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Autore: Lady Asia_20    11/06/2013    1 recensioni
Buongiorno a tutti!!!
Questa è la mia prima fanfiction. Ed eccomi qui, a sognare insieme a voi su di un cartone che come per me, ha incantato molti altri. Ricordo che quando lo seguivo, non sopportavo il poco spazio dedicato a Yuri, colui che secondo me, nascondeva un mondo particolare dentro di se. Questo lo reputo come un viaggio introspettivo, in Yuri e Miki, un viaggio verso i ricordi del cartone e nuove situazioni inventate con la mia fantasia. Il tutto ha inizio proprio quando Yuri scopre che Miki è sua sorella… Se vorrete seguirmi, ne sarò felicissima!!!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MIki: la voce dell'istinto!

La voce dell’istinto….

  

Avevo con me un trolley pesantissimo. Pensare che sarei stata a New York per solo una settimana. Avevo deciso in fretta e furia, rifiutando l’aiuto di chiunque. In molti si erano offerti di accompagnarmi in questa mia avventura, ma avevo declinato gentilmente, spiegando che avevo bisogno di affrontare la questione da sola, sapevo che non sarebbe stato facile, ma questo riguardava solo me e dovevo trovare la forza di guardare negli occhi Yuri senza rifugiarmi ogni volta tra le braccia di qualcuno. Prima di partire, Ale, mi aveva pregata di non venire a New York.

-Ci hai pensato bene!?!?-

-Ale, non sei stato forse tu a dirmi che dovevo affrontare i miei fantasmi!?!?-

-Si è vero, ma se tu rivedrai Yuri, io non avrò più alcuna possibilità…- mi disse voltandosi a guardare il mare… -So che è egoistico da parte mia dirtelo e so che lui per te è importante, ma non puoi provare a rifarti una vita senza di lui!?!?-

-Io lo dovrò fare comunque, ricominciare prima o poi la mia vita! E non potrò sempre evitare di incontrarlo perché ho paura. Lui presto tornerà e mi dici cosa farò allora!?!?-

-Se tu partirai, non potrai più avere opportunità con me…- ecco l’ultimatum che mi ero aspettata fino ad allora…

Abbassai lo sguardo sorridendo e pensai che quella situazione era destinata a finire così già dal primo giorno. Sapevo perfettamente che prima o poi saremmo arrivati a quel punto, ma per quanto mi spiacesse, quella era la mia vita e io dovevo affrontare quello scoglio se volevo ricominciare a vivere.

-Io non pretendo che tu mi capisca Ale…- dissi addolorata.. –Spero solo che non ce l’avrai troppo con me…-

-Miki…- disse abbracciandomi… -Io…farei la stessa cosa se si trattasse di te credimi. Ma cerca di capire la mia posizione, anche se sapevo come stavano le cose fin dall’inizio io…ti ho sempre amato…-

-Mi spiace…era per questo che non volevo coinvolgerti!! Ma adesso non mi puoi chiedere di non partire, spero solo di non perdere la tua amicizia!!- corsi via prima che qualcosa dentro di me si spezzasse definitivamente…

Si perché sapevo che in qualche modo, qualcosa dentro di me si stava rompendo. Ale era diventato troppo importante per me e io non avrei mai voluto prendere decisioni che lo ferissero. Il nostro rapporto era cambiato, non so su quale strada si fosse diretto, ma era diverso, nonostante cercassi di evitare questo argomento, sapevo che dentro di me lo percepivo in modo differente. Sentivo di averlo perso per sempre, ma avevo chiesto a Charlotte di starle accanto. Speravo che lei potesse offrirgli quello che io non ero mai stata in grado di dargli. Di ritorno da New York credo che non avrei più ritrovato il “mio Ale” e questo mi procurò un dolore incontenibile, talmente profondo che mi stupii io stessa della ferita che avrebbe lasciato dentro.

Mi ero giocata il tutto e per tutto ed ora…ero lì in quell’immenso aeroporto, sola, mentre tutti di fretta mi sfrecciavano accanto senza voltarsi. Mi sentivo come quella prima volta che mi ero trovata lì, smarrita in quella terribile confusione.

Ero lì per la mia sfilata di debutto per la Shining e per quel famoso party che per me era stato organizzato. Avrei incontrato pure personaggi celebri e molto ammirati, ma la mia mente era concentrata sull’incontro con Yuri. Nel complesso, gli impegni che avevo non erano molti e mi lasciavano del tempo libero che avrei impiegato girando come turista per la città.

Ma avevo un compito da portare a termine, Katia mi aveva affidato delle lettere da portare al figlio! E siccome io andavo proprio a New York aveva pensato che poteva essere una buona occasione.

Presi la borsa che misi a tracolla e il trolley, raggiunsi le porte principali dell’aeroporto e finalmente mi ritrovai all’aria aperta. Cercai nella confusione un taxi libero e notai che molte persone mi osservavano incuriosite, mi stavo chiedendo il perché di tanta curiosità, quando notai un immenso cartellone con il mio viso raffigurato. E pensai che forse, l’idea di fare la modella, non era stata poi così buona!!!

Mi affrettai a cercare un taxi e finalmente quando lo trovai, mi rasserenai per essere sfuggita alla curiosità generale. Avevo rifiutato categoricamente tutti gli agi che voleva impormi Edward, se fosse stato per lui, avrei viaggiato in aereo in prima classe con tutti i lussi possibili ed immaginabili, senza contare la limousine che mi avrebbe scortato ovunque nella città. Invece di farmi sentire bene, mi avrebbe solo fatto sentire in gabbia. Non ero però potuta oppormi all’albergo, aveva prenotato una suite super lussuosa e quando gli avevo chiesto una stanza normale, mi aveva detto che la società aveva già lascito una caparra che avrebbe perso. A quel punto mi arresi all’evidenza, ma per tutto il resto ottenni il massimo di libertà.

-Buongiorno signorina dove posso portarla!?!?-

-Buongiorno, ascolti prima di andare in albergo dovrei andare al college Darmounth…-

-Perfetto…ci andiamo subito…- mi disse rassicurante…

Cominciai a osservare New York dal finestrino della macchina, era una città meravigliosa e avrei davvero voluto poterla visitare magari con Yu accanto. Mi sentivo agitata, inquieta, avevo davvero tanta paura, forse non ero ancora pronta per affrontare tutto, ma speravo che questo incontro potesse suggellare un nuovo inizio per me e Yuri. Un’amicizia fraterna, su cui contare, in fondo io e lui ci conoscevamo profondamente. So che vederlo sarebbe stato doloroso e non avrebbe fatto che rafforzare il sentimento che per lui già provavo.

Quando vidi il cartello del college, il mio cuore cominciò a scoppiettare senza sosta.

Cominciavo a sentirmi le farfalle nello stomaco, come se stessi per incontrare l’uomo che ancora mi amava, ma non appena realizzai che non era più così mi sentii subito pesante e mi ripromisi di non lasciarmi andare a inutili momenti di debolezza. Dovevo dimostrare a Yuri che avevo dignità e che sapevo reggere una situazione come quella, senza farlo sentire in colpa, sarei stata la donna che lui forse, per tutto quel tempo, aveva cercato dentro di me, ma che probabilmente non aveva trovato! Avevo molte cose da rimproverarmi in fondo, se lui non mi amava più, probabilmente anche qualcosa in me, non era stato in grado di tenere vivo il sentimento.

Quando il taxi si fermò davanti al cancello, mi sentivo come stordita, avrei voluto tornare indietro ed essere in Giappone contornata dalle persone a cui volevo bene. Inghiottii la saliva e parlai all’uomo che mi guardava incuriosito…

-Mi aspetti qui, non ci vorrà molto. Torno tra poco…-

-Come vuole…l’attendo qui!-

-Grazie…-

Presi la borsa in cui avevo tutte le lettere, mi avvicinai al cancello dell’ingrasso e rimasi a osservare quel conglomerato di palazzi. Era davvero imponente e mi intimidì, tutto in quella grandissima città mi sembrava immenso, anche quel cancello mi sembrava invalicabile, forse perché mi divideva da qualcosa di immensamente caro. Ma ancora non mi sapevo decidere.

Non era necessario che mi trattenessi molto e di certo anche Yuri non lo desiderava, bastava che entrassi, gli consegnassi le lettere e gli chiedessi come stava. E il gioco era fatto!!! Mi sarei potuta congedare di lì a poco, con la scusa che il taxi fuori mi stesse aspettando per portarmi in albergo. Ma allora perché le mia gambe tremavano!?!? Feci per voltarmi indietro, quando delle risa in lontananza mi trattennero dallo scappare. E tra quei ragazzi…in lontananza, riconobbi “l’oggetto” della mia sofferenza!!

