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Autore: Nicolessa    13/06/2013    2 recensioni
In questa storia si svilupperà finalmente quello che è il vero sentimento tra i personaggi che più adoro in Supernatural: Dean e Jo.
Benchè questo si sviluppi proprio nel periodo "pre-morte-imminente" di Dean (e sto parlando di giorni), la loro complicata relazione riuscirà a mettere in chiaro i loro pensieri, all'inizio confusi e discordanti.
Il capitolo inizia con la presentazione di un nuovo personaggio che spingerà Dean a dire addio alla biondina.
Credo che inizierò a piangere fin da ora.
Ma ehi, infondo sono pur sempre un testardo Winchester e una ribelle Harvelle! Mi faranno sempre piangere!
Quindi godetevi il momento e... fazzoletti alla mano!
Questa fanfiction è la quinta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo.
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
~ Dangerous Couples
• Dangerous Goodbyes
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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3 Capitolo 3 - Le abitudini sono dure a morire.





  • Sapeva che la sua mossa era stata avventata e -se vista da un punto di vista prettamente da cacciatore- anche abbastanza sdolcinata ma non se ne pentì affatto.
    Perchè avrebbe dovuto? Forse perchè l'indomani si sarebbe resa conto di non poterlo fare più
    ? Perchè in realtà non era altro che un morto che camminava? Per quanto la riguardava, aveva già sofferto abbastanza.
    Sapeva di complicare le cose, sapeva che in questo modo per Dean sarebbe stato solo più difficile accettare la sua fine ma, di punto in bianco, Jo si auto-convinse ad essere un po' egoista. Aveva dato così tanto agli altri che ora sentiva la necessità di prendersi qualche dovuto e fottuto merito.

    «Credevo che il tuo addio fosse quell'affettuoso "Ciao Jo".» Lo canzonò ironica con le labbra contro le sue: non riusciva proprio a non provocarlo. Era più forte di lei. E, tutto sommato, andava bene visto che era come un suo marchio di riconoscimento.
    «Puoi stare zitta per almeno dieci secondi?» La pregò lui con un falso esasperato tono sconfitto, come se conoscesse già la risposta.
    Lo considerava strano. No, non Dean, piuttosto considerava strano quello che stava succedendo. Ovviamente anche Dean era strano, su questo non ci pioveva, ma riguardo questo aveva già sventolato bandiera bianca.
    Erano lì, praticamente spiaccicati contro un muro, ad amoreggiare come due ragazzini alle prime armi.
    Però era bello. 

    Nessuno avrebbe mai creduto ad una storia del genere se glie l'avessero raccontata o neanche dopo averne avuto la prova lampante: tipo dopo averlo visto con i propri occhi.
    Dean che si strusciava con qualcuna, una ragazza a caso, quello era ok. Era una cosa credibile... ma Jo? Al di fuori del lavoro non conosceva altro. E pensare che si stesse scambiando "effusioni di affetto" di quel genere era quasi impensabile. Ma al diavolo, stava succedendo e le stava anche scoppiando il cuore nel petto, c'era poco da fare.

    «Devo dire che questo secondo addio è leggermente migliore.» Fece la snob, ignorando totalmente le sue precedenti parole, per poi riprendere... i loro saluti? Bah.
    «Leggermente?» Ribadì lui quasi deluso dalle sue parole/provocazioni, allontanandosi anche se di poco dal suo viso per fissarla meglio. «Leggermente.» Disse di nuovo meno convinto di prima.
    Jo non riuscì a far altro che ridere, e di gusto anche.
    Oh dannazione, valeva davvero la pena dannarsi per la gente altrui per poi ricevere questo tipo di merito. Anche solo il vedere che Dean pendesse dalle sue labbra era un'enorme soddisfazione.

