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Autore: Vis    13/06/2013    3 recensioni
-Amo Ruri- disse semplicemente Ace, guardando fuori dal finestrino.
Sentì una risatina e irritato si voltò a guardarlo, fulminandolo con lo sguardo:-Perché ride?!-
-Ami Ruri- ripeté Dragon, scuotendo la testa divertito -non credi di essere un po’ precipitoso nel dire che ami una persona? Questa parola ha un significato molto profondo, Ace, che spesso viene usato a sproposito-
-Beh, non nel mio caso- rispose seccamente il ragazzo.
-Vedremo-
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Remember when we used to be friends?

 




-… Ci sarà una festa, sabato sera, a casa di Ryota…-
Cercò di ignorare ancora quel brusio insopportabile. Ma gli era impossibile. Gol si ostinava a parlare dei fatti suoi a lezione, infischiandosene del professore. Dragon non ce la faceva davvero più. Si girò indietro, e poggiando una mano sul banco di Roger gli sibilò, irritato:-Chiudi quella boccaccia o no, Gol?-
Il moro si voltò a guardare Dragon, interrompendo il discorso e assottigliando gli occhi disse:-Che problemi hai, Monkey?-
-Ho le scatole piene del tuo chiacchiericcio.- sibilò Dragon.
-Ed io ho le scatole piene della tua presenza.- rispose con altrettanta arroganza Gol.
Dragon fece per ribattere, ma un urlo esasperato dell’insegnante lo fece voltare, trovandosi davanti al banco un imbufalito professore che sbraitava contro lui e Roger:-Io non ne posso più di voi due! Non fate altro che disturbare le mie lezioni con i vostri battibecchi! Uscite immediatamente dalla classe!-
In contemporanea, Dragon e Roger si alzarono e a debita distanza l’uno dall’altro si diressero verso la porta.
-Aspettate un attimo- aggiunse il professore. Si voltarono e preoccupati guardarono il sorriso maligno che l’insegnante aveva sul viso:-Come punizione dovrete fare una ricerca sulla lezione di oggi. Insieme.-
-No!- scattò Dragon -non può chiederci questo, prof! Lavorare con questo qui è praticamente impossibile!-
Roger invece aveva alzato gli occhi al cielo e gesticolando animatamente aveva iniziato ad elencare quanto Dragon fosse odioso. Tutto questo mentre anche Dragon si lamentava.
Un ringhiò gutturale li fece bloccare e prima che il professore li sbranasse vivi uscirono dall’aula.
 

***

 
Sentì suonare il campanello di casa e, sapendo bene chi fosse, mentre trascinava i piedi si diresse verso la porta e, una volta aperta essa, fulminò con lo sguardo il viso altrettanto arrabbiato di Roger. Entrambi sapevano bene che nessuno dei due voleva stare lì con l’altro e che se non facevano ciò che il professore aveva dato loro se la sarebbero vista brutta.
-Gol- disse Dragon, entrando in casa -sbrighiamoci cosicché questa tortura finisca al più presto.-
-Per una volta la pensiamo allo stesso modo, Monkey.- rispose Roger, entrando in casa del ragazzo e chiudendosi la porta dietro le spalle.
-Non mi offri niente?- chiese Roger, seduto in camera di Dragon.
-No.- ringhiò il moro, sedendosi davanti a lui e lasciando cadere sul tavolo dei libri.
Roger alzò gli occhi al cielo e borbottando qualcosa aprì il portatile di Dragon, poggiato sul tavolo.
Iniziarono subito a studiare, entrambi a disagio, ma mentre studiavano, entrambi non potevano evitare delle battutine che facevano inevitabilmente ridere l’altro.
Ore dopo, Roger affondò le mani nei folti capelli neri, esausto. Poggiò la fronte sul tavolo ed esclamò:-Perché il nostro corpo è così complicato?! Mi faccio così schifo che mi picchierei da solo!-
Dragon lo fissò e Roger alzò lo sguardo, incontrando gli occhi neri di Monkey; poi entrambi scoppiarono a ridere.
-Devo dartene atto, Gol: sei forte, quando non sei maledettamente arrogante.-
-Lo prendo come un complimento.- rispose Roger, mentre ancora rideva -e devo ammetterlo anche io, Monkey, neanche tu sei tanto male.-
 