I suoi capelli biondi svolazzavano nel vento e sentii subito assalire le mie guance da un leggero color cremisi. Istintivamente il cuore cominciò a pompare più sangue, mentre il mio respiro si faceva più affannato, spontaneamente le mie gambe fecero due passi nella sua direzione, ma non appena mi resi conto di quello che stavo facendo mi bloccai e lasciai cadere le mie braccia inermi lungo la mia figura. Non potevo più salutarlo come facevo normalmente…

Le ultime immagini che avevo di lui, riguardavano il suo viso glaciale mentre mi diceva di non volermi più e la sua figura lontana che si allontanava, lasciandomi sola nel parco. Quella era la nostra attuale situazione e prima mi ci abituavo, prima il dolore sarebbe diminuito!

Come un automa e meccanicamente, mi avvicinai all’albero per appoggiarmi.

Misi la schiena contro il tronco e incrociai le braccia sul petto, alzai il viso verso il cielo, sentendo la nuca contro la corteccia ruvida. Chiusi gli occhi e feci un lungo respiro, assaporando quel profumo di natura. Quando li riaprii, un filo di luce filtrava tra le fronde dell’albero e pensai che forse il sole mi avrebbe aiutato ad affrontare quel momento,  fiduciosa lasciai che i miei nervi si distendessero per affrontare quel istante. Mi permisi un altro sguardo verso l’allegra comitiva, lui era sorridente, sembrava felice… E immediatamente mi resi conto che in realtà, probabilmente, ero la sola a sentire come difficoltoso quell’incontro. Forse perché ero perfettamente consapevole di amarlo ancora…

 

-Ehi ragazzi…- disse Brian all’improvviso.. –Oddio, là c’è una ragazza! Guardate che fisico!!!!-

-Ufff…Brian sei sempre il solito! Possibile che non riesci ad essere normale almeno un minuto nella tua vita?!- disse Doris…

-No dai ragazze, bisogna dargliene atto…- disse Willy… -Quella ragazza, chiunque essa sia ha davvero un fisico stratosferico!-

-Willy ti ricordo che sono la tua ragazza!!! Per ora…- disse Jinny con una smorfia…

Non potei fare a meno di sorridere a quella scena, a quanto pare Brian aveva appena trovato la sua prossima vittima e Willy, per la prima volta sembrava d’accordo. Mancava solo il mio parere. Quindi mi concessi uno sguardo avvicinandomi al soggetto dei quei discorsi.

Era vestita con un vestito leggero, che le scendeva morbido sui fianchi, lilla, con qualche leggero disegno. Un copri-spalle nero leggermente trasparente la rendeva molto elegante. Quel fisico…perfetto, morbido e con le giuste forme sinuose. Il mio cuore cominciò a battere frenetico. Quei capelli lunghi, ricci, castani, con riflessi ramati che si muovevano liberi nel vento. Mi sentivo tremare la voce nel petto e il mio respiro era irregolare, affaticato…

-No…- dissi scioccato… -Non può essere lei…- nello stesso istante in cui pronuncia quelle parole, percepii lo sguardo dei miei amici su di me…

Si voltarono anche loro a osservarla e quando si volse, davanti agli occhi mi si presentò il suo viso bellissimo, curvato in un sorriso appena accennato e quasi incerto. Era immobile davanti a me, a pochi passi. Sentivo il suo meraviglioso profumo, che mi inebriava ogni volta che le stavo affianco

e non riuscirei a descrivere l’emozione di quel momento! I miei occhi si erano leggermente appannati e in quel attimo, l’amore tenuto a bada con le redini, si stava scatenando dentro di me in tutta la sua “assurda” potenza. Volevo solo stringerla sul mio petto e tenerla così per il resto della mia vita, pregando di non doverla più abbandonare per il resto dei miei giorni.

Sentivo che il mio cuore si stava spezzando, era come se stesse esplodendo dentro il petto e come se ci fosse solo la pelle a mantenerlo al suo posto.

Il tempo si era fermato. Lei era sempre lì, con la brezza leggera che la rendeva incantevole, mi sembrava di essere in una foto in bianco e nero. C’eravamo solo io e lei, tutto intorno a me sembrava incolore e lei invece era dipinta con i colori più belli. Mi avvicinai lentamente, come se avessi paura che quella felicità che provavo dentro sarebbe scomparsa e lei, come in tutti i bei sogni, sarebbe svanita con il vento. Lei era rimasta immobile, affianco all’albero e sembrava incapace di parlare, i suoi occhi erano lucidi, quelle iridi innamorate che erano sempre state il mio tormento. E potevo vederlo chiaramente…lei mi amava ancora, come io volevo lei!

Avere quella conferma, in un certo senso, mi aveva reso felice, sebbene il suo viso fosse contratto e rigido, potevo vedere chiaramente il sentimento che ne traspariva, erano sempre stati i suoi occhi a parlare al mio cuore.

-Miki…- riuscii a dire solo quello…

Notai che lei aveva contratto le mascelle, trattenendo la sua fragilità. Quello sforzo si riversò sugli occhi, che però forti trattennero le lacrime, che erano rimaste ai bordi delle ciglia, le sue guance erano di un leggero e dolcissimo color cremisi. Capii che si sentiva in difficoltà e che probabilmente in quel momento, come me, si rendeva conto di quanto fosse intenso e profondo quell’amore devastante che ci univa. Un groppo in gola mi impediva di parlare e se gli avessi dato ascolto, probabilmente, avrei pianto come un bambino tra le sue braccia, sperando di risolvere tutto!

Ma quello che feci fu semplicemente di prendere il suo braccio, attirarla verso di me  e di abbracciarla teneramente.  Vidi i suoi occhi sbarrarsi leggermente, poi più niente, le sue braccia erano rimaste inermi lungo i suoi fianchi e sentivo il suo viso rilassarsi. Percepivo il calore del suo corpo e infine  le sue braccia, gentilmente, si posarono sulla mia schiena. Avevo desiderato quel momento fino ad allora…

Quando mi staccai da lei, il suo viso era pieno di interrogativi a cui non potevo rispondere. Ma non mi fece domande, vedevo che i suoi occhi mi avrebbero voluto chiedere un sacco di cose, ma forse, per mia fortuna, non era in grado di farlo per il momento.

Le  feci una piccola carezza a fior di pelle sulla guancia, che era meno colorata in quel momento.

Si stava trattenendo, non voleva mettermi in difficoltà…

-Non avrei mai immaginato di vederti qui….- gli dissi confuso…

-Beh sono qui per lavoro…- mi disse accennando ai cartelloni immensi appesi in città… -Come avrai visto ho iniziato una nuova avventura…-

-Si, sei bellissima in quel manifesto…- le dissi sincero…

Lei abbassò lo sguardo, sembrava contrariata da quelle affermazioni e si limitò a rispondere frettolosamente.

-Grazie!  In verità sono qui per un motivo…-

Improvvisamente mi spaventai. Riaffrontare quei discorsi mi faceva sentire a disagio, ripensare a tutto quello che era accaduto in quel periodo in cui eravamo stati lontani, mi faceva sentire in colpa.

-Io…- dissi come per stoppare un discorso che non volevo affrontare…

-No…non ti preoccupare..- mi disse fermandomi.. –Non sono qui per parlare Yuri e se non avessi avuto un motivo per vederti, non sarei nemmeno venuta. Credimi ho capito e afferrato il concetto quel giorno e non c’è motivo che tu mi ripeta i soliti pensieri…-

Questo mi ferì, ma in fondo cosa potevo aspettarmi dopo il modo in cui mi ero comportato!?

Dopo una piccola pausa per riprendere fiato, aveva rialzato lo sguardo e aveva ripreso controllo di se stessa. Ora aveva il sorriso appena pronunciato di qualche minuto fa, aveva cercato qualcosa nella borsa e ora lo teneva in mano con cura, come per non sciuparle.

-Katia mi chiesto di portarti queste…- si avvicinò e me le diede porgendomele.. –Sono lettere che hanno scritto per te. Anche Steve, Arimi e anche i miei genitori…-

-Quindi mi hai portato queste apposta! Potevo venire io…-

-No…non ti preoccupare. Ero curiosa di vedere la Darmounth…-

-Hai viaggiato bene!?-

-Si! Ma il Giappone mi manca già troppo. Non vedo l’ora di tornare a casa, dalle persone che mi aspettano…-

Avrei dato qualsiasi cosa per chiedergli se Alessandro la stesse aspettando, ma non potevo farlo sarebbe stato troppo palese il mio interessamento. Avevo paura di scoprire la verità, prima o poi sarei tornato nel mio amato Giappone e avrei capito come stavano le cose tra di loro. Non era forse meglio avere tempo di prepararsi all’idea!? Presi coraggio e proprio nel momento in cui aprii bocca per chiederglielo, lei mi precedette…

-Ora è meglio che io vada. Mi ha fatto piacere rivedervi. Ciao Yu, buona fortuna per tutto!!- si era girata su se stessa…

Se ne stava andando ed io la stavo perdendo definitivamente. Pensai se era quello che aveva provato lei quando nel parco la lasciai lì sola. Un misto di angoscia, dolore e consapevolezza che se non l’avessi fermata ora, non avrei più potuto recuperare con lei! Il pensiero che in albergo, Alessandro, potesse aspettarla, mi fece accecare la vista, mi avvicinai a lei a grandi passi, prendendole il più dolcemente possibile il polso.

