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Autore: Dama degli Intrighi    13/06/2013    2 recensioni
Questa non è solamente una fic ispirata dalla storia di una grandissima scrittrice, in questa fic io mi sono data una sfida, mi sono costretta a immaginarmi nei panni della Rowling che deve scrivere un "dopo Harry Potter" e mi sono chiesta cosa potrebbe succedere. Ho letto i libri della Rowling in originale e ho cercato di usare il suo stesso tipo di scrittura e da tutte queste mie ricerche e altre è nata questa Fic che spero che vi piaccia...
Gradirei molto sapere i vostri pareri tramite le recensioni!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magic'
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***

-Chi sei? Fatti vedere-
-Ma io sono qui- disse una voce e un’ombra nera comparve sul muro di pietra.
Era lunga e sottile e sembrava vagamente umana con quel cappello a punta e il mantello lungo.
-Qui c’è solo la tua ombra-
-Precisamente l’ombra di chi ero, sono un’immagine scura di ciò che una volta sono stata!- si spiegò l’ombra. -Ma ora sono stanca di essere così, non ti prendono mai sul serio quando sei un’ombra, sai?-
-E io a che ti servo?-
-Rispondi, sai cosa rende una persona umana?- le chiese l’ombra avvicinandosi a Pervinca.
-Un corpo? Un cuore?-
-Bip, sbagliato…- rispose l’ombra agitando quella che pareva la figura di una fine bacchetta tutta bitorzoluta. -Sono i ricordi. I ricordi definiscono chi siamo e cosa siamo… I ricordi ci fanno vivere-
-E perché proprio io?-
-Ogni cosa a suo tempo- liquidò la domanda l’ombra strisciando via verso una delle pareti riflettenti. -Mi manca solo un tuo ultimo ricordo… Li ho tutti, quello di felicità, quello di sorpresa, quello di incredulità, quello di odio, quello di divertimento, eccetera… Ma mi manca il più potente di tutti.
-Se non te ne fossi andata per Pasqua ora non saremmo a questo punto, ma tu saresti qui, davanti alla nuova me a parlare e sarebbe già tutto risolto e invece no, dovevano proprio portarti via… Dannati loro- borbottava l’ombra.
Poi si avvicinò di nuovo alla ragazza agitando la sua bacchetta.
-Non farà male, è indolore… Forse ti sentirai solamente un po' scombussolata, ma è normale, cara-
-Qual è il ricordo che ti serve?- cercò di prendere tempo la ragazza.
-Sapevo che me lo avresti chiesto… Mi serve un ricordo particolarmente felice-
Pervinca pensò al ricordo che usava per evocare il Patronus.
-No quello cara, qualcosa di più profondo… Un ricordo del primo amore-
-Ah! Mi dispiace, ma non ne ho- sorrise Pervinca.
-Ne sei sicura, cara?- rise l’ombra girando intorno alla ragazza. -Proprio nessun ricordo? Qualcosa mi dice di si… Per schiarirti le idee ti dirò solo una piccola frase, “Stai tranquilla, non lo dirò a nessuno” non ti dice niente questo, Pervinca?-
L’ombra sogghignò mentre la ragazza ripercorreva gli eventi nella sua mente per trovare quel particolare ricordo.
-Ecco, brava, si proprio quello… Mi serve proprio quello. Subit Recorda… Ah, maledetto serpente!-
Jioyelle era saltata fuori dalla veste della padrona e aveva azzannato l’ombra in mezzo a quello che doveva essere il viso. Questa doveva essere teoricamente un’impresa impossibile, ma non si sa come in quel preciso punto l’ombra doveva essere più densa, quasi come se avesse ripreso corpo. Forse era il potere dei ricordi già presi che faceva si che l’ombra non fosse più di tanto senza sostanza.
L’ombra afferrò la serpentella e cercò di staccarsela di dosso.
-Attenta Jioyelle!-
-Stupido serpente, che pensi di fare? Non capisce cosa sto facendo? Togliti di mezzo!- urlò l’ombra prima di buttare a terra Jioyelle.
-Lasciala stare!- urlò Pervinca.
-Certo, non è lei che mi interessa- l’ombra tornò davanti alla ragazza e le puntò la bacchetta contro.
Pervinca chiuse gli occhi e attese l’incantesimo. Jioyelle strisciò fino alla padrona e si arrampicò per la sua veste come al solito.
-Subit Recordatio Maxima!- pronunciò ancora l’ombra, ma appena l’incantesimo iniziò a uscire dalla sua bacchetta la figura di Jioyelle comparve fra questa e la tempia di Pervinca e l’incantesimo colpì il rettile.
Una luce viola si propagò per tutto il labirinto di corridoi e stanze di pietra. Gli specchi di argento liquido si infransero e Pervinca cadde a terra.
 