    «Puoi stare zitto per almeno dieci secondi?» Gli rinfacciò trionfante mentre si riavvicinava di nuovo a lui.
  •  Ma che cavolo prendeva a tutti e due? Quello non era il momento giusto per comportarsi come due persone sane di mente - salutarsi in modo serio, distaccato e professionale - e invece si erano lasciati prendere un po' troppo la mano, esponendo esageratamente i loro sentimenti.
    Il fatto era che la confusione sembrava averlo preso di mira e le due vocine all'interno della sua testa non aiutavano affatto. La prima, quella che il cacciatore classificava come la vocina "ragionevole", gli urlava a gran voce di scappare, di filarsela prima che fosse troppo tardi. La seconda, che sentiva molto più in lontananza dell'altra, gli consigliava di restare lì. 

    «Ti è rimasto poco tempo, Dean. Domani sarà tutto finito per te e non la rivedrai più. Questo è il momento di mettere da parte l'orgoglio e tirare fuori le emozioni.» Gli disse la seconda.
    Poi un contrasto improvviso, una voce molto più forte e determinata. 
    «Devi andartene, Dean! Questo le farà ancora più male domani, non essere egoista!»
    In realtà lui non lo era mai stato. Non aveva mai fatto qualcosa per se stesso, né aveva mai pensato cosa gli sarebbe successo dopo l'inferno. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era cosa ne sarebbe stato degli altri... Bobby, Ellen, Sam, perfino Rufus e ovviamente Jo. Ed era proprio quel pensiero che l'aveva portato fino a Duluth. 
    Dean sorrise appena quando lei gli rinfacciò la stessa frase rivoltale qualche secondo prima. Si inumidì le labbra e sospirò guardandola negli occhi, mentre i loro profili andavano man mano ad incrociarsi ancora. 
    «Se ora usassi la tattica "ultima notte sulla terra"...» mormorò ad un centimetro dalle labbra carnose della ragazza. «...funzionerebbe?» 
    Perché privarsi di un'ultimo desiderio? Perché non poter essere una persona normale una volta tanto? Perché non poter stringere una delle persone più importanti della sua vita tra le braccia per l'ultima volta? Perché scappare e soffrire in silenzio? Perché non vivere davvero finché ne aveva la possibilità? Perché non essere egoista almeno per una prima e ultima volta?
  •  Jo lo fissò per una bella manciata di secondi, aggrottando la fronte per dimostrargli quanto fosse concentrata nel decifrare le sue parole. Oddio, non che ci fosse realmente qualcosa da capire, piuttosto da intendere, ma lei si concedeva quella piccola pausa per immaginare quella sua frase formulata in modo più svelato e meno misterioso. 
    Quindi glie lo stava chiedendo. Mh, quello sì che non sapeva come interpretarlo. Si trattava di un contorto altruismo o di un semplice tentativo di divertimento? Naah, sarebbe stato troppo cattivo pensare che lo stesse facendo solo perchè... ecco, non avrebbe più avuto l'occasione di farlo. Ed inoltre questa idea le faceva venire un minaccioso istinto omicida quindi, era meglio lasciarsi trasportare fino in fondo da quel nauseante sentimento romantico. 
    «Non ti fa molto onore giocare la carta dell'ultima notte sulla terra.» Lo rimproverò frivolmente riducendo gli occhi a due piccole e bollenti fessure che magari potevano risultare più minacciose del previsto.
    Le suonava un po' come un "Ehi, sei dell'umore giusto per fare sesso oppure mi rifiuterai come fai sempre?", frase abbastanza rozza per indicare "quel" genere di "attività". 
    «Sul serio, tutto quel carisma è sprecato per te!» Gli si allontanò scuotendo la testa per poi raggiungere la porta del locale ed aggrapparcisi sopra. 
    Dean di conseguenza la stese a guardare dubbioso, forse temendo di aver rovinato tutto o magari ringraziando Qualcuno di non dover "farla soffrire ulteriormente". 
    «La "tattica dell'ultima notte sulla terra"?» Ripeté scoppiando poi a ridere e ruotando gli occhi al cielo, fissandolo dall'uscio della porta.
    Che Dean stesse pensando ad un palese rifiuto di Jo e, non solo, anche ad un ulteriore beffa, era poco ma sicuro. O almeno, la sua espressione lo faceva intendere benissimo.
    Quasi quasi si sentiva un po' in colpa.
    Quel suo continuo prenderlo in giro, tenerlo teso e su un filo di un rasoio era crudele, forse anche troppo per i suoi regolari standard.

