La
voce dell’istinto….
Avevo
con me un trolley
pesantissimo. Pensare che sarei stata a New York per solo una
settimana. Avevo
deciso in fretta e furia, rifiutando l’aiuto di chiunque. In
molti si erano
offerti di accompagnarmi in questa mia avventura, ma avevo declinato
gentilmente, spiegando che avevo bisogno di affrontare la questione da
sola, sapevo
che non sarebbe stato facile, ma questo riguardava solo me e dovevo
trovare la
forza di guardare negli occhi Yuri senza rifugiarmi ogni volta tra le
braccia
di qualcuno. Prima di partire, Ale, mi aveva pregata di non venire a
New York.
-Ci
hai pensato bene!?!?-
-Ale,
non sei stato forse tu a
dirmi che dovevo affrontare i miei fantasmi!?!?-
-Si
è vero, ma se tu rivedrai Yuri,
io non avrò più alcuna
possibilità…- mi disse voltandosi a guardare il
mare…
-So che è egoistico da parte mia dirtelo e so che lui per te
è importante, ma
non puoi provare a rifarti una vita senza di lui!?!?-
-Io
lo dovrò fare comunque, ricominciare
prima o poi la mia vita! E non potrò sempre evitare di
incontrarlo perché ho
paura. Lui presto tornerà e mi dici cosa farò
allora!?!?-
-Se
tu partirai, non potrai più
avere opportunità con me…- ecco
l’ultimatum che mi ero aspettata fino ad
allora…
Abbassai
lo sguardo sorridendo e
pensai che quella situazione era destinata a finire così
già dal primo giorno.
Sapevo perfettamente che prima o poi saremmo arrivati a quel punto, ma
per
quanto mi spiacesse, quella era la mia vita e io dovevo affrontare
quello
scoglio se volevo ricominciare a vivere.
-Io
non pretendo che tu mi capisca
Ale…- dissi addolorata.. –Spero solo che non ce
l’avrai troppo con me…-
-Miki…-
disse abbracciandomi…
-Io…farei la stessa cosa se si trattasse di te credimi. Ma
cerca di capire la
mia posizione, anche se sapevo come stavano le cose fin
dall’inizio io…ti ho
sempre amato…-
-Mi
spiace…era per questo che non
volevo coinvolgerti!! Ma adesso non mi puoi chiedere di non partire,
spero solo
di non perdere la tua amicizia!!- corsi via prima che qualcosa dentro
di me si
spezzasse definitivamente…
Si
perché sapevo che in qualche
modo, qualcosa dentro di me si stava rompendo. Ale era diventato troppo
importante per me e io non avrei mai voluto prendere decisioni che lo
ferissero. Il nostro rapporto era cambiato, non so su quale strada si
fosse
diretto, ma era diverso, nonostante cercassi di evitare questo
argomento,
sapevo che dentro di me lo percepivo in modo differente. Sentivo di
averlo
perso per sempre, ma avevo chiesto a Charlotte di starle accanto.
Speravo che
lei potesse offrirgli quello che io non ero mai stata in grado di
dargli. Di
ritorno da New York credo che non avrei più ritrovato il
“mio Ale” e questo mi
procurò un dolore incontenibile, talmente profondo che mi
stupii io stessa
della ferita che avrebbe lasciato dentro.
Mi
ero giocata il tutto e per tutto
ed ora…ero lì in quell’immenso
aeroporto, sola, mentre tutti di fretta mi
sfrecciavano accanto senza voltarsi. Mi sentivo come quella prima volta
che mi
ero trovata lì, smarrita in quella terribile confusione.
Ero
lì per la mia sfilata di
debutto per la Shining e per quel famoso party che per me era stato
organizzato. Avrei incontrato pure personaggi celebri e molto ammirati,
ma la
mia mente era concentrata sull’incontro con Yuri. Nel
complesso, gli impegni
che avevo non erano molti e mi lasciavano del tempo libero che avrei
impiegato
girando come turista per la città.
Ma
avevo un compito da portare a
termine, Katia mi aveva affidato delle lettere da portare al figlio! E
siccome
io andavo proprio a New York aveva pensato che poteva essere una buona
occasione.
Presi
la borsa che misi a tracolla
e il trolley, raggiunsi le porte principali dell’aeroporto e
finalmente mi
ritrovai all’aria aperta. Cercai nella confusione un taxi
libero e notai che
molte persone mi osservavano incuriosite, mi stavo chiedendo il
perché di tanta
curiosità, quando notai un immenso cartellone con il mio
viso raffigurato. E
pensai che forse, l’idea di fare la modella, non era stata
poi così buona!!!
Mi
affrettai a cercare un taxi e
finalmente quando lo trovai, mi rasserenai per essere sfuggita alla
curiosità
generale. Avevo rifiutato categoricamente tutti gli agi che voleva
impormi
Edward, se fosse stato per lui, avrei viaggiato in aereo in prima
classe con
tutti i lussi possibili ed immaginabili, senza contare la limousine che
mi
avrebbe scortato ovunque nella città. Invece di farmi
sentire bene, mi avrebbe
solo fatto sentire in gabbia. Non ero però potuta oppormi
all’albergo, aveva
prenotato una suite super lussuosa e quando gli avevo chiesto una
stanza
normale, mi aveva detto che la società aveva già
lascito una caparra che
avrebbe perso. A quel punto mi arresi all’evidenza, ma per
tutto il resto
ottenni il massimo di libertà.
-Buongiorno
signorina dove posso
portarla!?!?-
-Buongiorno,
ascolti prima di
andare in albergo dovrei andare al college Darmounth…-
-Perfetto…ci
andiamo subito…- mi
disse rassicurante…
Cominciai
a osservare New York dal
finestrino della macchina, era una città meravigliosa e
avrei davvero voluto
poterla visitare magari con Yu accanto. Mi sentivo agitata, inquieta,
avevo
davvero tanta paura, forse non ero ancora pronta per affrontare tutto,
ma
speravo che questo incontro potesse suggellare un nuovo inizio per me e
Yuri.
Un’amicizia fraterna, su cui contare, in fondo io e lui ci
conoscevamo
profondamente. So che vederlo sarebbe stato doloroso e non avrebbe
fatto che
rafforzare il sentimento che per lui già provavo.
Quando
vidi il cartello del college,
il mio cuore cominciò a scoppiettare senza sosta.
Cominciavo
a sentirmi le farfalle
nello stomaco, come se stessi per incontrare l’uomo che
ancora mi amava, ma non
appena realizzai che non era più così mi sentii
subito pesante e mi ripromisi
di non lasciarmi andare a inutili momenti di debolezza. Dovevo
dimostrare a
Yuri che avevo dignità e che sapevo reggere una situazione
come quella, senza
farlo sentire in colpa, sarei stata la donna che lui forse, per tutto
quel
tempo, aveva cercato dentro di me, ma che probabilmente non aveva
trovato!
Avevo molte cose da rimproverarmi in fondo, se lui non mi amava
più,
probabilmente anche qualcosa in me, non era stato in grado di tenere
vivo il
sentimento.
Quando
il taxi si fermò davanti al
cancello, mi sentivo come stordita, avrei voluto tornare indietro ed
essere in
Giappone contornata dalle persone a cui volevo bene. Inghiottii la
saliva e
parlai all’uomo che mi guardava incuriosito…
-Mi
aspetti qui, non ci vorrà
molto. Torno tra poco…-
-Come
vuole…l’attendo qui!-
-Grazie…-
Presi
la borsa in cui avevo tutte
le lettere, mi avvicinai al cancello dell’ingrasso e rimasi a
osservare quel
conglomerato di palazzi. Era davvero imponente e mi
intimidì, tutto in quella
grandissima città mi sembrava immenso, anche quel cancello
mi sembrava
invalicabile, forse perché mi divideva da qualcosa di
immensamente caro. Ma ancora
non mi sapevo decidere.
Non
era necessario che mi
trattenessi molto e di certo anche Yuri non lo desiderava, bastava che
entrassi, gli consegnassi le lettere e gli chiedessi come stava. E il
gioco era
fatto!!! Mi sarei potuta congedare di lì a poco, con la
scusa che il taxi fuori
mi stesse aspettando per portarmi in albergo. Ma allora
perché le mia gambe
tremavano!?!? Feci per voltarmi indietro, quando delle risa in
lontananza mi
trattennero dallo scappare. E tra quei ragazzi…in
lontananza, riconobbi “l’oggetto”
della mia sofferenza!!
I
suoi capelli biondi svolazzavano
nel vento e sentii subito assalire le mie guance da un leggero color
cremisi. Istintivamente
il cuore cominciò a pompare più sangue, mentre il
mio respiro si faceva più
affannato, spontaneamente le mie gambe fecero due passi nella sua
direzione, ma
non appena mi resi conto di quello che stavo facendo mi bloccai e
lasciai
cadere le mie braccia inermi lungo la mia figura. Non potevo
più salutarlo come
facevo normalmente…
Le
ultime immagini che avevo di
lui, riguardavano il suo viso glaciale mentre mi diceva di non volermi
più e la
sua figura lontana che si allontanava, lasciandomi sola nel parco.
Quella era
la nostra attuale situazione e prima mi ci abituavo, prima il dolore
sarebbe
diminuito!
Come
un automa e meccanicamente, mi
avvicinai all’albero per appoggiarmi.