***

 
-Dragon, vieni anche tu da Daiki oggi?-
Roger, sulla soglia dell’aula con la cartella in spalla lo guardava e Dragon scuotendo la testa disse:-Vorrei, ma ho un altro impegno.-
-Ci vediamo dopo, allora!-
Dragon annuì e disse:-A domani.-
Monkey si alzò e uscì anche lui dall’aula. Mentre tornava a casa pensò all’amicizia con Roger: non se lo sarebbe mai aspettato. Insomma, Roger era così energico, strafottente e spensierato da fargli saltare i nervi praticamente sempre, eppure ogni giorno passavano sempre più tempo insieme. Arrivò davanti casa e sentì il telefono squillare:-Pronto?-
-Ho fame.-
-Cavoli tuoi, Roger.-
-Potresti anche offrirmi qualcosa da te, visto che studieremo insieme.-
-Come al solito ti auto-inviti… fa un po’ come ti pare.-
-Allora sto venendo da te, okay?-
-Okay. Del budino le basta, sua altezza?- chiese ironicamente mentre un sorriso gli nasceva sulle labbra.
-Per oggi può andare, maggiordomo.-
 

***

 
Anche se erano amici, le discussioni fra loro due non mancavano mai.
-… il calcio è più divertente del basket, Roger!-
-Ma cosa devo sentire! Il basket è uno degli sport più divertenti, Dragon!-
-Per te è uno dei più divertenti! Per me, invece, il calcio è nettamente superiore!-
-Ma tu sei noioso, amico mio.-
-Io sarei noioso!? Ma tappat…-
-Basta!-
Si voltarono all’unisono verso il professore che passandosi una mano fra i capelli continuò:-Voi due mi manderete al manicomio! Altra ricerca!-
A quelle ultime due parole i due studenti alzarono gli occhi al cielo ma si sorpresero di sentire il professore aggiungere:-Ran Mao, farai la ricerca con loro. Forse riuscirai a fargli capire come ci si comporta.-
I due ragazzi si voltarono verso la ragazza nominata, seduta vicino alla finestra. Nessuno dei due ci aveva mai parlato e sapevano ben poco di lei: Ran Mao, cinese, figlia di un imprenditore che si era trasferito con la sua famiglia molti anni prima in Giappone per il suo lavoro. Studentessa modello, ragazza difficile. Per questo Roger non le si era particolarmente interessato; la ragazza era cordiale con tutti, ma era uscita con pochi ragazzi e Roger aveva preferito non farsi avanti: un rifiuto diretto avrebbe certamente ferito il suo ego. Mentre Dragon… beh, a lui non interessavano quel genere di cose. Gli occhi neri a mandorla della ragazza si posarono su loro due e con sorpresa di entrambi le sue labbra rosee si stesero in un piccolo sorriso, accennato.
 

***

 
Un’imprecazione in cinese li fece voltare. Ran Mao era davanti a loro, in piedi, l’espressione infuriata.
-E-ehi...- Roger spostò lo sguardo su Dragon, che deglutiva.
L’avevano fatta arrabbiare, di nuovo. Ma questa volta sembrava davvero molto arrabbiata.
-Dragon!- lei spostò lo sguardo su Monkey -speravo che almeno tu avresti collaborato!-
-È che volevo anch’io vedere questo film…- si giustificò il ragazzo, cercando un appiglio.
-Potrete vederlo dopo! Ora su- li tirò su -finiamo questa maledetta ricerca, così azzittirete una volta per tutte il professore, okay?-
-Ran Mao, la studentessa modello che nascondeva un lato malvagio!- esclamò Roger con enfasi, facendo ridere i due.
-Roger, il perfetto ribelle che aveva un umorismo da quattro soldi!- disse Dragon, scoccando alla cinese un’occhiata complice.
-Intanto vi ho fatto ridere!- rispose con stizza Gol, per poi ridere insieme ai due.
 