    «Pizza, birra e Led Zeppelin avrebbero fatto maggior effetto, Dean. Avresti bisogno di alcune lezioni.» Rincarò la dose ora lasciandosi sfuggire un sorrisetto che smascherò quel suo malefico piano. «Allora, hai deciso di rimanere lì fuori ancora per molto? Perchè sai, inizia a fare freddo.» Gli disse con quel suo adorabile modo di fare snob ed allo stesso tempo incentivante.
  •  Forse si era espresso in modo sbagliato.
    Infatti ripensando alla proposta che le aveva appena fatto, se si metteva nei panni di Jo, non suonava esattamente come una romantica pensata. Sicuramente era suonata più come un invito a passare un po' di tempo con lui, tanto perché era il suo ultimo giorno di vita. 

    «No, aspetta. Non... non... io...» 
    Jo inarcò le sopracciglia e incrociò le braccia al petto, inclinando la testa da un lato, come per dirgli ''Forza, ti ascolto!". Dean si schiarì la voce e sorrise divertito da quella situazione. 
    Che casino! 
    «Non intendevo dire quello che ho detto. E non è come pensi, ok?» 
    Beh, tutto sicuramente era molto più chiaro grazie a quella precisazione. Ma per favore! Come se Jo potesse cambiare idea da un momento all'altro soltanto perché lui era stato per una volta sincero. Probabilmente non gli avrebbe creduto e Dean, a dire il vero, non poteva biasimarla. 
    «Allora, hai deciso di rimanere lì fuori ancora per molto? Perché sai, inizia a fare freddo.» 
    E sorpresa delle sorprese, Jo sembrava avergli creduto. 
    Lui la guardò con sorpresa e con la bocca appena dischiusa, sembrava quasi come se avesse appena visto un fantasma. Cioè... non che questo gli avrebbe fatto quell'effetto, era soltanto un modo di dire. 
    «Questo è strano.» Mormorò tra sé, ma senza esitare alla sua contro proposta. 
    Avanzò nuovamente verso l'interno del locale e si guardò attorno mordendosi il labbro inferiore con fare nervoso. Jo entrò dopo di lui e chiuse la porta di ingresso alle proprie spalle. Lo sorpassò da un lato e Dean la seguì con lo sguardo, accennando un sorriso appena divertito. 
    «Allora? Questa baracca non può permettersi un jukebox, cos'è questa storia?» Fece ironico tanto per spezzare il ghiaccio, restando in piedi al centro della grande stanza.
  • Pensò bene a quale metodo adottare con Dean, ne pensò di vari a dirla tutta, ma poi scelse di continuare con quello iniziale: essere semplicemente sé stessa, senza filtri né finte riverenze, senza alcuna paura di risultare quella solita "schizzata" che la gente normale tendeva ad evitare.
    Si avvicinò quindi al bancone e, senza aggirarlo, si sporse verso il frigo, prendendo due birre e rialzandone il lato -evitando così che si stappassero del tutto- con l'apposito oggetto posato accanto ai bicchieri che però volle scartare. Non occorreva essere "eleganti" per bere una rozza birra dopotutto.
    «Sam vorrà uccidermi.» Pensò ad alta voce la ragazza da un certo punto di vista d'accordo con il pensiero del fratellino assente che le scorreva nella mente.
    Quella sarebbe stata l'ultima notte per Dean e lui, invece di riposare per poi cercare di trovare una soluzione al suo problema la mattina dopo, se ne stava in un bar a bere birra. La compagnia era irrilevante per un fattore alto come quello della morte.
    Erano quasi le 3 di notte e Dean si era presentato al locale di Jo (o quello nel quale al momento lavorava) per farle il suo discorso che, senza alcun dubbio, segnava la sua resa.
    Non aveva più volontà né forze per provarci. O fingere di provarci visto che Sam l'aveva praticamente pregato di fare l'imbecille il meno possibile per poterlo salvare dalle mani di Lilith e dall'inferno.