Misi
la schiena contro il tronco e
incrociai le braccia sul petto, alzai il viso verso il cielo, sentendo
la nuca
contro la corteccia ruvida. Chiusi gli occhi e feci un lungo respiro,
assaporando
quel profumo di natura. Quando li riaprii, un filo di luce filtrava tra
le fronde
dell’albero e pensai che forse il sole mi avrebbe aiutato ad
affrontare quel
momento, fiduciosa
lasciai che i miei
nervi si distendessero per affrontare quel istante. Mi permisi un altro
sguardo
verso l’allegra comitiva, lui era sorridente, sembrava
felice… E immediatamente
mi resi conto che in realtà, probabilmente, ero la sola a
sentire come
difficoltoso quell’incontro. Forse perché ero
perfettamente consapevole di
amarlo ancora…
-Ehi
ragazzi…- disse Brian
all’improvviso.. –Oddio, là
c’è una ragazza! Guardate che fisico!!!!-
-Ufff…Brian
sei sempre il solito!
Possibile che non riesci ad essere normale almeno un minuto nella tua
vita?!-
disse Doris…
-No
dai ragazze, bisogna dargliene
atto…- disse Willy… -Quella ragazza, chiunque
essa sia ha davvero un fisico
stratosferico!-
-Willy
ti ricordo che sono la tua
ragazza!!! Per ora…- disse Jinny con una smorfia…
Non
potei fare a meno di sorridere
a quella scena, a quanto pare Brian aveva appena trovato la sua
prossima
vittima e Willy, per la prima volta sembrava d’accordo.
Mancava solo il mio parere.
Quindi mi concessi uno sguardo avvicinandomi al soggetto dei quei
discorsi.
Era
vestita con un vestito leggero,
che le scendeva morbido sui fianchi, lilla, con qualche leggero
disegno. Un
copri-spalle nero leggermente trasparente la rendeva molto elegante.
Quel
fisico…perfetto, morbido e con le giuste forme sinuose. Il
mio cuore cominciò a
battere frenetico. Quei capelli lunghi, ricci, castani, con riflessi
ramati che
si muovevano liberi nel vento. Mi sentivo tremare la voce nel petto e
il mio
respiro era irregolare, affaticato…
-No…-
dissi scioccato… -Non può
essere lei…- nello stesso istante in cui pronuncia quelle
parole, percepii lo
sguardo dei miei amici su di me…
Si
voltarono anche loro a
osservarla e quando si volse, davanti agli occhi mi si
presentò il suo viso bellissimo,
curvato in un sorriso appena accennato e quasi incerto. Era immobile
davanti a
me, a pochi passi. Sentivo il suo meraviglioso profumo, che mi
inebriava ogni
volta che le stavo affianco
e
non riuscirei a descrivere l’emozione
di quel momento! I miei occhi si erano leggermente appannati e in quel
attimo,
l’amore tenuto a bada con le redini, si stava scatenando
dentro di me in tutta
la sua “assurda” potenza. Volevo solo stringerla
sul mio petto e tenerla così
per il resto della mia vita, pregando di non doverla più
abbandonare per il
resto dei miei giorni.
Sentivo
che il mio cuore si stava
spezzando, era come se stesse esplodendo dentro il petto e come se ci
fosse
solo la pelle a mantenerlo al suo posto.
Il
tempo si era fermato. Lei era
sempre lì, con la brezza leggera che la rendeva incantevole,
mi sembrava di
essere in una foto in bianco e nero. C’eravamo solo io e lei,
tutto intorno a
me sembrava incolore e lei invece era dipinta con i colori
più belli. Mi
avvicinai lentamente, come se avessi paura che quella
felicità che provavo
dentro sarebbe scomparsa e lei, come in tutti i bei sogni, sarebbe
svanita con
il vento. Lei era rimasta immobile, affianco all’albero e
sembrava incapace di
parlare, i suoi occhi erano lucidi, quelle iridi innamorate che erano
sempre
state il mio tormento. E potevo vederlo chiaramente…lei mi
amava ancora, come
io volevo lei!
Avere
quella conferma, in un certo
senso, mi aveva reso felice, sebbene il suo viso fosse contratto e
rigido,
potevo vedere chiaramente il sentimento che ne traspariva, erano sempre
stati i
suoi occhi a parlare al mio cuore.
-Miki…-
riuscii a dire solo quello…
Notai
che lei aveva contratto le
mascelle, trattenendo la sua fragilità. Quello sforzo si
riversò sugli occhi,
che però forti trattennero le lacrime, che erano rimaste ai
bordi delle ciglia,
le sue guance erano di un leggero e dolcissimo color cremisi. Capii che
si
sentiva in difficoltà e che probabilmente in quel momento,
come me, si rendeva
conto di quanto fosse intenso e profondo quell’amore
devastante che ci univa.
Un groppo in gola mi impediva di parlare e se gli avessi dato ascolto,
probabilmente, avrei pianto come un bambino tra le sue braccia,
sperando di
risolvere tutto!
Ma
quello che feci fu semplicemente
di prendere il suo braccio, attirarla verso di me e
di abbracciarla teneramente. Vidi
i suoi occhi sbarrarsi leggermente, poi
più niente, le sue braccia erano rimaste inermi lungo i suoi
fianchi e sentivo
il suo viso rilassarsi. Percepivo il calore del suo corpo e infine le sue braccia,
gentilmente, si posarono
sulla mia schiena. Avevo desiderato quel momento fino ad
allora…
Quando
mi staccai da lei, il suo
viso era pieno di interrogativi a cui non potevo rispondere. Ma non mi
fece
domande, vedevo che i suoi occhi mi avrebbero voluto chiedere un sacco
di cose,
ma forse, per mia fortuna, non era in grado di farlo per il momento.
Le
feci una piccola carezza a fior di pelle sulla guancia,
che era meno
colorata in quel momento.
Si
stava trattenendo, non voleva
mettermi in difficoltà…
-Non
avrei mai immaginato di
vederti qui….- gli dissi confuso…
-Beh
sono qui per lavoro…- mi disse
accennando ai cartelloni immensi appesi in città…
-Come avrai visto ho iniziato
una nuova avventura…-
-Si,
sei bellissima in quel
manifesto…- le dissi sincero…
Lei
abbassò lo sguardo, sembrava
contrariata da quelle affermazioni e si limitò a rispondere
frettolosamente.
-Grazie!
In verità
sono qui per un motivo…-
Improvvisamente
mi spaventai.
Riaffrontare quei discorsi mi faceva sentire a disagio, ripensare a
tutto
quello che era accaduto in quel periodo in cui eravamo stati lontani,
mi faceva
sentire in colpa.
-Io…-
dissi come per stoppare un
discorso che non volevo affrontare…
-No…non
ti preoccupare..- mi disse
fermandomi.. –Non sono qui per parlare Yuri e se non avessi
avuto un motivo per
vederti, non sarei nemmeno venuta. Credimi ho capito e afferrato il
concetto
quel giorno e non c’è motivo che tu mi ripeta i
soliti pensieri…-
Questo
mi ferì, ma in fondo cosa
potevo aspettarmi dopo il modo in cui mi ero comportato!?
Dopo
una piccola pausa per
riprendere fiato, aveva rialzato lo sguardo e aveva ripreso controllo
di se
stessa. Ora aveva il sorriso appena pronunciato di qualche minuto fa,
aveva
cercato qualcosa nella borsa e ora lo teneva in mano con cura, come per
non
sciuparle.
-Katia
mi chiesto di portarti
queste…- si avvicinò e me le diede porgendomele..
–Sono lettere che hanno
scritto per te. Anche Steve, Arimi e anche i miei genitori…-
-Quindi
mi hai portato queste
apposta! Potevo venire io…-
-No…non
ti preoccupare. Ero curiosa
di vedere la Darmounth…-
-Hai
viaggiato bene!?-
-Si!
Ma il Giappone mi manca già
troppo. Non vedo l’ora di tornare a casa, dalle persone che
mi aspettano…-
Avrei
dato qualsiasi cosa per
chiedergli se Alessandro la stesse aspettando, ma non potevo farlo
sarebbe
stato troppo palese il mio interessamento. Avevo paura di scoprire la
verità, prima
o poi sarei tornato nel mio amato Giappone e avrei capito come stavano
le cose
tra di loro. Non era forse meglio avere tempo di prepararsi
all’idea!? Presi
coraggio e proprio nel momento in cui aprii bocca per chiederglielo,
lei mi
precedette…
-Ora
è meglio che io vada. Mi ha
fatto piacere rivedervi. Ciao Yu, buona fortuna per tutto!!- si era
girata su
se stessa…
Se
ne stava andando ed io la stavo
perdendo definitivamente. Pensai se era quello che aveva provato lei
quando nel
parco la lasciai lì sola. Un misto di angoscia, dolore e
consapevolezza che se
non l’avessi fermata ora, non avrei più potuto
recuperare con lei! Il pensiero
che in albergo, Alessandro, potesse aspettarla, mi fece accecare la
vista, mi avvicinai
a lei a grandi passi, prendendole il più dolcemente
possibile il polso.
-Te
ne vai già?- gli chiesi
sperando che si voltasse..
