giorni ad immaginarmi il tizio depilato lanciarsi contro i nemici. SScoppiai a ridere ricordando la faccia della prof mentre leggevo la mia frase, io le avevo detto che era sbagliata, ma lei invece di farla correggere a quache altra persona, la fece correggere a me.Come quando ivece di forza, trovai come parola " mebro virile", e nel compito scrissi " l'uomo dal membro virile, avanzò in battaglia, lasciando stupiti i nemici ".Inutile dire che iniziai a prendere ripetizioni private di latino.

<< Ragazzi, la cena è pronta. >> Ci alzammo tutti e iniziammo a mangiare con gusto le pietanze mangiate da Esme. Ma, ora che ci pensavo, Edward non sarebbe dovuto essere qui!Di certo non potevo chiedergli " cosa ci fai in casa dei tuoi genitori? ", no, decisamente non potevo.

<< Allora Bella, come va il lavoro? >> domandò Carlisle, cercando di intavolare una conversazione decente.<< Bene, va benissimo Carlisle, grazie ancora di tutto >> mormorai imbarazzata giocando con il pezzo di carne nel mio piatto.<< Figurati, lo sai che ormai ti considero come una figlia >> Sorrisi e addentai lo spezzatino con le olive.<< E' molto brava nel suo lavoro >> intervenne Edward, fissandomi.

Certo, dice così, ma scommetto che quando gli ho versato il caffè bollente addosso, non la pensava allo stesso modo.

 

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<< Ragazzi scusate, io salgo sopra a dormire, sono molto stanca >> mormorai alzandomi e captando qualche dolore a cosce e addome. Maledetta Tartaruga Ninja, lo sapevo che mi sarei ridotta male.<< Tranquilla Isa, tra poco vado a dormire anche io. Ho i muscoli che mi fanno malissimo >> disse Alice stiracchiandosi.<< Sappi che questa è la prima e ultima volta che sono andata in palestra. >> lei sgranò gli occhi e storse la bocca.<< Non puoi, hai già pagato il mese. >> scrollai le spalle e la guardai. << Alice, non posso andare a lavoro distrutta >>

<< Ha ragione , nana. Poi i disastri li combina nel mio ufficio, non nel tuo >> intervenne Edward che era sul divano con gli altri.<< Ah-ah >> risi sarcasticamente. << Buonanotte >>Salii le  scale e mi infilai in camera, mi cambiai mettendo un pantaloncino e un top e mi buttai sul letto.Qualcuno bussò alla porta.<< Avanti! >> La porta si aprì, e la figura di Edward si palesò ai miei occhi in tutto il suo splendore.<< Volevo solo augurarti buonanotte >> disse avvicinandosi. Si sedette al lato del letto e mi lasciò un lungo bacio sulla fronte.<< Buonanotte Isabella >> , sorrise, e come era venuto, se ne andò.

 

 

Benissimo, adesso con il cavolo che avrei dormito.

 

 

 

 

 

 

 

Mary's Place:


Vestiti Bella:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=85007213&.locale=it

Alla prossima settimana ragazze!!

 

   
 
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