***

 
-Grazie per averci aiutato, oggi.- Dragon guardò riconoscente Ran Mao, mentre l’accompagnava a casa. Era tardi, il buio aveva sostituito la luce e non era saggio per una ragazza girare da sola.
Lei alzò le spalle e sorridendo disse:-Figurati, è stato un piacere.-
Dragon annuì e guardò davanti a sé, in silenzio.
Dopo qualche minuto sentì di nuovo la voce dolce della ragazza:-Sai…-
Si voltò a guardarla:-Potremmo studiare di nuovo tutti e tre insieme. È stato divertente.-
-Non è una cattiva idea.- concesse Monkey, annuendo.
-Dillo a Roger, okay?-
Erano arrivati davanti alla casa della ragazza che si voltò a guardarlo:-Grazie per avermi accompagnato. È stato bello parlare con te.-
Dragon rispose spontaneamente al sorriso della ragazza e disse:-Beh, era il minimo che potessi fare. Ci vediamo domani, Ran Mao.-
-A domani, Dragon.-
 

***

 
Era agitato, doveva ammetterlo. Era la prima volta che chiedeva di uscire ad una ragazza, e non sapeva davvero che fare. Aveva chiesto aiuto a Roger, ma quel Don Giovanni gli aveva dato consigli così idioti e audaci… non erano adatti a lui, no. Per niente. Temeva anche di correre un po’ troppo; aveva iniziato a parlare con Ran Mao da appena un mese, eppure era già da tempo che si sentiva riempire di gioia quando la vedeva. In quel momento, mentre aspettava Ran Mao per andare a scuola insieme, come era loro abitudine, stava mettendo su dei tentativi:-Ran Mao, che ne dici se… no, no, non va bene così!- si schiarì la voce e riprovò -Ran Mao, ti devo parlare… no, sembra che le sto per annunciare una brutta notizia… Ran Mao, ti andrebbe di uscire con me, domani sera?-
-Sì.-
Si voltò, mentre le guance gli andavano a fuoco. Concentrato com’era non l’aveva sentita arrivare. La ragazza stava a diversi metri da lui, un sorriso raggiante sul viso da bambola e gli occhi a mandorla ridenti.
-B-bene…- Monkey si scompigliò i capelli, chiaramente in imbarazzo. Non si era immaginato in quel modo il momento in cui gliel’avrebbe chiesto.
-Andiamo?- Ran Mao lo affiancò e in silenzio iniziarono a camminare.
-Dove andremo?- chiese lei ad un tratto, voltandosi a guardarlo, mentre sentiva le guance arrossarsi.
-A-avevo pensato di andare in un pub… ma forse non è il luogo adatto…-
-No, va bene così.- gli disse. Dragon allora annuì, mentre sentiva l’agitazione diminuire lievemente. Ma ad un tratto sentì le dita affusolate della ragazza sfiorare le sue e il cuore iniziò a galoppargli nel petto. Timidamente intrecciò le dita a quelle di Ran Mao e quando sentì che anche la ragazza gli stringeva la mano, strinse anche lui con più forza.
 

***

 
-L’ho baciata!- esclamò al telefono, senza neanche salutare l’amico.
-Di già?! Ma allora non sei così addormentato come sembri!- esclamò Roger, sinceramente sorpreso.
Dragon ignorò la frase di Gol e continuò:-Non me l’aspettavo neanche io… ma ad un certo punto sembrava tutto così perfetto e allora mi sono avvicinato e lei…-
-Sì, sì, va bene! Non voglio i dettagli, Dragon! Vuoi per caso farmi vomitare?!-
Dragon rise e smise quando sentì Roger parlare di nuovo:-Quindi ora state insieme, eh?-
-Beh… sì. Immagino di sì, almeno.- arrossì.
-Come cresci in fretta, figlio mio…- disse Gol, con un tono falsamente commosso.
-Eh già… senti ora devo andare, okay?-
-Vai dalla tua bella?-
-… mi ha chiesto di studiare insieme, non pensare male!-
-Ceerto studiare! ‘Sta volta non vi rompo neanche! Non voglio disturbare il vostro studio…-
Monkey alzò lo sguardo al cielo e salutò brevemente Roger.
Gol guardò per qualche secondo il display del cellulare. Alla fine ce l’aveva fatta. Dragon finalmente si era dichiarato a Ran Mao, come tanto gli aveva detto di fare. Era contento per lui, e molto. Eppure… cos’era quel dolorino che sentiva al cuore? Si diede degli schiaffetti sulle guance ripetendosi:-Non ti piace, non ti piace, non ti piace! Andiamo, è la ragazza del tuo migliore amico! Devo darmi una calmata. Basterà qualcun’altra a farmela dimenticare…-

