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Autore: casstheliar    12/06/2013    2 recensioni
Duemiladieci. L'anno in cui si innamorarono.
Duemilaquindici. L'anno in cui le loro vite cambiarono per sempre.
Una storia in cui passato e presente si intrecciano inesorabilmente.

Harry/Louis
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Con quante ragazze sei stato alla tua veneranda età, Louis?", il più grande alzò lo sguardo dalle scarpe che si stava allacciando, preso alla sprovvista da quella domanda.
"Prego?"
"Ti ho chiesto con quante ragazze sei stato.."
"Definisci stato", Louis tornò ad occuparsi delle sue scarpe. Harry esitò per qualche secondo, "Beh stato nel senso di stare insieme come coppia, intendo"
"Boh ho avuto un paio di ragazze nella mia vita, nulla di serio però. Sono una persona che solitamente si annoia subito, non riesco a legarmi a qualcuno indissolubilmente, anche se spesso vorrei.. vorrei proprio trovarla questa persona in grado di farmi emozionare in ogni singolo istante. Beh usciamo?", Harry annuì e chiuse a chiave la porta. Presero la macchina di suo padre e il più grande guidò fino al centro della città.
"E tu invece?"
"Io invece cosa?"
"Quanti cuori hai infranto con quei perfetti ricci?", Louis lo guardò, sorridente, Harry non fu in grado di reggere quello sguardo.
"Nessun cuore infranto, le relazioni, per ora, non fanno per me. Anche se, devo ammettere che le parole che hai detto prima mi hanno smosso, sarebbe bello trovare qualcuno in grado di darti il batticuore ad ogni sguardo, no?"
"Sì..", Louis fece manovra per parcheggiare il grosso suv del padre di Harry, guardò il riccio negli occhi e sentì il cuore esplodergli nel petto, scosse la testa e scese dalla macchina.
"Allora dove mi porti? Quali sono i posti più cool della zona?", domandò senza però incrociare il suo sguardo.
"Non è che ci siano chissà quanti posti, un paio sì e no.."
"Bene andiamoci, dobbiamo o non dobbiamo trovare queste ragazze che ci facciano esplodere il cuore? Sperando che non sia la stessa, eh", la buttò sullo scherzo, ma Harry non rise. Anzi per il resto della serata restò in silenzio e in disparte, mentre Louis sembrava l'anima del sabato sera, si dimenava come un pazzo sulla pista da ballo, scuoteva il culo attirando su di lui gli sguardi della gente. Harry lo guardava sorseggiando lentamente una birra, lo fissava provando sensazioni totalmente estranee alla sua normalità.
"Ehi bimbo, alla tua età non puoi berla quella", un Louis fin troppo esaltato si avvicinò a lui e gli rubò il bicchiere dalle mani, scolandosi in una botta tutto il contenuto biondo.
"Grazie, eh", si lamentò Harry.
"Togliti quel muso e vieni a ballare", Louis lo afferrò per un braccio, ma lui si divincolò.
"Non mi va"
"Ma siamo venuti qui per questo", si lagnò Louis, fissandolo negli occhi.
"Tu sei venuto qui per questo, a me nemmeno piacciono questi posti"
"Andiamo via allora", disse serio il più grande, ma Harry scosse la testa, "Ti stai divertendo"
"Ma tu no, e io volevo divertirmi con te"
"Davvero Lou, io sto qui non ti preoccupare per me", ma il ragazzo riagguantò il suo braccio e lo trascinò fuori dal locale. "Ora facciamo qualcosa che piace a te, ok?"
"I miei gusti sono differenti dai tuoi, hai quasi diciannove anni, mentre io sedici.."
"Che c'entra? Sei più alto di me, sembri pure più grande!"
"Ma sei fuso? E questo cosa c'entra?"
"Non lo so - cantilenò Louis, molto probabilmente era ubriaco - dai dimmi cosa ti piace fare"