-Te ne vai già?- gli chiesi sperando che si voltasse..

 Sentivo la sua mano tremare tra le mie dita e allora gliela lasciai, sperando che quella reazione, non significasse che il mio contatto non gli era gradito. Lei si prese una mano con l’altra e l’aveva portata vicino al petto…

-Ti sta aspettando qualcuno in albergo?! È per questo che hai fretta?- lei mi guardò smarrita, ma lentamente mi rispose..

-No, sono sola qui a New York…- disse guardando in direzione della strada… -è che avevo detto al taxi di aspettarmi e di portarmi in albergo…-

-Mi piacerebbe farti vedere il College. Avresti anche un sacco di Ciceroni a guidarti…- in quel modo non l’avrei più messa a disagio e anche la possibilità che mi passasse qualcosa di strano per la testa era azzerato…

Avevo però un disperato bisogno di stare con lei e se se ne fosse andata avevo paura che qualcosa dal mio cuore si sarebbe staccato per sempre. Era un bisogno incontrollabile quello di averla affianco.

-Diremo al taxi,dietro ricompensa, di portarti questa valigia nel tuo albergo!!-

-Dai Miki…- le disse Jinny.. –Ci divertiremo…-

Miki sorrise serena e convinta fece cenno di si.

Dopo aver sistemato la questione della valigia, guidammo Miki nel dormitorio. Ovviamente tutti lì la riconobbero e rimasero incantati a guardarla. Lei osservava intorno, chiedendo a Doris e a Jinny di raccontare la storia dei soggetti raffigurati nei quadri, in questo caso il capo stipite della Darmounth. Era raggiante in quel momento, ma quando mi avvicinavo, subito, la vedevo irrigidirsi e  cercare di avere un atteggiamento il più possibile distaccato, sapevo che lo faceva per proteggersi, ma questo non poteva non ferirmi. Per me era davvero difficile non soffermarmi a guardarla ogni volta che ne avessi la possibilità, ma sapevo che stavo correndo un rischio troppo grande e ogni volta pensavo irrimediabilmente ”Perché sei mia sorella!?!?! Perché!?!?”.

Ma non c’erano risposte era stato il destino a portarci tutto questo…

Andammo in tutto il college, mostrando a Miki le cose più interessanti. Il giro era durato molto e finalmente andammo a sederci nel salotto del dormitorio.

-Allora Miki…ti è piaciuta la facoltà di architettura!?-

-Assolutamente si. Avevi ragione Yuri, ne valeva la pena di separarsi per un pò dal Giappone…- 

Io però non ne ero più così sicuro, ogni volta che ripensavo ai motivi che mi avevano portato così lontano, mi sentivo mancare. Non era solo per una mera soddisfazione personale!

-Dici? Mi fa piacere che ti sia piaciuta… Ma dimmi, il tuo lavoro!?!?-

-Solo un momento passeggero…- disse guardando fuori dalla finestra… -Avevo bisogno di novità e si è presentata questa. Per me…è solo un gioco, per realizzare un sogno più grande…-

-Siamo così indiscreti se ti chiediamo quale?!-

-Sono riuscita ad entrare alla facoltà di Disegn d’interni. Ho studiato molto per poterci entrare e ce l’ho fatta….-

-Complimenti…- mi dissero tutti…

-Grazie..- ma qualcosa nel suo viso non funzionava…

-Gli altri come stanno!?- chiesi sperando che mi parlasse sinceramente..

Sapevo che almeno tre di loro mi avrebbero ucciso volentieri.

-Stanno bene mi hanno detto di salutarti…- era sincera, lo vedevo bene…

-Grazie..- dissi sorridendo.. –Anche Ale, Ghinta e Michael!?!?-

Un colpo basso. Non so nemmeno perché glielo chiesi, mi era uscito così, all’improvviso…

-Dobbiamo proprio parlarne adesso!?- disse lei scocciata…

-So che mi odieranno ancora di più adesso…-

-Smettila…- disse lei abbassando la voce…

-Lo so e li capisco..- dissi gentile..

-Ma cosa ti aspettavi scusa?- disse lei improvvisamente a disagio… -Lo sai perché sono così arrabbiati? No già…come fai a saperlo, tu non c’eri! Ma loro erano lì ogni santo giorno, ogni giorno a sostenermi!- disse lei avvicinandosi a me e urlando…

-Tu…tu non hai nemmeno idea di come mi sia sentita. Non ne hai idea! Te ne sei andato senza nemmeno salutarmi, come se non avessi mai rappresentato nulla per te. Ma loro…Michael, Ale, Ghinta, Steve, Meiko e tutti gli altri sono stati essenziali per me. Mi hanno visto scendere talmente in basso che ero diventata un automa! Mi avevi dato tutto e in un giorno, in un solo giorno improvvisamente mi hai tolto tutto!! Ogni cosa…- non riuscivo a parlare…

Mi sentivo inutile, perché aveva ragione.

-Te ne sei andato voltandomi le spalle quel giorno e la mattina non hai nemmeno avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e di salutarmi! Sono io, vero, a non avere dignità!? È questo che mi hai detto quel giorno, ma credimi…io penso di averne molta più di te di dignità Yuri! Perché io ti ho sempre detto quello che pensavo, anche piangendo e non avendo paura di dimostrare le cose..-

Si era allontanata leggermente, aveva socchiuso gli occhi e si era avvicinata alla poltrona dove aveva lasciato la borsa…

-Non so nemmeno perché sono qui…- mi disse guardandomi… -Questa non volevo dartela, l’ho scritta io per te. Ma a questo punto penso che il contenuto sia inutile, bruciala, puoi farne l’uso che vuoi. Addio..-

Detto questo aveva preso la sua borsa ed era corsa fuori, lasciando la porta del salotto aperta. Cercai di raggiungerla, pronunciai il suo nome per un paio di volte. Ma…capii che non voleva essere raggiunta da me. La guardai allontanarsi e prendere un taxi al volo.

Quando scomparve definitivamente dalla mia vista, compresi che quella volta era davvero l’ultima che avrei potuto rincorrerla. Mi aveva urlato tutto il suo dolore, riaprendo una ferita per il momento un pò rimarginata, avrei almeno potuto farle capire che non era indifferenza la mia, volevo solo evitarle altro dolore. Ma…ero stato un vigliacco, perché non sopportavo di vederla ferita e soprattutto non accettavo che a farle del male fossi stato io!

Ritornai nel salotto, tutti mi guardavano un pò angosciati..

-Forse non è stata una buona idea, lei…non è ancora pronta…- dissi…

-Non avresti dovuto parlare di Alessandro…- mi disse Willy… -Era palese la nota sarcastica e di…-

-Di gelosia?!?- dissi io arrabbiato… -Mi spieghi come ti sentiresti tu nella mia situazione, se sapessi che Jinny è ipoteticamente consolata da un “Alessandro”!?-

-Credo che reagirei come te ma…in questo modo hai combinato un casino…-

-Yu, lei ti ama!! Si vede lontano un miglio, pensi che per lei sia stato così semplice stare qui con te!?!? Ti ha accontentato perché ti ha visto felice…- mi disse Doris…

-A me non sembrava così felice di essere qui…- dissi io sedendomi e prendendo la sua lettera in mano.. Profumava di lei, di buono.

-Non ti ha detto quelle cose per farti sentire in colpa, ma era un modo per farti capire che a te ci tiene…-

-Lo so…- dissi angosciato… -è la persona più importante per me e proprio per questo non posso sbagliare!!-

-Senti...perché non ti calmi un pò e leggi le lettere che ti hanno mandato?!-

Quando mi lasciarono solo, cominciai a leggere il nome dei vari mittenti. Mia madre, mio padre, Rumi, Yuogi, Steve. Mi avevano scritto in molti, mi mancavano davvero tutti, anche se quella di cui accusavo il vuoto più grande rimaneva lei.

Presi la sua lettera e potei distinguere la sua bella grafia. Guardai per un pò la busta, doveva averla tenuta molto in mano prima di decidersi se darmela o meno. Se non altro potevo leggerla e tenerla per sempre con me, appena l’aprii nella prima pagina notai una chiazza di bagnato lungo il bordo, che aveva lasciato la carta più rigida asciugandosi. Pensai che doveva aver pianto molto prima di scriverla e subito i miei occhi si fecero più opachi e stanchi.