Sentivo la sua mano tremare
tra le mie dita e
allora gliela lasciai, sperando che quella reazione, non significasse
che il mio
contatto non gli era gradito. Lei si prese una mano con
l’altra e l’aveva
portata vicino al petto…
-Ti
sta aspettando qualcuno in
albergo?! È per questo che hai fretta?- lei mi
guardò smarrita, ma lentamente
mi rispose..
-No,
sono sola qui a New York…-
disse guardando in direzione della strada… -è che
avevo detto al taxi di
aspettarmi e di portarmi in albergo…-
-Mi
piacerebbe farti vedere il
College. Avresti anche un sacco di Ciceroni a guidarti…- in
quel modo non
l’avrei più messa a disagio e anche la
possibilità che mi passasse qualcosa di
strano per la testa era azzerato…
Avevo
però un disperato bisogno di
stare con lei e se se ne fosse andata avevo paura che qualcosa dal mio
cuore si
sarebbe staccato per sempre. Era un bisogno incontrollabile quello di
averla
affianco.
-Diremo
al taxi,dietro ricompensa,
di portarti questa valigia nel tuo albergo!!-
-Dai
Miki…- le disse Jinny.. –Ci
divertiremo…-
Miki
sorrise serena e convinta fece
cenno di si.
Dopo
aver sistemato la questione
della valigia, guidammo Miki nel dormitorio. Ovviamente tutti
lì la riconobbero
e rimasero incantati a guardarla. Lei osservava intorno, chiedendo a
Doris e a
Jinny di raccontare la storia dei soggetti raffigurati nei quadri, in
questo
caso il capo stipite della Darmounth. Era raggiante in quel momento, ma
quando
mi avvicinavo, subito, la vedevo irrigidirsi e
cercare di avere un atteggiamento il più
possibile distaccato, sapevo
che lo faceva per proteggersi, ma questo non poteva non ferirmi. Per me
era
davvero difficile non soffermarmi a guardarla ogni volta che ne avessi
la
possibilità, ma sapevo che stavo correndo un rischio troppo
grande e ogni volta
pensavo irrimediabilmente ”Perché sei mia
sorella!?!?! Perché!?!?”.
Ma
non c’erano risposte era stato
il destino a portarci tutto questo…
Andammo
in tutto il college,
mostrando a Miki le cose più interessanti. Il giro era
durato molto e
finalmente andammo a sederci nel salotto del dormitorio.
-Allora
Miki…ti è piaciuta la
facoltà di architettura!?-
-Assolutamente
si. Avevi ragione
Yuri, ne valeva la pena di separarsi per un pò dal
Giappone…-
Io
però non ne ero più così sicuro,
ogni volta che ripensavo ai motivi che mi avevano portato
così lontano, mi
sentivo mancare. Non era solo per una mera soddisfazione personale!
-Dici?
Mi fa piacere che ti sia
piaciuta… Ma dimmi, il tuo lavoro!?!?-
-Solo
un momento passeggero…- disse
guardando fuori dalla finestra… -Avevo bisogno di
novità e si è presentata
questa. Per me…è solo un gioco, per realizzare un
sogno più grande…-
-Siamo
così indiscreti se ti
chiediamo quale?!-
-Sono
riuscita ad entrare alla
facoltà di Disegn d’interni. Ho studiato molto per
poterci entrare e ce l’ho
fatta….-
-Complimenti…-
mi dissero tutti…
-Grazie..-
ma qualcosa nel suo viso
non funzionava…
-Gli
altri come stanno!?- chiesi
sperando che mi parlasse sinceramente..
Sapevo
che almeno tre di loro mi
avrebbero ucciso volentieri.
-Stanno
bene mi hanno detto di
salutarti…- era sincera, lo vedevo bene…
-Grazie..-
dissi sorridendo..
–Anche Ale, Ghinta e Michael!?!?-
Un
colpo basso. Non so nemmeno
perché glielo chiesi, mi era uscito così,
all’improvviso…
-Dobbiamo
proprio parlarne
adesso!?- disse lei scocciata…
-So
che mi odieranno ancora di più
adesso…-
-Smettila…-
disse lei abbassando la
voce…
-Lo
so e li capisco..- dissi
gentile..
-Ma
cosa ti aspettavi scusa?- disse
lei improvvisamente a disagio… -Lo sai perché
sono così arrabbiati? No già…come
fai a saperlo, tu non c’eri! Ma loro erano lì ogni
santo giorno, ogni giorno a
sostenermi!- disse lei avvicinandosi a me e urlando…
-Tu…tu
non hai nemmeno idea di come
mi sia sentita. Non ne hai idea! Te ne sei andato senza nemmeno
salutarmi, come
se non avessi mai rappresentato nulla per te. Ma
loro…Michael, Ale, Ghinta,
Steve, Meiko e tutti gli altri sono stati essenziali per me. Mi hanno
visto
scendere talmente in basso che ero diventata un automa! Mi avevi dato
tutto e
in un giorno, in un solo giorno improvvisamente mi hai tolto tutto!!
Ogni
cosa…- non riuscivo a parlare…
Mi
sentivo inutile, perché aveva
ragione.
-Te
ne sei andato voltandomi le
spalle quel giorno e la mattina non hai nemmeno avuto il coraggio di
guardarmi
negli occhi e di salutarmi! Sono io, vero, a non avere
dignità!? È questo che
mi hai detto quel giorno, ma credimi…io penso di averne
molta più di te di
dignità Yuri! Perché io ti ho sempre detto quello
che pensavo, anche piangendo
e non avendo paura di dimostrare le cose..-
Si
era allontanata leggermente, aveva
socchiuso gli occhi e si era avvicinata alla poltrona dove aveva
lasciato la
borsa…
-Non
so nemmeno perché sono qui…-
mi disse guardandomi… -Questa non volevo dartela,
l’ho scritta io per te. Ma a
questo punto penso che il contenuto sia inutile, bruciala, puoi farne
l’uso che
vuoi. Addio..-
Detto
questo aveva preso la sua
borsa ed era corsa fuori, lasciando la porta del salotto aperta. Cercai
di
raggiungerla, pronunciai il suo nome per un paio di volte.
Ma…capii che non
voleva essere raggiunta da me. La guardai allontanarsi e prendere un
taxi al
volo.
Quando
scomparve definitivamente
dalla mia vista, compresi che quella volta era davvero
l’ultima che avrei
potuto rincorrerla. Mi aveva urlato tutto il suo dolore, riaprendo una
ferita
per il momento un pò rimarginata, avrei almeno potuto farle
capire che non era
indifferenza la mia, volevo solo evitarle altro dolore.
Ma…ero stato un
vigliacco, perché non sopportavo di vederla ferita e
soprattutto non accettavo
che a farle del male fossi stato io!
Ritornai
nel salotto, tutti mi
guardavano un pò angosciati..
-Forse
non è stata una buona idea, lei…non
è ancora pronta…- dissi…
-Non
avresti dovuto parlare di
Alessandro…- mi disse Willy… -Era palese la nota
sarcastica e di…-
-Di
gelosia?!?- dissi io
arrabbiato… -Mi spieghi come ti sentiresti tu nella mia
situazione, se sapessi
che Jinny è ipoteticamente consolata da un
“Alessandro”!?-
-Credo
che reagirei come te ma…in
questo modo hai combinato un casino…-
-Yu,
lei ti ama!! Si vede lontano
un miglio, pensi che per lei sia stato così semplice stare
qui con te!?!? Ti ha
accontentato perché ti ha visto felice…- mi disse
Doris…
-A
me non sembrava così felice di
essere qui…- dissi io sedendomi e prendendo la sua lettera
in mano.. Profumava
di lei, di buono.
-Non
ti ha detto quelle cose per
farti sentire in colpa, ma era un modo per farti capire che a te ci
tiene…-
-Lo
so…- dissi angosciato… -è la
persona più importante per me e proprio per questo non posso
sbagliare!!-
-Senti...perché
non ti calmi un pò
e leggi le lettere che ti hanno mandato?!-
Quando
mi lasciarono solo,
cominciai a leggere il nome dei vari mittenti. Mia madre, mio padre,
Rumi,
Yuogi, Steve. Mi avevano scritto in molti, mi mancavano davvero tutti,
anche se
quella di cui accusavo il vuoto più grande rimaneva lei.
Presi
la sua lettera e potei distinguere
la sua bella grafia. Guardai per un pò la busta, doveva
averla tenuta molto in
mano prima di decidersi se darmela o meno. Se non altro potevo leggerla
e
tenerla per sempre con me, appena l’aprii nella prima pagina
notai una chiazza
di bagnato lungo il bordo, che aveva lasciato la carta più
rigida asciugandosi.
Pensai che doveva aver pianto molto prima di scriverla e subito i miei
occhi si
fecero più opachi e stanchi.
“Caro
Yuri…
ti
scrivo in una terribile
giornata piovosa,
il parco è sempre
popolato di bambini, proprio come la prima volta che mi hai trovata
qui. Sono
passati tanti giorni da quando te ne sei andato e spero che le cose in
America
vadano esattamente come te le aspetti…
Per
quanto mi riguarda me la
cavo! Oggi è uno di quei giorni in cui
dimenticarmi dei momenti che ho trascorso con te
è più difficile, perdonami
se te ne parlo…ma se da parte tua le cose non sono
più come prima, da parte mia
dimenticarti è impossibile!!