 
***

 
-Dragon?-
-Sì, Ran Mao?-
-Cosa facciamo appena finisce la scuola?-
Mettendo il segnalibro fra le pagine, Dragon chiuse il libro che stava leggendo e puntellandosi sui gomiti guardò Ran Mao, che teneva la testa poggiata sul suo stomaco, il libro che lei leggeva aperto sulla pancia:-Non so. Facciamo una vacanza insieme?- chiese sorridendo dolcemente.
Vide i suoi occhi neri brillare d’eccitazione ed esclamò:-Sarebbe bellissimo! E dove?-
-Dove più ti piace- disse. Poi aggiunse, arrossendo:-A me importa stare con te-
Un sorriso dolce le nacque sulle labbra e spostando il libro che aveva sulla pancia si sporse verso di lui, per baciarlo. Quando si separarono lei disse, accarezzandogli i capelli neri:-Andiamo a Parigi. È la città dell’amore, no?-
-Okay.- sussurrò lui, poi la baciò di nuovo.
“Sì”si disse “l’amo da impazzire.”
-Ran Mao?-
-Sì?-
-Ti amo.- era la prima volta che glielo diceva e in quel momento capì il valore di quelle due semplice parole, così sottovalutate.
Gli gettò le braccia al collo e dopo una piccola serie di baci sul collo glielo sussurrò anche lei, la voce che tremava per l’emozione. In quel momento Dragon sentì che avrebbe potuto sposare quella donna.
 

***

 
-Ma non puoi dirgli semplicemente che non puoi?- chiese angosciato Roger.
-No.- rispose esasperato Dragon, affondando le mani fra i capelli -gliel’ho promesso da tempo e poi non sarebbe giusto dargli buca!-
-Ma domani sera ci sarà la festa più bella della storia!- esclamò con enfasi Gol, cercando di far capire a Dragon quanto ci tenesse.
-Ma non posso!- Monkey lo guardò negli occhi.
Roger allora si zittì e incrociò le braccia al petto, con fare offeso.
-E dai, è solo una festa. Ce ne saranno altre, no?- cercò di calmarlo Monkey, dandogli una pacca su una spalla.
-Ma questa è speciale.- Roger accentuò il broncio infantile che aveva sul viso.
-E perché?- volle sapere Dragon, scettico.
-Perché è a casa di Mei. E lei non fa spesso delle feste! E quando le fa, sono epiche!-
-Vuol dire che aspetterò di più-
-E poi- aggiunse Roger -non conosco molto suoi amici. Almeno se c’eri tu…-
-Ma ci sarà Ran Mao, no?-
-Davvero?-
-Certo. Perché sei così sorpreso?-
-Beh, è la tua ragazza… e li sarà pieno di ragazzi sbronzi…- cercò di spiegare Roger senza essere indelicato.
-Mi fido di lei.- rispose Dragon, con un sorriso.
 

