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Autore: someeonelikeu    11/06/2013    5 recensioni
« A tutti i ragazzi,una volta compiuti i sedici anni,che siano del nord,del sud,dell’est o dell’ovest,lo stato cancella la memoria.
Per questo non è permesso avere piu’ di un figlio e per questo facciamo nascere tutti i bambini nello stesso giorno,nessuno deve venire a conoscenza di questa procedura.
Noi vogliamo solo il meglio per i nostri cittadini e speriamo che questi siano capaci di crearsi una propria vita senza l’aiuto dei genitori.
Adesso tu attraverserai quella porta lì infondo,quella bianca,ti verrà cancellata la memoria in modo assolutamente indolore e poi sarai fatta entrare in un’altra porta che ti condurrà in una nuova città.
Sai,Cassandra,vogliamo sempre migliorarci,rinnovarci,questo è il perché sarete tutti mandati via,in modo che le persone piu’ anziane possano avere una dolce morte mentre le vecchie città vengono distrutte per far spazio alle nuove.
Nel giro di un mese la tua città sarà distrutta,ma tu non ricorderai nulla.»
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Killian

Killian si chiuse violentemente alle spalle la porta della sua finta nuova casa e uscì dall’appartamento.
Non sopportava di stare chiuso in quella stanza dalle pareti bianche. Le odiava, odiava tutto di quel posto, odiava la sua nuova vita.
Il ricordo più vivo del ragazzo era il momento in cui gli uomini dalla tuta rossa , tipica degli abitanti del Sud, gli avevano consegnato in mano dei falsi documenti e un mazzo di chiavi.
Da quel momento in poi il suo nome sarebbe stato Vincent Johnson, ma lui si ricordava benissimo di essere Killian Cavendish.
Avrebbe solamente voluto sputare sul viso di quegli uomini, scappare dalla stanza e avvisare tutta la popolazione di quello che sarebbe successo, fare una rivoluzione e impedire che altre famiglie fossero rovinate e altre persone innocenti uccise.
Non lo fece, era sicuro che se avesse fatto capire che l’esperimento su di lui non aveva funzionato, lo stato avrebbe organizzato qualcosa di più grosso e poi, se i suoi ricordi erano ancora vivi, allora forse lo erano anche quelli di altre persone.
Tutte le sue convinzioni erano state distrutte quando si era ritrovato solo in una città completamente sconosciuta, quando molti lo avevano definito “pazzo” e allora la polizia si era insospettita, quando aveva festeggiato il suo compleanno di diciassette anni in completa solitudine; nessuno si era avvicinato a lui, era “un tipo pericoloso, emotivamente instabile”, come lo avevano definito le forze dell’ordine, e per un periodo Killian aveva anche pensato di esserlo, ma era riuscito ad evitare di essere chiuso in ospedale. Da quel momento, per far cessare tutte le attenzioni su di lui, decise di comportarsi normalmente, come se non esistesse.
Il ragazzo continuò a camminare per la strada, diretto da nessuna parte precisa, aveva solo bisogno di stare fuori da quelle mura bianche. Non gli piaceva rimanere in casa, ma se in quel momento avesse avuto l’opportunità di rimanere chiuso nella sua vera dimora con i suoi genitori, allora lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.
I suoi genitori erano un punto debole per lui: per tutta la sua vita “precedente” aveva disprezzato le persone che gli avevano donato la vita, trattandoli con sufficienza e procurandogli spesso grandi dolori, come quando era stato arrestato per aver partecipato ad una rissa nella metropolitana. In fondo, tuttavia, li aveva sempre amati e adesso il pensiero che sarebbero stati uccisi senza sapere che il proprio figlio non li odiava per davvero lo uccideva. Era passato un anno dal giorno in cui lo avevano portato via, e fino all’ultimo secondo lui era stato freddo, distante. Non aveva neanche chiesto il motivo per il quale dagli occhi della madre continuavano a cadere lacrime. Ora lo sapeva, e se avesse avuto la possibilità di tornare indietro, allora avrebbe tenuto tra le sue braccia entrambi i genitori.
Parecchie domande  tormentavano la mente di Killian. Perché nessuno si era mai ribellato a quella procedura? Da quanto i genitori sapevano che gli sarebbero stati portati via i figli? Quale sarebbe stato il modo in cui avrebbero portato al termine la vita di tutte quelle persone innocenti?
Domande a cui Killian non aveva e non avrebbe mai avuto una risposta. 
Era passato un anno e il ragazzo ancora non si era creato una nuova vita, come voleva lo Stato, forse perché aveva un rifiuto verso la società e non voleva accontentare quegli uomini che tanto disprezzava.
Di andare a scuola non se ne parlava proprio, non era quel tipo di persona.
Aveva provato a cercare qualche lavoro, ma il suo carattere irascibile non gli aveva permesso di far carriera; non che non fosse bravo in qualcosa, riusciva a fare un po’ di tutto, ma odiava impegnarsi e, soprattutto, non sopportava l’idea di dover stare agli ordini di sedicenti “superiori” in qualsiasi campo. 
Killian camminava senza una meta precisa, prendendo a calci gli oggetti che trovava gettati sui marciapiedi; la sua vittima, in quel momento, era una lattina di birra da due soldi. 
Non aveva praticamente alzato lo sguardo per tutto il tragitto: aveva preferito fissare la strada piuttosto che gli sguardi vacui delle altre persone.
Solo quando si trovò un muro davanti ai piedi allora Killian decise che era il momento di alzare gli occhi e guardarsi intorno. Non si sentiva alcun rumore, forse era capitato in una zona disabitata o popolata da persone molto silenziose.
Era circondato da dei muri di mattoni rosso vivo, puliti, senza graffiti.
Killian alzò il capo verso il cielo e, proprio in quel momento, qualcosa gli si gettò addosso, facendolo rovinare su dei sacchi di immondizia. Vetro, a giudicare dalle proteste della sua schiena.
Riprese coscienza del momento, notando che la cosa che gli era caduta addosso era una ragazza, adesso si trovava sopra di lui e tremava come una foglia.
 In quel momento, si sentì di fronte ad uno specchio: lei aveva uno sguardo che lui non avrebbe mai dimenticato, uno sguardo che ormai il ragazzo non vedeva più da un anno, dal primo giorno in cui si era guardato allo specchio in quel mondo di falsità.
Come se lei avesse colto qualcosa nell’espressione di Killian, con il pianto rotto in gola e un grido d’aiuto intrappolato negli occhi verdi, a pochi centimetri dalle labbra del ragazzo, la ragazza gli provocò un misto di euforia e angoscia.  
« Io ricordo tutto. »La voce che ruppe il silenzio era sottile come un filo di cotone, eppure alle orecchie di Killian quelle parole sembrarono emesse attraverso un megafono. 
Il cuore cominciò a battergli velocemente, sembrava volesseuscire perforandogli ilpetto.
Poi i due sentirono dei passiche si facevano pian piano più vicini,la ragazza strinse il polso di Killian e, per la seconda volta in pochi minuti, senza pronunciare parole, gli chiese aiuto.  
  
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