"Promettimi di non ridere"
"Non riderò", il più grande si mise sull'attenti e si portò una mano sul cuore. Harry scosse nuovamente la testa, con dissenso, "Beh di solito non faccio molto, con gli amici andiamo in sala giochi, ci prendiamo un gelato, camminiamo, io mi diverto così, ecco i club non fanno esattamente per me", abbassò la testa, arrossendo.
"Ti va un gelato?", il volto di Louis si colorò di un bellissimo sorriso, tenero, abbracciò il più piccolo.
"Non prendermi per il culo"
"Non ti prendo per il culo - 'non ancora almeno' - allora ti va sì o no? Offre papà Lou". Andarono in una gelateria italiana non troppo distante e si sedettero ad un tavolino, il più grande ordinò una banana split mentre il più piccolo si concesse una coppa un po' più modesta di creme.
"Oddio è enorme", esclamò Louis quando il cameriere poggiò il gelato sul tavolino.
"Te l'avevo detto io", affermò con saccenza Harry.
"Non mi spaventano le cose grosse", il castano lo guardò per un istante, sorridendo, per poi concentrarsi sul suo gelato. Rimasero in silenzio per un po'.
"Come ci si sente alla tua età?", domandò alla fine Harry, dopo essersi infilato un cucchiaino ricolmo di gelato in bocca.
"In che senso? Guarda che non ci portiamo così tanto, alla fine"
"Sì questo lo so ma adesso sei obbligato a frequentare ragazzi più piccoli di te, non ti rompi? Voglio dire noi non possiamo bere alcolici oppure entrare nella maggior parte dei locali.."
"Sì ma non mi interessa, sto bene con voi e comunque crescerete. E tra l'altro, io sembro il più piccolo tra voi, se escludiamo Niall". Harry sorrise, quello che diceva Louis corrispondeva al vero, era più basso di tutti loro e soprattutto si comportava come se avesse avuto in realtà quattordici anni.
"Resti comunque il più grande, magari noi ti annoiamo.."
"Ma sta zitto! Questa roba non finisce più", si lamentò il ragazzo lasciando andare il cucchiaino nel piatto.
"Dai su finisci il gelato, da bravo"
"Ma non mi va"
"Sei un bambino davvero cattivo", lo rimproverò Harry.
"Mangiatelo tu", Louis scattò in avanti e ficcò il cucchiaino nella bocca dell'altro, che per poco non soffocò. "Tu sei pazzo, completamente fuori di testa". Louis rideva di gusto e la dolce melodia della sua risata inondò le orecchie di Harry che, in fin dei conti, non si arrabbiò con lui per il suo gesto infantile. Tornarono a casa, Louis era ancora brillo ma insistette molto per poter guidare e alla fine il più piccolo si lasciò convincere. Temette per la loro incolumità per tutto il viaggio e tirò un sospiro di sollievo quando arrivarono sani e salvi a casa. Senza troppe cerimonie Louis si mosse direttamente verso la stanza di Harry e si spogliò, andò in giro per casa indossando solo le mutande alla ricerca del pigiama perduto.
"Harry - lo chiamò a gran voce: il ragazzo era in bagno - Harry, Harry, Harry!"
"Che c'è?", si affacciò dal bagno con lo spazzolino tra le mani. Osservò il corpo esposto del ragazzo per diversi secondi, forse un po' troppi.
"Ho perso il pigiama, Harry, il mio pigiama! Aiutami a cercarlo, ti prego", e per quanto lo cercarono non trovarono nulla. Il riccio gli diede una sua vecchia maglia e un paio di pantaloni, "Mi dispiace, dovrai accontentarti di questi. Ora se non ti dispiace torno in bagno". E solo quando il ragazzo chiuse la porta dietro di sé, Louis si concesse un sorrisetto spavaldo, prese da sotto il materasso il suo pigiama e lo infilò in valigia.