***

 
-Ehi Roger! Non mi aspettavo di sentirti così presto, di solito dopo una sbronza non ti svegli prima delle quattro di pomeriggio!- esclamò allegramente Dragon mentre si fermava a guardare una vetrina.
-Sai com’è, quando hai delle cose da fare, niente te le leva dalla testa…- rispose Roger con una risata tesa.
-E cos’è che devi fare di così importante da non farti ubriacare?- chiese Monkey, ridendo.
-Dobbiamo parlare.- Dragon inarcò le sopracciglia: Roger era davvero strano.
-Beh, se vuoi vengo io da te…-
-No, no, ti raggiungo io. Dove sei?-
-Al centro. Dovevo comprare una cosa…-
-Okay, aspettami dove sei, allora. Ti chiamo quando arrivo.-
-Okay.-
Chiusa la chiamata, Dragon continuò  a pensare alla conversazione avuta con Roger: l’amico non aveva il solito tono spensierato.
Rimase fermo dov’era, fissando la vetrina. Roger arrivò un quarto d’ora dopo e Dragon notò subito l’espressione tesa e angosciata negli occhi dell’amico. Non aveva neanche dormito, a quanto aveva capito.
A quel punto iniziò veramente a preoccuparsi: che era successo di così preoccupante? E di colpo un’idea gli passò un’idea per la testa.
-Che è successo a Ran Mao?!- esclamò, di colpo ansioso. Afferrò Roger per le spalle e lo scuoté, incitandolo a parlare.
-Tranquillo, sta bene, sta bene. Ha solo bevuto un po’ troppo.- si affrettò a spiegare Gol, facendo sospirare di sollievo Monkey.
-E cos’è successo di così grave? Hai una bruttissima cera!-
Roger iniziò a scompigliarsi i capelli, cercando il modo di dare la notizia a Dragon.
-Allora?-
-Ieri c’è stata la festa, no?-
Dragon annuì e gli fece segno di continuare.
-Beh… sono tornato con Ran Mao, ieri notte. Erano le tre e lei era completamente ubriaca, io ero brillo. L’ho accompagnata, non era in condizioni di tornare da sola e beh… dopo mi hai invitato a casa sua, affermando che i suoi genitori non c’erano.-
Dragon aggrottò le sopracciglia: perché iniziava ad avere una brutta sensazione?
-Io ho rifiutato, all’inizio. Ma era ubriaca, e neanche io avevo scherzato con gli alcolici… e non sono riuscito a fermarmi quando lei mi ha baciato.-
Silenzio. Nacque un pesante silenzio. Per svariati minuti si guardarono negli occhi. Dragon stava rielaborando le informazione, mentre Roger si tormentava.
-Se non fossi stato brillo e se lei non fosse stata così ubriaca e così attraente non l’avrei mai fatto…- disse ancora Roger, ma fu interrotto da Dragon.
-Mi stai dicendo che ti piace?- chiese, sperando di aver capito male.
-Sì, diavolo, mi piace. Sin da quando vi siete messi insieme. Ma mi sono fatto da parte, non volevo di certo rubarti la ragazza!-
-Beh, ci sei riuscito- rispose Dragon glaciale, spostando lo sguardo sulla vetrina. Anche Roger seguì il suo sguardo e rimase a bocca aperta quando vide gli anelli oltre il vetro.
-Non vorrai mica…- si voltò lentamente a guardarlo, incredulo.
-Volevo sposarla- ammise Dragon -ma ora mi rendo conto che è una pessima idea.-
-Non dirle niente, neanche se lo ricorda!- lo pregò Roger.
-So solo che ora è finita- disse Dragon, senza guardalo -sia con lei, sia la mia amicizia con te. Non mi fido di nessuno dei due.-
 

***

 
La vide piangere molto, eppure si costrinse a non abbracciarla. Una parte di lui gli diceva che era un completo idiota, che lei non c’entrava niente, ma l’altra parte, quella orgogliosa e testarda, non voleva mollare.
Ran Mao alzò gli occhi neri inondati di lacrime sul suo viso e cercò si prendergli le mani, ma lui indietreggiando evitò qualsiasi contatto.
-Dragon… i-io…- provò a dire lei, ma lui la interruppe:-Volevo chiederti di sposarmi.-
Lei sgranò gli occhi, incapace di dire qualcosa.
-Ma ora mi rendo conto che sarebbe stato un errore. Addio, Ran Mao.-
E se ne andò, ignorando i suoi singhiozzi. Ora che la scuola era finita, poteva iniziare una nuova vita. E avrebbe iniziato col trasferirsi, lasciando quella città piena di ricordi, troppi ricordi.
 