Ho
provato in tutti i modi a
cancellarti dalla mia vita, ma non posso dimenticare quella frase che
tu mi
avevi ripetuto un giorno, in uno di quei tanti bei momenti che abbiamo
passato
insieme, ti avevo chiesto quando avresti smesso di farmi innamorare
sempre di
più e quel giorno mi dicesti:
“Quando
non avrò più fiato per potertelo
dimostrare… Quel giorno dovrai vivere solo dei
ricordi che abbiamo avuto Miki… E voglio lasciarti tutto
quello che mi è
possibile… Non avrò mai sufficienti parole per
spiegarti cosa mi scateni
dentro!!!”
Quello
fu uno dei tanti giorni
felici che ricordo con maggiore intensità
e oggi, che tu non mi ami più, posso dirti che
vivo dei bei ricordi che
abbiamo avuto e spesso questo mi rende più serena.
Affrontare questi giorni da
sola, sapendo che tu non c’eri più, è
stato il più grande dolore che avessi mai
potuto provare. Il dolore senz’altro più acuto,
è avere come ultima immagine la
tua figura che si allontana dal parco… Ma nonostante tutto,
spesso preferisco
richiamare alla memoria tutti i ricordi che mi hai lasciato, ne ho
talmente
tanti che posso sbizzarrirmi nel sceglierli!!! Voglio dirti con
assoluta
sincerità che apprezzo tutto quello che mi hai dato e
lasciato, a dimostrarlo è
un’altra goccia delle mie lacrime che si stampa sul foglio!!
Non
ti posso rimproverare nulla,
perché l’amore che mi hai donato mi ha reso felice
per molto, molto tempo. Non
sentirti in colpa se non mi ami più, sai perfettamente
com’è l’amore, ma forse
per te la brezza ha smesso di condurti accanto a me.
Sebbene…io
ti ami ancora molto e
non posso non ammetterlo, voglio che tu sappia che desidero solo la tua
felicità, ricordati di essere sempre te stesso,
perché il modo in cui mi hai
amata, può rendere felice qualunque altra donna!!
Ti
chiedo solo di non utilizzare come emblema per il tuo nuovo amore la
nostra
frase.
Segui
sempre la voce del tuo
cuore, perché lei non può mai sbagliare Yuri, il
cuore, ricordati, che è da
sempre il miglior consigliere e la vita è talmente breve che
dobbiamo imparare
a viverla nel modo migliore! Non
avere
paura di innamorarti ancora…o ancora peggio di ferirmi,
l’amore sappiamo
entrambi che significa anche volere la felicità
dell’altro e io desidero davvero
che tu possa essere sereno!!
C’è
solo una cosa che spero per
noi due, mi auguro di averti vicino un giorno e di essere pronta ad
accettare
quello che puoi darmi. So che non potrò più avere
il tuo amore ma ti prometto
che questa sarà l’ultima occasione in cui sentirai
parlare dei miei sentimenti.
Spero ardentemente nel tempo di riuscire a d accettare
l’amicizia e l’affetto
che ci unirà, come due amici che si sono sempre voluti bene.
Ti
prometto che sarò un’amica obiettiva e che ti
sosterrò sempre e in ogni
momento!!
Questo
è il mio addio ai sentimenti che
provo per te…
Da oggi io
cercherò di dimenticarmi per sempre
delle emozioni e dell’amore che per tanto tempo mi ha unita a
te! Vivi Yu ama,
creati delle amicizie, esaudisci
i tuoi sogni…
Io
ho capito che essi, sono le
uniche cose che non possono esserti sottratte. Magari col tempo, li si
possono
apprezzare ancora di più, perché ricordando i
momenti difficili della nostra
vita, ci renderemo conto che essi ci hanno permesso di sentirci meglio
e di
essere più liberi!!
Ti
voglio bene Yu…per sempre…
Anzi…forse
dovrei dire… I love you!!!
Ai shiteru!!!
Miky
Lasciai
andare sul divano quei
piccoli fogli e appoggiai la testa sul sofà. Tutto
l’amore che provavo…il mio
cuore era in frantumi! Cominciai a lasciar scivolare qualche lacrima
silenziosa, ma pensarla sola, in quell’albergo mi faceva
sentire ancora peggio.
Sentii
i passi silenziosi di Doris
che si avvicinava, avevo bisogno di stare solo, ma lei non riusciva a
infastidirmi…
-Posso?-
mi chiese discreta,
sollevando la lettera…
-Io
non so cosa fare…- dissi in
preda al panico…
Doris
aveva fatto scorrere le
parole della lettera, poi aveva alzato la mano e l’aveva
portata sulla mia
spalla massaggiandola.
-Yuri…-
disse sospirando… -Che
situazione complicata!!!-
-Io
non riesco a tenerla lontana…-
dissi guardandola.. –Fuggo da lei e me la ritrovo qui! Cerco
di dimenticarla
e…la amo ancora di più! È possibile!?-
-Certo
che lo è!! L’amore è così
Yuri…- disse sorridendomi.. –è pazzia,
follia, ragione e trasporto, passione e
mente. Più ci sforziamo di fare cose ragionate e coerenti,
più facciamo cose
irrazionali e con l’amore cresce. Ti sta succedendo
questo…-
-Si,
ma non dovrebbe succedere visto
che lei è mia sorella…. No?!-
-Ma
tu ti sei innamorato prima di
saperlo! E ora come si fa ad andare contro a un sentimento
così naturale?-
-Non
lo so, io so solo che non
dovrei farlo…-
-Cosa!?!?-
-Dovrei
passarci sopra, far finta
di non aver mai letto questa lettera. Ma io…non riesco a
lasciarla andare. Non
riesco a pensare che non voglia davvero vedermi, che sia pronta sul
serio a
dire addio a tutto quello che siamo stati…-
-Quindi…-
disse lei
comprensivamente..
-Voglio
raggiungerla e almeno
dirgli che non voglio perderla. Che è importante e che se
lei lo vorrà io le
sarò sempre accanto…come amico…- dissi
poco convinto…
Mi
alzai dal divano e pensai a come
scoprire l’albergo in cui era alloggiata…
-Sai
in quale albergo si trova?-
-No…non
lo so assolutamente…-
-Non
potresti chiederlo al tuo
amico Steve?!-
Perché
non ci avevo pensato
subito!?!? Steve l’avrà saputo di sicuro. Composi
velocemente il suo numero e
aspettavo una risposta che tardava ad arrivare. Poi sentii un gran
trambusto e
finalmente la sua voce…
-Ciao
Yu!!!-
-Ehi…ciao
Steve. Come stai!?!?-
-Sto
bene Yu sai…adesso io Meiko
stiamo insieme…-
-Davvero!?!?-
dissi sorpreso…
-Credimi amico mio, non sai quanto sono felice di saperlo!-
-Ma
dimmi…hai per caso visto Miki?-
-Beh…si
è così! Senti Steve…ho
bisogno di sapere in quale albergo si trova Miki…-
-Mi
spiace Yu, ma credo che tranne
Ale non lo sappia nessuno…-
-Passamelo…-
-Yu
io non credo che sia la cosa
migliore da fare…-
-Steve….non
te lo chiederei se non
fosse importante! Pensi che a me faccia piacere parlare con il ragazzo
che mi
vuole portare via Miki?-
-Ok…-
disse rassegnato.. –Ma stai
attento…-
-Promesso….-
Sentii
Steve chiamare Ale, dicendogli
che io volevo parlargli. Non protestò minimamente, ma sapevo
che la nostra
conversazione non poteva essere più di tanto amichevole.
-Ciao…-
mi disse..
-Ciao
…- risposi altrettanto
secco..
-Mi
ha detto Steve che vuoi
parlarmi…-
-Ho
bisogno del tuo aiuto…-
-Dipende
da quello che vuoi
sapere…-
-In
che albergo alloggia Miki!?!?-
-Mi
spiace, ma non sono disposto a
dirtelo…-
-Speravo
che col tempo saremmo
riusciti a superare le nostre divergenze…-
-Non
è questo il problema. Abbiamo
sempre amato la stessa persona e questo non può fare di noi
due amici…-
-Ora
non dovresti più vedermi come
un rivale…-
-Per
me sei ancora il mio rivale, perché
non so come mai, io credo che tu la voglia ancora…-
-Voglio
solo chiarire alcune cose
con lei! Mi ha detto addio se ti interessa saperlo…-
-Con
la ragione, ma non con il
cuore ed io non mi riterrò soddisfatto finché non
ti avrà dimenticato del
tutto! Tu sei sempre di mezzo Yuri, sono disposto anche a lasciarti per
sempre il
primo posto sul piedistallo, ma questa volta non posso lasciartela! Ha
sofferto
troppo per causa tua…-
-Dimentichi
però che lei con me è
stata felice…-
-E
questo adesso è il prezzo che
deve pagare…-
-Tu
non mi dici dov’è solo perché
hai paura di perderla…- dissi con rabbia..
