Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: Layla    27/12/2007    5 recensioni
Una nuova ficcy, ambientata nella tokio moderna in una scuola d'arte un po' speciale...ok...la scuola è modellata su quello che l'artistico è stato per me in questi cinque anni. spero vi piaccia, se mi conoscete saprete già quali sono i paring principali, ovvero naru-hina, sasu-saku, neji-ten, ino-shika.hope ya like it!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La stazione era un luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente, chi partiva, chi tornava, chi aspettava

1)RETURNS AND NEW BEGIN

 

La stazione era un luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente, chi partiva, chi tornava, chi aspettava.

C’era gente che amava quella sensazione e lei in una situazione normale sarebbe stata una di quelle, le era sempre piaciuta l’idea di poter prendere un treno ed essere altrove in una città diversa, in una vita diversa.

Milioni di possibilità non realizzate che la aspettavano e quel profumo di libertà che poteva percepire senza entrare, quella scossa di energia che provava ogni volta che ci passava vicino.

In un giorno qualsiasi sarebbe stato così, ma oggi era…speciale.

Una ragazza dai capelli neri, Yukari Yidashi, sedici anni, si fece largo tra  la folla, faticosamente avviandosi verso il binario dieci da dove arrivava il treno da Kioto.

Yukari  sorrise,  nonostante la folla che al momento si ritrovava ad odiare,tra le mani una vecchia fotografia che ritraeva una coppia e due bambini, una femmina mora e un maschio biondo.

La sua famiglia, prima del disastro,prima del divorzio, quando Deidara stava ancora da loro.

Deidara, il bambino biondo, ora di anni ne aveva diciotto e finalmente poteva tornare da lei, suo fratello avrebbe vissuto di nuovo a casa sua, non stava più nella pelle.

Sorrise.

YUkari!”

Vide un ragazzo dai lunghi capelli biondi agitare le braccia e trascinare un pesante borsone che lo aiutava a fendere la folla dei viaggiatori.

NII-san!”

YUkari si buttò tra le braccia del fratello, lei solitamente poco affettuosa e un po’ recalcitrante al contatto fisico.

“Ehi nee-chan! Quanta energia!

Ti sono mancato?”

“Certo cretino!”

Del divorzio dei suoi la cosa che le era pesata di più era staccarsi da DEidara che era stato costretto a vivere dal padre, questo avveniva dieci anni prima e da allora si erano visti solamente durante le vacanze scolastiche.

Suo fratello non era cambiato molto dall’ultima volta, stessi capelli biondi, stesso sorriso e ci avrebbe giurato stessa passione per quell’argilla esplosiva che un paio di anni prima l’aveva privato di un’ occhio.

“Sono molto felice, ma ora dammi una mano con questo coso, perché mi sta staccando un braccio. Prendiamo un manico ciascuno.”

Presero la metropolitana ed arrivarono al piccolo appartamento degli Yidashi, all’ultimo piano in un caseggiato abitato prevalentemente da famiglie con bambini piccoli, studenti e pendolari.

La scala esterna era ingombra di biciclette.

“Merda!”

Deidara  era inciampato per l’ennesima volta nella ruota dei veicoli, Yukari ridacchiò.

“Dopo un po’ ti ci abitui…il problema è quando sei di fretta, tipo in ritardo per la scuola, rischi la vita ogni giorno.”

“Immagino…accidenti al Giappone e alle biciclette! La mamma è a casa?”

“NO, è fuori per un viaggio fino a metà settimana.”

“Lo immaginavo.”

Yukari poteva leggergli nel pensiero, sapeva che i rapporti tra la madre e il fratello erano tesi dall’incidente che gli era costato l’espulsione da scuola e per il fatto che l’anno prima era stato bocciato.

“Non è che non sia contenta…

Ma gli gira che tu sia stato bocciato e le gira doppiamente perché io ho pestato i piedi per iscrivermi all’istituto d’arte , che sarebbe anche la futura scuola, perché pensa che sia una scuola di pazzi e che stia sprecando il mio talento nell’inglese e i buoni voti che ho preso all’esame delle medie.”

Il fratello scosse la testa, la loro madre non sarebbe mai cambiata in certe cose, forse era per questo che aveva divorziato da loro padre, un pittore geniale quanto casinista che era esattamente l’opposto di lei.

Sei contento di essere di nuovo a tokio?”

“Contentissimo, soprattutto perché mi sono lasciato indietro  quella palla al piede di Tobi.”

“Chi?”

Madara UChiha, ma lo chiamano tutti Tobi o piaga o uomo caramella. È una seccatura che ti pressa perché non ha uno straccio di amico e ha deciso che io devo essere il suo sempai.