***

 
Aveva scelto quel piccolo centro abitato perché gli era sembrato abbastanza lontano dalla sua città natale. Non che fosse brutto, ma quella era il principale motivo. Era piccolo, costruito vicino ad un laghetto. C’erano pochi negozi e molte ville, la maggior parte in mattoni rossi, dai tetti spioventi, per via della neve che annualmente cadeva in grande quantità. Era carino, adatto per farsi una nuova vita. Mancavano pochi minuti all’incontro con l’agente immobiliare e ammazzò il tempo andando in una caffetteria, per prendersi qualcosa da bere.
Mentre il cameriere gli portava il suo caffe, sentì un rumore di tacchi a spillo che si avvicinavano e si voltò, per guardare la figura di una donna contro luce.
-Buongiorno- lo salutò lei con voce cordiale -sono Keiko Kurosawa, abbiamo parlato al telefono qualche giorno fa.-
-Buongiorno- rispose lui alzandosi e stringendo la mano che lei le porgeva -si accomodi.-
Quando si sedette davanti a lui, Dragon poté vederla in viso: aveva capelli neri, legati in un’elegante chignon alla base del collo. La pelle era chiara e le ciglia lunghe e nere mettevano in risalto gli occhi marroni. Sorrideva e Dragon trovò adorabile il sorriso spontaneo che aveva sul viso.
-Vuole qualcosa da bere?- le chiese gentilmente.
-No, grazie- rispose lei, senza smettere di sorridere.
Dragon annuì e bevve un sorso del caffè, mentre lei gli illustrava le piantine delle case che avrebbe visto nelle seguenti ore.
Una volta visitate tutte e cinque le case, Dragon sospirò esausto. Guardò l’orologio che aveva al polso e vide che era quasi ora di cena.
Guardò Keiko, accanto a lui, che mandava un messaggio a qualcuno.
-Uffa…- sospirò lei, posando il cellulare in tasca.
-Che succede, se posso chiederlo?-
Lei rise, imbarazzata e spiegò:-‘Sta sera la mia coinquilina esce e non ha preparato la cena. Io sono una frana in cucina e credo proprio che dovrò ordinare una pizza…-
-Se mi permette, la invito a cena. È stata davvero gentile, oggi-
Keiko ci pensò su, poi sfoderando un altro dei suoi sorrisi esclamò:-Okay!-
Minuti dopo, Dragon sgranò gli occhi quando sentì la lunga lista di piatti ordinati da Keiko. Guardò il suo fisico piccolo e magro e si chiese come una ragazza così minuta potesse mangiare così tanto. Keiko rise vedendo la sua espressione sorpresa e sciogliendosi lo chignon e disse:-Odio legarmi i capelli, ma la mia coinquilina dice sempre che sembro professionale, se li lego.-
Dragon annuì, e continuò ad ascoltare Keiko parlare, che l’uomo scoprì essere molto loquace. Si sorprese di scoprire che non era annoiato dalle sue chiacchiere, ma che lo divertivano. La ragazza gli stava raccontando delle scene divertenti con alcuni clienti e scoprì alcuni lati di lei: era pasticciona e anche molto golosa. Amava fare amicizia e spesso il suo capo la rimproverava per la sua parlantina.
Ore dopo, davanti a casa di Keiko, Dragon la salutava:-È stato un piacere, Keiko.-
-Anche per me! Allora fammi sapere quale delle case ti è piaciuta di più, se no vedo di trovarne altre!-
Ridendo rispose:-Okay, grazie.-
 

***

 
-Pronto?-
-Ciao papà, sono Dragon.-
-Dragon! Quanto tempo! Era pure l’ora che ti facessi sentire! Iniziavo quasi a preoccuparmi, sai?- Garp sorrise, sentendo la voce del figlio dall’altra parte della cornetta. Era da quasi un anno che non lo sentiva.
-Lo so, è che sono stato molto impegnato in questo periodo. Come stai?-
-Faccio la solita vita, tutto tranquillo. Tu, piuttosto, come stai?-
-Bene. Ho comprato casa sei mesi fa e il lavoro va alla grande.-
-Sei sempre il solito precisino!- lo prese in giro il padre, immaginando già gli occhi del figlio che si alzavano al cielo e lo sbuffo che Dragon avrebbe probabilmente trattenuto.
-Comunque- disse Dragon, ignorando la battuta del padre -ti ho chiamato per un motivo.-
Garp inarcò le sopracciglia, non sapendo se doversi preoccupare o meno. Dragon, respirando profondamente, disse:-Papà, mi sposo.-
 

***

 
Ci aveva pensato a lungo, eppure in quel momento aveva dei dubbi. Lui non era mai stato un tipo impulsivo, e di certo non lo sarebbe mai stato. Era calcolatore, rifletteva sempre di agire, insomma, non si affidava mai all’istinto. E in quel momento non poteva di certo essere cambiato: se aveva chiesto a Keiko di sposarlo era perché ne era certo; se lui si era sentito felicissimo al suo sì, vuol dire che l’amava e che non pensava a Ran Mao.
Ran Mao.
Quel nome gli danzò nella mente, riportando a galla un turbine di ricordi che però fu domato dall’immagine di Keiko sorridente.
Sorrise, sicuro di sé, e si sistemò la rosa bianca all’occhiello della giacca. Era il momento di sposare la donna che amava.
Qualcuno intonò una marcia nuziale e sentì dei passi lievi avvicinarsi. Sentì il cuore iniziare a battere velocemente.
Si sorprese di sentire un nodo allo stomaco e si richiese se fosse davvero quello che voleva. Ma prima che potesse formulare altri pensieri, Keiko lo raggiunse e lui si voltò a guardarla, fasciata nel suo abito bianco. Mentre le mani gli tremavano le alzò il velo dal viso e quando incontrò i suoi dolci occhi castani, non ebbe dubbi: lei, ecco cosa voleva.
 

