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Autore: Cheche    10/06/2013    5 recensioni
Nella città in cui ha inizio la nostra storia abitano i membri di una band famosa sulla scena internazionale. Il nome del complesso è Some Dirty Secrets, un nome capace di attirare l'attenzione. Ma i 'segreti sporchi' non riguardano solo i tre affascinanti componenti del gruppo, ma anche quelle vite che si intrecciano inevitabilmente con le loro.
Comicità, dramma e vita di tutti i giorni coesistono in questa storia; come nella realtà. O forse no?
[Personaggi e Shipping a sorpresa] [Massiccia presenza di AU e OOC!]
Genere: Comico, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga
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Ecco, finalmente, questa storia. Questa long che ho nel cassetto da ormai molti mesi. L'ho progettata minuziosamente (o quasi), sapete? Eppure all'interno c'è l'OOC, c'è l'AU... cose che molti non sopportano. Spero però che in questa storia vi risultino gradevoli. Mi sono divertita a far apparire i nostri eroi come "persone del nostro mondo", imperfetti eppure forse un filino più stravaganti. L'introduzione sarà presente soltanto nel primo capitolo, mentre per i prossimi mi avvarrò solo delle note finali. I personaggi principali sono dieci. Se vi state chiedendo se è davvero Pino il tipo dell'icon, la risposta è semplice: sì, ed è uno dei personaggi della lista dei dieci. I personaggi sono da visualizzare secondo l'immagine che ne dà il manga, ma alcuni saranno talmente OOC che potrebbe essere necessario accantonare i loro veri caratteri. Non tutti, però. L'idea di questa storia è nata da una gara a plot. Ho scelto dieci personaggi che, a seconda del numero, sono stati distribuiti all'interno dei venti plot a me assegnati da Akemi_Kaires. Da lì ho avuto la difficile idea: e se scrivessi una long e per ogni capitolo ci fosse un plot? Prima di lasciarvi procedere con la lettura, vorrei però spendere due paroline per i ringraziamenti. Ringrazio Akemi_Kaires, senza la quale questa storia non avrebbe mai visto la luce. Voglio che sappia che, anche se il nostro rapporto non è sempre facilissimo, sarà sempre una persona importantissima. Sono cose che già sa, ma so che sentirsele dire fa piacere! E un ringraziamento speciale non potevo non lasciarglielo. Ringrazio allo stesso modo anche Faint, che più di ogni altro ha sostenuto la stesura di questa storia e tiene moltissimo ad essa. Spero di non deluderti mai. Ti voglio bene, puzzetta! Ringrazio anche Feralis, il cui interesse per la storia mi sprona a dare il meglio. Sei dolcissima, Coccodrilla. Ringrazio infine tutti coloro che leggeranno, recensiranno o inseriranno questa long tra le seguite/preferite/ricordate. Dunque, termino i convenevoli e vi lascio finalmente alla lettura!



 

Dedicato a tutte le Pinete. E no, l'essere ambientalisti non c'entra niente.



Capitolo 1 – Il mondo dorato dei fanclub delle celebrità





Si dice che ogni persona abbia la propria anima gemella, un individuo al quale è collegata col filo rosso del destino, qualcosa di mistico e invisibile che cinge il nostro mignolo fin dalla nascita e che prima o poi dovrebbe condurci verso colui o colei che la sorte ci ha riservato.
Red credeva a tutte queste leggende metropolitane, perché dentro di sé era un bambinone che si era sempre rifiutato di crescere. Un tipo strano, lui, sebbene a prima vista non sembrasse molto diverso dagli altri ragazzotti diciannovenni, compresi i suoi compagni che studiavano al DAMS1. Eppure passava molto del suo tempo a perdersi nei suoi mondi, ogni giorno si chiudeva nella propria stanza ad ascoltare musica di svariati generi e, a seconda delle melodie, immaginava di essere un Red diverso: un cavaliere, un cowboy, uno stregone.
I suoi genitori non avevano avuto modo di notare, essendo a loro l’accesso precluso, i manifesti che avevano iniziato da un po’ di tempo ad affollare le pareti della stanza del loro unico figlio. Poster dello stesso gruppo rock, che stava diventando per il ragazzo – e non solo per lui - una vera e propria ossessione.
I Some Dirty Secrets – abbreviato SDS – erano un complesso formato da tre giovanissimi talenti, ormai famoso sulla scena internazionale. Risiedevano nella stessa città di Red, il centro abitato in cui ebbe inizio questa storia.
La band aveva il merito di avere una cantante e chitarrista che, oltre ad essere assai talentuosa, era dotata anche di una conturbante bellezza in grado di far impazzire moltissimi uomini. Il suo nome, Blue, da un po’ di tempo era la parola che si udiva più spesso scivolare fuori dalle labbra della fauna maschile cittadina.
Red, che aveva alle spalle una relazione conclusasi nel migliore dei modi – Yellow era rimasta una sua buona amica -, sperava vivamente che il suo filo rosso del destino fosse collegato al mignolo della splendida artista. Era convinto di essere abbastanza interessante per costituire per lei un buon partito, oltre ad avere – punto a sostegno della sua tesi - la stessa età della ragazza.
Un giorno si ritrovò fra le mani un volantino che lo avrebbe aiutato a risolvere quella benedetta faccenda del vincolo del fato: un foglietto di carta dallo sgargiante colore arancione, che recava scritta a grandi lettere la dicitura ‘Fanclub ufficiale di Blue’. Sotto erano stampate tutte le indicazioni necessarie per raggiungerlo, compresi gli orari degli appuntamenti settimanali.
Fu così che alle sei del pomeriggio di un qualunque martedì autunnale, finite le lezioni, Red si recò sul posto senza sapere cosa aspettarsi.