–è solo una ripicca per te!-
-Certo…ma
almeno io l’ammetto a
differenza di qualcuno…-
-Senti,
lei è la cosa più
importante che abbia mai avuto nella mia vita! Voglio almeno recuperare
un
rapporto amichevole con lei…-
-Io
non posso crederti Yuri. Perché
c’è qualcosa che fa vibrare la tua voce ed era
esattamente come quando amavi
Miki…-
-Sarò
sincero con te. L’idea di
lasciartela non mi alletta per niente, pensa quello che vuoi a me non
importa
quello che penserai. Ma…riconosco che tu gli sei sempre
stato accanto e ti
prometto che non mi intrometterò mai tra di voi, se un
giorno tu e lei…-
Non
riuscivo nemmeno a dirlo, era
questo che ogni volta mi fregava. Anche volendo io non riuscivo a
pronunciare
quelle parole senza sentire un vuoto dentro.
-Non
riesci nemmeno a dirlo Yuri!
Io lo so cosa vi lega e anche se non dovessi farcela, voglio almeno
provare a
portartela via!-
-Ti
prego, per favore. Dov’è
Miki!?!?- era l’ultimo tentativo…
Altrimenti
avrei potuto tentare
altre carte. Avrei messo a soqquadro tutti gli alberghi della
città per
trovarla, ma alla fine ce l’avrei fatta…
-Sai…lei
ha scelto per l’ennesima
volta te…-
-Come?-
gli chiesi temendo di non
aver compreso fino in fondo..
-Gli
ho detto che se fosse venuta a
New York mi avrebbe perso, che non avrebbe avuto più
opportunità con me! E
lei…è partita lo stesso…-
-Non
è colpa sua se si è innamorata
di uno come me…-dissi sconfortato…
-Credo
che non potrebbe mai amarmi
come ha fatto con te! Forse sono io l’unico a illudersi
ancora…- ma sembrava
che parlasse per convincersi di qualcosa...
-Io…non
posso stare con lei..-
dissi addolorato… -Ma se puoi rendila felice…- e
per la prima volta stavo
lasciando campo libero al mio rivale…
Non
so perché lo feci, ma io Miki
l’avevo già persa tempo fa, quindi per me era
impossibile credere che le cose
sarebbero potute tornare come prima.
Erano
davvero cambiate tante cose
in quell’ultimo periodo, ora mi sentivo più uomo,
ma forse al mio essere adulto
mancava l’essenza più importante. Per anni la mia
solitudine, mi aveva fatto
crescere pensando che bastassi a me stesso per essere felice, avevo
tutto
quello di cui avevo bisogno con me stesso. Ma…conoscere lei,
passare le mie
giornate parlando, discutendo, vedendo i nostri progetti futuri, mi
aveva
aperto un mondo nuovo.
Un
mondo in cui potevano esserci
tante cose meravigliose! All’improvviso si era aperta per me
una nuova esperienza,
completamente inedita. Un detto dice che “il primo amore non
si scorda mai”…
Miki era stata il mio primo amore, in tutti i sensi. Ma…a
differenza di tanti
altri, riconoscevo in questo amore una marcia in più.
C’erano tanti progetti
importanti che avrei voluto portare a termine, avrei voluto passare la
mia
vecchiaia accanto a lei, magari sorreggendoci a vicenda e giocando con
i nostri
nipotini che felici correvano attorno ai loro nonni.
Dentro
di me, c’era la
consapevolezza di un amore di altri tempi, che sarebbe continuato oltre
la
morte. Pensavo sempre più spesso che andarmene via, sarebbe
stato il più grande
sacrificio della mia vita, perché una volta che il mio corpo
si fosse
raffreddato, io non avrei mai potuto osservare e specchiarmi nei suoi
profondissimi occhi. Ma probabilmente, avrei per sempre vegliato su di
lei,
seguendo i suoi passi, abbracciandola di notte anche se lei non poteva
più
sentire il mio calore o il mio profumo. La mia anima forse
l’avrebbe sempre
accompagnata fino al suo ultimo respiro, fino a che non avrei avuto
l’opportunità di riabbracciarla perché
della stessa materia inconsistente di
come ero fatto io.
-A
Manhattam… L’hotel è il New
Bristol…-
-Perché?
Fino a qualche minuto fa…-
-Perché
lei non me lo avrebbe mai
perdonato…-
Era
pentito ovviamente di avermelo detto,
ma l’aveva fatto per lei. Aveva riattaccato il telefono e non
avevo fatto nemmeno
in tempo per ringraziarlo.
Non
potevo non apprezzare Alessandro
in un certo senso, nonostante mi odiasse con tutto se stesso, aveva
pensato
sempre e solo al bene di Miki e se un giorno tra di loro fosse nato
qualcosa,
potevo stare tranquillo. Lui non avrebbe mai voluto farle del male
intenzionalmente, almeno in quello io e lui eravamo molto simili. Il
destino
aveva voluto che ci innamorassimo della stessa persona, altrimenti
saremmo
potuti essere buoni amici.
C’erano
tante cose che avrei voluto
sapere di loro due, ma credo che sarebbe servito solo a farmi
arrabbiare. Ero
pronto ad ogni cosa, ma conoscendo Miki, non riuscivo a credere che
avesse
permesso ad Ale di vivere un rapporto completo con lei!
Io
ero stato il suo primo ragazzo e
con me aveva vissuto la sua prima volta, sapevo l’importanza
che dava ad un
gesto così intimo e mai avrebbe potuto illudere Alessandro
fino a quel punto.
Non potevo certo dire che il pensiero che si fossero baciati mi
rendesse
particolarmente entusiasta, ma quello che comunque mi faceva sentire
tranquillo
era che lei mi amava…
C’era
qualcosa di più importante di
questo? Poteva scegliere di non partire e di ricominciare seriamente
con Ale, invece
era venuta da me, dimostrandomi per l’ennesima volta
coraggio, dignità, amore e
tanta forza. Ed io avevo rovinato quel momento con la mia assurda
gelosia!
Era
davvero stupefacente come
perdessi il controllo quando si trattava di lei, cercavo di trattenermi
ma
riuscivo solo a non tenere a freno i miei sentimenti, dimostrando ogni
volta quanto
fossi geloso e possessivo.
Presi
il primo maglioncino che mi
capitò sotto mano e corsi lungo il corridoio
dell’entrata…
-Yu,
dove vai!?!?- mi chiesero i
miei amici..
-A
farmi perdonare da una persona
troppo importante…-
-Hai
scoperto dov’è Miki?!-
-Si
è così!!! Si trova al New
Bristol a Manhattam…-
Ricomincia
a correre, ma mi
raggiunsero tutti. Mi fermai a guardarli e loro mi sorrisero
dolcemente…
-Come
pensi di andarci a Manhattan?!
Correndo!?!-
-Willy,
sei davvero un amico!!!-
dissi abbracciandolo…
Lui
mi guardava e quel suo viso
loquace e penetrante mi fece capire che capiva cosa provassi adesso.
Sebbene un
pò di tempo prima mi avesse deluso molto, compresi che molto
spesso, quando
vogliamo bene a qualcuno, cerchiamo di proteggerlo anche a costo di
sbagliare.
L’avevo fatto anche io con Miki, sebbene la verità
che ci riguardasse era
importante, io avevo deciso di tacergliela. Questo poteva considerasi
giusto o
sbagliato!?!?!
Non
potevo dirlo con precisione, prendendo
la cosa sotto punto di vista differenti potevo dire che era
contemporaneamente
giusto e sbagliato. Miki non si sarebbe mai rassegnata a starmi lontana
e
avrebbe così deciso di seguirmi ovunque, anche vivendo ai
margini della
società, nei pregiudizi, negli sguardi indignati di molti
che ci avrebbero solo
additati come degli svergognati da cui stare alla larga. Da un lato era
sbagliato perché probabilmente anche lei aveva diritto di
sapere che avessimo
un padre in comune!
Quindi,
partendo da questo
presupposto, ero riuscito a vedere la situazione da un punto di vista
differente. Willy, seppur sbagliando, voleva proteggermi da un qualcosa
che
quasi certamente mi avrebbe mandato fuori di testa. Sapevo che se
però fosse
successo qualcosa a lei, non sarei arrivato così facilmente
a perdonarlo, in
fondo mi avevano taciuto la verità per il mio bene,
speravano di tenere la
situazione sotto controllo. Avevo ripreso fiducia nei confronti di
Willy, tutti
si erano dati un gran d’affare per dimostrarmi che su di loro
potevo fare
ancora affidamento!
Salimmo
tutti insieme in macchina e
cominciammo a percorrere le vie di Manhattam dove Miki era alloggiata.
-Penserete
che sono un
pazzo…vero!?!?-
-Noi
non siamo nessuno per
giudicare Yu…- mi disse Jinny… -L’amore
è amore..-
-Mi
chiedo cosa vuoi fare Yuri…-
disse Brian distaccato… -Vuoi tornare con lei dopo aver
faticato tanto per
tenerla lontana!? Non pensi di avergli complicato la vita
già abbastanza?-
-Brian!-
lo rimproverò Willy… -Ma
tu che ne sai, hai visto il viso di quella ragazza quando ha visto
Yuri? In
quello sguardo non c’era bisogno di parole…-
-Appunto,
proprio per questo invito
Yuri a pensarci bene. Sta seducendo sua sorella…-
-Brian…smettila..-
dissi io
seccato… -So perfettamente che lei è mia sorella
e se proprio ti interessa
saperlo non ho intenzione di metterla nei guai!-
Quella
conversazione mi aveva irritato,
sapevo perfettamente che lei era mia sorella, ma era così
strano che io
l’amassi? Avevo vissuto quell’amore per tanti
anni., liberarsene non era così
semplice…
Quando
arrivammo all’entrata dell’albergo,
aprii subito la portiera della macchina e volai veloce fino
all’entrata
principale.