“è almeno carino?”

Fanculo!”

Yukari scoppiò a ridere, le erano mancati quei momenti.

Non vedeva l’ora che fosse domani per vedere la nuova scuola, avrebbe ritrovato alcune vecchie amiche dell’istituto Kissho, Megumi MImichi, Asami Amaya, Sakura”Syria” Ashara, SAyuri SAkiyurai.

Solitamente non credeva nei presentimenti  positivi, temeva di cullarsi in illusioni, ma sentiva che in quella scuola sarebbe stata bene…

 

SAsuke Uchiha aprì gli occhi, disturbato dal suono della sveglia, che cavolo di giorno era? Perché quell’aggeggio infernale suonava? E perché suo fratello stava bestemmiando come un muratore incazzato?

“Svegliati coglione! È il primo giorno di scuola!

Devi essere là prima per prendere il posto, senno rompi tutto l’anno perché ti hanno fregato il posto vicino alla finestra.”

Sasuke bestemmiò a sua volta e si alzò alla svelta, infilò un paio di jeans neri, una maglia dello stesso colore e si catapultò fuori dall’appartamento che divideva con il fratello di due anni più grande.

“Merdaccia! Il pranzo!”

Itachi sbraitò furioso verso il fratellino, ma quello era ormai troppo lontano.

“Che essere pesante..

Dovrò portaglielo io…”

Sasuke arrivò davanti all’istituto d’arte nel centro di Tokio e stranamente, dato il suo odio conosciuto per qualsiasi tipo di istituzione scolastica, gli comunicò una bella sensazione, ai lati del cancello c’erano delle siepi alte che sembravano volerlo proteggere, o nascondere, peccato  che la massa di gente tipica del primo giorno di scuola vanificasse questi sforzi.

Si fece largo senza tanti complimenti, entrando in un cortile leggermente in discesa su cui si affacciavano delle porte dimesse, quel luogo, ne era consapevole, era un pugno in un’occhio nella rispettabile facciata dei quartieri alti della città.

Eppure…

Quell’apparente trasandatezza era accogliente, faceva sembrare il luogo meno austero di quello che una scuola era normalmente e stranamente si ritrovò a pensare che quell’edificio ne era in qualche modo consapevole.

“Quante cazzate di primo mattino, vediamo in che classe sono.”

Consultò un cartellone e si rese conto di essere in classe con la maggior parte dei suoi compagni di seconda media, quando aveva l’aveva frequentata al Konoha e un paio di ragazze della classe di terza alla Oto.

“Che palle!”

Salì al secondo piano.

La scuola era deserta,erano ancora tutti in cortile e cercò l’aula 9, che si rivelò essere la prima vicino alle scale.

La porta era aperta e ….

Merda! Qualcuno aveva già preso il “suo” posto!

I banchi dell’ultima fila di sinistra erano già occupati, in quello vicino alla finestra sedeva una ragazza dai capelli neri, vicino a una castana scura, dark, e una dai capelli mechati di rosso e in quelli di destra rispetto al corridoio c’era Nara ,che dormiva, in quello contro il muro, una bionda con quattro codini, una sempai forse, e akimichi su quello esterno.

Certe giornate era meglio trascorrerle a letto.

Fece per trascinarsi vicino a un biondo in seconda fila quando qualcuno lo afferrò da dietro.

Ino Yamanaka.

SAsuke-kun! Vieni! Sediamoci vicini!”

Si ritrovò seduto accanto a lei e a Sakura Haruno, che però sembrava più incazzata che felice di vederlo.

“Ci credo!”Esclamò la sua coscienza” L’hai lasciata di merda l’ultimo giorno alla konoha.”

Sasukuccio!”

A peggiorare la sua già nera giornata arrivò Karin Tsuki, che si sedette davanti a lui, rivolse unocchiata di fuoco alla ragazza che era seduta dove doveva essere seduta lui e che aveva pure l’impudenza di fare colazione tranquilla e beata.

 

YUkari-chan!

Il moro emo sembra voglia ammazzarti con quell’occhiata.

YUkari sollevò lo sguardo dal bicchierino di te preso alle macchinette.

“Doveva arrivare prima se voleva questo posto!”

La scuola sembrava interessante….l’emo più che altro un pirla seccatore, ma Yukari era ottimista, gli altri sarebbero stati ok.

Sorrise al fratello e notò che accanto a lui si erano seduti un ragazzo dai capelli rossi e un moro con una lunga coda che sembrava somigliare molto all’emo incazzato, quello si che era carino, nonostante le occhiaie e l’aria scazzata.

Sarebbe stato un’anno interessante….

 

 

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Layla