 

Caro Yuri…

ti scrivo in una terribile giornata  piovosa, il parco è sempre popolato di bambini, proprio come la prima volta che mi hai trovata qui. Sono passati tanti giorni da quando te ne sei andato e spero che le cose in America vadano esattamente come te le aspetti…

Per quanto mi riguarda me la cavo! Oggi è uno di quei giorni in cui  dimenticarmi dei momenti che ho trascorso con te è più difficile, perdonami se te ne parlo…ma se da parte tua le cose non sono più come prima, da parte mia dimenticarti è impossibile!!

Ho provato in tutti i modi a cancellarti dalla mia vita, ma non posso dimenticare quella frase che tu mi avevi ripetuto un giorno, in uno di quei tanti bei momenti che abbiamo passato insieme, ti avevo chiesto quando avresti smesso di farmi innamorare sempre di più e quel giorno mi dicesti:

“Quando non avrò più fiato per potertelo dimostrare… Quel giorno dovrai vivere solo dei ricordi che abbiamo avuto Miki… E voglio lasciarti tutto quello che mi è possibile… Non avrò mai sufficienti parole per spiegarti cosa mi scateni dentro!!!”

Quello fu uno dei tanti giorni felici che ricordo con maggiore intensità  e oggi, che tu non mi ami più, posso dirti che vivo dei bei ricordi che abbiamo avuto e spesso questo mi rende più serena. Affrontare questi giorni da sola, sapendo che tu non c’eri più, è stato il più grande dolore che avessi mai potuto provare. Il dolore senz’altro più acuto, è avere come ultima immagine la tua figura che si allontana dal parco… Ma nonostante tutto, spesso preferisco richiamare alla memoria tutti i ricordi che mi hai lasciato, ne ho talmente tanti che posso sbizzarrirmi nel sceglierli!!! Voglio dirti con assoluta sincerità che apprezzo tutto quello che mi hai dato e lasciato, a dimostrarlo è un’altra goccia delle mie lacrime che si stampa sul foglio!!

Non ti posso rimproverare nulla, perché l’amore che mi hai donato mi ha reso felice per molto, molto tempo. Non sentirti in colpa se non mi ami più, sai perfettamente com’è l’amore, ma forse per te la brezza ha smesso di condurti accanto a me.

Sebbene…io ti ami ancora molto e non posso non ammetterlo, voglio che tu sappia che desidero solo la tua felicità, ricordati di essere sempre te stesso, perché il modo in cui mi hai amata, può rendere felice qualunque altra donna!!

Ti chiedo solo di non utilizzare come emblema per il tuo nuovo amore la nostra frase.

Segui sempre la voce del tuo cuore, perché lei non può mai sbagliare Yuri, il cuore, ricordati, che è da sempre il miglior consigliere e la vita è talmente breve che dobbiamo imparare a viverla nel modo migliore!  Non avere paura di innamorarti ancora…o ancora peggio di ferirmi, l’amore sappiamo entrambi che significa anche volere la felicità dell’altro e io desidero davvero che tu possa essere sereno!!

C’è solo una cosa che spero per noi due, mi auguro di averti vicino un giorno e di essere pronta ad accettare quello che puoi darmi. So che non potrò più avere il tuo amore ma ti prometto che questa sarà l’ultima occasione in cui sentirai parlare dei miei sentimenti. Spero ardentemente nel tempo di riuscire a d accettare l’amicizia e l’affetto che ci unirà, come due amici che si sono sempre voluti bene.

Ti prometto che sarò un’amica obiettiva e che ti sosterrò sempre e in ogni momento!!

Questo è il mio addio ai sentimenti che provo per te…

Da  oggi io cercherò di dimenticarmi per sempre delle emozioni e dell’amore che per tanto tempo mi ha unita a te!  Vivi Yu ama, creati delle amicizie, esaudisci i tuoi sogni…

Io ho capito che essi, sono le uniche cose che non possono esserti sottratte. Magari col tempo, li si possono apprezzare ancora di più, perché ricordando i momenti difficili della nostra vita, ci renderemo conto che essi ci hanno permesso di sentirci meglio e di essere più liberi!!

 

Ti voglio bene Yu…per sempre…

Anzi…forse dovrei dire… I love you!!!  Ai shiteru!!!

 

                                                                                                            Miky

Lasciai andare sul divano quei piccoli fogli e appoggiai la testa sul sofà. Tutto l’amore che provavo…il mio cuore era in frantumi! Cominciai a lasciar scivolare qualche lacrima silenziosa, ma pensarla sola, in quell’albergo mi faceva sentire ancora peggio.

Sentii i passi silenziosi di Doris che si avvicinava, avevo bisogno di stare solo, ma lei non riusciva a infastidirmi…

-Posso?- mi chiese discreta, sollevando la lettera…

-Io non so cosa fare…- dissi in preda al panico…

Doris aveva fatto scorrere le parole della lettera, poi aveva alzato la mano e l’aveva portata sulla mia spalla massaggiandola.

-Yuri…- disse sospirando… -Che situazione complicata!!!-

-Io non riesco a tenerla lontana…- dissi guardandola.. –Fuggo da lei e me la ritrovo qui! Cerco di dimenticarla e…la amo ancora di più! È possibile!?-

-Certo che lo è!! L’amore è così Yuri…- disse sorridendomi.. –è pazzia, follia, ragione e trasporto, passione e mente. Più ci sforziamo di fare cose ragionate e coerenti, più facciamo cose irrazionali e con l’amore cresce. Ti sta succedendo questo…-

-Si, ma non dovrebbe succedere visto che lei è mia sorella…. No?!-

-Ma tu ti sei innamorato prima di saperlo! E ora come si fa ad andare contro a un sentimento così naturale?-

-Non lo so, io so solo che non dovrei farlo…-

-Cosa!?!?-

-Dovrei passarci sopra, far finta di non aver mai letto questa lettera. Ma io…non riesco a lasciarla andare. Non riesco a pensare che non voglia davvero vedermi, che sia pronta sul serio a dire addio a tutto quello che siamo stati…-

-Quindi…- disse lei comprensivamente..

-Voglio raggiungerla e almeno dirgli che non voglio perderla. Che è importante e che se lei lo vorrà io le sarò sempre accanto…come amico…- dissi poco convinto…

Mi alzai dal divano e pensai a come scoprire l’albergo in cui era alloggiata…

-Sai in quale albergo si trova?-

-No…non lo so assolutamente…-

-Non potresti chiederlo al tuo amico Steve?!-

Perché non ci avevo pensato subito!?!? Steve l’avrà saputo di sicuro. Composi velocemente il suo numero e aspettavo una risposta che tardava ad arrivare. Poi sentii un gran trambusto e finalmente la sua voce…

-Ciao Yu!!!-

-Ehi…ciao Steve. Come stai!?!?-

-Sto bene Yu sai…adesso io Meiko stiamo insieme…-

-Davvero!?!?- dissi sorpreso… -Credimi amico mio, non sai quanto sono felice di saperlo!-

-Ma dimmi…hai per caso visto Miki?-

-Beh…si è così! Senti Steve…ho bisogno di sapere in quale albergo si trova Miki…-

-Mi spiace Yu, ma credo che tranne Ale non lo sappia nessuno…-

-Passamelo…-

-Yu io non credo che sia la cosa migliore da fare…-

-Steve….non te lo chiederei se non fosse importante! Pensi che a me faccia piacere parlare con il ragazzo che mi vuole portare via Miki?-

-Ok…- disse rassegnato.. –Ma stai attento…-

-Promesso….-

Sentii Steve chiamare Ale, dicendogli che io volevo parlargli. Non protestò minimamente, ma sapevo che la nostra conversazione non poteva essere più di tanto amichevole.

-Ciao…- mi disse..

-Ciao …- risposi altrettanto secco..

-Mi ha detto Steve che vuoi parlarmi…-

-Ho bisogno del tuo aiuto…-

-Dipende da quello che vuoi sapere…-

-In che albergo alloggia Miki!?!?-

-Mi spiace, ma non sono disposto a dirtelo…-

-Speravo che col tempo saremmo riusciti a superare le nostre divergenze…-

-Non è questo il problema. Abbiamo sempre amato la stessa persona e questo non può fare di noi due amici…-

-Ora non dovresti più vedermi come un rivale…-

-Per me sei ancora il mio rivale, perché non so come mai, io credo che tu la voglia ancora…-

-Voglio solo chiarire alcune cose con lei! Mi ha detto addio se ti interessa saperlo…-

-Con la ragione, ma non con il cuore ed io non mi riterrò soddisfatto finché non ti avrà dimenticato del tutto! Tu sei sempre di mezzo Yuri, sono disposto anche a lasciarti per sempre il primo posto sul piedistallo, ma questa volta non posso lasciartela! Ha sofferto troppo per causa tua…-

-Dimentichi però che lei con me è stata felice…-

-E questo adesso è il prezzo che deve pagare…-

-Tu non mi dici dov’è solo perché hai paura di perderla…- dissi con rabbia.. –è solo una ripicca per te!-

-Certo…ma almeno io l’ammetto a differenza di qualcuno…-

-Senti, lei è la cosa più importante che abbia mai avuto nella mia vita! Voglio almeno recuperare un rapporto amichevole con lei…-

-Io non posso crederti Yuri. Perché c’è qualcosa che fa vibrare la tua voce ed era esattamente come quando amavi Miki…-

-Sarò sincero con te. L’idea di lasciartela non mi alletta per niente, pensa quello che vuoi a me non importa quello che penserai. Ma…riconosco che tu gli sei sempre stato accanto e ti prometto che non mi intrometterò mai tra di voi, se un giorno tu e lei…-

Non riuscivo nemmeno a dirlo, era questo che ogni volta mi fregava. Anche volendo io non riuscivo a pronunciare quelle parole senza sentire un vuoto dentro.