***

 
-Ruri, vieni qui!- Dragon inseguì la figlia che gattonava velocemente sul parquet di casa, ridendo.
-Keiko, aiutami!- si scostò i capelli dal viso, riprendendo fiato. Vide sua moglie correre dietro la figlia. Dopo che Ruri passò in mezzo alle gambe di Keiko, evitando la presa della madre, finalmente sua moglie riuscì ad afferrare la piccola, che da quando gattonava non stava un attimo ferma.
-Sei una peste, piccolina!- esclamò Keiko, dando un buffetto sul piccolo naso della figlia, che le sorrise, mostrando i piccoli dentini che iniziavano a crescere.
Dragon la raggiunse e guardò Ruri,riprendendo fiato e sorridendo:-Mi fai impazzire. Mi ricorda qualcuno…-
Keiko lo guardò e scoppiò a ridere.
Monkey accarezzò sulla testa Ruri, accarezzandole i pochi capelli neri e poi si abbassò e baciare la moglie.
 

***

 
-Dragon, vado a farmi una doccia.-
-Va bene.-
Monkey, scostandosi i capelli dal viso, si mise in spalla il borsone e prese in braccio Ruri, che gli cinse il collo con le braccia. L’uomo chiuse la macchina ed entrò in casa, chiudendo la porta. Lasciò il borsone a terra nell’ingresso e prima di andare in cucina con Ruri per farla mangiare guardò Keiko che saliva le scale. Gli sembrò pallida.
-Keiko.-
La donna si voltò, fermandosi:-Sì, tesoro?-
-Stai bene?- Dragon accennò dei passi verso di lei, ma la donna ridendo spensieratamente gli disse:-Certo! Su, ora fai mangiare Ruri. Guardala, per poco non mangia te!-
Dragon annuì, dubbioso; anche se Keiko rideva e scherzava come sempre… gli sembrava che qualcosa non andasse.
Entrò in cucina e fece sedere Ruri sul seggiolone, mentre andava a prendere la cena della figlia nel borsone. Avevano passato tutta la giornata fuori, al lago, e solo alle otto di sera erano riusciti a convincere Ruri ad andarsene.
Monkey si sedette di fronte alla figlia e iniziò a darle da mangiare. Sorrise quando vide il sorriso soddisfatto sul viso tondo di Ruri.
Aveva quasi finito di darle da mangiare, quando sentì un forte rumore dal piano superiore. Dragon scattò su come una molla, pieno d’ansia.
Urlando il nome della moglie salì le scale di corsa e sempre di corsa andò in bagno. Provò ad abbassare la maniglia, ma Keiko aveva chiuso con la chiave la porta.
-Keiko!- chiamò, ansioso -Keiko, apri!-
Sentì dei rumori leggeri dal bagno, e finalmente sentì la serratura scattare e aprì subito al porta. Guardò Keiko, preoccupato, cercando di capire cosa fosse successo, e poi l’abbracciò.
La donna debolmente rispose all’abbraccio del marito e quando Dragon le chiese cosa fosse successo lei rispose con una risatina che era semplicemente scivolata.
Ma Dragon, sentendola tremare e sentendo la sua presa così debole, non ci credette.
 

