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Autore: Bibichan2710    10/06/2013    3 recensioni
Chi non ha mai desiderato di far parte della ciurma di Cappello di Paglia? Credo nessuno!
Ecco come sarebbe secondo me ritrovarsi sulla Merry, insieme ai più famosi pirati di one piece, e vivere le loro stesse avventure!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luce penetra in obliquo dalla piccola finestrella e si spalma su tutti i computer. Quando entro nel laboratorio per me è come ritrovarmi in un’altro mondo. Anzi è proprio così. Il laboratorio è un altro mondo. Letteralmente.

-Agente 859, che cosa fai? Perdi di nuovo tempo come al tuo solito? Non sai che qui c’è moltissimo lavoro da fare?- sorrido.

Il caro professor Holland. Osservo il suo camice sempre impeccabilmente bianco e la zazzera di capelli sempre spettinati.-Arrivo, però lei veda di non chiamarmi così. Sa che mi piace il mio nome!- non aspetto altro. Mi metto subito davanti ad un computer e le mie dita scivolano sulla tastiera come d’abitudine. Del resto il professore ha ragione. Quando si ha uno scopo nella vita non bisogna perdere tempo inutilmente.

§

-PROFESSOR HOLLAND!!!- mi sveglio di soprassalto levandomi a sedere. Il mio risveglio è brusco perchè finalmente ricordo qualcosa. Il professor Holland.

Eppure questo non mi aiuta affatto a dare un nome alle facce che ora mi guardano stupite .

-Ci dispiace di averti spaventata! Però non preoccuparti, non vogliamo farti alcun male!- una ragazza con i capelli corti e arancioni si è rivolta a me cercando di rassicurarmi.

-Che..che volete da me?- sono disorientata e spaventata. Sento che le forze mi stanno tornando ma al contrario, i ricordi svaniscono. Ma che mi sta succedendo?

Perchè mi trovo in questa stanza?

Gli interrogativi si affollano nella mia testa e, in preda all’ansia, mi metto seduta sul bordo del letto. Il professor Holland. Devo trovarlo subito. Lui mi saprà dire che fare.

Mi accorgo che quelle sensazioni di familiarità sono sparite del tutto. Non riesco nemmeno a riconoscere i pantaloncini cortissimi di colore blu scuro e il top che sto indossando.

Improvvisamente nella mia mente appare l’immagine di una ragazza sporca di sabbia e terribilmente debole che sta camminando su una spiaggia. Mi riconosco in lei. Ma allora perchè i miei vestiti sono diversi?

Quelli individui, sì deve essere così, mi avranno drogata perchè la realtà mi appare distorta ed improbabile.

-Non dovresti sforzarti tanto!- quel piccolo procione di prima mi parla di nuovo e io sento i brividi percorrermi la schiena.

Chiudo gli occhi e inizio a correre, facendomi spazio tra i presenti. Gli animali non parlano! Gli animali non parlano! Io non sono pazza!

-Oi, ma dove vai?- qualcuno cerca di fermarmi, supplicandomi di rimanere. Ma io devo fuggire!

Sbatto il naso contro qualcosa di duro e quando alzo la testa per vedere di cosa si tratta, mi ritrovo davanti un mezzo sorriso sghembo e uno sguardo penetrante. Indietreggio terrorizzata. L’espressione di quel uomo che porta degli eccentrici capelli di colore verde non mi piace.

Evidentemente vuole cercare di sembrarmi più amichevole perchè lascia cadere le mani sui fianchi e mi sorride di nuovo, con scarsi risultati.

No, no, no! Non sto diventando pazza!

Mi volto e apro la porta!

Il vento mi frusta il volto.

Mi sarei aspettata di tutto, ma mai di ritrovarmi una distesa infinita di mare davanti. L’acqua del mare questo pomeriggio è limpida come cristallo ed un particolare tipo di turchese si espande sulla superficie liquida. Alcuni gabbiani si pavoneggiano ad alta quota in acrobazie degne dei più grandi trapezisti del mondo.

Sono su una nave.

Mi sporgo oltre il parapetto ed osservo un branco di pesci argentati sferzare le onde.

La porta cigola e nel voltarmi, mi ritrovo davanti tutti loro che stanno uscendo dalla cabina sottocoperta.

-Mi dite chi siete?-chiedo un po’ più calma.

Le gambe cominciano a tremarmi perchè ormai l’effetto dell’adrenalina comincia a svanire. Mi sto sentendo male di nuovo.

-Hihihi, ma noi siamo pirati!-mi risponde quello con il cappello di paglia mentre se ne sta sicuro di se con le mani sui fianchi e il solito sorriso.

-Guarda! Quella bandiera rappresenta il simbolo delle nostre promesse!-seguo con lo sguardo la direzione da lui indicata.

Vedo un teschio disegnato su uno sfondo nero agitarsi al ritmo del vento e rabbrividisco.

Solo allora realizzo quello che mi ha detto.

-Voi...rabbrividisco dei...siete dei PIRATI???-

Un conato di nausea rischia di farmi soffocare. Un piede mi scivola sull’altro e per poco non finisco a terra, ma un braccio forte e rassicurante mi sorregge appena in tempo.

-Attenta Milady! Potresti farti male!-

Sento le farfalline nello stomaco e non so perchè.

L’uomo che mi sta tenendo ha i capelli biondi e un sopracciglio a forma di ricciolo, gli occhi dolci e gentili.

Mi perdo nell’oceano profondo delle sue pupille mentre il calore del suo contatto si diffonde in tuto il mio corpo.

Gli appoggio una mano sul petto nel tentativo di respingerlo, ma mi rendo conto immediatamente dell’errore compiuto.

Un’energia mai provata prima mi esplode nella mano e da lì, come una linfa vitale, comincia a scorrermi  nelle vene.

So che voglio interrompere il contatto perchè tutto questo mi spaventa, però non ci riesco. Stare così mi fa sentire meglio. Quella specie di malattia che mi ha rovinato le ultime ore sta svanendo piano piano e incomincio a sentirmi veramente carica.

Lo guardo negli occhi e vedo che il loro colore diventa sempre più chiaro e finalmente riesco a capire qual è la verità.

La memoria mi torna in un lampo.

Adesso so chi sono io e chi sono loro. Capisco la forza del mio potere.

Guardo Sanji e mi rendo conto che è sorpreso e che non sa spiegarsi la situazione. Tuttavia rimane immobile senza muovere un muscolo aspettando che sia io a fare la prossima mossa.

Abbasso le palpebre e mi concentro sulle sensazioni che mi invadono. Pace. Tranquillità. Sicurezza. Come una sorgente prosciugata ricomincia a scorrere con la pioggia, allo stesso modo le mie forza stanno tornando a gala.

Sorrido a Sanji, che non capisce perchè sta diventando sempre più stanco. Inverto il flusso di energia finchè le forze di entrambi si eguagliano.

Mi stacco da lui e mi concentro sugli altri. Che emozione ritrovarsi faccia a faccia con loro.

Mi concedo qualche secondo per osservarli e chiedere mentalmente scusa a Chopper per aver pensato che fosse un procione. Poi sorrido, di un sorriso vero, di pura felicità.

-Il mio nome è Mary! Felice di conoscervi!-

E la mia avventura può avere inizio.

  
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