-Buonasera…-
dissi impaziente…
-Buonasera,
in cosa posso esserle
utile!?!?-
-Sto
cercando Miki Kohishikaua…
Sono…- cosa avrei dovuto dirgli?
Se
gli avesse detto il mio nome e
l’avesse avvisata, molto probabilmente lei gli avrebbe detto
che non mi voleva
vedere. Dovevo giocarmela…
-Sono
il suo ragazzo..- dissi
convinto, in fondo non era una bugia…
Lui
stava per avvisarla del mio
arrivo, ma lo bloccai appena in tempo… -Sa del mio
arrivo…l’ho appena
avvisata…-
-Benissimo
è la suite 580…-
-Bene,
la ringrazio molto…-
Cominciai
a percorrere i corridoi
di quell’albergo immenso e potevo immaginare
l’imbarazzo di Miki nello stare lì
dentro. Lei abituata alla semplicità e alle cose tranquille,
si sarà sentita
proprio fuori luogo lì dentro! Quando entrai
nell’ascensore, comunicai al
cameriere la camera dove dovevo andare, lui mi guardò con
aria interrogativa,
ma prenotò il piano e aspettai con impazienza che
l’ascensore arrivasse a
destinazione.
Ora
che ero lì, non sarei più
potuto tornare indietro. Volevo passare più tempo possibile
con Miki ora che
era a New York, con discrezione volevo vivermi con lei quello che
più potevo,
senza combinare danni irreparabili. Volevo starle accanto, sostenerla,
poterla
abbracciare senza dover pensare, almeno per ora, che presto non avrei
più avuto
il diritto di sentirla mia.
Quando
arrivai dinnanzi alla porta,
mi sentii come uno di quei tanti innamorati che doveva farsi perdonare
qualcosa
e che non aveva la minima idea di quello che doveva fare, sospirai
profondamente e suonai alla porta della stanza. Sentivo parlare
all’interno,
sicuramente era il suo manager, la conversazione sembrava vertere su
argomenti
leggeri perché sentivo Miki ridere di gusto e mi innervosii.
Sentivo i suoi
passi vellutati percorrere il pavimento e dire che non stava aspettando
nessuno, inoltre non aveva ancora ordinato nulla da mangiare…
Quando
arrivò e aprii la porta,
potei vedere distintamente il suo viso sbarrare gli occhi, aprire
leggermente
la bocca in un momento di stupore e la sue labbra contrarsi in un
ghigno di
disapprovazione mentre sentivo e vedevo comparire un uomo dietro di
lei.
-Chi
è Miki?- disse lui…
-Nessuno…-
lei arrabbiata richiuse
la porta, ma prima che lo fece completamente riuscii a mettere la mano
in modo
che non potesse farlo..
-Miki,
ti prego… Ho bisogno di
parlarti!-
-Vattene
via…- disse triste… -Io
non ho voglia né di vederti né di
sentirti…-
-Ho
un pessimo carattere lo so. Hai
ragione! Ti prego apri questa porta e fammi entrare…-
-Senti
Yu non abbiamo più molto da
dire. Io credo che sia meglio se tu te ne vada…-
-Qual
è il problema? Hai paura di
fare brutta figura con il tuo amico lì…- ero
davvero bravo a complicarmi le
cose…
Lei
di rimandò spalancò la porta e
arrabbiatissima mi guardava allo stremo della pazienza.
-Direi…che
lui è Yuri… Il tuo
ragazzo…- disse l’uomo mentre ci guardava
imbarazzati…
-Il
mio ex ragazzo…- disse lei
fulminandolo con lo sguardo…
-Ho
bisogno di parlare con Miki, quindi
per favore…- dissi in tono aspro…
-No
Edward…quello che dovevamo
dirci ce lo siamo detti prima e tempo fa!
Quindi…sarà lui ad andarsene…-
Tutta
la rabbia esplose
all’improvviso, la raggiunsi prendendola per il braccio e la
voltai
violentemente verso di me. Lei aveva spalancato gli occhi, guardandomi
in viso…
-Io
ho bisogno di parlarti…
Adesso!!!- gridai…
Sentivo
il suo respiro affannato ed
emozionato, il suo volto a pochi centimetri dal mio. Dopo tanto tempo,
mi resi
conto che la stavo guardando esattamente come un uomo innamorato,
confuso,
arrabbiato, geloso… Forse quello la stupì,
inghiottì un pò di saliva mentre a
disagio continuava a guardarmi fiduciosa. Avrei voluto avvicinarmi e
fare, con
tutto il cuore, quello che si aspettava..
Mi
avvicinai leggermente alla sua
bocca, piano piano. Vedevo i suoi occhi ardere e sentivo il suo cuore
esplodere
esattamente come il mio, l’esitazione contribuiva a far
crescere l’attrazione
tra di noi, tanto che non ci eravamo accorti che da un pò
Edward ci aveva lasciato
da soli.
-Yu…-
mi disse lei abbassando lo
sguardo… -Mi stai facendo male…-
Lasciai
andare il suo braccio,
ancora troppo agitato per rinunciare a quel bacio che avrei tanto
voluto
dargli, ma mi controllai e feci scivolare la mano nella sua tenendola
stretta.
-Perdonami…-
dissi scostando i suoi
lunghi capelli dal viso imbarazzato e arrossato.. –Non volevo
farti male…-
-Lo
so…- disse guardandomi da sotto
le ciglia.. –Ma…non ha senso che tu sia
qui…-
-Ho
letto la tua lettera…- dissi
con la voce strozzata..
-Non
avresti dovuto farlo…- disse
lei girandosi su se stessa e voltandomi le spalle… -Non ha
nemmeno senso che io
l’abbia scritta. Non si possono cambiare le cose…-
L’abbracciai.
Non avevo proprio
potuto farne a meno! Lei, addolorata si era abbandonata al mio
abbraccio, ma
sentivo che quel contatto la faceva stare male..
-Ci
sono tante cose per cui dovrei
farmi perdonare. Credimi…sei stata e sei ancora la persona
più importante per
me…-
-Non
mi dire queste cose…- mi disse
rannicchiandosi vicino a me… -Perché in questo
modo non potrò mai staccarmi dal
tuo ricordo. Lo capisci?-
-Preferisci
che ti dica che non mi
importa più di te?- dissi al suo orecchio…
-è davvero questo che vuoi?-
Non
mi rispondeva, non riusciva a
dare un senso ai miei gesti, ai suoi e alle parole che pronunciava! Era
tutto
totalmente irrazionale, nessuno dei due poteva dare risposte
all’altro, eppure,
dalle sue parole, capivo che lei credeva che io non l’amassi
più. Totalmente
assurdo!
-Va
bene Miki…- dissi mentre
lasciavo che le mie braccia lasciassero la presa….
Feci
scivolare le mie mani lungo le
sue braccia, la sentii tremare, ma non diceva nulla per trattenermi
lì.
L’unica
cosa che non volevo, era
che lei soffrisse per la mia presenza , non avrei potuto sopportarlo e
se per
lei, la cosa migliore, era quella di passare quei giorni a New York
lontana da
me, avrei rispettato la sua volontà. Le diedi un affettuoso
bacio sul capo, tra
i suoi capelli che profumavano di pesca, quando mi allontanai ed aprii
la
porta, sentii le sue braccia prendermi dolcemente la vita e mi
abbracciò. La
sentivo singhiozzare tra le mie scapole, mentre mi afferrava con i
pugni dei
lembi della camicia…
-Non
te ne andare, per favore…- mi
diceva mentre piangeva a dirotto.. –Non sopporterei di
vederti andare via come
quel giorno, mentre nemmeno ti volti per guardare cosa ti lasci alle
spalle! Ti
prometto che non ti parlerò di quello che provo, ma se
almeno puoi, dammi tutta
l’amicizia di cui sei capace! Io…io...mi
accontenterò di quella! Ti voglio bene
Yuri…-
Sopportare
quei momenti richiedeva
uno sforzo immenso, io gli avrei dato tutto l’amore di cui
ero capace, se ne
avessi avuto la possibilità!
Mi
girai verso di lei, gli scoccai
un bacio sulla guancia e la strinsi a me…
-Miki..-
gli dissi solo… -Cosa devo
fare con te..-
Pensai
tra me e me: “Non ti
preoccupare Miki, io ti amo come il primo giorno. Anche di
più!”.
Come
non si poteva voler bene a
quella ragazza, come il più delle volte, eravamo riusciti a
far pace, ed era
una sensazione meravigliosa. Implicitamente, era tornata ad essere la
mia Miki.
L’avevo portata sul divano e lei un pò
più tranquilla si era appoggiata alla
mia spalla, come quando aveva bisogno di conforto. Mi sembrava di
essere
tornati all’inizio della nostra convivenza nella stessa casa,
quante sere avevo
passato così, mentre lei rannicchiata vicino a me, guardava
la televisione o mi
raccontava qualcosa di sé. Era stato un periodo
meraviglioso…
-Mi
spiace per quello che ti ho
detto oggi…- disse mentre sollevando la testa mi guardava..