-Non riesci nemmeno a dirlo Yuri! Io lo so cosa vi lega e anche se non dovessi farcela, voglio almeno provare a portartela via!-

-Ti prego, per favore. Dov’è Miki!?!?- era l’ultimo tentativo…

Altrimenti avrei potuto tentare altre carte. Avrei messo a soqquadro tutti gli alberghi della città per trovarla, ma alla fine ce l’avrei fatta…

-Sai…lei ha scelto per l’ennesima volta te…-

-Come?- gli chiesi temendo di non aver compreso fino in fondo..

-Gli ho detto che se fosse venuta a New York mi avrebbe perso, che non avrebbe avuto più opportunità con me! E lei…è partita lo stesso…-

-Non è colpa sua se si è innamorata di uno come me…-dissi sconfortato…

-Credo che non potrebbe mai amarmi come ha fatto con te! Forse sono io l’unico a illudersi ancora…- ma sembrava che parlasse per convincersi di qualcosa...

-Io…non posso stare con lei..- dissi addolorato… -Ma se puoi rendila felice…- e per la prima volta stavo lasciando campo libero al mio rivale…

Non so perché lo feci, ma io Miki l’avevo già persa tempo fa, quindi per me era impossibile credere che le cose sarebbero potute tornare come prima.

Erano davvero cambiate tante cose in quell’ultimo periodo, ora mi sentivo più uomo, ma forse al mio essere adulto mancava l’essenza più importante. Per anni la mia solitudine, mi aveva fatto crescere pensando che bastassi a me stesso per essere felice, avevo tutto quello di cui avevo bisogno con me stesso. Ma…conoscere lei, passare le mie giornate parlando, discutendo, vedendo i nostri progetti futuri, mi aveva aperto un mondo nuovo.

Un mondo in cui potevano esserci tante cose meravigliose! All’improvviso si era aperta per me una nuova esperienza, completamente inedita. Un detto dice che “il primo amore non si scorda mai”… Miki era stata il mio primo amore, in tutti i sensi. Ma…a differenza di tanti altri, riconoscevo in questo amore una marcia in più. C’erano tanti progetti importanti che avrei voluto portare a termine, avrei voluto passare la mia vecchiaia accanto a lei, magari sorreggendoci a vicenda e giocando con i nostri nipotini che felici correvano attorno ai loro nonni.

Dentro di me, c’era la consapevolezza di un amore di altri tempi, che sarebbe continuato oltre la morte. Pensavo sempre più spesso che andarmene via, sarebbe stato il più grande sacrificio della mia vita, perché una volta che il mio corpo si fosse raffreddato, io non avrei mai potuto osservare e specchiarmi nei suoi profondissimi occhi. Ma probabilmente, avrei per sempre vegliato su di lei, seguendo i suoi passi, abbracciandola di notte anche se lei non poteva più sentire il mio calore o il mio profumo. La mia anima forse l’avrebbe sempre accompagnata fino al suo ultimo respiro, fino a che non avrei avuto l’opportunità di riabbracciarla perché della stessa materia inconsistente di come ero fatto io.

-A Manhattam… L’hotel è il New Bristol…-

-Perché? Fino a qualche minuto fa…-

-Perché lei non me lo avrebbe mai perdonato…-

Era pentito ovviamente di avermelo detto, ma l’aveva fatto per lei. Aveva riattaccato il telefono e non avevo fatto nemmeno in tempo per ringraziarlo.

Non potevo non apprezzare Alessandro in un certo senso, nonostante mi odiasse con tutto se stesso, aveva pensato sempre e solo al bene di Miki e se un giorno tra di loro fosse nato qualcosa, potevo stare tranquillo. Lui non avrebbe mai voluto farle del male intenzionalmente, almeno in quello io e lui eravamo molto simili. Il destino aveva voluto che ci innamorassimo della stessa persona, altrimenti saremmo potuti essere buoni amici.

C’erano tante cose che avrei voluto sapere di loro due, ma credo che sarebbe servito solo a farmi arrabbiare. Ero pronto ad ogni cosa, ma conoscendo Miki, non riuscivo a credere che avesse permesso ad Ale di vivere un rapporto completo con lei!

Io ero stato il suo primo ragazzo e con me aveva vissuto la sua prima volta, sapevo l’importanza che dava ad un gesto così intimo e mai avrebbe potuto illudere Alessandro fino a quel punto. Non potevo certo dire che il pensiero che si fossero baciati mi rendesse particolarmente entusiasta, ma quello che comunque mi faceva sentire tranquillo era che lei mi amava…

C’era qualcosa di più importante di questo? Poteva scegliere di non partire e di ricominciare seriamente con Ale, invece era venuta da me, dimostrandomi per l’ennesima volta coraggio, dignità, amore e tanta forza. Ed io avevo rovinato quel momento con la mia assurda gelosia!

Era davvero stupefacente come perdessi il controllo quando si trattava di lei, cercavo di trattenermi ma riuscivo solo a non tenere a freno i miei sentimenti, dimostrando ogni volta quanto fossi geloso e possessivo.

Presi il primo maglioncino che mi capitò sotto mano e corsi lungo il corridoio dell’entrata…

-Yu, dove vai!?!?- mi chiesero i miei amici..

-A farmi perdonare da una persona troppo importante…-

-Hai scoperto dov’è Miki?!-

-Si è così!!! Si trova al New Bristol a Manhattam…-

Ricomincia a correre, ma mi raggiunsero tutti. Mi fermai a guardarli e loro mi sorrisero dolcemente…

-Come pensi di andarci a Manhattan?! Correndo!?!-

-Willy, sei davvero un amico!!!- dissi abbracciandolo…

Lui mi guardava e quel suo viso loquace e penetrante mi fece capire che capiva cosa provassi adesso. Sebbene un pò di tempo prima mi avesse deluso molto, compresi che molto spesso, quando vogliamo bene a qualcuno, cerchiamo di proteggerlo anche a costo di sbagliare. L’avevo fatto anche io con Miki, sebbene la verità che ci riguardasse era importante, io avevo deciso di tacergliela. Questo poteva considerasi giusto o sbagliato!?!?!

Non potevo dirlo con precisione, prendendo la cosa sotto punto di vista differenti potevo dire che era contemporaneamente giusto e sbagliato. Miki non si sarebbe mai rassegnata a starmi lontana e avrebbe così deciso di seguirmi ovunque, anche vivendo ai margini della società, nei pregiudizi, negli sguardi indignati di molti che ci avrebbero solo additati come degli svergognati da cui stare alla larga. Da un lato era sbagliato perché probabilmente anche lei aveva diritto di sapere  che avessimo un padre in comune!

Quindi, partendo da questo presupposto, ero riuscito a vedere la situazione da un punto di vista differente. Willy, seppur sbagliando, voleva proteggermi da un qualcosa che quasi certamente mi avrebbe mandato fuori di testa. Sapevo che se però fosse successo qualcosa a lei, non sarei arrivato così facilmente a perdonarlo, in fondo mi avevano taciuto la verità per il mio bene, speravano di tenere la situazione sotto controllo. Avevo ripreso fiducia nei confronti di Willy, tutti si erano dati un gran d’affare per dimostrarmi che su di loro potevo fare ancora affidamento!

Salimmo tutti insieme in macchina e cominciammo a percorrere le vie di Manhattam dove Miki era alloggiata.

-Penserete che sono un pazzo…vero!?!?-

-Noi non siamo nessuno per giudicare Yu…- mi disse Jinny… -L’amore è amore..-

-Mi chiedo cosa vuoi fare Yuri…- disse Brian distaccato… -Vuoi tornare con lei dopo aver faticato tanto per tenerla lontana!? Non pensi di avergli complicato la vita già abbastanza?-

-Brian!- lo rimproverò Willy… -Ma tu che ne sai, hai visto il viso di quella ragazza quando ha visto Yuri? In quello sguardo non c’era bisogno di parole…-

-Appunto, proprio per questo invito Yuri a pensarci bene. Sta seducendo sua sorella…-

-Brian…smettila..- dissi io seccato… -So perfettamente che lei è mia sorella e se proprio ti interessa saperlo non ho intenzione di metterla nei guai!-

Quella conversazione mi aveva irritato, sapevo perfettamente che lei era mia sorella, ma era così strano che io l’amassi? Avevo vissuto quell’amore per tanti anni., liberarsene non era così semplice…

Quando arrivammo all’entrata dell’albergo, aprii subito la portiera della macchina e volai veloce fino all’entrata principale.