"A pensarci bene avrei dovuto nascondere il tuo di pigiama, Harry", disse Louis, osservando il ragazzo.
"E cosa ne avresti ottenuto?"
"Oh beh, chissà..", stavano sussurrando, "Sei un porco, Lou"
"E a chi devo dare la colpa?"
"Ragazzi le telecamere sono qui", li richiamò la giornalista, si scambiarono un sorriso e tornarono a guardare davanti a loro.

Louis si era steso sul letto ma si sentiva su di giri come non mai, Harry lo raggiunse poco dopo: aveva opportunamente indossato boxer e canotta quella sera per mettersi a dormire.
"Non mi va di dormire", si lagnò il più grande, mettendosi a pancia in giù, osservò con attenzione ogni movimento dell'altro che si stava stendendo sul letto, accanto a lui.
"E che ti andrebbe di fare?", domandò Harry, soffocando uno sbadiglio.
"Non dormire, questo è certo". Il più piccolo si voltò per guardarlo, assumendo una posizione fetale.
"Proponi e vediamo che si può fare", rispose l'altro tranquillamente. Louis dovette distogliere lo sguardo dal ragazzo, visto che gli occhi stavano lentamente ed inesorabilmente scivolando verso il collo della sua canotta slargata che rivelava paesaggi bellissimi.
"Ehm.. non saprei proprio", disse rigirandosi, ora fissava il soffitto.
"Secondo me lo sai benissimo, invece. Solo che non vuoi dirmelo", Louis si stava scavando la fossa da solo e doveva trovare un modo per tirarsene fuori. Gli occhi verdi di Harry lo stavano fissando, intensamente, mettendolo decisamente a disagio.
"Facciamo.. facciamoci un bagno!", si complimentò con se stesso per la trovata.
"Un bagno?", chiese Harry, alzando un sopracciglio.
"Sì in piscina, dai", Louis si rimise in piedi e prese per un braccio il ragazzo, obbligandolo ad alzarsi. Corse fuori, si tolse la maglia e si tuffò senza troppe esitazioni, l'impatto con l'acqua fredda per poco non lo uccise sul colpo, "Cazzo!", imprecò. Harry era in piedi, ai bordi della piscina, lo guardava divertito, "Freddina?", lo prese in giro. Louis prese a schizzargli l'acqua addosso, "Entra se hai le palle!", lo sfidò, mentre il suo corpo si stava abituando a quella temperatura gelida. Harry lo guardò titubante, "Oh fanculo", esclamò alla fine, si sfilò la canotta e cautamente si calò nell'acqua.
"Vedrai che ti abitui subito", lo rassicurò Louis: le labbra del riccio si colorarono di viola, iniziò a tremare. "S-sei.. sicuro?"
"Al cento per cento", rise l'altro, sguazzando via.
Louis aveva trovato un modo molto efficace per togliersi dall'impaccio, non sopportava essere messo all'angolo in quella maniera, lo sguardo di superiorità di Harry lo innervosiva, non gli permetteva di ragionare, se la sua mente non avesse partorito quell'idea geniale, sarebbe finito con lo scoprire le sue carte. Non era ancora pronto per questo. Si sentì assalito e in una frazione di secondo si ritrovò completamente sott'acqua, incapace di respirare. Riemerse un paio di secondi dopo, mentre il riccio stava morendo dalle risate, "Ti uccido, Harry! Ti uccido davvero!"
"Tu volevi farte il bagno in piscina, quindi io ti ho aiutato a farlo completamente", il più grande saltò addosso al ragazzo e iniziarono a lottare scherzosamente nell'acqua, i loro corpi bagnati scivolavano l'uno sull'altro, in continuo contatto. Si guardarono per un lungo istante negli occhi, Louis deglutì e fu il primo a distogliere lo sguardo, "Usciamo?", si tirò fuori con la forza delle braccia.
"Sì usciamo", mormorò il riccio seguendolo fuori dalla piscina. Louis riprese i suoi vestiti da terra e corse in casa, fiondandosi nel bagno. Si ficcò sotto il gettito d'acqua bollente per tentare di fermare il tremore frenetico del suo corpo. Sbatté ripetutamente i pugni sulle piastrelle della doccia, non riusciva a capire cosa stesse accadendo alla sicurezza che via via nel corso degli anni aveva accumulato, quel ragazzino di appena sedici anni era riuscito a demolire il suo fortino sicuro. Sentiva il suo cuore fremere come non mai ogni qual volta incrociava quegli occhi così verdi, così belli. Era davvero quello che aveva sempre cercato? Qualcuno che gli causasse quella insensata tachicardia. Lo voleva davvero?
I suoi pensieri furono interrotti dall'incessante bussare di Harry contro la porta del bagno.
"Lou, sto gelando potresti muoverti?"
"Un attimo", urlò il più grande, afferrò il suo asciugamano e se lo strinse in vita, aprì la porta, trovandosi davanti il ragazzo sull'orlo dell'ipotermia: la pelle era livida, come le sue labbra, i brividi lo divoravano.
"Merda!", esclamò Louis, richiudendo la porta. Harry sbattendo i denti si tolse i boxer ed entrò nella doccia, godendosi finalmente dell'acqua bollente sulla pelle infreddolita.
"Ricordami di non ascoltare più le tue idee folli", il riccio passò una mano sul vetro della doccia, andando ad eliminare la condensa. "Scusami, non ti sento", disse Louis con sufficienza, mentre si pettinava i capelli bagnati.
"Stavi per uccidermi", riprese Harry.
"Ma smettila, quanto ti lagni"
"Non mi lagno per niente"
"Sì certo, certo", annuì Louis, uscendo dal bagno.