Quando si risvegliò era lungo distesa sul pavimento di pietra fredda. A farla rinvenire era stata la consapevolezza che qualcosa di umido e liscio le stava accarezzando una delle guance. Quando aprì gli occhi incontrò subito quelli giallo miele a fessura della sua serpentella corallo Jioyelle che sibilava felice.
Pervinca si alzò piano controllando che fosse tutto a posto. Jioyelle le strisciò per tutta la lunghezza del braccio e poi felice si arrotolò intono alla gola della sua padrona come era solita fare. Pervinca osservò i dintorni. Era ancora in quella fredda stanza di pietra al cui centro ardeva un fuoco viola in un braciere di pietra. Alle pareti c’erano cornici vuote senza più nemmeno una goccia di quell’argento liquido.
L’unico vero cambiamento di quel posto era la figura accovacciata in un angolo. Era avvolta in vestiti ampi di seta bianchi e lilla e non si muoveva. Pervinca cercò di alzarsi, ma la testa le doleva come se qualcuno l’avesse colpita con una mazza sferrata per molte volte.
-Ah, sembra quasi che Rita Skeeter mi abbia appena intervistato per ore e ore di fila… I sintomi sono gli stessi- sospirò e poi si rese conto, ora ricordava chi era Rita Skeeter.
Ricordava tutto. Silente dentro al quadro. La lettera da Hogwarts che aveva gettato nel cestino di casa in cucina. Quelle che poi erano uscite dal cassetto in bagno… Il Ballo del Ceppo con i dodici alberi di Natale in sala… Il professor Lumacorno e le sue innumerevoli foto insieme… Tutto, si ricordava proprio tutto. Come era possibile?
-Ha funzionato lo stesso?- disse una voce dolce dall’altro capo della stanza. -Incredibile, ahahah se Merlino in persona me lo avesse assicurato non ci avrei creduto…Ahahah, ha funzionato lo stesso!-
La figura che era nell’angolo della sala balzò in piedi senza girarsi. Indossava un grande cappello a punta viola scuro che dava un po' di altezza a quella personcina minuscola. Se ne stava appena curva come se avesse molti anni sulle spalle, ma rideva e ballava come se di anni ne avesse solo cinque.
-Maledetto serpentello, ti sei sacrificato per lei, eh? Ma tanto non importa perché ha funzionato lo stesso. Mi domando perché… Ah! Ha funzionato lo stesso-
In mano aveva una bacchetta d’argento molto fina però tutta spigolosa e il vestito lungo scintillava all’ondeggiare di quella figura. Pervinca si alzò incuriosita da quella persona. Da sotto il cappello uscivano ciuffi di lunghi capelli bianchi come la luna. La ragazza le si avvicinò ancora e le appoggiò una mano sulla spalla che era poco più alta della sua. La figura misteriosa si girò all’istante e travolse la giovane abbracciandola.
-Grazie, grazie, grazie-
Pervinca rimase senza fiato. Non sapeva che fare, quella figura la stava proprio abbracciando anche se poco prima le voleva rubare i ricordi.
-Ma poi te li avrei ridati- rispose la figura quasi come se avesse letto i pensieri di Pervinca.
-Cosa?-
-Certo, volevo prendere i tuoi ricordi, ma poi te li ridavo, non sono mica cattiva io-
La donna anziana lasciò la presa intono alle spalle di Pervinca per fissarla in viso. Pervinca rimase scombussolata a quella vista, quella donna le assomigliava, certo, più vecchia e con molte ruche in più, ma era proprio come lei. Fatta eccezione per gli occhi che erano grandi e di un viola pazzesco.
-Cosa succede? Non riconosci più nemmeno la tua cara nonnina?- sorrise la donna mostrando una dentatura perfetta.
 