-Buonasera…- dissi impaziente…

-Buonasera, in cosa posso esserle utile!?!?-

-Sto cercando Miki Kohishikaua… Sono…- cosa avrei dovuto dirgli?

Se gli avesse detto il mio nome e l’avesse avvisata, molto probabilmente lei gli avrebbe detto che non mi voleva vedere. Dovevo giocarmela…

-Sono il suo ragazzo..- dissi convinto, in fondo non era una bugia…

Lui stava per avvisarla del mio arrivo, ma lo bloccai appena in tempo… -Sa del mio arrivo…l’ho appena avvisata…-

-Benissimo è la suite 580…-

-Bene, la ringrazio molto…-

Cominciai a percorrere i corridoi di quell’albergo immenso e potevo immaginare l’imbarazzo di Miki nello stare lì dentro. Lei abituata alla semplicità e alle cose tranquille, si sarà sentita proprio fuori luogo lì dentro! Quando entrai nell’ascensore, comunicai al cameriere la camera dove dovevo andare, lui mi guardò con aria interrogativa, ma prenotò il piano e aspettai con impazienza che l’ascensore arrivasse a destinazione.

Ora che ero lì, non sarei più potuto tornare indietro. Volevo passare più tempo possibile con Miki ora che era a New York, con discrezione volevo vivermi con lei quello che più potevo, senza combinare danni irreparabili. Volevo starle accanto, sostenerla, poterla abbracciare senza dover pensare, almeno per ora, che presto non avrei più avuto il diritto di sentirla mia.

Quando arrivai dinnanzi alla porta, mi sentii come uno di quei tanti innamorati che doveva farsi perdonare qualcosa e che non aveva la minima idea di quello che doveva fare, sospirai profondamente e suonai alla porta della stanza. Sentivo parlare all’interno, sicuramente era il suo manager, la conversazione sembrava vertere su argomenti leggeri perché sentivo Miki ridere di gusto e mi innervosii. Sentivo i suoi passi vellutati percorrere il pavimento e dire che non stava aspettando nessuno, inoltre non aveva ancora ordinato nulla da mangiare…

Quando arrivò e aprii la porta, potei vedere distintamente il suo viso sbarrare gli occhi, aprire leggermente la bocca in un momento di stupore e la sue labbra contrarsi in un ghigno di disapprovazione mentre sentivo e vedevo comparire un uomo dietro di lei.

-Chi è Miki?- disse lui…

-Nessuno…- lei arrabbiata richiuse la porta, ma prima che lo fece completamente riuscii a mettere la mano in modo che non potesse farlo..

-Miki, ti prego… Ho bisogno di parlarti!-

-Vattene via…- disse triste… -Io non ho voglia né di vederti né di sentirti…-

-Ho un pessimo carattere lo so. Hai ragione! Ti prego apri questa porta e fammi entrare…-

-Senti Yu non abbiamo più molto da dire. Io credo che sia meglio se tu te ne vada…-

-Qual è il problema? Hai paura di fare brutta figura con il tuo amico lì…- ero davvero bravo a complicarmi le cose…

Lei di rimandò spalancò la porta e arrabbiatissima mi guardava allo stremo della pazienza.

-Direi…che lui è Yuri… Il tuo ragazzo…- disse l’uomo mentre ci guardava imbarazzati… 

-Il mio ex ragazzo…- disse lei fulminandolo con lo sguardo…

-Ho bisogno di parlare con Miki, quindi per favore…- dissi in tono aspro…

-No Edward…quello che dovevamo dirci ce lo siamo detti prima e tempo fa! Quindi…sarà lui ad andarsene…-

Tutta la rabbia esplose all’improvviso, la raggiunsi prendendola per il braccio e la voltai violentemente verso di me. Lei aveva spalancato gli occhi, guardandomi in viso…

-Io ho bisogno di parlarti… Adesso!!!- gridai…

Sentivo il suo respiro affannato ed emozionato, il suo volto a pochi centimetri dal mio. Dopo tanto tempo, mi resi conto che la stavo guardando esattamente come un uomo innamorato, confuso, arrabbiato, geloso… Forse quello la stupì, inghiottì un pò di saliva mentre a disagio continuava a guardarmi fiduciosa. Avrei voluto avvicinarmi e fare, con tutto il cuore, quello che si aspettava..

Mi avvicinai leggermente alla sua bocca, piano piano. Vedevo i suoi occhi ardere e sentivo il suo cuore esplodere esattamente come il mio, l’esitazione contribuiva a far crescere l’attrazione tra di noi, tanto che non ci eravamo accorti che da un pò Edward ci aveva lasciato da soli.

-Yu…- mi disse lei abbassando lo sguardo… -Mi stai facendo male…-

Lasciai andare il suo braccio, ancora troppo agitato per rinunciare a quel bacio che avrei tanto voluto dargli, ma mi controllai e feci scivolare la mano nella sua tenendola stretta.

-Perdonami…- dissi scostando i suoi lunghi capelli dal viso imbarazzato e arrossato.. –Non volevo farti male…-

-Lo so…- disse guardandomi da sotto le ciglia.. –Ma…non ha senso che tu sia qui…-

-Ho letto la tua lettera…- dissi con la voce strozzata..

-Non avresti dovuto farlo…- disse lei girandosi su se stessa e voltandomi le spalle… -Non ha nemmeno senso che io l’abbia scritta. Non si possono cambiare le cose…-

L’abbracciai. Non avevo proprio potuto farne a meno! Lei, addolorata si era abbandonata al mio abbraccio, ma sentivo che quel contatto la faceva stare male..

-Ci sono tante cose per cui dovrei farmi perdonare. Credimi…sei stata e sei ancora la persona più importante per me…-

-Non mi dire queste cose…- mi disse rannicchiandosi vicino a me… -Perché in questo modo non potrò mai staccarmi dal tuo ricordo. Lo capisci?-

-Preferisci che ti dica che non mi importa più di te?- dissi al suo orecchio… -è davvero questo che vuoi?-

Non mi rispondeva, non riusciva a dare un senso ai miei gesti, ai suoi e alle parole che pronunciava! Era tutto totalmente irrazionale, nessuno dei due poteva dare risposte all’altro, eppure, dalle sue parole, capivo che lei credeva che io non l’amassi più. Totalmente assurdo!

-Va bene Miki…- dissi mentre lasciavo che le mie braccia lasciassero la presa….

Feci scivolare le mie mani lungo le sue braccia, la sentii tremare, ma non diceva nulla per trattenermi lì.

L’unica cosa che non volevo, era che lei soffrisse per la mia presenza , non avrei potuto sopportarlo e se per lei, la cosa migliore, era quella di passare quei giorni a New York lontana da me, avrei rispettato la sua volontà. Le diedi un affettuoso bacio sul capo, tra i suoi capelli che profumavano di pesca, quando mi allontanai ed aprii la porta, sentii le sue braccia prendermi dolcemente la vita e mi abbracciò. La sentivo singhiozzare tra le mie scapole, mentre mi afferrava con i pugni dei lembi della camicia…

-Non te ne andare, per favore…- mi diceva mentre piangeva a dirotto.. –Non sopporterei di vederti andare via come quel giorno, mentre nemmeno ti volti per guardare cosa ti lasci alle spalle! Ti prometto che non ti parlerò di quello che provo, ma se almeno puoi, dammi tutta l’amicizia di cui sei capace! Io…io...mi accontenterò di quella! Ti voglio bene Yuri…-

Sopportare quei momenti richiedeva uno sforzo immenso, io gli avrei dato tutto l’amore di cui ero capace, se ne avessi avuto la possibilità!

Mi girai verso di lei, gli scoccai un bacio sulla guancia e la strinsi a me…

-Miki..- gli dissi solo… -Cosa devo fare con te..-

Pensai tra me e me: “Non ti preoccupare Miki, io ti amo come il primo giorno. Anche di più!”.

Come non si poteva voler bene a quella ragazza, come il più delle volte, eravamo riusciti a far pace, ed era una sensazione meravigliosa. Implicitamente, era tornata ad essere la mia Miki. L’avevo portata sul divano e lei un pò più tranquilla si era appoggiata alla mia spalla, come quando aveva bisogno di conforto. Mi sembrava di essere tornati all’inizio della nostra convivenza nella stessa casa, quante sere avevo passato così, mentre lei rannicchiata vicino a me, guardava la televisione o mi raccontava qualcosa di sé. Era stato un periodo meraviglioso…

-Mi spiace per quello che ti ho detto oggi…- disse mentre sollevando la testa mi guardava..