    «Che ne sai, magari nel sogno che hai fatto, io stavo solo scappando da tuo fratello.» Ironizzò lanciandogli una birra con la mano sinistra mentre con la destra teneva la sua, togliendole ora il tappo con un più facile gesto della mano.
    «Hai paura di mio fratello?» Rinfacciò lui alzando la bottiglia a mezz'aria prima di berne un sorso, come a voler brindare chissà a che cosa nella sua bacata testa.
    «No, ho paura di cosa Sam diventerebbe senza di te. Di cosa diventerà.» Aggiunse l'ultima frase dopo un breve sorso dell'alcolico e dopo aver riflettuto bene sui verbi giusti da usare: bisognava essere realisti.
    «Beh, allora non andresti lontana. Non con la mira che hai.» La provocò Dean sorridendole come se in realtà non le avesse detto nulla di -ironicamente parlando- offensivo.
    Non se lo fece ripetere due volte, la vanità della Harvelle aveva già programmato tutto: gli sorrise come a voler accettare la sfida e, lasciando la birra sul bancone al quale  era poggiata, prese il coltellino che usava per tagliare il lime dallo scompartimento del bar.
    Non staccò nemmeno gli occhi dai suoi, ormai piena di adrenalina com'era.
    Lanciò il coltellino inarcando un sopracciglio che urlava già un "ho vinto" abbastanza sonoro.
    L'arma -sempre che si potesse considerare tale- sfrecciò a pochi centimetri dal viso di Dean, ancora al centro della stanza.

    Un po' spaventato da quel "tentato omicidio" ma allo stesso tempo sollevato dall'avere ancora la faccia attaccata al suo posto, si concesse il lussuoso errore di prenderla in giro.
    «Ecco, appunto.»
    «Girati, idiota.» Lo invitò poco gentilmente lei riprendendo la birra in mano per poterne assaggiare nuovamente il contenuto.
    Ecco che la lama del coltellino aveva stretto amicizia con la pacchiana carta da parati del locale.
    «Hai preso il muro, e beh?» Chiese ancora confuso Dean scuotendo la testa.
    «Più precisamente credo di aver presto la tua ombra proiettata sul muro.» Gli diede la sua delucidazione Jo osservando l'arma conficcata nella testa della sagoma scura sula parete. 
    Adesso sì che si stava divertendo.
    Oh, da morire.








    -------------------------------------------------------  Spazio dell'autrice -----------------------------------------------

    Ciao ragazzacci! Come sono iniziate le vostre vacanze estive?
    Ok, d'accordo, il tempo non è dei migliori ma ehi, su con la vita!
    Anzi, visto che non è ancora quel periodo ideale per andare in spiaggia (o almeno non qui dove sono io xD),
    perchè non vi dedicate alla lettura? :D Piccolo consiglio spassionato - Parte 1°
    O magari potreste dedicarvi alle recensioni, eh? Che ne dite? Piccolo consiglio spassionato - Parte 2°
    Su, date un parere a questa povera ragazza curiosa u.u

    ...

    Mi rendo conto solo ora che non è il momento ideale per fare l'allegra.
    Dovrei deprimermi solo per aver riletto questo capitolo.
    Ok, vado ad immergermi nella Nutella.
    Alla prossima, Hunters! ♫


  
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