-Come Pervinca non è uscita?- ciese James cercando di allontanarsi dalla folla.
-No- rispose Lily unendosi ai due fratelli. -Lei non è mai uscita dal folto-
-Che succede?- chiesero Hugo e Darcy aggiungendosi.
-Voi avete visto Pervinca?-
I due scossero il capo.
-Congratulazioni James- sorrise Harry Potter raggiungendo il figlio. -Sai dove è Pervinca?-
-No- risposero tutti in coro.
-Pervinca era dietro di me poco prima del passaggio magico…-
-Come James? Quale passaggio magico?-
-Quello che pareva argento liquido, era l’uscita dall’arena, no?-
-No…- sussurrò il Signor Potter voltandosi preoccupato. -Preside McGranitt, preside… Abbiamo un problema, temo che Pervinca sia stata rapita- disse Harry chiamando la McGranitt.
 
-Nonna? No, io non ho parenti, tantomeno parenti con una bacchetta-
-Ne sei sicura? E comunque non sto parlando di nonna recente… Io ho molti anni, davvero tanti. Più di quanti tu possa immaginare. Sono stata una dei prima magici del mondo, antica razza una delle più pure, forse la più pura! Anzi, senza forse. Tu discendi direttamente da me e sei di linea pura, purissima- sorrise la donna sistemandosi il vestito. -Questo vestito non lo vedevo da millenni-
-No, vi state sbagliando. I miei genitori sono babbani-
La donna si rabbuiò e si drizzò bene sulle sue gambe e ora pareva più alta di Pervinca.
-Ne sei sicura? A volte le persone non sembrano quello che sono. I tuoi genitori non hanno voluto ascoltare le mie suppliche in cui gli chiedevo di aiutarmi con la loro magia, fanno i babbani a tempo pieno loro, Bleah-
-Vuoi dire che…-
-Si, mia cara. Tu sei una strega da sempre e i tuoi genitori ti hanno tenuta sotto a una campana di vetro per non farti scoprire i tuoi poteri. Che famiglia, vero? Menomale che sono arrivata io, se non avessi tolto la fattura che avevi addosso chi sa dove saremmo adesso-
-Vuoi dire che sei stata tu a farmi scoprire i miei poteri? Quella volta nel parco dietro a casa…-
-Certo, beh, non mi posso prendere tutto il merito ma diciamo che è servito a qualcosa solleticarti un po' con la mia magia, non potevo fare molto perché altrimenti i tuoi genitori avrebbero sentito la traccia che ti lasciavo addosso ogni volta che mi avvicinavo a te, per fortuna poi il veder compiersi una magia ha sciolto del tutto la fattura-
-Non so cosa dire… Ho così tante domande ora-
-Certo, e per ogn’una c’è una risposta. Ma direi che abbiamo fatto preoccupare tutti un po' troppo. Che dici di tornare a Hogwarts ora?-
La donna si sistemò il cappello sul capo, afferrò il polso della nipote, si infilò la bacchetta dietro l’orecchio dicendo -Questa ora non mi serve- e agitando la mano libera scomparvero tra il fumo lilla. Il fuoco viola nel braciere si spense all’istante.

Salve, in straordinaria sessione ecco a voi un altro capitolo della storia, spero che vi piaccia..
RECENSITE!!!! 
Baci, Dray xx
  
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