***

 
-Ho detto di no!- esclamò Keiko, sull’orlo della rabbia.
-Non essere testarda per una volta!- la pregò Dragon, seguendola nella loro camera da letto -devi farti curare, Keiko!-
-Non voglio!- rispose cocciuta la donna, sedendosi sul letto e mettendo su un broncio infantile.
-Perché?!- chiese esasperato Monkey, gesticolando animatamente.
-Perché dovrei stare per interi mesi in ospedale, senza potere vedere mia figlia e mio marito, ecco perché!- gli rispose la moglie, le lacrime agli occhi.
-Verremmo a trovarti ogni giorno, non staresti mai sola.- Dragon le si sedette accanto, prendendole le mani fra le sue -ti prego, Keiko. Non farti questo.-
Lei lo guardò, in silenzio, e mentre le lacrime iniziavano a solcarle le guance lo abbracciò.
Dragon rispose all’abbraccio e chiese, dopo qualche secondo:-Vuoi?-
-No. Ho passato la mia infanzia in quel luogo triste e non voglio passarci anche la mia vita da adulta. Voglio alzarmi la mattina con te accanto, voglio giocare con Ruri a tutte le ore del giorno, voglio vedervi a tutte le ore del giorno, senza stupidi orari. Non mi importa della mia salute. Voglio solo stare con voi. Ti prego, Dragon, non farmi questo.-
Monkey annuì debolmente, e affondò il viso nei capelli morbidi di Keiko, sentendo delle lacrime pizzicargli gli occhi.
 

***

 
-Papà, dov’è mamma?- Ruri camminò verso di lui, e gli prese un lembo della maglia, per attirare la sua attenzione.
-Mamma si sta riposando, Ruri- le rispose Dragon, prendendola in braccio.
-E non gioca con me?- la bambina guardò negli occhi il padre, preoccupata.
Monkey le accarezzò i capelli e le disse:-Tranquilla, giocherà fra poco con te.-
Sentirono il campanello alla porta e a Ruri si illuminarono gli occhi, sapendo chi era.
-Nonno!- esclamò, gioiosa. Con Dragon andò alla porta e appena vide il viso sorridente di Garp si fiondò ad abbracciarlo.
-Papà, allora ti affido Ruri.- disse Dragon, serio.
-Certo, stai pure tranquillo. Keiko come sta?- chiese Garp.
Dragon sorrise amaramente:-Quella testarda si ostina a non voler andare in ospedale. Ora vado di sopra, spero di convincerla.-
Garp annuì, poi si concentrò sulla nipotina:-Chi vuole un bel gelato?-
-Io!- esclamò Ruri, ridendo.
 

***

 
-Dragon, non farmi vedere così da Ruri.- sussurrò debolmente Keiko, abbracciata al marito -Non lo sopporterebbe.-
Il marito tacque e lei voltò il viso a guardarlo. Vide i suoi occhi neri lucidi per le lacrime e le venne da sorridere vedendo come voleva nasconderle.
-Dragon?-
-Sì, Keiko?-
-Sono felice.- disse lei, guardando il soffitto -ho vissuto come ho voluto.-
Lui si mise a sedere e in un impeto di rabbia esclamò:-Non puoi essere felice! Diavolo, Keiko, hai buttato la tua vita! A quest’ora potevi stare certamente bene…- la voce gli si incrinò e si azzittì.
-Ti sbagli. Non sarebbe cambiato niente. L’unica differenza sarebbe stata che in questi anni avrei vissuto in un ospedale, circondata da estranei e non dalle persone a me care. Ci sono già passata, Dragon.-
Dragon la guardò, incapace di dire qualsiasi cosa. Si sentiva tradito; tradito da tutto. Gli aveva strappato via l’unica cosa a cui teneva.
 
 
 




Nda:
Ciao! C:
Okay, sono una malata di flashback, lo ammetto. È che… non ho resistito, ecco =3= volevo far comparire Ran Mao, volevo mostrarvela non solo attraverso il racconto di Dragon e Roger! E poi… volevo anche mostrarvi come era nata l’amicizia fra Monkey e Gol, volevo mostrarvi come Keiko è entrata nella vita di Dragon e di come ne è uscita.
Spero solo di non essere risultata pesante con questo lungo capitolo, e di non aver reso Dragon OOC! Ho paura di averlo reso un po’… superficiale, ecco.
Bene, detto questo vi lascio. Vi dico che da prossimo capitolo ricompariranno Ace & Co., tranquilli, e che probabilmente ho finito con i flashback xD non ne farò altri e che beh… manca poco alla fine della storia. La famosa scaletta che feci mi dice che ne mancano solo tre! (ò.ò) Però non datelo per certo, dipende da cosa uscirà fuori quando li scriverò xD
Spero vi sia piaciuto!
Baci, Tallulah.
   
 
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