-Eri solo arrabbiata ed io ho esagerato…- dissi dandogli un buffetto sulla guancia… -Io voglio starti vicino, non ti voglio perdere di vista come ultimamente. Non sai quanto mi hai fatto preoccupare!!!-

-Mi spiace…- disse alzandosi e andando a prendere da bere…

-Direi che possiamo brindare a un equilibrio ritrovato…- mi disse… -Da oggi, comincia un nuovo rapporto, fatto di amicizia, lealtà e affetto! Cin…-

-Cin…- risposi io, ma devo ammettere che suonava davvero male…

Ci sarebbe mai stato un momento in cui lei per me sarebbe stata solo un’amica? Non potevo saperlo, ma la vedevo davvero dura. Sorrisi tra me e me, mentre lei mi osservava incuriosita…

-Posso chiederti una cosa!?!?- improvvisamente decisi di affrontare il discorso che più mi tormentava…

Lei mi osservava stranita, ma distogliendo lo sguardo mi fece cenno di proseguire.

-Poco fa ho parlato con Ale…- lasciai il discorso in sospeso…

Volevo vedere la sua reazione, lei prese con entrambe le mani il bicchiere, osservava le bollicine del moscato muoversi libere l’una indipendente dall’altra, poi parlò.

-Perché!?- disse tranquilla…

-Volevo sapere dove ti trovavi e lui era l’unico a sapere in quale albergo eri alloggiata…-

-Ti ascolto…-

-Lui mi ha detto apertamente di amarti ancora…-

-Yuri sei venuto qui per parlarmi dei sentimenti di Alessandro? Se è così ti dico apertamente che so cavarmela da sola…- mi disse con un sorriso triste..

-è successo qualcosa tra di voi? Lui mi sembrava ancora più preso di prima…- dissi cercando di mascherare la gelosia…

-Si. Qualcosa è successo…- mi disse sinceramente..

Guardava dalla vetrata le luci di Manhattam che splendeva in tutta la sua bellezza, sembrava ragionare su quei momenti, mi sentivo tradito, geloso, furioso… Cercai di mascherarlo ma mi sentivo il viso completamente in fiamme.

-Quando Ale mi ha salvato la vita, io sono andata a ringraziarlo il giorno dopo per avermi aiutata. Volevo dirgli  addio impedendogli di immischiarsi nei miei casini, ma…non ha voluto…-

Si voltò di scatto guardandomi, ero infuriato, forse si notava anche, ma non mi importava, in quel momento volevo solo permettermi l’opportunità di essere molto incavolato.

-Frequentando Ale, ho desiderato più di una volta di innamorarmi di lui. Mi stava accanto, mi coccolava e mi ha fatto tornare la voglia di vivere, adoravo e adoro passare il tempo con lui, riesco a dimenticarmi almeno per un pò quello che mi affligge. Lui mi è stato vicino senza chiedermi nulla, così…due volte, è successo che ci siamo scambiati un bacio…-

Sentivo la mia rabbia salire, mi faceva contorcere lo stomaco, proprio come quella volta in cui lo vidi baciare di forza la mia ragazza.

-Vuoi sapere cosa ho provato?- mi chiese diretta con lo sguardo vuoto, perso in chissà quale pensiero e  desiderio…

-Se vuoi si…- gli dissi mantenendo sotto controllo la mia voce…

-Per quanto volessi bene ad Ale e per quanto avessi desiderato di innamorarmene, non ho provato forse le stesse cose che sentiva lui mentre mi teneva tra le braccia…- disse guardandosi le mani e strofinandosele.. –Ho provato affetto, ma non era la stessa cosa. Non mi sono pentita di averlo fatto, in quel momento ero trasportata naturalmente verso di lui, perché è così buono e dolce. Ma…non si può baciare qualcuno se si ama un altro! Poi sono partita e lui mi ha lanciato un ultimatum…ma sono partita ugualmente…-

-Lui non si arrenderà! Ale è un bravo ragazzo Miki, pensaci bene prima di escluderlo dalla tua vita…- per quanto mi costasse dirglielo, dovevo ammettere che in pochi si sarebbero comportati come lui.. 

-Io…non lo amo! E lui non può sempre accontentarsi del minimo indispensabile che posso dargli..- poi mi guardò confusa… -Perché mi spingi verso di lui?-

-Io…vorrei solo proteggerti da tutto…- dissi accarezzandole la guancia… -Ma nonostante tutti gli sforzi, non riesco a proteggerti da me stesso…-

-Ma cosa stai dicendo? Non capisco…- ora mi osservava spaventata…

Era ovvio che non potesse capire. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei, tutto quello che desideravo era proteggerla da tutto quello che poteva ferirla. Ma soprattutto avrei dovuto proteggerla da me stesso…dal mio assurdo desiderio!

Il mio amore era un amore malato, insano, che avrebbe portato Miki ad avere un sacco di guai. La cosa migliore per lei, era che io negassi con tutta la mia forza i sentimenti che nutrivo!

Solo così, lei, sarebbe stata libera dal mio sentimento perverso. Purtroppo, se questa storia fosse venuta a galla, per il mondo intero io sarei stato un malato di mente, un pervertito, una bestia, che si era innamorato della propria sorella rovinandole la vita. Sarei sicuramente diventato un fenomeno mediatico, senza contare le accuse che mi sarebbero state mosse contro,  dovevo rendermi conto, che amare la propria sorella, era contro natura. Non era e non poteva essere considerata una cosa normale!

Sarei dovuto sparire dalla circolazione, senza lasciare la minima possibilità ai miei genitori e a Miki, di rintracciarmi, in questo modo, lei sarebbe stata libera e questo segreto, sarebbe rimasto intatto. Ogni volta che parlavo con i miei amici, mi sentivo capito, ma in fondo, molto spesso pensavo che forse avevano repulsione di me.

E Miki?! Come si sarebbe sentita la mia piccola Miki!?!?

-Ascoltami Miki, qualsiasi cosa accada, voglio che tu sappia che sei stata la persona più importante di tutta la mia vita. E che…potrai contare sempre su di me. Veglierò su di te…anche se lontano…-

-Perché mi dici queste cose?- mi chiese lei con gli occhi lucidi..

-Perché…il fatto che io non ti ami più, non significa che però non ti voglia bene…-

-Ti spiace se ti chiedo una cosa!?!?-

-No…dimmi pure…-

-Mi abbracceresti? Solo per un po’. Non voglio dimenticare la sensazione che si prova…-

Senza protestare, istintivamente l’abbracciai. Non so dire quanto tempo rimanemmo così, abbracciati, lei, ora tranquilla, si era abbandonata sulla mia spalla e la sua lunga e corposa treccia, quasi disfatta, giaceva sulla mia gamba, I suoi capelli erano cresciuti tantissimo, ormai arrivavano dalle sue natiche. Era meravigliosa…

La presi in braccio, la portai nella sua stanza e la posai tra le lenzuola soffici di seta. Le sciolsi la treccia e lasciai che i suoi capelli prendessero posto come meglio desideravano intorno a lei. Sembrava un bimbo spensierato e felice, mentre con la sua mano teneva un lembo della mia camicia, era proprio cominciato tutto così tra di noi, mentre lei stringeva tra le sue piccole dita un pezzettino della mia maglia per ringraziarmi dell’aiuto , nella prima cena che ci aveva fatti incontrare.  Ora mi ritrovavo nella stessa situazione, desideravo ardentemente che non mi lasciasse andare, che mi tenesse sempre stretto accanto a se. Avevo toccato vette altissime insieme a lei, avevo imparato l’amore, avevo capito cosa significasse amare qualcuno talmente tanto, da essere disposto a donargli tutto me stesso. Avevo compreso cosa volesse dire sentirsi amato così profondamente da sentirmi debole ogni volta che ci pensavo. Dentro di me, erano stati abbattuti dei muri che solitamente ergevo nei confronti degli altri, ma in compenso avevo scoperto la fragilità dell’amore, mi sentivo completamente disarmato e in balia dei miei desideri, dei miei sentimenti! Affidarsi a qualcuno, era la cosa più bella che mi fosse capitata nella mia vita, ogni piccola e minuscola cosa del suo viso, la conoscevo anche meglio di me stesso. I suoi occhi cambiavano colore, tonalità in base alle giornate, quando era brutto tempo erano del color del cioccolato fuso, più scuri, quando era bello, sembravano di un verde meraviglioso, pieno di sfumature. Era l’unica cosa di cui ero orgoglioso, ero fiero di lei!! Amavo la sua forza e la sua fragilità, ogni cosa la coinvolgesse diventava importante anche per me. Eppure mi chiedevo come il destino potesse essere stato così meschino…!!!