Nel momento in cui un’elegante Porsche cabriolet dalla verniciatura grigio perla parcheggiò davanti alla sede del Circolo, Red cominciò a pentirsi di aver desiderato portare la propria passione per Blue allo scoperto. La portiera si aprì proprio davanti al suo naso, rischiando di schiacciarlo, mentre uno stordente odore di sigaro alla vaniglia lo investiva e il suo docente di Storia dell’Arte, che Red era convinto di aver appena lasciato alla sede universitaria senza doverlo più vedere per un giorno intero, usciva dalla vettura con movimenti fluidi e gli concedeva uno sguardo di altezzosa sufficienza.
“E tu chi saresti, bambino?” Disse il professore associato Adriano Sootopolis, tirando dal sigaro tenuto tra le dita ingioiellate e soffiandone il fumo sul viso di Red. “Hai dei bei capelli. Puoi dirmi che shampoo usi?”
Di certo non uso uno shampoo per capelli azzurri.Pensò Red, osservando l’improbabile ciuffo celeste che fuoriusciva da sotto il cappello del professore.
Tralasciando l’anormalità dell’atteggiamento dell’uomo, il ragazzo non immaginava che per un insegnante universitario fosse del tutto normale non ricordarsi minimamente dei suoi alunni finché questi non si presentavano ad un esame orale. Red era anche una matricola e, dal basso della sua inesperienza, si irritò moltissimo.
“Ma come, professore? Non ricorda?” Domandò Red, a denti stretti.
“Aspetti. Lei sarebbe un mio studente?” Sootopolis passò repentinamente al ‘lei’ per rivolgersi al ragazzo. “Non potrei mai ricordarmi, siete più di un centinaio. Abbiate pazienza.” Sebbene i modi dell’insegnante si fossero fatti più formali, anche questa volta uno sbuffo di stomachevole fumo vanigliato investì il viso di Red.
Il ragazzo dal canto suo era imbarazzato, tanto che dovette reprimere la tentazione di tossire infastidito da quell’odore dolciastro e penetrante. Chissà quante altre figuracce avrebbe fatto davanti ai docenti, nel corso di quel disorientante primo anno!
Nel frattempo i fan di Blue avevano formato un capannello davanti all’entrata di un piccolo edificio che non si sapeva come avrebbe fatto ad ospitarli tutti. Red già si immaginava tra quelle mura, attaccato stretto al suo professore e a qualche altro sconosciuto, tutti simili a sardine in scatola.
“Oh, bel macello.” Commentò Sootopolis tra sé. Red gli lanciò un’occhiata obliqua mentre riuscivano finalmente ad entrare in un atrio inaspettatamente spazioso. Quell’insegnante era palesemente gay – insegnava Storia dell’Arte alle matricole e pareva aver provato gusto, a lezione, a descrivere con inutile perizia di particolari la scultura della Grecia Classica. Non si spiegava perché un effemminato dall’aria retrò come lui si fosse presentato all’incontro dei fan di Blue.
“E’ stata una bella lezione quella di oggi, mh?” Chiese il professore vantandosi. Subito una vocina nella testa di Red gridò ‘no!’ in risposta. Odiava con tutto se stesso Storia dell’Arte; purtroppo, studiando al DAMS, gli toccava sorbirla.
“Cosa ne pensa del Doriforo2?” Chiese Sootopolis, spegnendo il sigaro contro il muro che, fino ad un attimo prima, era bianco.
Penso che quella statua ce l’abbia piccolo, prof! Oh, la tentazione di rispondere così era immensa. Tuttavia persino Red comprendeva che non era proprio il caso. Dato che del Doriforo ricordava solo il pendaglietto – d’altronde la lezione gli era servita unicamente per aprire il libro una volta tanto, anche perché credeva che non l’avrebbe mai più fatto -, decise saggiamente di cambiare argomento e di trattarne uno più consono.
“Le piace Blue, professore?” Domandò, mentre scoccava un’occhiata desolata ai presenti che avevano iniziato ad occupare le sedie disposte nell’ambiente spartano. Pareva un raduno di nerd occhialuti, dotati dell’oscuro potere di far sentire Red fuori luogo.
“Mi piace molto, sì. Quella ragazza è un capolavoro.” Commentò Sootopolis con l’intento di sembrare quieto, risultando nonostante ciò pomposo nel tono e nei gesti.
Red sospirò, guardandosi attorno alla ricerca di una sedia abbastanza lontana da quell’individuo. Ne vide ben due libere, vicine ad un tavolo. Fantastico, non si sarebbe facilmente liberato dell’assurdo professore.
Lanciò un altro rapido sguardo agli astanti. Occhialuti, brufolosi, grigi; brutti, in poche parole. Se quelli erano i pretendenti di Blue, allora Red era sicuro di avere tutte le speranze di questo mondo. L’unico vagamente carino assomigliava terribilmente ad una donna – ma siamo sicuri che non lo fosse? - e, ora che lo guardava meglio, gli sembrava di averlo anche visto da qualche parte.
L’effemminato ragazzo gli si avvicinò con un sorriso strafottente; gli occhi chiari scintillavano dietro ai ridicoli occhiali che volevano assomigliare ad una mascherina carnevalesca, ma rendevano quel giovanotto pericolosamente simile ad una zitella ultracinquantenne. Ora Red ricordava anche il suo nome: Pino Mahogany, ventidue anni e quarto anno di DAMS, notoriamente una checca. Faceva sempre il gradasso, ma non riusciva a togliersi di dosso la sua etichetta da alienato sociale. Era inconsapevole di essere la barzelletta dell’Università, probabilmente.