-Eri
solo arrabbiata ed io ho
esagerato…- dissi dandogli un buffetto sulla
guancia… -Io voglio starti vicino,
non ti voglio perdere di vista come ultimamente. Non sai quanto mi hai
fatto
preoccupare!!!-
-Mi
spiace…- disse alzandosi e
andando a prendere da bere…
-Direi
che possiamo brindare a un
equilibrio ritrovato…- mi disse… -Da oggi,
comincia un nuovo rapporto, fatto di
amicizia, lealtà e affetto! Cin…-
-Cin…-
risposi io, ma devo
ammettere che suonava davvero male…
Ci
sarebbe mai stato un momento in
cui lei per me sarebbe stata solo un’amica? Non potevo
saperlo, ma la vedevo
davvero dura. Sorrisi tra me e me, mentre lei mi osservava
incuriosita…
-Posso
chiederti una cosa!?!?-
improvvisamente decisi di affrontare il discorso che più mi
tormentava…
Lei
mi osservava stranita, ma
distogliendo lo sguardo mi fece cenno di proseguire.
-Poco
fa ho parlato con Ale…-
lasciai il discorso in sospeso…
Volevo
vedere la sua reazione, lei
prese con entrambe le mani il bicchiere, osservava le bollicine del
moscato
muoversi libere l’una indipendente dall’altra, poi
parlò.
-Perché!?-
disse tranquilla…
-Volevo
sapere dove ti trovavi e
lui era l’unico a sapere in quale albergo eri
alloggiata…-
-Ti
ascolto…-
-Lui
mi ha detto apertamente di
amarti ancora…-
-Yuri
sei venuto qui per parlarmi
dei sentimenti di Alessandro? Se è così ti dico
apertamente che so cavarmela da
sola…- mi disse con un sorriso triste..
-è
successo qualcosa tra di voi?
Lui mi sembrava ancora più preso di prima…- dissi
cercando di mascherare la
gelosia…
-Si.
Qualcosa è successo…- mi disse
sinceramente..
Guardava
dalla vetrata le luci di
Manhattam che splendeva in tutta la sua bellezza, sembrava ragionare su
quei
momenti, mi sentivo tradito, geloso, furioso… Cercai di
mascherarlo ma mi
sentivo il viso completamente in fiamme.
-Quando
Ale mi ha salvato la vita,
io sono andata a ringraziarlo il giorno dopo per avermi aiutata. Volevo
dirgli addio
impedendogli di immischiarsi
nei miei casini, ma…non ha voluto…-
Si
voltò di scatto guardandomi, ero
infuriato, forse si notava anche, ma non mi importava, in quel momento
volevo
solo permettermi l’opportunità di essere molto
incavolato.
-Frequentando
Ale, ho desiderato
più di una volta di innamorarmi di lui. Mi stava accanto, mi
coccolava e mi ha
fatto tornare la voglia di vivere, adoravo e adoro passare il tempo con
lui,
riesco a dimenticarmi almeno per un pò quello che mi
affligge. Lui mi è stato vicino
senza chiedermi nulla, così…due volte,
è successo che ci siamo scambiati un
bacio…-
Sentivo
la mia rabbia salire, mi
faceva contorcere lo stomaco, proprio come quella volta in cui lo vidi
baciare
di forza la mia ragazza.
-Vuoi
sapere cosa ho provato?- mi
chiese diretta con lo sguardo vuoto, perso in chissà quale
pensiero e desiderio…
-Se
vuoi si…- gli dissi mantenendo
sotto controllo la mia voce…
-Per
quanto volessi bene ad Ale e
per quanto avessi desiderato di innamorarmene, non ho provato forse le
stesse
cose che sentiva lui mentre mi teneva tra le braccia…- disse
guardandosi le
mani e strofinandosele.. –Ho provato affetto, ma non era la
stessa cosa. Non mi
sono pentita di averlo fatto, in quel momento ero trasportata
naturalmente
verso di lui, perché è così buono e
dolce. Ma…non si può baciare qualcuno se si
ama un altro! Poi sono partita e lui mi ha lanciato un
ultimatum…ma sono
partita ugualmente…-
-Lui
non si arrenderà! Ale è un
bravo ragazzo Miki, pensaci bene prima di escluderlo dalla tua
vita…- per
quanto mi costasse dirglielo, dovevo ammettere che in pochi si
sarebbero
comportati come lui..
-Io…non
lo amo! E lui non può
sempre accontentarsi del minimo indispensabile che posso dargli..- poi
mi
guardò confusa… -Perché mi spingi
verso di lui?-
-Io…vorrei
solo proteggerti da
tutto…- dissi accarezzandole la guancia… -Ma
nonostante tutti gli sforzi, non
riesco a proteggerti da me stesso…-
-Ma
cosa stai dicendo? Non
capisco…- ora mi osservava spaventata…
Era
ovvio che non potesse capire. Avrei
fatto qualsiasi cosa per lei, tutto quello che desideravo era
proteggerla da tutto
quello che poteva ferirla. Ma soprattutto avrei dovuto proteggerla da
me
stesso…dal mio assurdo desiderio!
Il
mio amore era un amore malato,
insano, che avrebbe portato Miki ad avere un sacco di guai. La cosa
migliore
per lei, era che io negassi con tutta la mia forza i sentimenti che
nutrivo!
Solo
così, lei, sarebbe stata
libera dal mio sentimento perverso. Purtroppo, se questa storia fosse
venuta a
galla, per il mondo intero io sarei stato un malato di mente, un
pervertito,
una bestia, che si era innamorato della propria sorella rovinandole la
vita.
Sarei sicuramente diventato un fenomeno mediatico, senza contare le
accuse che
mi sarebbero state mosse contro, dovevo
rendermi conto, che amare la propria sorella, era contro natura. Non
era e non
poteva essere considerata una cosa normale!
Sarei
dovuto sparire dalla
circolazione, senza lasciare la minima possibilità ai miei
genitori e a Miki,
di rintracciarmi, in questo modo, lei sarebbe stata libera e questo
segreto,
sarebbe rimasto intatto. Ogni volta che parlavo con i miei amici, mi
sentivo
capito, ma in fondo, molto spesso pensavo che forse avevano repulsione
di me.
E
Miki?! Come si sarebbe sentita la
mia piccola Miki!?!?
-Ascoltami
Miki, qualsiasi cosa
accada, voglio che tu sappia che sei stata la persona più
importante di tutta
la mia vita. E che…potrai contare sempre su di me.
Veglierò su di te…anche se
lontano…-
-Perché
mi dici queste cose?- mi
chiese lei con gli occhi lucidi..
-Perché…il
fatto che io non ti ami
più, non significa che però non ti voglia
bene…-
-Ti
spiace se ti chiedo una
cosa!?!?-
-No…dimmi
pure…-
-Mi
abbracceresti? Solo per un po’.
Non voglio dimenticare la sensazione che si prova…-
Senza
protestare, istintivamente
l’abbracciai. Non so dire quanto tempo rimanemmo
così, abbracciati, lei, ora
tranquilla, si era abbandonata sulla mia spalla e la sua lunga e
corposa
treccia, quasi disfatta, giaceva sulla mia gamba, I suoi capelli erano
cresciuti tantissimo, ormai arrivavano dalle sue natiche. Era
meravigliosa…
La
presi in braccio, la portai
nella sua stanza e la posai tra le lenzuola soffici di seta. Le sciolsi
la
treccia e lasciai che i suoi capelli prendessero posto come meglio
desideravano
intorno a lei. Sembrava un bimbo spensierato e felice, mentre con la
sua mano
teneva un lembo della mia camicia, era proprio cominciato tutto
così tra di
noi, mentre lei stringeva tra le sue piccole dita un pezzettino della
mia
maglia per ringraziarmi dell’aiuto , nella prima cena che ci
aveva fatti
incontrare. Ora mi
ritrovavo nella
stessa situazione, desideravo ardentemente che non mi lasciasse andare,
che mi
tenesse sempre stretto accanto a se. Avevo toccato vette altissime
insieme a
lei, avevo imparato l’amore, avevo capito cosa significasse
amare qualcuno
talmente tanto, da essere disposto a donargli tutto me stesso. Avevo
compreso
cosa volesse dire sentirsi amato così profondamente da
sentirmi debole ogni
volta che ci pensavo. Dentro di me, erano stati abbattuti dei muri che
solitamente ergevo nei confronti degli altri, ma in compenso avevo
scoperto la
fragilità dell’amore, mi sentivo completamente
disarmato e in balia dei miei
desideri, dei miei sentimenti! Affidarsi a qualcuno, era la cosa
più bella che
mi fosse capitata nella mia vita, ogni piccola e minuscola cosa del suo
viso,
la conoscevo anche meglio di me stesso. I suoi occhi cambiavano colore,
tonalità in base alle giornate, quando era brutto tempo
erano del color del
cioccolato fuso, più scuri, quando era bello, sembravano di
un verde meraviglioso,
pieno di sfumature. Era l’unica cosa di cui ero orgoglioso,
ero fiero di lei!!
Amavo la sua forza e la sua fragilità, ogni cosa la
coinvolgesse diventava
importante anche per me. Eppure mi chiedevo come il destino potesse
essere
stato così meschino…!!!