"Giuro che stavo per morire", disse Harry, spalancando gli occhi.
"Come sempre è un esagerato - Louis scosse la testa e alzò gli occhi al cielo - e anche un pappamolle"
"Mi hai lasciato venti minuti al freddo!"
"Potevi benissimo andare a coprirti con qualcosa, è chiamato spirito di sopravvivenza"
"Volevo farmi la doccia, come hai fatto tu!"
"Sai che sento? Solo un mucchio di lagne"
"Io ti uccido", Harry fu su di lui, senza tener conto di essere in diretta streaming sul web, davanti a milioni di fan raccolte dinanzi ai loro computer, in adorazione. I due finirono a terra.
"Ehi ragazzi, ragazzi.. per favore", la giornalista si alzò e si avvicinò a loro, per arretrare subito dopo, rossa in volto: i due avevano scelto l'angolazione perfetta per potersi scambiare effusioni.
"Ehm.. direi che possiamo lanciare la pubblicità", disse la donna, in imbarazzo.


Quella sera Louis si andò a rimettere nel suo letto e non in quello di Harry che, dopo la doccia, si portò sulla soglia della stanza. "Come mai qui?", gli domandò.
Louis alzò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo, "Prego?"
"Ehm - esitò il più piccolo - dormi qui, stanotte?"
"Dove altro, sennò?"
"Ecco.. io pensavo.. no niente", girò i tacchi e camminò verso la sua stanza, stranamente giù di morale. Nelle due settimane in cui aveva condiviso il letto con Zayn non aveva fatto altro che aspettare il momento in cui avrebbe potuto finalmente dormire da solo, godersi il suo bel letto. Voleva un gran bene a quel ragazzo, ma aveva il brutto vizio di rubarsi tutta la coperta e di riempirlo di calci durante la notte. Invece dormire con Louis era diverso. Lui sapeva tenere il suo spazio, non lo disturbava, anzi sentire il suo respiro leggero la notte precedente aveva fatto sì che riprendesse sonno velocemente. Sgattaiolò via dalla sua stanza e si fermò davanti a quella di Louis, il cuore gli martellava in petto, moriva dalla voglia di entrare ma aveva comunque paura di farlo, forse l'altro l'avrebbe mandato via, prendendolo a pesci in faccia. Esitò per diversi minuti.
"Harry, cosa c'è?", sentì improvvisamente dire dall'interno.
"Eh? Niente!"
"Entra", lo invitò Louis. Harry non se lo fece ripetere due volte, aprì la porta e la richiuse subito dopo, dietro di sé.
"Disturbo?"
"No, mai..", Louis era steso nel letto, la coperta nascondeva gran parte del suo volto, il riccio riusciva a vedere solo i suoi occhi azzurri, dotati di una forza magnetica tale che si sentiva terribilmente attratto da lui.
"Posso?", gli domandò accennando al letto. Louis non rispose, si tirò verso un lato e diede un paio di pacche sul materasso, come si fa di solito per far avvicinare un animale domestico. Harry sorrise, timidamente, e si infilò sotto le coperte.
"Noto con mio dispiacere che indossi un pigiama", disse Louis con noncuranza.
"Eh?", Harry sentì le guance avvampare.
"Nulla nulla, parlavo fra me e me. Buona notte Harry"
"'notte Lou"
___
nda
Al solito non ho nulla da dire, sarà che è passato un po' da quando l'ho scritta e non ricordo nemmeno cosa succeda qui sopra lol povera me.
Vi prego, vi imploro, se leggete lasciatemi un piccolo commentino qui giù o lì su, o magari preferite, io vi regalo un biscottino se lo fate c:
Lascio i link delle mie due OS:
confidence

can i take you home

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A sabato,
Alexa
  
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