“Guarda chi si vede… Rod Palletta.” Fece Pino, mellifluo e zuccheroso.
Red Pallet.” Lo corresse il diciannovenne, alzando gli occhi al cielo. Quella situazione era assai noiosa e, esausto com’era dopo una lunga giornata di lezioni, si chiese perché non se ne fosse tornato a casa a riposare ascoltando la sua rimpianta musica.
“Scusa, ma hai un nome talmente assurdo…” Ridacchiò il quattrocchi per nulla dispiaciuto.
“Ha parlato il pino di mogano.” Rispose scioccamente Red fra i denti, ormai seriamente innervosito.
“Come hai detto? Matricola, portami rispetto!” Si infervorò l’altro, diventando improvvisamente rosso dalla rabbia.
“Fate silenzio, Mahogany e Palletta.” Sbottò imperioso Sootopolis, sbagliando intenzionalmente il cognome della matricola – la quale non ebbe la forza di correggerlo. Non era strano che conoscesse il cognome di Pino, invece: era stato uno dei suoi primissimi studenti. “Così va meglio. Ora vi faccio vedere un’opera d’arte magnifica.”
Red e Pino, sorprendentemente, si scambiarono uno sguardo compassionevole, rassegnati all’idea di dover subire le stranezze del professore. Ma non immaginavano che avrebbero dovuto concordare col docente, perché ciò che questi estrasse dalla sua borsa da lavoro lasciò i due studenti letteralmente a bocca aperta.
“Un’opera d’arte… questa?” Commentò Red, riempiendosi gli occhi allucinati del poster raffigurante una Blue in costume da bagno con la spiaggia a fare da sfondo. I capelli castani lucenti, mossi dalla brezza e inondati dal sole estivo, i vivaci occhi azzurri che sorridevano al fotografo, le forme prorompenti di quel corpo ormai privo di ogni acerbezza adolescenziale. Chissà come sarebbe stato averla davanti in carne ed ossa.
Pino pareva pietrificato, incapace di muovere un muscolo. Quasi si stupì di riuscire a proferir parola. “Professore, ma lei non è omosessuale?”
Tra i tre calò per qualche istante il silenzio, durante il quale Red si trovò a pensare che sarebbe stato più credibile lui rispetto a Pino, se si trattava di porre una domanda di quel tipo.
“Mahogany, se lei fosse ancora un mio studente, per valutarle il prossimo esame partirei da diciotto.” Mormorò sinistramente Sootopolis, mentre Pino impallidiva e Red sospirava di sollievo, contento di non essere stato lui a chiederlo.
“Come vedete, sono sposato.” Aggiunse poi il professore, mostrando loro la mano coperta di anelli su ogni dito. No che non lo vediamo, in mezzo a tutta quella paccottiglia, si ritrovò a pensare Red sospirando.
“Se mia moglie vedesse questo poster… non sarebbe una bella cosa, proprio no.” Detto questo, l’uomo rabbrividì lievemente e riarrotolò il poster privando Red della sua contemplazione estasiata.
Seguì poi un nuovo momento di quiete. Stavolta il silenzio era generale: nessuno degli altri fan nerd di Blue fiatava, mentre un loro compare valicava una scalinata per raggiungere un modesto palchetto.
“Ho un annuncio da fare.” Disse quello con voce da rana gracidante. “Come tutti ben sappiamo, la nostra Blue è molto generosa e ha deciso di offrire biglietti gratis ai fan della sua città natale. Immagino che non vogliate perdervi il concerto della nostra Blue, quindi mettetevi in fila per avere il vostro biglietto.” Parlava come se la musicista fosse solista, non spalleggiata cioè dagli altri due membri della band. E, naturalmente, sembrava dare per scontato che la bella Blue fosse di tutti loro, spartita equamente da una tacita alleanza dei nerd.
L’idea dei biglietti gratuiti piaceva molto a Red, anche troppo. Si mosse quasi inconsciamente, ritrovandosi in testa alla fila senza neppure accorgersene. Ciò che si ritrovò tra le mani, in questo modo, fu un invito per un posto in prima fila. Credette di esplodere per la felicità.
Quando vide Mahogany e Sootopolis intenti ad aspettarlo fuori dalla coda, pensò ilare che il concerto sarebbe stato la perfezione. I due non si sarebbero presentati, visto e considerato che non si erano assicurati alcun biglietto e non erano neppure in fila per prenotare il proprio.
“Cos’è, non potete andare al concerto perché siete pieni di impegni? Come mi dispiace!” La fece tragica Red, reso poco credibile dal sorrisetto strafottente sul viso.
Sootopolis parve non notare l’espressione vittoriosa che il diciannovenne portava stampata in faccia. “Al contrario.” Fece, tranquillissimo, senza muovere un muscolo se non quelli delle labbra. Red cominciò a sbiancare, mentre attendeva che il professore riprendesse a parlare. “Eravamo proprio davanti a lei, nella fila. Non se ne era accorto?” Chiese, poco interessato alla risposta.
Proprio davanti a lui.Ciò voleva dire solo due cose: non solo il professore gaio e il tipo ambiguo sarebbero andati al concerto con Red, ma si sarebbero disposti tutti insieme appassionatamente in prima fila.