Avevo conosciuto
l’amore, quello vero e “devastante”,
ma non potevo viverlo! Sapevo
che il dolore
che sentivo, avrebbe potuto solo capirlo Miki, soffrivo tremendamente
perché
amavo una donna legata a me con vincoli di sangue. E chi avesse saputo
di
questa nostra condizione, avrebbe mai compreso quanto dolore si
provasse?!
No,
avrebbero solo visto quello che
a loro importava. Cioè che ero un animale, privo di
scrupoli! Scostavo i suoi
riccioli dal viso, dal capo, dalla guancia…
Ogni
parte di me stesso bramava per
averla, potevo sentire il desiderio che mi nasceva dentro in ogni parte
del mio
corpo, più lo sopprimevo, più lo sentivo
esplodere impetuoso.
Mi
facevo ribrezzo, l’unico modo
che avevo per proteggerla da me stesso era uscire definitivamente dalla
sua
vita, se fossi fuggito lontano, prima o poi se ne sarebbe fatta una
ragione!
Magari avrebbe incontrato un uomo che l’avrebbe pure resa
felice e a quel
punto, il capitolo Yuri, in un modo o
nell’altro, sarebbe stato chiuso definitivamente.
Una
sola settimana, avrei fatto di
tutto per renderla felice e poi sarei potuto scomparire per sempre,
lasciandole
in cambio il ricordo sereno di questo soggiorno a New York, che
probabilmente
ci avrebbe accompagnato fino alla fine dei nostri giorni.
La
osservai ancora, mentre la sua
mano teneva la mia, era così difficile staccarmi da lei. Mi
presi la fronte con
una mano, mentre con l’altra mantenevo il contatto con lei.
Mi sentivo
distrutto dall’amore che sentivo e lacerato
dall’indecisione.
Mi
avvicinai al suo viso, col
chiaro intento di baciarla…
Ora
sentivo distintamente il suo
profumo, il suo respiro regolare mentre dormiva. Una sua mossa
involontaria verso
di me, mi fece
riprendere il controllo di me stesso, mi portai la mano alla bocca,
spaventandomi per il gesto che stavo per compiere.. Mi allontanai
velocemente e
mentre lasciavo la sua mano, la sentii protestare nel sonno. Quella
notte non
potevo rimanere…
Rischiavo
di non riuscire a
mantenere la mia posizione. Da un lato, staccarmi, era un dolore
fisico, avrei
potuto vederla solo per quella settimana e poi probabilmente, mai
più…
Ma
se rimanevo lì, compromettevo
gli sforzi compiuti finora! L’avrei baciata e perdendo
l’unico fievole appiglio
che avevo con la realtà, sarei potuto andare anche oltre!!
Le
scrissi velocemente un
biglietto, quando si sarebbe svegliata l’avrebbe letto! Mi
permisi ancora una
fugace occhiata, ma poi aprii la porta della stanza, me la richiusi
alle spalle
e cominciai a percorrere il corridoio. Ormai era molto tardi, ma avevo
proprio
bisogno di fare due passi…
Cominciai
a percorrere la lunga via
che mi divideva dalla metrò e intanto mi permisi di essere
felice, almeno per
quella sera. Non me la sentivo di pensare alle difficoltà,
alla tristezza, agli
addii, alla rinuncia!
Misi
la mano in tasca, l’aria
notturna era molto fresca. Ritrovai il piccolo amuleto che portavo
sempre come,
mi aveva accompagnato per così tanto tempo e in
così tante avventure!
Pensai
istintivamente, che quando
siamo nel pieno della nostra vita non ci accorgiamo delle tante cose
belle che
abbiamo attorno. La
vita era qualcosa di
troppo bello per sprecarla in sole chiacchiere. Purtroppo
però, la maggior
parte del nostro tempo era passata a rimpiangere treni che erano
già passati e
che non sarebbero tornati una seconda volta, il mio treno era passato,
l’avevo
riconosciuto, poi per il caso della vita l’avevo dovuto
perdere. Mi sentivo
emotivamente arrabbiato con chiunque si lasciasse scappare
felicità che aveva a
portata di mano. La vita è sempre stata un percorso troppo
in salita, ogni
volta ci viene naturale lamentarci del fatto che non ci sia qualcosa in
discesa
e una volta che arriva la china, ci complichiamo l’esistenza
perché tutto ci
sembra troppo facile, o troppo bello…
Io
ero stato sfacciatamente felice
negli ultimi anni, Miki era incredibile e anche le
difficoltà che avevo
incontrato nel percorso con lei mi avevano rafforzato, mi avevano fatto
crescere.
Adesso,
in questo momento mi
sentivo come rinato…
Potevo
vedere il suo viso,
rallegrarmi facendole una carezza e sorridere insieme a lei.
La
malavita di New York era già
all’opera, era davvero una brutta zona quella di Manhattan di
notte il pericolo
si risvegliava come d’incanto e le vie brulicavano di
spacciatori, ladri,
assassini.
Continuai
a pensare per molto a
quello che mi circondava e quando mi svegliai da quella specie di
torpore mi
resi conto che ero davanti al cancello del college. Era molto tardi,
delle luci
erano ancora accese ma pensai che i miei amici sicuramente stessero
dormendo.
Entrai con più delicatezza possibile, feci le scale per
raggiungere la stanza
che dividevo con Willy, ma quando entrai li vidi tutti lì,
con la faccia tesa e
preoccupata.
-Yu!?
Finalmente! Abbiamo chiamato
in albergo, eravamo preoccupati non vedendoti arrivare!!!-
-Scusatemi…-
dissi sorpreso… -è che
ho perso la cognizione del tempo….-
Mi
sedetti vicino a Doris che era
seduta sul mio letto.
-Allora..-
mi chiese Jinny con un
sorriso dolce sul viso… -Com’è andata?-
-Sono
riuscito a parlargli…- dissi
sereno…
-Gli
hai detto….-
-No…no!
Cosa avete capito?!- dissi
attento… -Gli ho detto una parte di verità, che
nonostante non la ami più rimane
la persona più importante della mia vita! E che ci
sarò per lei….sempre!!!-
-Allora
perché hai quel tono di
voce!? Quasi disperato…-
-Credo
che la cosa migliore, per
mantenere tutto a posto, sarebbe che io scomparissi dalla loro
vita…- dissi
convinto…
-Sei
impazzito!?!?- mi disse Willy
in preda alla rabbia…
Mi
guardava furioso, mentre si era
alzato di scatto dal letto.
-Pensateci…-
dissi io afflitto…
-ogni minuto che è accanto a me, rischio di perdere il
controllo…-
mi
ero alzato per raggiungere la
finestra…
Guardare
quel panorama, il ponte di
Brooklyn in tutta la sua bellezza, mi aveva sempre tranquillizzato.
Ma…non
quella sera…
-Mentre
ero lì che la tenevo
stretta a me, abbracciandola, non so quante volte ho sentito bruciare
il desiderio
di averla per me. La desideravo come non mai, vedevo le sue labbra
e…l’unica
cosa che volevo era baciarla…- dissi coprendomi il viso con
le mani…
-Ogni
istante in cui sono stato lì
con lei mi sentivo bruciare, mi sono avvicinato alla sua bocca e
l’avrei
fatto…l’avrei baciata! Non so cosa mi ha
trattenuto dal farlo, non so perché mi
sono fermato. Ma…mi sono obbligato ad allontanarmi da
lei….-
-Però
l’hai fatto… No!? Ti sei
trattenuto…- mi disse Doris…
-Doris
tu pensi davvero che sia
sufficiente!?!? Per quanto eh…riuscirò a
controllarmi!?!?-
-Fuggire
non servirà a nulla! Pensi
che Miki in questo modo si metterà davvero il cuore in
pace!?- disse Willy…
-Io
so solo che mi faccio schifo.
Lo capisci che amo mia sorella? Lo comprendi!?!?- gridai…
Willy
mi sbatté contro il muro
prendendomi per la camicia…
-Ma
che colpa ne hai eh!?!?! Ti sei
innamorato di lei prima di scoprire la verità! Quindi come
potevi saperlo? Sai,
ultimamente mi chiedevo anche io perché il destino
è stato così crudele con voi
e sai cosa ho pensato!?-
-Cosa!?!?-
gli risposi…
-Che
era questo che la vita voleva
per voi. Nel senso che vi ha voluto dare la possibilità di
amare qualcuno alla
follia e disperatamente, se proprio vuoi saperla tutta…credo
che se anche
l’avessi saputo forse non avresti potuto opporti al tuo
cuore! Come adesso!!!-
-Ma
è insano…malato…- dissi deluso
con me stesso, con la voce flebile per cercare di spiegare come
percepivo
questo mio sentimento…
-L’amore
non è insano o malato.
Seppure particolare, è la forma più profonda e
meravigliosa di affetto! Ami una
donna come tutte vorrebbero essere amate Yu!- disse Doris
accarezzandomi la
guancia.. –Pensi davvero sia così sbagliato!?!?-
-Quando
mi guardo allo specchio, vedo
il disprezzo della gente se sapesse quello che sento…-
Nessuno
ebbe il coraggio di parlare
a quel punto, sarebbe stato questione di tempo e pensai che sarei
arrivato al
punto di impazzire. Per quanto si poteva arrivare a sopportare
quell’amore
insano, mi avrebbe devastato la vita per il resto dei miei giorni!!