 Avevo conosciuto l’amore, quello vero e “devastante”, ma non potevo viverlo!  Sapevo che il dolore che sentivo, avrebbe potuto solo capirlo Miki, soffrivo tremendamente perché amavo una donna legata a me con vincoli di sangue. E chi avesse saputo di questa nostra condizione, avrebbe mai compreso quanto dolore si provasse?!

No, avrebbero solo visto quello che a loro importava. Cioè che ero un animale, privo di scrupoli! Scostavo i suoi riccioli dal viso, dal capo, dalla guancia…

Ogni parte di me stesso bramava per averla, potevo sentire il desiderio che mi nasceva dentro in ogni parte del mio corpo, più lo sopprimevo, più lo sentivo esplodere impetuoso.

Mi facevo ribrezzo, l’unico modo che avevo per proteggerla da me stesso era uscire definitivamente dalla sua vita, se fossi fuggito lontano, prima o poi se ne sarebbe fatta una ragione! Magari avrebbe incontrato un uomo che l’avrebbe pure resa felice e  a quel punto, il capitolo Yuri, in un modo o nell’altro, sarebbe stato chiuso definitivamente.

Una sola settimana, avrei fatto di tutto per renderla felice e poi sarei potuto scomparire per sempre, lasciandole in cambio il ricordo sereno di questo soggiorno a New York, che probabilmente ci avrebbe accompagnato fino alla fine dei nostri giorni.

La osservai ancora, mentre la sua mano teneva la mia, era così difficile staccarmi da lei. Mi presi la fronte con una mano, mentre con l’altra mantenevo il contatto con lei. Mi sentivo distrutto dall’amore che sentivo e lacerato dall’indecisione.

Mi avvicinai al suo viso, col chiaro intento di baciarla…

Ora sentivo distintamente il suo profumo, il suo respiro regolare mentre dormiva. Una sua mossa involontaria  verso di me, mi fece riprendere il controllo di me stesso, mi portai la mano alla bocca, spaventandomi per il gesto che stavo per compiere.. Mi allontanai velocemente e mentre lasciavo la sua mano, la sentii protestare nel sonno. Quella notte non potevo rimanere…

Rischiavo di non riuscire a mantenere la mia posizione. Da un lato, staccarmi, era un dolore fisico, avrei potuto vederla solo per quella settimana e poi probabilmente, mai più…

Ma se rimanevo lì, compromettevo gli sforzi compiuti finora! L’avrei baciata e perdendo l’unico fievole appiglio che avevo con la realtà, sarei potuto andare anche oltre!!

Le scrissi velocemente un biglietto, quando si sarebbe svegliata l’avrebbe letto! Mi permisi ancora una fugace occhiata, ma poi aprii la porta della stanza, me la richiusi alle spalle e cominciai a percorrere il corridoio. Ormai era molto tardi, ma avevo proprio bisogno di fare due passi…

Cominciai a percorrere la lunga via che mi divideva dalla metrò e intanto mi permisi di essere felice, almeno per quella sera. Non me la sentivo di pensare alle difficoltà, alla tristezza, agli addii, alla rinuncia!

Misi la mano in tasca, l’aria notturna era molto fresca. Ritrovai il piccolo amuleto che portavo sempre come, mi aveva accompagnato per così tanto tempo e in così tante avventure!

Pensai istintivamente, che quando siamo nel pieno della nostra vita non ci accorgiamo delle tante cose belle che abbiamo attorno.  La vita era qualcosa di troppo bello per sprecarla in sole chiacchiere. Purtroppo però, la maggior parte del nostro tempo era passata a rimpiangere treni che erano già passati e che non sarebbero tornati una seconda volta, il mio treno era passato, l’avevo riconosciuto, poi per il caso della vita l’avevo dovuto perdere. Mi sentivo emotivamente arrabbiato con chiunque si lasciasse scappare felicità che aveva a portata di mano. La vita è sempre stata un percorso troppo in salita, ogni volta ci viene naturale lamentarci del fatto che non ci sia qualcosa in discesa e una volta che arriva la china, ci complichiamo l’esistenza perché tutto ci sembra troppo facile, o troppo bello…

Io ero stato sfacciatamente felice negli ultimi anni, Miki era incredibile e anche le difficoltà che avevo incontrato nel percorso con lei mi avevano rafforzato, mi avevano fatto crescere.

Adesso, in questo momento mi sentivo come rinato…

Potevo vedere il suo viso, rallegrarmi facendole una carezza e sorridere insieme a lei.

La malavita di New York era già all’opera, era davvero una brutta zona quella di Manhattan di notte il pericolo si risvegliava come d’incanto e le vie brulicavano di spacciatori, ladri, assassini.

Continuai a pensare per molto a quello che mi circondava e quando mi svegliai da quella specie di torpore mi resi conto che ero davanti al cancello del college. Era molto tardi, delle luci erano ancora accese ma pensai che i miei amici sicuramente stessero dormendo. Entrai con più delicatezza possibile, feci le scale per raggiungere la stanza che dividevo con Willy, ma quando entrai li vidi tutti lì, con la faccia tesa e preoccupata.

-Yu!? Finalmente! Abbiamo chiamato in albergo, eravamo preoccupati non vedendoti arrivare!!!-

-Scusatemi…- dissi sorpreso… -è che ho perso la cognizione del tempo….-

Mi sedetti vicino a Doris che era seduta sul mio letto.

-Allora..- mi chiese Jinny con un sorriso dolce sul viso… -Com’è andata?-

-Sono riuscito a parlargli…- dissi sereno…

-Gli hai detto….-

-No…no! Cosa avete capito?!- dissi attento… -Gli ho detto una parte di verità, che nonostante non la ami più rimane la persona più importante della mia vita! E che ci sarò per lei….sempre!!!-

-Allora perché hai quel tono di voce!? Quasi disperato…-

-Credo che la cosa migliore, per mantenere tutto a posto, sarebbe che io scomparissi dalla loro vita…- dissi convinto…

-Sei impazzito!?!?- mi disse Willy in preda alla rabbia…

Mi guardava furioso, mentre si era alzato di scatto dal letto.

-Pensateci…- dissi io afflitto… -ogni minuto che è accanto a me, rischio di perdere il controllo…-

mi ero alzato per raggiungere la finestra…

Guardare quel panorama, il ponte di Brooklyn in tutta la sua bellezza, mi aveva sempre tranquillizzato. Ma…non quella sera…

-Mentre ero lì che la tenevo stretta a me, abbracciandola, non so quante volte ho sentito bruciare il desiderio di averla per me. La desideravo come non mai, vedevo le sue labbra e…l’unica cosa che volevo era baciarla…- dissi coprendomi il viso con le mani…

-Ogni istante in cui sono stato lì con lei mi sentivo bruciare, mi sono avvicinato alla sua bocca e l’avrei fatto…l’avrei baciata! Non so cosa mi ha trattenuto dal farlo, non so perché mi sono fermato. Ma…mi sono obbligato ad allontanarmi da lei….-

-Però l’hai fatto… No!? Ti sei trattenuto…- mi disse Doris…

-Doris tu pensi davvero che sia sufficiente!?!? Per quanto eh…riuscirò a controllarmi!?!?-

-Fuggire non servirà a nulla! Pensi che Miki in questo modo si metterà davvero il cuore in pace!?- disse Willy…

-Io so solo che mi faccio schifo. Lo capisci che amo mia sorella? Lo comprendi!?!?- gridai…

Willy mi sbatté contro il muro prendendomi per la camicia…

-Ma che colpa ne hai eh!?!?! Ti sei innamorato di lei prima di scoprire la verità! Quindi come potevi saperlo? Sai, ultimamente mi chiedevo anche io perché il destino è stato così crudele con voi e sai cosa ho pensato!?-

-Cosa!?!?- gli risposi…

-Che era questo che la vita voleva per voi. Nel senso che vi ha voluto dare la possibilità di amare qualcuno alla follia e disperatamente, se proprio vuoi saperla tutta…credo che se anche l’avessi saputo forse non avresti potuto opporti al tuo cuore! Come adesso!!!-

-Ma è insano…malato…- dissi deluso con me stesso, con la voce flebile per cercare di spiegare come percepivo questo mio sentimento…

-L’amore non è insano o malato. Seppure particolare, è la forma più profonda e meravigliosa di affetto! Ami una donna come tutte vorrebbero essere amate Yu!- disse Doris accarezzandomi la guancia.. –Pensi davvero sia così sbagliato!?!?-

-Quando mi guardo allo specchio, vedo il disprezzo della gente se sapesse quello che sento…-

Nessuno ebbe il coraggio di parlare a quel punto, sarebbe stato questione di tempo e pensai che sarei arrivato al punto di impazzire. Per quanto si poteva arrivare a sopportare quell’amore insano, mi avrebbe devastato la vita per il resto dei miei giorni!!

  
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