1Corso di laurea all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia. Acronimo di Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.
2Scultura marmorea scolpita tra il I secolo a. C. e il I secolo d. C., copia romana dell’originale bronzea dello scultore greco Policleto. (link immagine: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2c/Doryphoros_MAN_Napoli_Inv6011.jpg/175px-Doryphoros_MAN_Napoli_Inv6011.jpg)



Primo capitolo parecchio nonsense, ma mi auguro che vi sia piaciuto! Come vedete, la città in cui la fanfiction è ambientata è ispirata alle nostre italiane. Il sistema scolastico/universitario è lo stesso. Tuttavia i fan di Blue sono ispirati agli otaku, che vedono in Blue una figura piuttosto moe... Il plot per il primo capitolo era: Adriano, Red e Pino smaniano per la stessa rockstar, Blue. Sono o non sono un trio micidiale? Come vedete, c'è già un accenno di coppia: LuckyShipping. <3 Nient'altro da aggiungere, ragazzuoli. Ci si legge al prossimo capitolo. :3 (e nelle recensioni, nel caso vogliate lasciarmene qualcuna)
 


Anticipazioni capitolo 2:
Naturalmente il belloccio si sedette vicino a lui, trovando il posto accanto a Red ancora vuoto. Lo guardò in viso e assunse un’espressione sollevata. E’ perché non sono una ragazza urlante, pensò il diciannovenne, scrutandolo e meravigliandosi di quanto fosse intrigante e profondo quel suo sguardo un po’ smarrito.
Fu in quel momento che lo riconobbe. Dovette darsi dello stupido mentalmente dieci volte, mentre il suo cuore emozionato perdeva diversi battiti.
Green Oak?” Riuscì ad esalare, con un filo di voce. Davanti a lui c’era il bassista dei Some Dirty Secrets. L’unico ed originale, non un suo imitatore. Ed era un suo compagno di corso.

 

  
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